Effetti dei Cellulari sul Cervello dei Bambini: L'Allarme del Neurologo Brustenghi sull'Uso Sotto i 14 Anni
La questione sull’uso precoce dei cellulari da parte dei bambini è sempre più discussa ed esaminata dalla comunità scientifica. Il neurologo Pierluigi Brustenghi lancia un importante monito: smartphone e schermi digitali possono compromettere lo sviluppo cerebrale dei più piccoli. Vediamo nel dettaglio le sue dichiarazioni, le evidenze scientifiche e i consigli per genitori e insegnanti.
Indice
- Il contesto contemporaneo: tecnologia e infanzia
- Le parole di Brustenghi: cellulari e cervello dei bambini
- Cellulari e cervello bambini: i rischi dello sviluppo cognitivo
- Danni degli schermi al cervello: cosa dicono gli studi
- Il circuito della gratificazione e la dipendenza da tecnologia
- Il ruolo dei lobi cerebrali e la loro connessione
- Perché vietare i cellulari sotto i 14 anni
- Consigli pratici per genitori ed educatori
- Alternativa agli schermi: il valore del gioco all’aria aperta
- Conclusioni e raccomandazioni
Il contesto contemporaneo: tecnologia e infanzia
Viviamo nell’era della tecnologia digitale, dove l’accesso a schermi e dispositivi connessi è diventato parte integrante della quotidianità di adulti e ragazzi. Tuttavia, il focus sull’uso di cellulari e tablet tra i bambini solleva crescenti perplessità: sempre più famiglie si interrogano sugli effetti che questi strumenti possono avere sullo sviluppo, la salute mentale e il benessere delle nuove generazioni.
Sono molti i motivi per cui la tecnologia si inserisce rapidamente nella vita familiare: dalle esigenze organizzative al desiderio di intrattenimento e socialità, fino all’uso scolastico. Tuttavia, non tutto ciò che è moderno è automaticamente innocuo, specie se coinvolge organismi in via di sviluppo come quelli dei bambini.
Le parole di Brustenghi: cellulari e cervello dei bambini
Pierluigi Brustenghi, autorevole neurologo, si è espresso con fermezza in merito all’esposizione precoce dei più piccoli agli schermi. La sua posizione si allinea a una crescente parte della letteratura medica e delle linee guida internazionali, che mettono in guardia sull’uso di cellulari sotto una certa età.
Brustenghi sostiene chiaramente che l’uso di cellulari e schermi sotto i 14 anni può determinare danni importanti nello sviluppo cerebrale. Le sue affermazioni si inseriscono in un contesto di ricerca che evidenzia come l’esposizione a tecnologia digitale, soprattutto nei periodi sensibili della crescita, possa interferire con il corretto collegamento tra i quattro lobi cerebrali e alterare la costruzione delle competenze cognitive, personali e relazionali.
L’esperto pone inoltre particolare attenzione alla stimolazione dei circuiti di gratificazione – un tema centrale negli studi sulla dipendenza digitale e sulle ripercussioni neurologiche a lungo termine.
Cellulari e cervello bambini: i rischi dello sviluppo cognitivo
Uno dei principali rischi legati all’uso indiscriminato di dispositivi digitali nei bambini riguarda lo sviluppo cognitivo. Durante la crescita, le strutture cerebrali sono in piena fase di maturazione e richiedono stimoli naturali, vari e contestualizzati.
Esporsi precocemente a schermi e cellulari può determinare:
- Rallentamento nello sviluppo del linguaggio e delle capacità comunicative
- Riduzione della capacità attentiva e delle funzioni esecutive
- Difficoltà di regolazione emotiva e gestione dell’impulsività
- Calano dell’interesse verso la lettura e l’apprendimento attivo
Il neurologo Brustenghi e molti altri specialisti sottolineano come proprio i primi anni di vita siano essenziali per la costruzione delle basi neurologiche. Sostituire le stimolazioni sensoriali ed emotive ‘umane’ con esperienze artificiali a base di schermi, può compromettere la plasticità e la salute neuronale.
Danni degli schermi al cervello: cosa dicono gli studi
Numerose ricerche in ambito neuroscientifico confermano le preoccupazioni emerse negli ultimi anni:
- Ad esempio, uno studio pubblicato su “Pediatrics” ha evidenziato che bambini tra i 2 e i 5 anni con più di un’ora al giorno di esposizione agli schermi presentano maggiori difficoltà nella memoria, nel linguaggio e nell’organizzazione delle attività rispetto ai coetanei meno esposti.
- La Royal College of Pediatrics and Child Health indica altresì la presenza di un’associazione tra eccessivo utilizzo di dispositivi digitali e aumento di disturbi d’ansia, deficit di attenzione e deterioramento della qualità del sonno.
Inoltre, secondo recenti pubblicazioni, l’esposizione a schermi impedisce l’attivazione completa di tutti i lobi celebrali, limitando la crescita delle connessioni sinaptiche che sono cruciali per lo sviluppo cognitivo e comportamentale dei bambini.
Questi dati sono particolarmente allarmanti in un contesto in cui la soglia di età per il primo utilizzo autonomo di smartphone scende costantemente.
