Posti di sostegno in deroga: nuovi decreti e prospettive 2026
La questione dei posti di sostegno in deroga rappresenta da anni uno degli snodi principali dell’inclusione scolastica in Italia. Con la recente pubblicazione dei decreti da parte degli Uffici Scolastici, il dibattito si riaccende sui criteri di assegnazione e sulle prospettive per assegnazioni provvisorie e supplenze annuali fino al 30 giugno 2026. In questo approfondimento analizzeremo il quadro normativo, le ripercussioni operative nelle scuole e le aspettative di famiglie e docenti riguardo ai posti di sostegno a supporto degli alunni con disabilità.
Indice
- Introduzione
- Il quadro normativo dei posti in deroga
- La funzione dei posti in deroga per l’inclusione
- L’organico di fatto e la programmazione
- I destinatari: docenti di ruolo e supplenti
- Assegnazioni provvisorie: criteri e tempistiche
- Supplenze annuali fino al 30 giugno 2026
- La procedura di autorizzazione da parte degli Uffici Scolastici
- Gli effetti sui territori e la copertura dei fabbisogni
- Le aspettative delle famiglie degli alunni con disabilità
- Le criticità ancora aperte e le prospettive future
- Sintesi e considerazioni conclusive
Introduzione
Il tema dei posti sostegno in deroga è oggi più che mai centrale nelle strategie per l’inclusione degli alunni con disabilità nelle scuole italiane. Ogni anno, la questione della copertura dei fabbisogni di sostegno si intreccia con la realtà delle risorse disponibili e con le tempistiche dei diversi provvedimenti amministrativi. Nel luglio 2025, gli Uffici Scolastici hanno dato nuovo impulso alla materia, autorizzando l’attivazione di nuovi posti in deroga, sulla base delle richieste puntuali arrivate dalle scuole.
In questa cornice si inseriscono i decreti, ancora in parte in fase di aggiornamento, che danno una risposta di grande rilievo alle aspettative sia del personale scolastico sia delle famiglie, stabilendo le condizioni per le assegnazioni provvisorie sostegno e per le supplenze sostegno al 30 giugno 2026. Vediamo nel dettaglio cosa prevedono i nuovi provvedimenti e quali opportunità e criticità racchiudono.
Il quadro normativo dei posti in deroga
Nel sistema scolastico italiano, la quota ordinaria dei posti di sostegno viene definita annualmente nell’organico di diritto, sulla base di parametri stabiliti a livello nazionale. Tuttavia, da ormai molti anni, la composizione delle classi e le esigenze specifiche degli alunni certificati ai sensi della Legge 104/1992 rendono necessario ricorrere frequentemente all’istituto dei posti in deroga. Tali posti vengono autorizzati sulla base delle domande inoltrate dalle scuole e dei pareri delle ASL competenti, prendendo atto che l’organico di diritto non è quasi mai sufficiente a garantire l’effettiva inclusione di tutti gli studenti con disabilità.
Di fatto, ciò porta alla costituzione di un “organico di fatto” che consente di attribuire ulteriore personale docente oltre quanto previsto inizialmente. I decreti posti sostegno 2026 si inseriscono in questa prassi consolidata, dando formale autorizzazione ai nuovi posti in deroga necessari per l’anno scolastico 2025/2026, al fine di assicurare la continuità del servizio.
La funzione dei posti in deroga per l’inclusione
La funzione centrale dei posti di sostegno in deroga è quella di rendere effettivo il diritto all’istruzione senza discriminazioni per gli studenti con disabilità, così come sancito dalla Costituzione e dalla normativa di settore. Sul piano pratico, la presenza di sufficiente personale di sostegno rappresenta una delle principali condizioni per un’inclusione reale e per la rimozione delle barriere didattiche.
Le autorizzazioni posti di sostegno assumono quindi un ruolo determinante per garantire che la didattica personalizzata e le attività individualizzate, programmate nelle varie scuole, possano essere realizzate senza interruzioni o ritardi. Il loro numero dipende da una valutazione tecnica e pedagogica dei bisogni speciali emersi nell’istituto e nella classe, oltre che dalle effettive segnalazioni delle dirigenze scolastiche.
