La più antica prova di convivenza fra uomo e cane in Italia: la sorprendente scoperta nella Grotta della Bàsura
Indice dei contenuti
- Introduzione: una scoperta che riscrive la storia
- Il contesto archeologico: la Grotta della Bàsura e la Liguria preistorica
- Le impronte fossili: analisi e tecnologia in paleontologia
- La co-presenza di uomo e cane: un viaggio nel Paleolitico
- La dinamica delle interazioni: analisi delle tracce e implicazioni
- L’importanza della scoperta per la ricerca internazionale
- La co-evoluzione tra uomo e cane: come tutto ebbe inizio
- La Grotta della Bàsura nella ricerca italiana: il contributo della Sapienza
- Implicazioni future e domande aperte
- Sintesi e prospettive
Introduzione: una scoperta che riscrive la storia
Una traccia nel buio di una grotta può cambiare la comprensione delle origini di un rapporto millenario? È quanto emerge dallo studio delle impronte fossili scoperte nella Grotta della Bàsura a Toirano, in provincia di Savona. Qui, un gruppo di ricercatori coordinati da Marco Romano della Sapienza Università di Roma ha trovato quella che si configura come la più antica prova di convivenza uomo cane preistoria mai documentata in Italia. La pubblicazione su "Quaternary Science Reviews" attira l’attenzione della comunità scientifica internazionale per la solidità delle sue analisi e per le rivoluzionarie implicazioni sugli antichi rapporti uomo cane.
Questo articolo si propone di approfondire ogni aspetto di questa eccezionale scoperta archeologica in Liguria, esaminando il contesto paleontologico, le tecniche utilizzate, i risultati ottenuti e le nuove prospettive aperte riguardo la co-evoluzione uomo cane.
Il contesto archeologico: la Grotta della Bàsura e la Liguria preistorica
La Grotta della Bàsura è una delle più celebri cavità carsiche della Liguria, situata nei pressi di Toirano, un piccolo comune in provincia di Savona. Scoperta nel 1950, la grotta ha da subito restituito tracce di attività preistorica di notevole importanza, annoverando resti scheletrici, segni di combustione, pitture e impronte.
Negli ultimi decenni, numerosi studi hanno approfondito l’utilizzo antropico di questa cavità in epoca paleolitica, facendo emergere scenari di vita quotidiana durante l’ultima glaciazione. In questo contesto, il ritrovamento di impronte fossili Grotta della Bàsura appartenenti sia a individui umani che a canidi rappresenta un tassello fondamentale nel mosaico della preistoria ligure e europea.
Un ambiente protetto per la conservazione
La posizione e le condizioni microclimatiche della Bàsura hanno permesso una conservazione eccezionale delle impronte, un fatto raro e di estrema utilità per la paleontologia della Grotta della Bàsura. Questi elementi hanno favorito studi che oggi contribuiscono a riscrivere il ruolo delle grotte nella vita dei gruppi umani paleolitici e nel loro rapporto con gli animali.
Le impronte fossili: analisi e tecnologia in paleontologia
Uno degli aspetti più rilevanti della ricerca riguarda le tecniche avanzate impiegate per l’analisi delle 25 impronte fossili di canide, alcune delle quali si sovrappongono a orme umane. In particolare, sono state utilizzate:
- Fotogrammetria digitale: per la ricostruzione tridimensionale delle superfici calpestate.
- Analisi morfometrica: per distinguere tra impronte umane e animali.
- Stratigrafia e microstratificazione: per delimitare le successioni temporali delle diverse presenze.
- Rilevazioni laser e multispettro: per individuare dettagli invisibili a occhio nudo e valutare le condizioni di conservazione.
Questa combinazione di metodi, in linea con i più elevati standard della ricerca archeologica europea, ha dato modo di approfondire i processi di formazione delle tracce e determinare un inedito livello di dettaglio nelle interazioni uomo cane antichità.
La co-presenza di uomo e cane: un viaggio nel Paleolitico
Il dato più sconvolgente emerso dallo studio condotto dal team dell’Università di Roma è la co-presenza e co-movimento tra uomini, donne, bambini e un cane, avvenuta ben 14.400 anni fa. Si tratta di una cronologia che supera di gran lunga altri ritrovamenti simili in Europa e fornisce un nuovo riferimento cronologico per la convivenza tra uomo e cane nel Paleolitico.
Le orme analizzate appartengono a un cane stimato attorno ai 40 chilogrammi, notevolmente più grande rispetto alle razze domestiche moderne, che seguiva un gruppo umano composto da elementi di diversa età e sesso, dimostrando una dimensione sociale del rapporto tra uomo e cane già in età preistorica.
Un esempio di interazione sociale
Non si tratta solo di “presenza contemporanea” nella grotta: l’accurata analisi evidenzia sovrapposizioni tra orme umane e canine, sintomo diretto di un’interazione attiva, di co-movimento e riconoscimento reciproco. Siamo di fronte a un modello di domesticazione molto precoce, in cui il cane viene coinvolto nella vita e nelle attività del gruppo umano, da subito con funzioni che superano il semplice aiuto nella caccia.
La dinamica delle interazioni: analisi delle tracce e implicazioni
Le impronte, puntualmente studiate con avanzate tecniche computerizzate, hanno permesso di tracciare i movimenti sia dei membri umani sia del canide. Le tracce si distribuiscono in modo tale da evidenziare diverse fasi di attraversamento della grotta:
- Ingresso simultaneo di canide e uomini attraverso gli stessi corridoi.
