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L’occupazione cresce più dei salari: analisi dei dati Istat sul mercato del lavoro italiano nel secondo trimestre 2025
Lavoro

L’occupazione cresce più dei salari: analisi dei dati Istat sul mercato del lavoro italiano nel secondo trimestre 2025

Un approfondimento sulle dinamiche occupazionali e salariali in Italia secondo il rapporto Istat, tra segnali di ripresa e il nodo dei salari ancora indietro rispetto all’inflazione.

L’occupazione cresce più dei salari: analisi dei dati Istat sul mercato del lavoro italiano nel secondo trimestre 2025

Indice dei contenuti

  • Quadro generale: il mercato del lavoro italiano nel 2025
  • L’aumento dell’occupazione secondo Istat
  • Analisi dettagliata: industria e servizi a confronto
  • Il lavoro intermittente in crescita
  • Salari: aumenta la retribuzione ma resta il gap con l’inflazione
  • Ore lavorate: tendenze e significato dei dati
  • Focus su dati Istat: numeri e implicazioni
  • Fattori che influenzano il mercato del lavoro italiano
  • Relazione tra produttività, salari e inflazione
  • Impatti sulla qualità del lavoro e sul benessere sociale
  • Misure di politica del lavoro e prospettive future
  • Sintesi e prospettive per il futuro

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Quadro generale: il mercato del lavoro italiano nel 2025

Il mercato del lavoro in Italia, secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat, presenta nel secondo trimestre 2025 una dinamica caratterizzata da una crescita dell’occupazione che supera, almeno in termini relativi, quella dei salari. I principali indicatori illustrano una situazione di moderata espansione occupazionale, ma con salari ancora lontani dal colmare il divario creato dall'inflazione. I dati Istat sul mercato del lavoro rappresentano un termometro fondamentale della salute economica del Paese e sono oggetto di attenta osservazione sia da parte delle istituzioni che dagli operatori economici.

Dal punto di vista quantitativo, gli occupati in Italia nel secondo trimestre 2025 sono aumentati, con dati disaggregati che mettono in luce differenze significative tra i comparti industriali e dei servizi. Tuttavia, la crescita degli stipendi, sebbene superiore agli anni precedenti, risulta ancora insufficiente per recuperare completamente il potere d’acquisto eroso dall’inflazione degli ultimi anni.

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L’aumento dell’occupazione secondo Istat

Secondo i dati Istat sul mercato del lavoro pubblicati il 13 settembre 2025, l’occupazione in Italia ha mostrato segnali positivi. L’analisi dell’aumento occupazionale nel secondo trimestre 2025 rivela che:

  • L’occupazione complessiva è cresciuta in modo contenuto ma continuativo.
  • Nel settore industriale si registra un +0,2%.
  • Nei servizi privati la crescita è dello 0,4% rispetto al trimestre precedente.
  • La variazione positiva coinvolge sia contratti a tempo determinato che indeterminato.

Questi dati sono particolarmente significativi in quanto riflettono il proseguimento di una tendenza positiva avviata già nel 2024, segnando una ripresa dell’occupazione in Italia nel 2025 che, seppure modesta nei numeri, evidenzia una maggiore resilienza rispetto alle sfide economiche globali.

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Analisi dettagliata: industria e servizi a confronto

Analizzando più da vicino i settori trainanti, secondo i dati Istat, emerge che l’aumento dell’occupazione non è omogeneo:

  • Nel comparto industriale la crescita occupazionale si attesta allo 0,2%. Tuttavia, le ore lavorate sono diminuite dello 0,6%, segno di una possibile razionalizzazione organizzativa all’interno delle imprese.
  • Nei servizi privati, la crescita occupazionale è maggiore (+0,4%) e le ore lavorate aumentano dello 0,6%, suggerendo una domanda crescente e una ripresa delle attività che impiega maggiormente la forza lavoro.

