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Scuola e caldo estremo: come il surriscaldamento globale sta cambiando gli istituti scolastici nel mondo e in Italia
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Scuola e caldo estremo: come il surriscaldamento globale sta cambiando gli istituti scolastici nel mondo e in Italia

Analisi delle strategie di adattamento climatico adottate negli istituti e il ritardo dell’edilizia scolastica italiana davanti alle ondate di calore

Scuola e caldo estremo: come il surriscaldamento globale sta cambiando gli istituti scolastici nel mondo e in Italia

Indice

  1. Introduzione
  2. Il peso del surriscaldamento globale sulla scuola
  3. Bambini e studenti: i più esposti ai rischi climatici
  4. Soluzioni internazionali: la svolta verso le climate-ready schools
  5. Case study: Brasile e la strategia del raffreddamento
  6. Il quadro europeo: strategie di adattamento e prevenzione
  7. Italia fra ritardi e necessità nella ristrutturazione scolastica
  8. Planimetria e vetustà dell’edilizia scolastica italiana
  9. Interventi possibili e buone pratiche per l’adattamento climatico
  10. L’importanza dell’educazione ambientale nelle scuole
  11. Prospettive future e raccomandazioni
  12. Conclusioni

Introduzione

Il surriscaldamento globale non è più una minaccia astratta bensì una realtà che incide sulla vita quotidiana, specie nei contesti educativi. Crescente interesse pubblico e istituzionale gravita su un tema sempre più urgente: come il caldo estremo influisce sull’edilizia scolastica e sull’educazione? L’articolo approfondisce “caldo e scuola” attraverso un’analisi comparata tra le strategie mondiali e i ritardi che ancora affliggono l’Italia.

Il peso del surriscaldamento globale sulla scuola

Le ultime stime rivelano che oltre 1 miliardo di bambini vive in Paesi a rischio climatico estremo. Le ondate di calore, ormai frequenti, obbligano a ripensare l’organizzazione didattica e la sicurezza degli edifici scolastici. Con inverni miti e estati torride, anche le routine della città diventano più difficoltose, alterando la quotidianità di alunni, famiglie e personale. L’impatto del riscaldamento globale sull’educazione si evidenzia non solo nei dati, ma nei racconti di chi vive tra le aule.

Bambini e studenti: i più esposti ai rischi climatici

Tra i più vulnerabili a queste trasformazioni troviamo i minori. La scuola, luogo di formazione e crescita, rischia di diventare un ambiente insalubre nei periodi più caldi. Chiusure di scuole dovute a temperature elevate sono già realtà in molte parti del mondo: si stimano circa 40 milioni di studenti in Asia e Africa costretti a interrompere la frequenza o a subire turnazioni incondizioni di emergenza. I disturbi derivanti dal caldo eccessivo spaziano da cali di attenzione e produttività a veri e propri rischi per la salute come disidratazione, colpi di calore e difficoltà respiratorie, soprattutto in edifici non adeguatamente attrezzati.

Soluzioni internazionali: la svolta verso le climate-ready schools

Per rispondere a queste problematiche, sempre più Paesi stanno adattando le loro infrastrutture educative. Il concetto di climate-ready schools si afferma come paradigma: scuole concepite o riqualificate per affrontare le mutazioni climatiche grazie a interventi mirati. Oltre 80.000 scuole in 87 Paesi stanno pianificando o hanno già avviato processi di aggiornamento architettonico, energetico e didattico, integrando sistemi di raffreddamento, ventilazione naturale, materiali isolanti e spazi verdi.

Tra le azioni più frequenti si annoverano:

  • Installazione di sistemi di raffrescamento passivo
  • Utilizzo di materiali ad alta efficienza energetica
  • Realizzazione di muri a verde o tetti piantumati
  • Implementazione di sistemi di allerta e procedure di sicurezza

Queste strategie di adattamento climatico delle scuole mirano a garantire continuità educativa e benessere psicofisico a studenti e personale.

Case study: Brasile e la strategia del raffreddamento

Il Brasile rappresenta un esempio di azione concreta: il governo, con il supporto di enti internazionali, ha approvato un prestito di 100 milioni di dollari per raffreddare oltre 55 scuole, principalmente nelle aree urbane soggette a temperatura elevata. Questo investimento, oltre ad assicurare ambienti sicuri per oltre 30.000 studenti, costituisce una best practice replicabile in altri Paesi a clima simile.

Gli interventi comprendono:

  • Rinnovamento degli impianti di climatizzazione
  • Pannelli solari a supporto dei sistemi elettrici
  • Creazione di zone d’ombra nei cortili scolastici

Questa esperienza dimostra che l’adeguamento climatico delle scuole può essere perseguito con progettualità e fondi ad hoc, anche in contesti dove le risorse sono limitate.

Il quadro europeo: strategie di adattamento e prevenzione

Anche l’Europa ha iniziato ad affrontare la questione con serietà crescente.

Paesi come Germania, Francia e Spagna stanno investendo in edilizia scolastica sostenibile, puntando su:

  • Ventilazione naturale e sistemi di raffrescamento integrati
  • Utilizzo di materiali biocompatibili
  • Coinvolgimento delle comunità locali nella progettazione

Molte di queste strategie derivano dalla necessità di limitare l’utilizzo di condizionatori, privilegiando soluzioni ecologiche e sostenibili che migliorino la vivibilità senza aggravare il consumo energetico.

