Maturità 2025 e Programma di Storia: Solo il 37% degli Studenti Arriva ai Giorni Nostri
Indice
- Introduzione: la centralità della storia nella maturità 2025
- L'indagine sui maturandi: metodologia e campione
- Il programma di storia: a che punto ci si ferma?
- Focus sulla Seconda Guerra Mondiale: un confine ancora invalicabile
- Il miglioramento nella copertura della storia recente
- Le pressioni di verifica ed interrogazioni: lezioni sacrificate
- Simulazioni delle prove scritte: una pratica poco diffusa
- Le materie caratterizzanti e la loro conclusione
- Cause e conseguenze della mancata trattazione della storia contemporanea
- Osservazioni di docenti ed esperti: quali prospettive?
- Conclusioni e proposte per il futuro
Introduzione: la centralità della storia nella maturità 2025
La maturità rappresenta ogni anno un cruciale banco di prova per la scuola superiore italiana. In particolare, il programma di storia assume un ruolo fondamentale nell’esame di Stato: la conoscenza del passato aiuta lo studente a comprendere il presente e a costruire il proprio spirito critico. Tuttavia, dall'indagine condotta nel 2025 su un campione di 1.000 maturandi, emergono criticità consolidate: 1 alunno su 2 non è andato oltre la Seconda Guerra Mondiale nello studio della storia. Questo dato evidenzia come la scuola italiana continui a scontrarsi con il tema della copertura della storia più recente, argomento di grande rilevanza anche in chiave di attualità e cittadinanza attiva. In questo scenario, approfondire le percentuali, le cause e le possibili soluzioni diventa indispensabile per comprendere e migliorare l'approccio didattico alla storia nei licei e negli istituti tecnici e professionali.
L'indagine sui maturandi: metodologia e campione
A fotografare la situazione degli studenti maturandi nel 2025 è stata una ricerca condotta su 1.000 alunni dell’ultimo anno delle scuole superiori. L’indagine ha raccolto dati su diversi aspetti, tra cui:
- punto di arrivo nel programma di storia
- tempo dedicato alle materie caratterizzanti
- modalità di gestione delle ultime lezioni
- frequenza delle simulazioni delle prove scritte.
L’utilizzo di un campione ampio e variegato offre spunti significativi anche in un’ottica nazionale, mettendo in luce trend e problemi condivisi in moltissime scuole italiane, dalle grandi città ai piccoli centri. Questa analisi si inserisce in quella categoria di statistiche sullo studio della storia nelle scuole superiori che ogni anno animano il dibattito tra docenti, studenti e addetti ai lavori.
Il programma di storia: a che punto ci si ferma?
Una delle criticità più ricorrenti emerse dall'indagine riguarda il “punto di approdo” degli studenti nel programma di storia. Ecco i dati principali:
- 50% degli studenti si ferma alla Seconda Guerra Mondiale.
- 37% degli studenti dichiara invece di aver completato lo studio della storia fino ai giorni nostri.
- Il restante 13% si arresta tra la fine dell’Ottocento e le fasi intermedie del Novecento.
Questi numeri testimoniano un miglioramento rispetto agli scorsi anni: la quota di studenti che tratta la storia recentissima è aumentata, ma rimangono profonde disparità, sia tra i diversi indirizzi di studio sia tra scuole della stessa tipologia. Le cause sono molteplici e spesso strutturali, dal tempo materiale al metodo didattico.
Focus sulla Seconda Guerra Mondiale: un confine ancora invalicabile
Il dato più eloquente riguarda quindi l’impossibilità, per 1 studente su 2, di andare oltre la Seconda Guerra Mondiale nel programma di storia maturità. Questo "muro" sembra rappresentare un limite superato raramente, come confermano numerosi insegnanti intervistati. La motivazione principale risiede nello spazio temporale richiesto per trattare adeguatamente i grandi eventi storici del Novecento, dalle guerre mondiali ai totalitarismi, dal dopoguerra alla Guerra Fredda.
Ma non solo: l’incalzare delle attività di verifica, le festività, le sospensioni didattiche, e la complessità degli eventi recenti spesso obbligano i docenti a interrompere il percorso formativo su questo confine cronologico. Questo problema non tocca solo la maturità 2025, ma si ripete da decenni, rappresentando un aspetto critico del programma storia maturità.
Il miglioramento nella copertura della storia recente
Pur rimanendo la Seconda Guerra Mondiale come spartiacque, l'indagine del 2025 mette in luce però anche dati positivi: il 37% degli studenti ha completato lo studio della storia fino ai giorni nostri. Rispetto agli anni precedenti, si registra dunque un aumento della percentuale di studenti che hanno affrontato la storia contemporanea, ovvero dalle guerre mondiali al Novecento avanzato e ai grandi snodi dell'inizio del terzo millennio.
Questo fenomeno può essere attribuito sia a una maggiore consapevolezza da parte degli insegnanti, sia all’apporto di metodologie didattiche innovative che puntano all’attualizzazione dei temi storici. L’importanza della storia recentissima nella formazione dei giovani appare infatti cruciale, soprattutto in una società globalizzata e ricca di cambiamenti come quella odierna.
Le pressioni di verifica ed interrogazioni: lezioni sacrificate
Un altro dato emerso dalla ricerca è legato all’organizzazione delle ultime settimane di scuola: ben 6 studenti su 10 hanno visto l'ultimo periodo di lezioni dedicato principalmente a verifiche e interrogazioni. Questo significa che, spesso, il tempo residuo utile per portare a termine il programma viene sacrificato in favore delle valutazioni sommative.
Tra le ragioni principali:
- L'esigenza di chiudere il quadro valutativo prima del termine delle lezioni.