Questa divergenza fra industria e servizi mette in evidenza la continua trasformazione del tessuto economico nazionale, dove il settore dei servizi dimostra una dinamicità superiore sia in termini di occupati che di volume di lavoro effettivamente prestato.

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Il lavoro intermittente in crescita

Un altro elemento significativo che emerge dagli ultimi dati Istat sul mercato del lavoro è rappresentato dal forte incremento delle posizioni di lavoro intermittente, aumentate dell’1,9% rispetto al trimestre precedente. Il lavoro intermittente, noto anche come lavoro a chiamata, è una tipologia contrattuale particolarmente flessibile, utilizzata prevalentemente nei settori stagionali o laddove le aziende abbiano bisogno di gestire picchi improvvisi di domanda.

Nonostante il suo costante aumento, questo tipo di occupazione solleva alcuni interrogativi riguardo alla stabilità e alla tutela dei lavoratori coinvolti. Sono infatti sempre più numerosi coloro che, pur lavorando con contratti regolari, non godono di una stabilità retributiva e di prospettive di crescita professionale pari a quelle offerte da altre tipologie di contratto.

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Salari: aumenta la retribuzione ma resta il gap con l’inflazione

Uno degli aspetti fondamentali nell’analisi del mercato del lavoro in Italia 2025 riguarda le dinamiche salariali. Secondo Istat, le retribuzioni contrattuali sono cresciute del 4,1% in un anno, un dato che, se confrontato storicamente, risulta significativo. Tuttavia, se si prende in esame l’andamento dell’inflazione, lo scenario appare meno positivo:

  • Il rialzo delle retribuzioni rappresenta un tentativo di recupero del potere d’acquisto.
  • L’inflazione, però, ha mantenuto ritmi superiori nel periodo 2022-2024, rendendo ancora difficile il completo recupero per molte famiglie italiane.

Questo divario contribuisce a mantenere viva la discussione sulle politiche necessarie a sostenere i redditi dei lavoratori e ad assicurare una crescita economica equa e sostenibile.

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Ore lavorate: tendenze e significato dei dati

Oltre al numero di occupati, un importante parametro da analizzare sono le ore lavorate. Nel secondo trimestre 2025, secondo i dati Istat:

  • Nell’industria, le ore lavorate sono diminuite dello 0,6%.
  • Nei servizi privati, le ore lavorate sono aumentate dello 0,6%.

Questi dati suggeriscono una differenziazione nei modelli produttivi e organizzativi dei due comparti. Nell’industria, la contrazione delle ore lavorate può essere collegata a fattori quali automazione, efficientamento o temporanea flessione della domanda. Nei servizi, invece, l’aumento delle ore lavorate si allinea a una ripresa consolidata del settore, soprattutto nei comparti legati a turismo, ristorazione, trasporti e altri servizi alla persona.

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Focus su dati Istat: numeri e implicazioni

I dati Istat relativi al mercato del lavoro italiano nel secondo trimestre 2025 forniscono numerose informazioni utili:

  • Il tasso di occupazione cresce sia nei settori tradizionali che in quelli emergenti.
  • Le posizioni intermittenti rappresentano una fetta sempre più consistente del totale degli occupati, arrivando a percentuali mai registrate prima.
  • La dinamica delle ore lavorate mostra una crescente polarizzazione tra comparti in crescita e comparti stabili o in lieve contrazione.
  • Le retribuzioni, pur registrando una crescita nominale del 4,1%, sono fortemente condizionate dagli effetti dell’inflazione sul tenore di vita reale.

Da questi numeri emergono elementi di forza, quali la capacità del sistema italiano di produrre nuovi posti di lavoro, ma anche criticità, tra cui la qualità dell’occupazione prodotta e il permanere di un significativo gap salariale rispetto all’inflazione, tema di grande rilevanza nel dibattito pubblico.

