La Legge di Bilancio 2024 segna una svolta storica per la ricerca italiana, grazie all’istituzione del Fondo di Programmazione della Ricerca, annunciato dalla ministra dell’università e della ricerca, Anna Maria Bernini, su TuttoScienze de ‘La Stampa’. «Fino ad oggi i bandi di ricerca sono stati saltuari, intermittenti, discontinui. Con questa legge di Bilancio si cambia paradigma», ha dichiarato la ministra, sottolineando la necessità di una programmazione più stabile e strategica a sostegno delle eccellenze accademiche e scientifiche del nostro Paese.
Il nuovo Fondo di Programmazione della Ricerca
Il Fondo di Programmazione della Ricerca rappresenta una vera innovazione nel panorama universitario e scientifico nazionale. Questo fondo accorpa diversi strumenti finanziari già attivi, come il Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca (FISR), il Fondo Italiano per la Scienza (FIS) e il Fondo Italiano per le Scienze Applicate (FISA). «Non un semplice accorpamento – ha precisato Bernini –, ma risorse aggiuntive e una nuova visione, che risponde peraltro alle giuste esigenze dei ricercatori».
Le risorse finanziarie e la visione pluriennale
La novità principale non risiede soltanto nella fusione dei fondi, ma soprattutto nell’assegnazione di risorse aggiuntive: oltre 800 milioni di euro per i prossimi tre anni, destinati a dare continuità, forza e direzione alla ricerca italiana. Questo approccio permette ora una programmazione stabile e pluriennale, con un calendario dei bandi fissato ogni anno al 30 aprile, offrendo così agli enti di ricerca e alle università la possibilità di pianificare con maggiore efficacia le proprie attività.
Il futuro dei bandi PRIN
Un altro aspetto fondamentale riguarda i PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale), che diventano bandi annuali con una dotazione minima garantita di 150 milioni di euro. «Una ‘base’ incrementabile con ulteriori risorse. Un cambio di logica radicale rispetto al passato», ha sottolineato Bernini. In questo modo, l’investimento complessivo in ricerca supererà i 1,2 miliardi di euro nel triennio, consolidando l’impegno del governo per la crescita del comparto scientifico nazionale.
Sintesi finale
La riforma della programmazione della ricerca, introdotta con la Legge di Bilancio 2024, segna un salto di qualità per l’Italia. L’unificazione dei fondi, l’aumento delle risorse e la stabilizzazione dei bandi rappresentano una risposta concreta alle esigenze dei ricercatori e delle istituzioni accademiche. La visione illustrata dalla ministra Bernini apre una nuova stagione di sviluppo e competitività per il sistema ricerca italiano, con benefici attesi per l’intera società.