Loading...
Assegno Sociale e Separazione: Cassazione Smentisce l’INPS su Mantenimento e Diritto al Sussidio
Lavoro

Assegno Sociale e Separazione: Cassazione Smentisce l’INPS su Mantenimento e Diritto al Sussidio

La Corte chiarisce che la rinuncia al mantenimento non ostacola l’accesso all’assegno sociale: tutti i requisiti e le novità dopo la sentenza

Assegno Sociale e Separazione: Cassazione Smentisce l’INPS su Mantenimento e Diritto al Sussidio

Indice degli argomenti

  1. Introduzione: L’assegno sociale e la recente sentenza della Cassazione
  2. Che cos'è l’assegno sociale
  3. Separazione e assegno sociale: il nodo del mantenimento
  4. I requisiti per l’assegno sociale dopo la sentenza
  5. L’errore dell’INPS: una prassi smentita
  6. Analisi della decisione della Cassazione
  7. Criteri economici e reali del bisogno
  8. Implicazioni pratiche per i cittadini separati
  9. Prospettive future: cosa cambia nell’accesso all’assegno sociale
  10. Sintesi finale e consigli ai richiedenti

Introduzione: L’assegno sociale e la recente sentenza della Cassazione

L’assegno sociale rappresenta una delle principali prestazioni assistenziali offerte dallo Stato italiano, destinato ai cittadini che versano in condizioni economiche disagiate. Negli ultimi mesi, una sentenza della Corte di Cassazione ha profondamente cambiato le regole d’accesso per chi si trova in situazione di separazione coniugale, soprattutto in presenza di rinuncia all’assegno di mantenimento. Contrariamente alle prassi consolidate dell’INPS, la Corte ha stabilito un principio chiaro: la rinuncia al mantenimento durante la separazione non preclude il diritto all’assegno sociale.

Tra le parole chiave che guidano questa riflessione spiccano assegno sociale separazione, assegno sociale Cassazione, INPS assegno sociale errori e assegno sociale senza mantenimento. La decisione, destinata a fissare nuovi orientamenti nell’ambito del diritto assistenziale, riguarda da vicino migliaia di italiani separati che, fino ad oggi, si sono visti negare il sussidio sulla base di presupposti ormai superati.

Che cos'è l’assegno sociale

L’assegno sociale è una misura di sostegno economico, disciplinata dalla legge n. 335 del 1995, che ha sostituito la precedente pensione sociale. Si tratta di un sussidio erogato mensilmente e rivolto a:

  • Cittadini italiani
  • Cittadini comunitari e cittadini extracomunitari residenti in Italia, in presenza di particolari requisiti
  • Persone ultra 67enni
  • Residenti in modo stabile e continuativo da almeno dieci anni sul territorio nazionale

Il beneficio, noto come assegno sociale e comunemente associato ai casi di indigenza o precarietà, viene concesso solo in presenza di specifici requisiti anagrafici ed economici. Tra questi ultimi spiccano alcuni criteri relativi all’assenza di altri redditi e a un limite massimo fissato annualmente dalla normativa vigente.

Il sussidio rappresenta, dunque, un punto di riferimento essenziale per chi si trova senza altri mezzi di sostentamento. Vi accedono, tipicamente, soggetti anziani che non dispongono di una pensione sufficiente e disoccupati privi di altre entrate stabili.

Separazione e assegno sociale: il nodo del mantenimento

Uno dei temi più dibattuti nel corso degli anni riguarda la relazione tra assegno sociale e procedure di separazione o divorzio. In particolare, ci si è spesso chiesti se la rinuncia al mantenimento – cioè al contributo economico che un coniuge separato può chiedere all’altro – incida negativamente sulla possibilità di ottenere l’assegno sociale.

L’INPS, in più occasioni, ha interpretato la normativa ritenendo che la rinuncia al mantenimento comporti una sorta di “autoesclusione” dal diritto al sussidio. Secondo l’ente previdenziale, chi rinuncia al mantenimento avrebbe implicitamente rinunciato anche a dimostrare uno stato di reale bisogno, un presupposto essenziale per ricevere l’assegno sociale.