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Fattori che influenzano il mercato del lavoro italiano

Le dinamiche osservate nel secondo trimestre 2025 sono influenzate da una molteplicità di fattori macroeconomici e strutturali:

  • Riforme del mercato del lavoro adottate negli ultimi anni.
  • Impatto delle tecnologie digitali e automazione nella manifattura.
  • Rimbalzo dell’economia post-pandemia e cambiamenti strutturali nella domanda di beni e servizi.
  • Politiche pubbliche a sostegno dell’occupazione giovanile e femminile.

Queste leve hanno contribuito a delineare un quadro di crescita occupazionale stabile, anche se ancora fragile rispetto ai rischi di shock esogeni e agli squilibri territoriali e settoriali che da sempre caratterizzano il contesto italiano.

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Relazione tra produttività, salari e inflazione

Uno dei temi centrali nell’analisi dei dati Istat sul mercato del lavoro è la relazione tra produttività e salari. Un aumento dei posti di lavoro privo di adeguato corrispettivo in termini di aumento della produttività può riflettersi negativamente sulla capacità delle imprese di riconoscere salari più elevati. In Italia, la crescita dei salari contrattuali osservata del 4,1% in un anno, pur essendo superiore alla media degli anni precedenti, resta insufficiente se confrontata con i tassi di inflazione che hanno colpito i beni di consumo primari.

Le prospettive di una crescita sostenibile passano da una strategia coordinata che sappia rilanciare la produttività attraverso investimenti in formazione, innovazione e incentivi alle imprese orientate alla qualità.

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Impatti sulla qualità del lavoro e sul benessere sociale

Va sottolineato inoltre che la netta crescita delle posizioni intermittenti e dei contratti flessibili, pur contribuendo ad aumentare l’occupazione, solleva interrogativi sulla qualità dell’occupazione stessa e le sue conseguenze sul benessere sociale. Un mercato del lavoro che privilegia la flessibilità a scapito della stabilità rischia di produrre effetti negativi nel medio-lungo termine sul reddito familiare, sulla pianificazione della vita privata e sull’accesso al credito per l’acquisto di casa o altri beni durevoli.

La crescita occupazionale, per essere realmente inclusiva e sostenibile, deve andare di pari passo con politiche di miglioramento della qualità del lavoro, tutela dei diritti e valorizzazione delle competenze.

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Misure di politica del lavoro e prospettive future

Il rapporto Istat offre spunti importanti per la definizione di nuove politiche del lavoro. Per affrontare le criticità emerse, le principali direttrici di intervento dovrebbero includere:

  • Incentivi all’innovazione e alla produttività d’impresa.
  • Rafforzamento delle misure a sostegno di salari e potere d’acquisto, anche attraverso la contrattazione collettiva.
  • Politiche attive per favorire la transizione dei lavoratori tra settori in difficoltà e settori in crescita.
  • Interventi di sostegno alle categorie più esposte alla precarietà, come i giovani e le donne.

Solo così sarà possibile consolidare la crescita dell’occupazione in Italia nel 2025, rendendola strutturale e compatibile con uno sviluppo economico duraturo.

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Sintesi e prospettive per il futuro

In sintesi, i dati Istat sul mercato del lavoro nel secondo trimestre 2025 descrivono un’Italia in ripresa moderata, con una crescita occupazionale variegata e una ripresa dei salari che però non riesce ancora a compensare l’effetto dell’inflazione. Il differenziale tra crescita dell’occupazione e incremento salariale resta una sfida da affrontare con decisione, richiedendo l’attivazione di nuove strategie e investimenti mirati.

La qualità del lavoro e la valorizzazione delle professionalità, unite al rafforzamento delle tutele per le forme di lavoro flessibile, saranno cruciali per garantire un futuro più equo e prospero a lavoratrici e lavoratori italiani. La strada per la piena normalizzazione del mercato del lavoro italiano passa attraverso una crescita sostenuta e inclusiva, capace di generare opportunità reali e di migliorare la distribuzione della ricchezza nazionale.

Pubblicato il: 13 settembre 2025 alle ore 07:13

Savino Grimaldi

Articolo creato da

Savino Grimaldi

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