L'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rivelato la sua intenzione di impostare una tariffa del 100% sui film prodotti al di fuori degli Stati Uniti, in un tentativo di rilanciare l'industria cinematografica americana. In un comunicato ufficiale, Trump ha denunciato che molti paesi esteri, ricorrendo a politici fiscalmente incentivanti, stanno mirando a rubare a Hollywood le sue produzioni cinematografiche.
Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti si appresta a dare avvio a un processo per l'applicazione della nuova tassa, che potrebbe avere un impatto significativo non solo sulle dinamiche interne all’industria cinematografica, ma anche sulle relazioni internazionali con i paesi produttori di film.
La realtà dell'industria cinematografica negli Stati Uniti è preoccupante: negli ultimi dieci anni, la produzione di film a Los Angeles ha registrato un crollo del 40%. Questi numeri pongono interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine dell'industria se non vengono intraprese misure immediate per attrarre nuovamente le produzioni sul suolo americano.
In risposta a questa mossa, i governi di Australia e Nuova Zelanda hanno già annunciato la loro intenzione di difendere i propri settori cinematografici. Entrambi i paesi sono noti per aver messo in atto incentivi fiscali e programmi che stimolano l’afflusso di produzioni hollywoodiane, rendendo più strategica la loro posizione nel panorama cinematografico mondiale.
La decisione di Trump ha sollevato anche perplessità tra gli esperti, che non nascondono le incertezze su come tale misura verrà attuata e sulle possibili reazioni da parte dei partner internazionali. La comunità cinematografica, a sua volta, è in attesa di vedere come si evolverà la situazione e quali saranno le implicazioni per i produttori e i distributori. Con questo passo, Trump sembra voler proteggere Hollywood, ma resta da vedere se questa strategia potrà realmente risolvere i problemi che il settore sta affrontando.