Italia fra ritardi e necessità nella ristrutturazione scolastica

Arriviamo quindi al quadro nazionale. In Italia, il tema del rinnovamento delle scuole in ottica climatica è ancora poco presente nel dibattito pubblico. Secondo i dati più aggiornati, oltre 40.000 plessi scolastici sono stati costruiti più di 50 anni fa, in epoche in cui non erano previste le attuali esigenze di isolamento termico o ventilazione.

Molti istituti presentano ambienti poco idonei alle estati sempre più calde, con:

  • Aule scarsamente isolate
  • Mancanza di tende o schermature solari
  • Infissi obsoleti
  • Inferiore presenza di spazi verdi

La difficoltà di pianificazione, la carenza di fondi e la complessità burocratica rallentano interventi di adeguamento climatico nelle scuole italiane.

Planimetria e vetustà dell’edilizia scolastica italiana

La distribuzione degli edifici scolastici italiani risente di logiche di costruzione ormai datate, concentrate soprattutto negli anni ‘60 e ‘70 del Novecento. Gli edifici sono spesso di grandi dimensioni, ma poco funzionali rispetto alle esigenze di strategie di raffreddamento moderne.

Dal Rapporto annuale sulla qualità dell’edilizia scolastica (2024):

  • Solo il 19% degli edifici possiede doppi vetri
  • Meno del 10% dispone di spazi verdi ombreggiati esternamente
  • Oltre il 60% non ha sistemi di ventilazione meccanica

La mappatura evidenzia un’Italia a due velocità: Nord e grandi città mediamente più moderne, Sud e aree interne ancora impreparate alle nuove sfide climatiche.

Interventi possibili e buone pratiche per l’adattamento climatico

Le strategie di adattamento e raffreddamento delle scuole sono numerose e possono essere modulabili secondo le caratteristiche dell’edificio:

  1. Efficientamento energetico: sostituzione di infissi, isolamento delle pareti, rivestimenti riflettenti, impiego di materiali a bassa trasmittanza termica.
  2. Progettazione passiva: uso strategico della ventilazione naturale, predisposizione di lucernari apribili, schermi solari mobili.
  3. Spazi verdi: realizzazione di pergolati, piantumazione di alberi ad alto fusto nei cortili.
  4. Impiantistica innovativa: utilizzo di pompe di calore reversibili, ventilazione controllata con recupero di calore.
  5. Coinvolgimento della comunità: sensibilizzazione di alunni, insegnanti e famiglie sulle buone pratiche per la gestione del caldo.

Alcuni Comuni italiani pionieri hanno già intrapreso sperimentazioni, con risultati incoraggianti specialmente nei mesi estivi.

L’importanza dell’educazione ambientale nelle scuole

Non solo strutture: è fondamentale arricchire la didattica con temi dedicati a impatto climatico ed educazione ambientale. Le scuole dovrebbero promuovere percorsi di sensibilizzazione, anche tramite:

  • Laboratori sul cambiamento climatico
  • Giornate a tema sulla sostenibilità
  • Progetti di monitoraggio ambientale e raccolta dati

L’obiettivo è formare cittadini consapevoli e attivi nel rispondere alle sfide climatiche, sia nelle scelte quotidiane che nella partecipazione civica.

Prospettive future e raccomandazioni

L’esperienza internazionale insegna che investire in edilizia scolastica sostenibile non solo migliora la qualità della vita di studenti e insegnanti, ma rappresenta anche un’opportunità di sviluppo per il sistema Paese. È indispensabile che l’Italia si allinei alle best practice globali, pianificando un calendario di interventi e valorizzando le risorse già a disposizione.

Si suggeriscono alcune azioni prioritarie:

  • Mappatura aggiornata degli edifici più a rischio
  • Piano nazionale di finanziamenti per la ristrutturazione clima-ready
  • Promozione di bandi per la progettazione di nuovi edifici scolastici sostenibili
  • Coinvolgimento delle amministrazioni locali nella gestione ordinaria e straordinaria

Il rapporto tra caldo e scuola potrà migliorare solamente con una strategia coordinata e multilivello.

Conclusioni

Il caso delle climate-ready schools nel mondo dimostra come sia possibile intervenire in modo efficace sull’edilizia scolastica per fronteggiare il surriscaldamento globale. L’Italia, con oltre 40.000 edifici scolastici ultracinquantenni, necessita di un cambio di rotta deciso e coraggioso, ispirato alle migliori esperienze internazionali.

Adattare le scuole alle nuove sfide climatiche non è una scelta, ma un dovere etico e sociale. Per garantire futuro e salute alle prossime generazioni serve investire in innovazione, educazione ambientale e strumenti tecnici moderni. Solo così si potrà raccogliere il testimone del cambiamento e preparare le scuole italiane a un domani resiliente, sicuro e sostenibile.

Pubblicato il: 30 agosto 2025 alle ore 17:08

Savino Grimaldi

Articolo creato da

Savino Grimaldi

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