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Cicatrici umane sui giganti del mare: la pesca e il turismo mettono a rischio gli squali balena
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Cicatrici umane sui giganti del mare: la pesca e il turismo mettono a rischio gli squali balena

Un recente studio ha rivelato che il 62% degli squali balena nelle acque dell'Indonesia occidentale presenta cicatrici e ferite attribuibili a interazioni con attività umane, sollevando preoccupazioni sulla conservazione di questa specie in pericolo.

Indice dei paragrafi

  1. Introduzione
  2. Lo studio nel Bird's Head Seascape
  3. Cause delle lesioni negli squali balena
  4. Conservazione degli squali balena e strategie di mitigazione dell’impatto umano
  5. Conclusioni: preservare gli squali balena e il loro habitat

Introduzione

Gli squali balena (Rhincodon typus) sono i pesci più grandi del pianeta e svolgono un ruolo chiave negli ecosistemi marini, contribuendo al mantenimento dell’equilibrio trofico e alla salute degli oceani grazie alla loro funzione di filtratori di plancton e piccoli organismi. Tuttavia, negli ultimi 75 anni, la loro popolazione globale è diminuita di oltre il 50%, con un calo che raggiunge il 63% nella regione indo-pacifica. Questa drastica riduzione è attribuibile a molteplici fattori, tra cui la caccia diretta per carne, pinne e olio, la perdita e il degrado dell’habitat costiero, nonché l’impigliamento accidentale nelle reti da pesca.A questi impatti si aggiunge un ulteriore fattore di rischio recentemente messo in evidenza da uno studio: le lesioni provocate dalle attività umane.

Lo studio nel Bird's Head Seascape

Una ricerca condotta tra il 2010 e il 2023 nel Bird's Head Seascape, un vasto complesso marino situato al largo della Papua Occidentale, in Indonesia, ha monitorato 268 esemplari di squalo balena. Quest’area, considerata uno degli ecosistemi più ricchi del pianeta, ospita 26 aree marine protette e rappresenta un vero e proprio hotspot di biodiversità marina.Gli scienziati hanno adottato un approccio di monitoraggio non invasivo, basato principalmente sull’identificazione fotografica individuale: grazie al caratteristico pattern di macchie e linee presenti sul corpo di ciascun squalo, unico come un’impronta digitale, è stato possibile riconoscere e seguire nel tempo i singoli individui. Durante il periodo di studio, sono stati raccolti dati dettagliati su sesso, dimensioni, comportamento, rotte di spostamento e presenza di lesioni visibili, spesso riconducibili a interazioni con imbarcazioni o attrezzature da pesca.

Cause delle lesioni negli squali balena

I risultati dello studio hanno evidenziato che il 77% degli squali balena osservati presentava cicatrici o ferite riconducibili ad attività umane. Le principali cause di queste lesioni erano le collisioni con i “bagan”, grandi piattaforme di pesca tradizionali dotate di reti da sollevamento, e le imbarcazioni turistiche utilizzate per l’osservazione ravvicinata degli squali.Nel caso dei bagan, gli squali balena vengono spesso attratti dalle luci notturne e dal plancton concentrato attorno alle reti, aumentando il rischio di urti o intrappolamenti accidentali. Le attività turistiche, invece, possono comportare interazioni troppo ravvicinate, con conseguenti ferite causate da eliche o urti con le barche.Le abrasioni superficiali rappresentavano il tipo di danno più frequente, ma circa il 17,7% degli esemplari mostrava ferite gravi, tra cui lacerazioni profonde o amputazioni di pinne e code.

Implicazioni per la conservazione della specie

Le lesioni osservate negli squali balena non solo compromettono la salute e il benessere dei singoli individui, ma possono anche avere ripercussioni significative sulla sopravvivenza della specie. Danni fisici gravi possono infatti ridurre la capacità di alimentarsi, migrare e riprodursi, aspetti particolarmente critici per una specie che impiega fino a 30 anni per raggiungere la maturità sessuale e presenta quindi tempi di recupero molto lenti. A ciò si aggiunge la crescente popolarità del turismo legato all’osservazione degli squali balena, che, se non adeguatamente regolamentato, rischia di intensificare ulteriormente le interazioni dannose con le imbarcazioni. Per affrontare queste minacce e mitigare l’impatto umano, gli scienziati propongono diverse strategie di conservazione, tra cui:

  • Modifiche alle imbarcazioni da pesca: rimuovere spigoli vivi dai bilancieri e dai telai delle reti dei bagan per ridurre il rischio di ferite accidentali.
  • Regolamentazione del turismo: introdurre linee guida per le imbarcazioni turistiche, come limitare la velocità e mantenere una distanza di sicurezza dagli squali.
  • Educazione e sensibilizzazione: informare pescatori, operatori turistici e comunità locali sull’importanza della conservazione degli squali balena e promuovere pratiche sostenibili.

Queste misure, se applicate con coerenza e supportate da politiche di tutela efficaci, potrebbero contribuire in modo significativo a ridurre le interazioni dannose e a favorire la sopravvivenza a lungo termine della specie.

Conclusioni: preservare gli squali balena e il loro habitat

La ricerca evidenzia l’urgenza di adottare misure concrete per proteggere gli squali balena dalle lesioni causate dalle attività umane. Modificando le pratiche di pesca e regolamentando il turismo, è possibile ridurre significativamente gli impatti negativi su questi giganti del mare, limitando le ferite causate da collisioni con imbarcazioni e reti da pesca.Tali interventi non solo contribuiscono alla sopravvivenza della specie, ma aiutano anche a tutelare la salute degli ecosistemi marini in cui gli squali balena svolgono un ruolo fondamentale come filtratori e regolatori della catena alimentare. Inoltre, un approccio integrato che includa educazione, sensibilizzazione e monitoraggio continuo può favorire una maggiore consapevolezza tra pescatori, operatori turistici e comunità locali, promuovendo pratiche più sostenibili e garantendo un equilibrio tra conservazione della biodiversità e sviluppo economico.

Pubblicato il: 20 novembre 2025 alle ore 18:41

Ilaria Brozzi

Articolo creato da

Ilaria Brozzi

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