Allarme COBAS: La grave carenza di organico ATA nelle scuole italiane negli ultimi dieci anni
Indice
- Introduzione alla situazione del personale ATA
- Dati e numeri: la riduzione del personale ATA negli ultimi anni
- Le cause della carenza organico ATA secondo i COBAS
- Assunzioni e posti scoperti: il quadro preoccupante per il 2025
- L’aumento dei carichi di lavoro e il disagio del personale scolastico
- Le criticità del sistema di calcolo dell’organico ATA
- Le ripercussioni sulle scuole italiane
- Il confronto con il passato: dati storici e testimonianze
- Le richieste dei COBAS e le possibili soluzioni
- Sintesi e prospettive future
Introduzione alla situazione del personale ATA
La gestione dell’organico ATA nelle scuole italiane è divenuta negli ultimi anni un tema sempre più critico e dibattuto. I COBAS (Comitati di Base della Scuola) hanno recentemente acceso i riflettori sul fenomeno, denunciando una significativa carenza di personale e un aumento dei carichi di lavoro, che rischiano di compromettere la qualità del servizio scolastico. La denuncia si basa su numeri concreti e una lettura attenta dei processi organizzativi delle scuole pubbliche italiane.
L’argomento della *carenza organico ATA* non è una questione marginale, bensì centrale per il buon funzionamento delle scuole. Il personale ATA svolge infatti un ruolo fondamentale nell’amministrazione, nella gestione, nella sicurezza e nella pulizia degli ambienti scolastici, assicurando ogni giorno la regolarità delle attività didattiche e il benessere della comunità scolastica.
Dati e numeri: la riduzione del personale ATA negli ultimi anni
I dati diffusi dagli stessi COBAS offrono uno spaccato allarmante della situazione personale ATA Italia. Nel 2016 la scuola italiana poteva contare su 203.534 unità di personale ATA. Nel 2025, questo dato è sceso a 196.477 unità, registrando una riduzione netta che supera le 7.000 unità. Questa progressiva diminuzione del personale è andata di pari passo con un generale aumento degli iscritti e con una crescente complessità nella gestione delle scuole.
Nei soli ultimi otto anni, sono state autorizzate appena 78.583 assunzioni rispetto alle 166.849 posizioni disponibili. Un divario che lascia ogni anno migliaia di posti scoperti. Il fenomeno delle assunzioni personale scolastico insufficienti, denunciato con forza dai sindacati, rappresenta uno dei principali ostacoli alla completa copertura degli organici.
Le cause della carenza organico ATA secondo i COBAS
Secondo i COBAS, la riduzione personale ATA scuole nasce da una serie di scelte politiche e organizzative mirate al contenimento della spesa pubblica, a scapito però della funzionalità del sistema istruzione. La gestione carente degli organici ATA viene vissuta come una scelta sistematica che penalizza l’efficienza e la qualità dei servizi scolastici.
Tra le cause principali segnalate dai COBAS troviamo:
- Tagli lineari e mancanza di investimenti sulla scuola pubblica
- Turnover non compensato da adeguate assunzioni
- Blocchi dei concorsi ATA o mancanza di bandi sufficienti
- Precariato strutturale con migliaia di supplenti annuali
- Assunzioni condizionate alle rigidità dei bilanci statali
Il risultato è la costante presenza di posti ATA scoperti 2025 che rendono difficile il buon funzionamento delle scuole.
Assunzioni e posti scoperti: il quadro preoccupante per il 2025
Il 2025 si prospetta come un anno particolarmente difficile per la gestione degli organici nelle scuole. Mentre da una parte si registrano circa 166.849 posti disponibili per il personale ATA, dall’altra soloo 78.583 assunzioni sono state autorizzate negli ultimi otto anni. Questo significa che circa la metà delle posizioni rimane regolarmente vacante o viene coperta solo temporaneamente.
Ogni anno, secondo le stime dei COBAS, migliaia di posti ATA restano scoperti nelle scuole, aggravando una situazione già al limite. Questo genera una serie di conseguenze:
- Disservizi amministrativi e ritardi nella gestione delle pratiche
- Pulizia e sicurezza degli ambienti scolastici compromettere
- Impossibilità di garantire assistenza e sorveglianza adeguata agli studenti
La carenza di personale non si limita agli anni più recenti: già nel 2016 si ravvisavano problemi analoghi, ma la situazione è peggiorata con il passare del tempo.
L’aumento dei carichi di lavoro e il disagio del personale scolastico
L’*aumento carichi lavoro ATA* è uno degli aspetti più gravi sottolineati dai COBAS. Quando il personale è numericamente insufficiente, le mansioni quotidiane inevitabilmente ricadono su meno persone. Il risultato è un aggravio insostenibile per collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici.