Il circuito della gratificazione e la dipendenza da tecnologia
Secondo Brustenghi, l’uso della tecnologia stimola eccessivamente il circuito della gratificazione. A livello neurobiologico, ogni interazione con un oggetto digitale, soprattutto se dotato di giochi, social network o notifiche, attiva nel cervello un rilascio di dopamina: il cosiddetto ‘ormone del piacere’.
Se questa stimolazione avviene in bambini e preadolescenti, si rischia di innescare meccanismi simili a quelli presenti nelle dipendenze, dove la ricerca continua di gratificazioni immediate riduce la capacità di tollerare la frustrazione. Le ricadute possono essere serie:
- Difficoltà ad accettare ritardi o ‘no’ nella vita reale
- Assetto costante verso la ricerca di nuove “ricompense” digitali
- Alterazioni nei rapporti sociali reali
Questo tema si collega anche alla pericolosità dell’accesso ai social network, più volte sottolineata dal neurologo e da altri professionisti. Brustenghi consiglia quindi di evitare l’accesso ai social prima dei 14 anni, allineandosi alle raccomandazioni di molte piattaforme stesse.
Il ruolo dei lobi cerebrali e la loro connessione
Il cervello è diviso in quattro principali lobi: frontale, parietale, temporale e occipitale, ognuno deputato a specifiche funzioni cognitive e sensoriali. La ricerca neuroscientifica dimostra che l’esposizione precoce alla tecnologia rischia di interrompere o alterare la corretta connessione tra questi lobi, processo fondamentale soprattutto nell’infanzia.
Il rischio evidenziato dagli studi è che bambini e ragazzi, esposti a schermi prima dei 14 anni, sviluppino un funzionamento cerebrale squilibrato, povero di connessioni interne e meno efficiente nei compiti complessi. Queste alterazioni possono manifestarsi con:
- Deficit nel problem-solving
- Scarso controllo degli impulsi
- Difficoltà nelle relazioni sociali
L’importanza di una crescita “offline”, immersa nella realtà concreta, è quindi ribadita da più parti, evidenziando i possibili danni di una sovraesposizione digitale nella fase evolutiva.
Perché vietare i cellulari sotto i 14 anni
Sotto i 14 anni non si devono usare cellulari e schermi: questa affermazione sintetizza una posizione sempre più condivisa. L’età indicata non è casuale: intorno ai 14 anni il cervello raggiunge un livello di maturità maggiore rispetto alle connessioni nervose e cognitive. Prima di questa soglia, il rischio che la tecnologia interferisca con lo sviluppo di attenzione, memoria di lavoro, gestione emotiva e socialità è particolarmente elevato.
Inoltre, l’utilizzo di cellulari prima di questa età è stato associato a:
- Maggior incidenza di dipendenze comportamentali
- Disturbi della concentrazione e dell’apprendimento
- Problemi di socializzazione e comunicazione diretta
Consigli pratici per genitori ed educatori
Alla luce delle evidenze e dei moniti autorevoli, emergono alcuni suggerimenti utili per famiglie, insegnanti e operatori scolastici:
- Stabilire regole chiare sull’uso di schermi e cellulari: Preferire strumenti analogici e stimolazioni “reali” fino all’adolescenza.
- Prediligere attività collaborative e offline: Incentivare sport, arte, musica, lettura, giochi all’aperto e di gruppo.
- Limitare l’uso di tecnologia nella sfera domestica: Evitare l’uso di schermi a tavola, prima di dormire e durante le attività comuni.
- Comunicare in modo trasparente con i ragazzi: Spiegare i motivi delle regole, valorizzando le alternative e promuovendo l’autonomia critica.
- Monitorare i segnali di disagio: Variazioni repentine di umore, isolamenti, perdita di interesse per le attività sono campanelli d’allarme.
Alternativa agli schermi: il valore del gioco all’aria aperta
Brustenghi sottolinea l’importanza del gioco all’aria aperta e della comunicazione diretta tra genitori e figli. Queste attività offrono stimoli preziosi e insostituibili:
- Sviluppano le abilità sociali e comunicative reali
- Allenano il corpo e la coordinazione motoria
- Favoriscono la fantasia e la creatività
- Rafforzano il legame emotivo tra genitori e figli
Queste esperienze, oltre a tutelare lo sviluppo cerebrale, rappresentano una preziosa eredità affettiva e relazionale per i bambini.
Conclusioni e raccomandazioni
In conclusione, le dichiarazioni del neurologo Brustenghi sugli effetti negativi dei cellulari e degli schermi sul cervello dei bambini riassumono una crescente preoccupazione scientifica e sociale. L’invito a vietare i cellulari sotto i 14 anni non va letto come un divieto anacronistico, ma come una tutela di salute pubblica fondata su evidenze sempre più solide.
La raccomandazione principale è quella di raggiungere un uso consapevole e responsabile della tecnologia, preservando la priorità delle esperienze dirette, della relazione e del gioco come strumenti educativi fondamentali.
Genitori, insegnanti e operatori della salute hanno il compito di guidare i ragazzi in un mondo ipertecnologico, formando individui liberi, autonomi e completi. Solo così sarà possibile affrontare le sfide della modernità senza rinunciare alla salute e al benessere delle nuove generazioni.