Oratori in Toscana: un nuovo rilancio fino al 2027
Indice
- Introduzione: Il ritorno dell’oratorio nella società toscana
- Il protocollo d’intesa tra Regione Toscana e Ret
- I finanziamenti previsti: 900mila euro per tre anni
- Il bando contributi: tempi, modalità e destinatari
- La funzione educativa e sociale degli oratori oggi
- Le attività sociali e interculturali sostenute
- Iniziative inclusive e coinvolgimento di nuovi utenti
- Gli oratori come laboratorio sociale: storie e testimonianze
- Il contesto storico degli oratori toscani e la loro evoluzione
- Le nuove sfide per gli oratori nella società contemporanea
- Conclusioni: prospettive e monitoraggio del rilancio
Introduzione: Il ritorno dell’oratorio nella società toscana
Gli oratori in Toscana sono stati per decenni un fulcro di aggregazione, socializzazione e formazione per generazioni di ragazzi e famiglie. Ambienti sicuri e familiari, hanno rappresentato un punto di riferimento diffuso soprattutto nei centri minori, fornendo un supporto fondamentale nella crescita personale e sociale dei giovani. Tuttavia, negli ultimi anni, l’oratorio ha progressivamente perso la sua centrale funzione sociale, complice il mutamento dei bisogni delle famiglie, la crescita delle offerte ricreative alternative, nonché il calo del coinvolgimento volontario. Oggi, però, la Regione Toscana sceglie di riscrivere il futuro degli oratori, investendo risorse importanti e pianificando un rilancio attraverso iniziative mirate all’inclusione, all’interculturalità e alla promozione della coesione sociale.
Il protocollo d’intesa tra Regione Toscana e Ret
Lo scorso 21 luglio, è stato firmato un protocollo d’intesa tra la Regione Toscana e la Rete Educativa Toscana (Ret), un’associazione di enti impegnati nella promozione della cultura dell’educazione, inclusione e solidarietà. Questo accordo rappresenta un punto di svolta significativo nella strategia regionale, sancendo di fatto il riconoscimento ufficiale del valore sociale, educativo e formativo svolto dagli oratori.
La firma del protocollo è il risultato di mesi di dialogo tra la Regione, le amministrazioni locali, i responsabili di oratorio, le associazioni e le famiglie. L’intesa si fonda su uno scambio di competenze e responsabilità: la Regione stanzia risorse e coordina il piano di azione; Ret gestisce le attività operative con la propria rete di enti associati, valorizzando le esperienze e le buone prassi già consolidate nel territorio toscano.
I finanziamenti previsti: 900mila euro per tre anni
Un capitolo fondamentale dell’accordo tra Regione Toscana e Ret è rappresentato dall’importante finanziamento pubblico, volto a sostenere la rinascita degli oratori e la loro funzione nel tessuto sociale. La Regione ha stabilito uno stanziamento di 900mila euro, ripartito in quota annuale di 300mila euro dal 2025 al 2027. Si tratta di risorse vincolate alla realizzazione di progetti sociali, progetti interculturali e attività inclusive che abbiano un impatto documentabile e rendicontabile sul territorio.
Questa scelta rappresenta un investimento a lungo termine. Oltre al mero sostegno economico immediato, la Regione individua nella valorizzazione degli oratori un motore di rigenerazione sociale, capace di produrre benefici diffusi e una rete solidale tra istituzioni, associazionismo e cittadini. È una sfida che guarda anche alla sostenibilità futura, per consentire agli oratori di trovare nuove energie e nuovi volontari, rafforzando la loro presenza nella comunità locale.
Il bando contributi: tempi, modalità e destinatari
Concretamente, il piano finanziario si attua attraverso un bando pubblico per contributi rivolto ai soggetti gestori di oratori attivi sul territorio toscano. Il bando, pubblicato subito dopo la firma del protocollo, resterà aperto fino al 1° settembre dell’anno corrente. Entro questa data, i rappresentanti degli oratori e delle associazioni collegate potranno presentare progetti candidandosi a ricevere una quota del fondo stanziato annualmente.