Questa posizione, però, è stata definitivamente smentita dalla Suprema Corte, la quale ha chiarito che la scelta di non chiedere il mantenimento, o di non ottenere somme di natura analoga durante la procedura di separazione, non può costituire una causa ostativa per il riconoscimento del diritto all’assegno sociale.

I requisiti per l’assegno sociale dopo la sentenza

La recente sentenza della Cassazione ha ribadito che il solo requisito anagrafico – ovvero l’età minima di 67 anni – non è sufficiente per accedere all’assegno sociale. Occorrono anche:

  • Iscrizione nel territorio nazionale da almeno 10 anni in modo continuativo
  • Assenza o insufficienza di redditi personali e (eventualmente) del coniuge
  • Dimostrazione dello stato di bisogno economico reale

Ciò che cambia, dopo la pronuncia della Corte, è che la separazione non influisce sulla concessione dell’assegno sociale: non viene più richiesto, come invece faceva costantemente l’INPS, che il richiedente debba dimostrare di aver richiesto (e non ottenuto) il mantenimento dal coniuge.

Nelle istruzioni operative INPS per il calcolo del diritto, quindi, dovranno essere rimossi eventuali riferimenti alla necessità assoluta di dimostrare la richiesta del mantenimento nel caso in cui il cittadino sia separato.

L’errore dell’INPS: una prassi smentita

Storicamente, l’INPS aveva basato molte delle sue decisioni di diniego sull’errata convinzione che la mancata richiesta dell’assegno di mantenimento durante la separazione equivalesse all’assenza di stato di bisogno. In altre parole, secondo la prassi interna, chi non chiedeva il mantenimento all’ex coniuge veniva considerato non in stato reale di bisogno, precludendosi dunque l’accesso all’assegno sociale.

Questa visione è stata oggetto di molte critiche da un punto di vista giuridico e sociale. In primis, perché non tutti i rapporti tra coniugi giunti alla separazione prevedono un mantenimento; spesso la situazione reale è ben più complessa. In secondo luogo, perché la libertà personale di rinunciare ad azioni giudiziarie non può essere usata contro il cittadino in ambito assistenziale.

La Cassazione, pertanto, fa chiarezza e sottolinea che l’errore dell’INPS consiste nell’aver creato un automatismo contrario allo spartito costituzionale e legislativo, che invece vuole tutelare chi versa concretamente in condizioni di difficoltà, indipendentemente da decisioni “extragiudiziali” sulla richiesta o meno del mantenimento.

Analisi della decisione della Cassazione

La Suprema Corte, con questa decisiva sentenza, ha riformulato i principi sui quali l’INPS dovrà ora basare i suoi accertamenti. Secondo i giudici:

  • Non rileva se il richiedente abbia o meno ottenuto il mantenimento dal coniuge separato.
  • Non è necessario che il cittadino dimostri di aver intrapreso azioni giudiziarie per ottenere tale mantenimento.
  • È sufficiente dare prova concreta dello stato di bisogno, mediante la documentazione reddituale e le condizioni reali.

Questa impostazione valorizza la realtà dei fatti piuttosto che le scelte personali che precedono o accompagnano la separazione. I giudici hanno chiarito che l’assegno sociale nasce per tutelare chiunque sia in uno stato effettivo di indigenza, prescindendo da valutazioni legate al diritto di famiglia.

