BRUXELLES - Di fronte alle recenti critiche provenienti dagli Stati Uniti riguardo il Digital Market Act (Dma), le vice presidenti della Commissione Europea hanno chiarito che questa normativa non è progettata per colpire le grandi aziende tecnologiche americane. In una risposta diretta a Jim Jordan, i funzionari europei hanno sottolineato che l'intento del Dma è quello di assicurare la conformità alle norme antitrust europee, piuttosto che infliggere sanzioni pecuniarie.
Il Dma vieta pratiche anti-concorrenziali nello spazio digitale, mirando a creare un ambiente più equo e competitivo per tutte le aziende operanti nei mercati digitali, indipendentemente dalla loro origine geografica. Le vice presidenti hanno evidenziato che la normativa non si traduce in obblighi restrittivi solo per le aziende statunitensi, ma applica standard che riguardano tutti gli attori dominanti nel mercato.
In sostanza, il Dma è concepito come uno strumento per migliorare la competitività dell’ecosistema digitale europeo, da cui beneficeranno anche le aziende non europee, comprese quelle statunitensi. Gli europarlamentari hanno sostenuto che l'iniziativa è un passo fondamentale per favorire la concorrenza leale: "Vogliamo un mercato in cui grandi e piccole imprese possano competere ad armi pari", hanno affermato.
Le dichiarazioni da Bruxelles mirano a dissipare le preoccupazioni sulle possibili ripercussioni del Dma per le grandi corporations tecnologiche americane, ribadendo che mentre le regole si applicano a tutti i player del mercato, l'obiettivo principale è quello di garantire un ecosistema competitivo a beneficio degli utenti e delle imprese.
Con l'entrata in vigore del Dma, l'Unione Europea spera di stabilire un modello di regolamentazione che possa servire da esempio a livello globale, incentivando una maggiore equità e concorrenza nel settore digitale.