La procedura prevede la massima trasparenza, con criteri di selezione che privilegiano progetti innovativi e ad alto impatto sociale. Il bando si rivolge in particolare a quegli oratori che dimostrino capacità gestionale, collaborazione in rete, apertura all’accoglienza e attenzione ai temi dell’interculturalità. Ogni domanda dovrà contenere un piano dettagliato delle attività, un preventivo di spesa, la descrizione degli obiettivi educativi e i criteri per la valutazione dei risultati.
È prevista la possibilità di co-finanziamento, ovvero la possibilità che, oltre ai fondi regionali, vengano investite anche risorse proprie o di altri partner, pubblici o privati, moltiplicando così la potenzialità delle iniziative e aumentando la capacità di coinvolgimento degli utenti.
La funzione educativa e sociale degli oratori oggi
Negli ultimi anni si è assistito a un’erosione progressiva delle funzioni tradizionali dell’oratorio. Da luoghi vissuti e pulsanti di attività, molti oratori si sono trasformati in spazi utilizzati solo occasionalmente, perdendo un po’ alla volta la loro centralità nel villaggio o nel quartiere. Con la firma del nuovo protocollo, la Regione Toscana dichiara esplicitamente la volontà di recuperare e valorizzare la funzione educativa degli oratori, riconoscendone il ruolo insostituibile di presidio per la crescita dei giovani e di motore di coesione nelle comunità locali.
L’oratorio viene ri-pensato non soltanto come spazio per il gioco, ma anche come laboratorio che stimoli la crescita relazionale, il senso civico, la collaborazione e il dialogo intergenerazionale. In un tempo segnato dall’individualismo, dalla dispersione e dalla frammentazione dei rapporti sociali, l’oratorio rappresenta una risposta concreta al bisogno di socialità vissuta e condivisa.
Le attività sociali e interculturali sostenute
I finanziamenti per gli oratori in Toscana 2025-2027 saranno finalizzati in modo particolare alla promozione di progetti sociali e interculturali. Le esperienze che potranno beneficiare dei contributi sono numerose e varie: spazi di accoglienza per minori, laboratori per l’inclusione di ragazze e ragazzi con disabilità, doposcuola interculturali, corsi di lingua italiana per famiglie straniere, laboratori di educazione alla legalità, attività sportive e ricreative che promuovano processi di integrazione reale.
Un ruolo chiave sarà quello della mediazione culturale: molti oratori ospitano già attività dedicate all’inclusione di nuovi cittadini e rifugiati, costruendo ponti di reciprocità. Queste esperienze saranno potenziate dal nuovo finanziamento e dalla possibilità di organizzare percorsi in partenariato con scuole, centri giovani, cooperative sociali e associazioni del terzo settore.
Iniziative inclusive e coinvolgimento di nuovi utenti
Un’altra parola chiave del protocollo – e del bando contributi – è inclusione. Oggi più che mai, promuovere l’integrazione e la partecipazione attiva di minori e famiglie vulnerabili, di persone con background migratorio o con fragilità specifiche, è un obiettivo imprescindibile. Gli oratori, con le loro dimensioni accoglienti e informali, sono il contesto ideale per la realizzazione di progetti inclusivi: campi estivi aperti a tutti, corsi di formazione per animatori con particolare attenzione alle differenze culturali e di abilità, attività di mentoring e tutoring per i ragazzi che vivono situazioni di svantaggio educativo.
In molte realtà toscane, gli oratori stanno sperimentando anche nuovi strumenti di partecipazione, come i laboratori di cittadinanza attiva, le consulte di ragazzi, sportelli di ascolto e orientamento familiare, occasioni di incontro con le istituzioni sociali e scolastiche del territorio. Tali proposte permettono non solo di rispondere alle nuove esigenze, ma anche di favorire un effettivo protagonismo giovanile e una crescita condivisa delle competenze di comunità.