- La necessità di recuperare eventuali lacune o assenze prolungate.
- L’alto numero di materie da valutare, soprattutto negli indirizzi tecnici e professionali.
Questi fattori contribuiscono a ridurre ulteriormente il tempo effettivo da dedicare agli argomenti di storia più vicini al presente, con uno squilibrio che diventa ormai strutturale in molti istituti. Si conferma dunque il problema del programma storia maturità non completato, soprattutto dove le strategie di pianificazione didattica risultano meno efficaci.
Simulazioni delle prove scritte: una pratica poco diffusa
Un altro aspetto critico evidenziato dalle statistiche riguarda la preparazione alle prove scritte della maturità. Solo 3 studenti su 10 hanno svolto più di una simulazione delle prove scritte. Questa percentuale appare insufficiente rispetto alle esigenze di un esame sempre più complesso e variegato, dove la familiarità con le tipologie di tracce e la gestione del tempo sono fondamentali per una buona performance.
Le ragioni di questa scarsa diffusione delle simulazioni possono essere molteplici:
- Carenza di tempo utile nell’ultima parte dell’anno.
- Concentrazione delle attività sulle materie caratterizzanti.
- Difficoltà di organizzazione all'interno dei singoli consigli di classe.
Questa criticità penalizza soprattutto gli studenti meno autonomi, che potrebbero giovarsi maggiormente della pratica e dell’accompagnamento strutturato nelle simulazioni delle prove scritte maturità.
Le materie caratterizzanti e la loro conclusione
Nel panorama delineato dall’indagine, emerge un dato confortante riguardo alle materie caratterizzanti: il 52% degli studenti ha terminato il programma di queste materie, rispetto a percentuali storicamente inferiori. Questo fenomeno è attribuibile sia a una maggiore programmazione didattica, sia all’importanza assegnata a tali materie negli esami finali.
Tuttavia, rimane significativa la quota di studenti che non ha completato uno o più programmi, con impatti differenziati tra licei, tecnici e professionali. Il rischio, in questi casi, è di arrivare all’esame con conoscenze frammentarie e una preparazione non omogenea.
Cause e conseguenze della mancata trattazione della storia contemporanea
Quali sono le ragioni principali per cui la storia contemporanea resta spesso fuori dal programma?
- Prolissità del programma: i manuali e le linee guida ministeriali propongono un percorso denso di date, eventi e argomenti.
- Priorità assegnate: talvolta la storia antica e medioevale viene vista come propedeutica e merita tempi maggiori, a discapito delle epoche più vicine.
- Pressioni valutative: la necessità di chiudere le valutazioni penalizza sistematicamente gli argomenti collocati verso la fine dell’anno.
- Didattica poco flessibile: la mancanza di strumenti agili per "saltare" da un argomento all’altro in caso di necessità.
Le conseguenze sono da non sottovalutare:
- Riduzione delle competenze di cittadinanza: ignorare la storia recente significa non comprendere fenomeni attuali quali la globalizzazione, i conflitti contemporanei, l’evoluzione delle democrazie.
- Perdita di motivazione: vedere alcuni argomenti sistematicamente tralasciati rischia di demotivare gli studenti.
- Scarsa preparazione all’esame orale: la nuova struttura degli esami di maturità penalizza chi non ha familiarità con i grandi temi contemporanei.
Osservazioni di docenti ed esperti: quali prospettive?
Docenti di storia e studiosi dell’istruzione si esprimono da anni su questo tema. Secondo diversi esperti, occorrerebbe:
- Rivedere la scansione temporale dei programmi, snellendo alcune parti iniziali per dare maggiore spazio alla contemporaneità.
- Promuovere didattiche laboratoriali, che permettano di affrontare la storia recente anche con attività extracurricolari, film, documentari, testimonianze.
- Prevedere obblighi più stringenti nel completare il percorso fino ai giorni nostri, anche a discapito di alcuni argomenti secondari.
- Allineare le simulazioni delle prove scritte alle reali esigenze degli studenti, aumentando la frequenza delle prove in classe.
Secondo molti operatori scolastici, solo una revisione dei criteri ministeriali potrebbe sanare in modo stabile queste criticità storiche del programma storia maturità.
Conclusioni e proposte per il futuro
In conclusione, l’indagine del 2025 evidenzia come, malgrado piccoli miglioramenti, il problema della copertura incompleta del programma di storia persista nel sistema scolastico italiano. Solo il 37% degli studenti affronta la storia contemporanea in modo completo, mentre 1 maturando su 2 si ferma ancora alla Seconda Guerra Mondiale. Le cause sono molteplici: pressioni di fine anno, carenza di tempo, centralità valutativa delle materie caratterizzanti.
Per migliorare questa situazione si potrebbe:
- Favorire una programmazione agile, che preveda tappe intermedie dedicate alla storia recente.
- Premiare pratiche didattiche innovative e multidisciplinari.
- Rinforzare l’obbligatorietà delle simulazioni delle prove scritte.
- Sensibilizzare studenti, famiglie e docenti sull’importanza di una storia attuale e vissuta, anche in chiave di cittadinanza responsabile.
La sfida rimane aperta: solo una scuola che sappia innovarsi può davvero garantire alle nuove generazioni una conoscenza storica completa, in linea con le esigenze della società contemporanea e le attese di una maturità davvero formativa.
Sintesi finale:
La Maturità 2025 mette in luce una questione annosa ma sempre attuale: la necessità di portare tutti gli studenti almeno allo studio della storia recente. Il cammino è ancora lungo, ma il 37% che arriva ai giorni nostri segnala che una maggiore attenzione è possibile: la scuola italiana saprà cogliere questa sfida nei prossimi anni?