Esempi concreti dell’aumento del carico lavorativo includono:
- Collaboratori costretti a coprire contemporaneamente più plessi
- Assunzione di mansioni non proprie per garantire i servizi minimi
- Riduzione dei tempi per la pulizia e la sorveglianza
- Stress e disagio psicofisico per lo staff
Non mancano casi limite, denunciati dai COBAS, in cui una sola persona si trova a gestire l’ingresso e l’uscita di interi complessi scolastici, o a dover garantire, da sola, la sorveglianza delle aree comuni.
Le criticità del sistema di calcolo dell’organico ATA
Uno dei punti chiave della denuncia sindacale riguarda il sistema di calcolo organico ATA. Secondo i COBAS, infatti, il modello attualmente in uso non tiene adeguatamente conto delle esigenze delle scuole. Il computo viene effettuato spesso in modo aritmetico, trascurando parametri quali le dimensioni degli edifici, il numero di studenti, la complessità dei servizi offerti (come la presenza di laboratori, mense, disabili da assistere, plessi distaccati ecc.).
Questa impostazione induce a:
- Una distribuzione iniqua del personale tra le scuole
- La sottovalutazione delle reali necessità degli istituti complessi
- Il mancato riconoscimento del lavoro aggiuntivo richiesto in particolari contesti
Molti dirigenti scolastici chiedono oggi una revisione complessiva del sistema, affinché risponda meglio alle peculiari esigenze dell’istruzione contemporanea.
Le ripercussioni sulle scuole italiane
Le problematiche legate all’organico scolastico si riflettono quotidianamente nella vita degli istituti. I risultati più evidenti sono:
- Maggiore difficoltà nell’organizzare attività extra-curriculari
- Incremento del rischio di incidenti e infortuni
- Insoddisfazione diffusa fra genitori, studenti e docenti
- Impossibilità, in alcuni casi, di attivare servizi come le biblioteche, i laboratori o il trasporto
Queste difficoltà pratiche si traducono in una diminuzione della qualità dei servizi offerti e, conseguentemente, della percezione di affidabilità del sistema scolastico pubblico da parte della comunità.
Il confronto con il passato: dati storici e testimonianze
La situazione attuale va confrontata con il passato per cogliere appieno la portata della crisi. Fino a vent’anni fa, nelle scuole italiane, il personale ATA era proporzionato sia al numero di studenti, sia alla complessità delle strutture. Dirigenti, collaboratori e impiegati amministrativi raccontano di un tempo in cui era possibile gestire con maggiore serenità sia le attività quotidiane sia le emergenze, grazie a una presenza capillare e diffusa.
Testimonianze raccolte dalla redazione parlano di personale che oggi, a causa dei problemi organico scolastico, si sente abbandonato e sotto pressione costante. Una situazione che ha aumentato il ricorso a malattie, infortuni e astensioni, rendendo ancora più problematica la copertura dei servizi.
Le richieste dei COBAS e le possibili soluzioni
I COBAS, nel loro comunicato, avanzano alcune richieste precise per fronteggiare la crisi dell’organico ATA scuole:
- Assunzione straordinaria di personale per coprire i posti vacanti
- Revisione del sistema di calcolo degli organici su base funzionale e non meramente numerica
- Stabilizzazione dei precari storici
- Aumento dei finanziamenti statali destinati all’organizzazione del personale non docente
- Riduzione dei carichi di lavoro tramite una redistribuzione equa delle mansioni
Tra le possibili soluzioni avanzate si coglie la necessità di *interventi strutturali e di lungo periodo*, nonché di una modifica culturale che riporti la scuola al centro della spesa pubblica e dell’attenzione politica nazionale.
Sintesi e prospettive future
In sintesi, la denuncia COBAS ATA rappresenta una fotografia nitida di una crisi che si trascina da anni ma che, oggi più che mai, rischia di sfociare in una vera e propria emergenza nazionale. La carenza organico ATA non può essere considerata un problema secondario: senza una solida struttura di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, la scuola italiana rischia di non reggere l’urto delle nuove sfide, sia in termini educativi che organizzativi.
Un segnale chiaro arriva chiaramente dai numeri: ogni anno si lasciano migliaia di posti ATA scoperti, le assunzioni risultano sistematicamente insufficienti e il sistema di calcolo dell’organico appare ormai inadeguato. Le conseguenze sono visibili sia nei dati oggettivi—come il calo drastico delle unità nelle scuole italiane—che nelle testimonianze di chi vive la scuola ogni giorno.
È auspicabile che la denuncia COBAS serva a smuovere finalmente le coscienze pubbliche e le istituzioni, portando all’adozione di politiche mirate e di ampio respiro, che restituiscano dignità e funzionalità a tutto il personale ATA, elemento imprescindibile del sistema educativo nazionale.
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In conclusione, la soluzione passa da un cambiamento radicale di prospettiva: investire davvero nelle risorse umane, garantire organici adeguati e riconoscere pubblicamente il valore di chi, ogni giorno, lavora nelle nostre scuole oltre la semplice professione. Solo così la scuola potrà tornare a essere il cuore pulsante della società italiana.