Gli oratori come laboratorio sociale: storie e testimonianze
Per comprendere a fondo la portata di questo rilancio, è importante ascoltare le voci di chi vive quotidianamente la realtà degli oratori toscani. Dagli operatori ai volontari, dai ragazzi alle famiglie, emergono storie di inclusione, esperienze di accoglienza reciproca, capacità di superare diffidenze e stereotipi. In alcuni piccoli paesi dell’entroterra, l’oratorio è rimasto l’unico luogo dove bambini figli di migranti e coetanei toscani giocano insieme, imparano la lingua e costruiscono amicizie autentiche.
Nel cuore di alcune periferie urbane, invece, l’oratorio diventa spesso «seconda casa» per ragazzi in cerca di ascolto, orientamento e opportunità. Lì vengono costruite reti di solidarietà e programmi personalizzati per prevenire la dispersione scolastica, il disagio, l’isolamento. Le testimonianze raccolte negli ultimi anni raccontano di come la funzione educativa degli oratori sia oggi più che mai centrale per fronteggiare le sfide della società contemporanea.
Il contesto storico degli oratori toscani e la loro evoluzione
La storia degli oratori toscani affonda le radici nel passato, spesso intrecciandosi con la vicenda delle parrocchie, delle associazioni laicali e del volontariato diffuso. Negli anni Sessanta e Settanta, gli oratori rappresentavano un vero e proprio «centro di gravità» sociale, capace di unire giovani, famiglie, generazioni diverse intorno a progetti educativi, sportivi e culturali.
L’evoluzione della società e la trasformazione della famiglia hanno inciso profondamente anche nella vita degli oratori. Dal boom del tempo libero e delle attività extrascolastiche alla crescente difficoltà di trovare volontari e figure educative stabili, questi luoghi hanno attraversato stagioni di entusiasmo alternato a momenti di crisi. Oggi, la Toscana sembra aver raccolto la lezione e rilancia una proposta nuova, adattata alle criticità e alle opportunità del presente.
Le nuove sfide per gli oratori nella società contemporanea
Nonostante il rinnovato slancio, gli oratori si confrontano con nuove e complesse sfide. La pluralità culturale, la trasformazione urbana e la frammentazione dei legami rendono necessario ripensare i modelli di partecipazione, educazione ed inclusione. Il rischio, in assenza di investimenti e progettualità a lungo termine, è che gli oratori restino luoghi marginali, oppure si riducano a semplici «centri servizi» privi di anima e capacità di incidere socialmente.
L’approccio del protocollo tra Regione Toscana e Ret vuole evitare proprio questo rischio: lo stanziamento di fondi e la promozione di reti educative cercano di costruire basi solide per una rinascita duratura, capace di restituire agli oratori il ruolo di laboratorio civico e piattaforma di innovazione sociale diffusa.
Conclusioni: prospettive e monitoraggio del rilancio
Il rilancio degli oratori in Toscana, sostenuto dal protocollo Regione-RET e dal finanziamento triennale, rappresenta un’opportunità senza precedenti per rigenerare il tessuto civico regionale, favorendo una cultura dell’inclusione, della partecipazione e del protagonismo giovanile. Sarà fondamentale un accurato monitoraggio dei progetti finanziati, affinché le risorse investite producano veri cambiamenti nel radicamento degli oratori e nella qualità della vita comunitaria.
La scommessa toscana può diventare un modello anche per altre regioni, valorizzando l’esperienza degli oratori come patrimonio collettivo e forza motrice di innovazione sociale. In questa prospettiva, rimane centrale il confronto costante con gli utenti, i volontari, le famiglie, le istituzioni e il mondo della scuola, per costruire un futuro in cui gli oratori tornino ad essere presìdi vivi della cittadinanza educante e dell’integrazione.