L’organico di fatto e la programmazione
L’organico di fatto sostegno si distingue dall’organico di diritto, perché incorpora in modo flessibile quegli interventi aggiuntivi che il quadro normativo consente di applicare in corso d’opera. Ogni anno, dopo le prime previsioni sulle necessità del sistema scolastico, si rilevano nuovi casi, cambi di residenza, o peggioramenti delle condizioni individuali di alcuni alunni. Ciò comporta la necessità di integrare le risorse, attraverso la richiesta e l’autorizzazione di posti supplementari.
La programmazione dell’organico di fatto avviene in stretta collaborazione tra scuole, Uffici Scolastici Regionali e provinciali, organismi sanitari e famiglie. Proprio questa cooperazione è il punto di forza della risposta italiana alle esigenze di inclusione alunni con disabilità scuole: pur tra difficoltà e vincoli di bilancio, il sistema cerca di garantire la massima copertura possibile.
I destinatari: docenti di ruolo e supplenti
Una delle principali novità dei decreti appena pubblicati riguarda la destinazione dei nuovi posti sostegno in deroga. Le posizioni aggiuntive vengono attribuite prioritariamente ai docenti di ruolo sostegno che chiedono l’assegnazione provvisoria su altra sede. Tuttavia, qualora il fabbisogno superi il numero dei docenti disponibili, i posti vengono coperti mediante supplenze annuali sostegno scuole.
La distinzione è fondamentale dal punto di vista della gestione personale e della continuità didattica. Laddove siano presenti docenti titolari su sostegno che possono essere trasferiti temporaneamente su richiesta motivata, si privilegia questa assegnazione, anche per valorizzare la loro esperienza e competenza specifica. Solo successivamente, e in caso di posti ancora vacanti, si procede con il conferimento di incarichi a supplenti fino al 30 giugno dell’anno scolastico di riferimento.
Assegnazioni provvisorie: criteri e tempistiche
Le assegnazioni provvisorie sostegno sono disciplinate da criteri precisi stabiliti dal Ministero dell’Istruzione, che tengono conto delle esigenze di conciliazione vita-lavoro dei docenti e della priorità di continuità educativa per gli alunni. L’assegnazione provvisoria può essere chiesta, ad esempio, da insegnanti di ruolo che si trovano a dover assistere un familiare disabile, oppure per motivi di salute personale documentata.
I termini per la presentazione delle domande vengono fissati ogni anno e sono dettagliatamente riportati nei decreti ministeriali e nei provvedimenti degli Uffici Scolastici. Per l’anno scolastico 2025/2026, si prevede una calendarizzazione che inizi nei primi giorni di agosto, così da consentire alle segreterie scolastiche di completare le operazioni prima dell’inizio delle lezioni a settembre.
Le assegnazioni provvisorie ricoprono dunque un duplice ruolo: da un lato favoriscono la mobilità del personale, dall’altro garantiscono la copertura dei posti vacanti con personale già formato e abilitato.
Supplenze annuali fino al 30 giugno 2026
Nel caso in cui, esaurite le graduatorie dei docenti di ruolo disponibili per l’assegnazione provvisoria, i posti rimangano ancora scoperti, la normativa prevede la possibilità di attribuirli a personale precario, attraverso la chiamata nelle rispettive graduatorie. Queste supplenze sostegno al 30 giugno 2026 rappresentano una risorsa preziosa per il funzionamento delle scuole, soprattutto nei territori dove la carenza di insegnanti specializzati è ormai strutturale.
Per i supplenti, si tratta di incarichi annuali che assicurano stabilità economica e professionale per gran parte dell’anno, anche se restano comunque posizioni a tempo determinato. Gli aspiranti vengono selezionati secondo l’ordine di graduatoria, che si basa su titoli di studio, punteggi di servizio e, in alcuni casi, riserva di legge.
Quest’anno, la possibilità di stipulare incarichi fino al 30 giugno 2026 estende ulteriormente il raggio d’azione dei provvedimenti, fornendo certezze a chi aspira a lavorare nel settore del sostegno scolastico.