- Sovrapposizione e interazione, dove in alcune sezioni la traccia animale copre quella umana e viceversa
- Presenza di bambini, segno di una totale mancanza di percezione di rischio rispetto all’animale
La forte integrazione fra impronte Toirano impronte canide umane conferma un livello di socialità e collaborazione estremamente precoce. Questo tipo di informazioni è fondamentale per comprendere non solo la domesticazione del cane paleolitico in Italia, ma anche le origini dei rapporti di fiducia tra uomo e animale.
Dati quantitativi e dettaglio delle impronte
Tra le 25 impronte indirettamente attribuite a un canide, spiccano alcune particolarità morfologiche (larghezza, profondità, disposizione dei cuscinetti plantari) che ne indicano la differenziazione rispetto ai lupi selvatici ancora presenti nel territorio europeo dell’epoca, elemento che suggerisce un avanzato stato di domesticazione.
Le orme umane, anch’esse analizzate nel dettaglio, mostrano individui di età differenti, dal bambino all’adulto, in un quadro complesso di gruppo sociale misto durante l’esplorazione della grotta.
L’importanza della scoperta per la ricerca internazionale
Questo studio, pubblicato su una rivista di rilievo come "Quaternary Science Reviews", si colloca tra le più rilevanti scoperte archeologiche della zona mediterranea degli ultimi anni, attirando grande attenzione fra gli esperti di paleontologia, antropologia e storia della domesticazione animale.
Perché è una scoperta eccezionale?
- Databilità precisa: 14.400 anni, una delle più antiche testimonianze di co-evoluzione tra uomo e cane in Italia.
- Analisi multidisciplinare: uso incrociato di paleontologia, geologia e tecnologie digitali avanzate.
- Riconoscimento internazionale: la ricerca ha già ricevuto segnalazioni nelle maggiori comunità accademiche di settore, consolidando il ruolo dell’Italia nella ricerca sui rapporti uomo cane origini.
La co-evoluzione tra uomo e cane: come tutto ebbe inizio
La collaborazione fra uomo e cane è alla base di una co-evoluzione uomo cane che ha segnato il corso della storia umana. Le prime associazioni – inizialmente nate da esigenze di caccia e difesa – si sono trasformate in un rapporto sociale e affettivo, testimoniato ora da tracce tangibili come quelle della Grotta della Bàsura.
Queste dinamiche gettano nuova luce sulle strategie di sopravvivenza dei gruppi preistorici, ma soprattutto sull’importanza simbolica e pratica dell’interazione con il cane nell’acquisizione di risorse, nella protezione, nell’organizzazione della vita comunitaria.
Gli effetti sulla biologia di entrambi
La domesticazione del cane ha avuto effetti evolutivi importanti tanto per l’uomo quanto per l’animale. Studi recenti, anche di ambito genetico, confermano che l’influenza reciproca è all’origine di mutamenti comportamentali, sociali e persino morfologici che si sono protratti per millenni fino ad oggi.
La Grotta della Bàsura nella ricerca italiana: il contributo della Sapienza
La Sapienza Università di Roma, coordinata dal dottor Marco Romano, rappresenta un punto di riferimento per la ricerca archeologica in Italia. Il gruppo di lavoro ha saputo valorizzare le risorse della grotta con tecniche di avanguardia, creando sinergie con altri istituti e laboratori.
Un modello per la ricerca multidisciplinare
L’applicazione integrata di paleontologia, geologia, digitalizzazione dei dati e antropologia consente di offrire un modello che potrà essere esportato in altre grotte europee, ampliando non solo il panorama delle scoperte preistoriche, ma anche le nostre conoscenze sulle origini della domesticazione animale.
Implicazioni future e domande aperte
Questa scoperta apre numerosi interrogativi su:
- Le modalità di addomesticamento: quanto era forte il legame affettivo?
- Le funzioni del cane nella vita di gruppo: solo guardiano e cacciatore o anche compagno?
- La distribuzione geografica di questi fenomeni: stirpe italiana o fenomeno più ampio?
- Possibili contatti e scambi culturali: esistono altre tracce simili altrove?
La ricerca non si ferma: l’équipe della Sapienza ha già in programma ulteriori studi sui siti limitrofi e intende espandere le indagini all’ambito genetico, in cerca di correlazioni dirette tra le popolazioni umane e i primi canidi domestici.
Sintesi e prospettive
Riassumendo, lo studio condotto nella Grotta della Bàsura di Toirano (Savona) rappresenta una nuova pietra miliare per la comprensione dei rapporti uomo cane origini italiana. L’analisi puntuale delle impronte fossili e l’impiego di tecnologie innovative gettano una luce completamente nuova su una delle relazioni interspecifiche più antiche e complesse, fornendo indicatori preziosi sugli antichi sistemi sociali umani e sulla storia della domesticazione animale.
Questa vicenda, testimoniata da orme vecchie di 14.400 anni ma fresche di scoperte scientifiche, invita a riconsiderare la profondità storica della convivenza uomo cane preistoria – e a guardare a un passato in cui l’amico a quattro zampe era già, forse, parte integrante della grande famiglia umana.