In buona sostanza, la sentenza sottolinea quanto segue:

  • L’assegno sociale separazione può essere corrisposto anche se il richiedente non ha sollecitato il mantenimento
  • La rinuncia al mantenimento separazione non può penalizzare chi si trova in reale difficoltà economica
  • L’INPS deve correggere i propri criteri di valutazione, evitando errori e ingiuste esclusioni

Criteri economici e reali del bisogno

Alla base del diritto all’assegno sociale ci sono i “criteri economici”. Il cittadino deve dimostrare:

  • Redditi personali inferiori al limite stabilito annualmente (per il 2025, il limite è fissato a circa 6.600 euro annui per persone sole)
  • Nel caso di coniugi, la somma dei redditi non deve superare il limite di circa 13.200 euro
  • Assenza di altre forme di sostentamento regolare e continuativa

Questi criteri – criteri economici assegno sociale – sono oggetto di accertamento puntuale da parte dell’INPS, che richiede la presentazione di documenti fiscali (modello ISEE, CUD, Unico, ecc.) e fa controlli incrociati per evitare illeciti o errori.

Dopo la sentenza della Cassazione, l’assenza di richiesta di mantenimento non potrà più essere utilizzata come criterio “a monte” per il diniego del beneficio. Sarà l’effettiva condizione economica, e null’altro, a determinare il diritto all’assegno sociale per separati e divorziati.

Implicazioni pratiche per i cittadini separati

Tutte le persone in stato di separazione che intendono accedere all’assegno sociale potranno ora presentare domanda senza il timore di vedersi rigettato il sussidio per la sola assenza di provvedimenti relativi al mantenimento. È importante tener presente che:

  • Non occorre presentare atti di richiesta di mantenimento quando si compila la domanda INPS
  • Basta allegare la documentazione reddituale che attesti l’effettivo stato di bisogno
  • Eventuali dinieghi motivati dall’assenza di richiesta di mantenimento sono contestabili, anche in sede giudiziaria

Questa situazione restituisce ai separati un diritto pieno: quello di essere valutati per la loro reale situazione economica, senza discriminazioni legate a scelte personali o strategie legali legate al procedimento di separazione.

Prospettive future: cosa cambia nell’accesso all’assegno sociale

L’intervento della Cassazione rappresenta uno spartiacque per l’INPS e per i cittadini. L’ente dovrà adeguare le proprie prassi operative, istruendo i funzionari ad applicare i nuovi criteri e aggiornando la modulistica per le domande.

I cittadini potranno confidare in un’analisi più oggettiva della loro condizione economica, basata su dati concreti e non su presupposti legati a dinamiche familiari. Si prevede un aumento delle domande di assegno sociale da parte dei separati, che – soprattutto tra le fasce più deboli – potranno vedere finalmente riconosciuto un sostegno troppo a lungo negato.

Rimangono fermi gli altri requisiti normativi:

  • Residenza stabile e continuativa in Italia da almeno 10 anni
  • Età minima di 67 anni
  • Limiti reddituali annualmente aggiornati

Sintesi finale e consigli ai richiedenti

La sentenza della Cassazione segna una svolta nel mondo della previdenza e dell’assistenza sociale. Non è più necessario dimostrare la richiesta di assegno di mantenimento in caso di separazione, per ottenere l’assegno sociale. L’INPS dovrà attenersi a questo orientamento e non potrà più respingere domande sulla base di tale motivo.

Chi intende presentare domanda dovrà:

  1. Verificare i requisiti anagrafici e di residenza
  2. Compilare la domanda online o presso un patronato, allegando solo la documentazione reddituale
  3. In caso di diniego, presentare ricorso citando la decisione della Cassazione

Per ogni dubbio, è consigliato rivolgersi ai patronati o a un avvocato esperto di diritto previdenziale. Restano validi tutti gli altri criteri previsti dalla legge, ma la rinuncia al mantenimento non sarà più ostativa per il riconoscimento del diritto all’assegno sociale.

In conclusione, la pronuncia della Corte di Cassazione restituisce piena dignità e tutela a migliaia di cittadini separati, alleggerendo la procedura e fondando il diritto all’assistenza solo sulla concreta situazione economica, nel pieno rispetto dei principi costituzionali di equità e solidarietà sociale.

Pubblicato il: 27 settembre 2025 alle ore 09:07

Savino Grimaldi

Articolo creato da

Savino Grimaldi

Articoli Correlati