La procedura di autorizzazione da parte degli Uffici Scolastici
Il meccanismo di autorizzazione dei posti di sostegno scuola Italia prevede una procedura articolata. Gli Uffici Scolastici analizzano accuratamente le richieste pervenute dalle singole istituzioni scolastiche, verificando la documentazione presentata e, laddove necessario, dialogando con i referenti dei servizi sanitari territoriali. Solo dopo un rigoroso iter di istruttoria i posti aggiuntivi vengono formalmente autorizzati, tramite apposito decreto.
I tempi di pubblicazione dei provvedimenti possono variare in base all’entità delle richieste e alla complessità dei casi segnalati, ma tendenzialmente l’obiettivo è di concludere tutte le operazioni entro la prima decade di settembre. Le scuole ricevono così un quadro aggiornato e definitivo dei posti attivabili e possono organizzarsi per le nomine.
Gli effetti sui territori e la copertura dei fabbisogni
Un aspetto cruciale riguarda gli effetti reali sui territori. In alcune province, specie quelle con maggior presenza di alunni con disabilità certificata, la quota dei posti sostegno in deroga supera di gran lunga l’organico di diritto. Questo comporta una forte dipendenza dalle autorizzazioni annuali e la necessità di una gestione flessibile delle risorse umane.
Tale sistema, se da un lato risponde in modo rapido alle emergenze, dall’altro evidenzia alcune criticità strutturali, come la cronicizzazione dei posti in deroga e la difficoltà di programmazione a lungo termine delle carriere dei docenti. Tuttavia, l’alternativa sarebbe una copertura insufficiente dei bisogni, con gravi ripercussioni per l’inclusione e per i livelli di apprendimento delle fasce più fragili della popolazione scolastica.
Le aspettative delle famiglie degli alunni con disabilità
Le famiglie degli studenti con disabilità guardano con particolare attenzione ai provvedimenti sugli organici di sostegno. Ogni anno, l’incognita dell’autorizzazione posti di sostegno genera una comprensibile tensione, legata alla paura che il figlio possa restare senza il supporto necessario nel percorso scolastico. Le associazioni di categoria sottolineano la necessità di garantire non solo la copertura numerica degli insegnanti di sostegno, ma anche la qualità dell’intervento, la continuità didattica e la formazione specifica degli operatori coinvolti.
In questo senso, il varo dei nuovi decreti rappresenta una risposta concreta alle pressanti richieste delle famiglie, ma resta ancora centrale il problema della frammentarietà degli interventi e della tempistica, spesso compressa tra la fine dell’estate e l’inizio delle lezioni.
Le criticità ancora aperte e le prospettive future
Nonostante la tempestività con cui sono stati pubblicati i decreti posti sostegno 2026, rimangono alcune questioni irrisolte. La prima riguarda il rischio di precarizzazione del lavoro dei supplenti, che ogni anno devono attendere gli esiti delle autorizzazioni e delle successive nomine. Nello stesso tempo, la proliferazione dei posti in deroga rischia di rendere l’organizzazione scolastica poco prevedibile, ostacolando l’attuazione di progettualità di lungo respiro.
Un secondo nodo riguarda la formazione degli insegnanti, ancora troppo eterogenea tra le varie regioni. La percentuale di docenti curriculari che conseguono anche la specializzazione per il sostegno resta inferiore ai fabbisogni, con conseguente ricorso a soluzioni d’emergenza.
Infine, si impone la questione della continuità educativa, un valore irrinunciabile nell’inclusione scolastica su cui il sistema italiano dovrà ancora lavorare nei prossimi anni.
Sintesi e considerazioni conclusive
Gli ultimi provvedimenti di autorizzazione dei posti di sostegno in deroga rappresentano, ancora una volta, una risposta concreta alle esigenze di inclusione alunni con disabilità scuole. Le assegnazioni provvisorie sostegno e le supplenze annuali sostegno scuole al 30 giugno 2026 assicurano la copertura dei fabbisogni, ma mantengono aperte alcune sfide: la necessità di stabilizzare maggiormente gli organici, di rafforzare la formazione specialistica e di progettare interventi che vadano oltre l’emergenza.
La strada è tracciata, ma resta ancora molto da fare per rendere il sistema più equo, lungimirante e davvero inclusivo, garantendo a ogni studente il diritto all’istruzione in un contesto accogliente e capace di valorizzare tutte le differenze.