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Macron e la Francia tra difficoltà interne e relazioni europee: lo spread Italia/Francia come cartina di tornasole
Editoriali

Macron e la Francia tra difficoltà interne e relazioni europee: lo spread Italia/Francia come cartina di tornasole

Dal ruolo di Lagarde alla BCE ai problemi dei conti pubblici francesi: lo scenario complesso della presidenza Macron nel 2025

Macron e la Francia tra difficoltà interne e relazioni europee: lo spread Italia/Francia come cartina di tornasole

Indice

  • Introduzione
  • Emmanuel Macron e la politica europea: il peso della BCE
  • I problemi dei conti pubblici francesi: cause e prospettive
  • Il ruolo di Christine Lagarde alla BCE: una nomina strategica
  • Sconfitte elettorali Macron 2025: le ripercussioni politiche interne
  • La relazione tra Macron e Scholz: alleanza o necessità?
  • La questione spread Italia/Francia: analisi dell’andamento
  • Il contesto europeo e la crisi economica francese
  • Editoriali politici su Macron: uno sguardo critico
  • Considerazioni finali

Introduzione

L’anno 2025 rappresenta un momento di profondo cambiamento per la politica e l’economia europee. In questo scenario, Emmanuel Macron – rieletto presidente della Repubblica Francese – si trova al centro di un vortice di sfide e dinamiche internazionali. La sua capacità di influenzare le principali istituzioni europee, come evidenziato con l’imposizione di Christine Lagarde alla guida della BCE, non è però bastata a risolvere alcune delle principali criticità interne alla Francia. In particolare, i problemi dei conti pubblici francesi persistono, rendendosi sempre più evidenti e provocando reazioni sia a livello europeo che mondiale.

Il recente crollo dello spread tra Italia e Francia, che si è ridotto da 184 a soli 12,8 punti, offre un’interessante cartina di tornasole per capire i mutamenti in corso e il senso di evaporazione del tradizionale vantaggio francese rispetto all’Italia. Questo articolo analizza i principali snodi dell’attualità politica ed economica francese nel 2025, ponendo particolare attenzione alle questioni legate alla BCE, allo spread, e alle difficoltà politiche di Macron.

Emmanuel Macron e la politica europea: il peso della BCE

Emmanuel Macron, ormai prossimo alla conclusione del suo secondo mandato, ha saputo imporsi sulla scena europea, soprattutto per quanto riguarda la scelta dei vertici delle istituzioni finanziarie. Non è un mistero che la nomina di Christine Lagarde come presidente della BCE nel 2019 debba molto alle pressioni di Macron sia nelle trattative formali che nei negoziati paralleli con Berlino e Bruxelles.

La leadership di Lagarde alla BCE, fortemente voluta dalla Francia, sarebbe dovuta diventare uno strumento di stabilizzazione finanziaria e politica dell’area euro e, soprattutto, un vantaggio competitivo per i paesi fondatori. Macron, infatti, ragionava in termini di "governo economico dell’Europa", perseguendo una visione che ponesse Parigi al centro del nuovo equilibrio post-Brexit. Tuttavia, come evidenziano diversi editoriali politici anche nel 2025, la reale efficacia di questa strategia risulta oggi molto discutibile.

La BCE, pur sotto la guida di Lagarde, si è trovata a dover affrontare l’inflazione crescente, la frammentazione del mercato dei titoli di Stato e la sempre più evidente divergenza fra le economie del blocco meridionale e quelle del nord Europa. La crisi economica in Francia si è aggravata e il governo Macron ha faticato a trovare una sintesi tra disciplina di bilancio e crescita.

I problemi dei conti pubblici francesi: cause e prospettive

Uno dei grandi temi ricorrenti nella Francia del 2025 riguarda i persistenti problemi con i conti pubblici. Il debito pubblico francese si attesta ormai stabilmente sopra il 110% del PIL, mentre il deficit di bilancio rimane un tasto dolente, superando ampiamente il limite del 3% previsto dai parametri di Maastricht.

Le ragioni di questa situazione sono molteplici:

  • La crescita economica francese è stata debole negli ultimi anni, complice l’instabilità internazionale e la scarsa produttività del settore industriale.
  • L’aumento della spesa pubblica in risposta all’emergenza Covid e poi alla crisi energetica esplosa dopo la guerra in Ucraina non ha trovato un adeguato controbilanciamento in termini di entrate fiscali.
  • Il rallentamento nell’applicazione delle riforme strutturali (ad esempio sulle pensioni e sul mercato del lavoro) ha peggiorato la competitività francese rispetto agli altri principali partner europei.
  • Le politiche di welfare, tradizionalmente generose, sono state difese a spada tratta dallo stesso Macron, nel timore di ulteriori proteste sociali da parte dei "gilet gialli" e di nuovi movimenti populisti.

Nel 2025, il contesto globale impone scelte difficili: il governo è costretto a operare tagli e a ricorrere a nuove emissioni di titoli per coprire i deficit. Nei rapporti annuali della Corte dei Conti francese, si sottolinea l’assenza di una prospettiva solida per il contenimento del debito, e si mette in guardia dai rischi connessi a un aumento repentino dei tassi di interesse sui mercati.

Il ruolo di Christine Lagarde alla BCE: una nomina strategica

Dal punto di vista politico, la nomina di Christine Lagarde alla BCE è stata fin dall’inizio uno dei successi più significativi della strategia diplomatica di Macron. Lagarde, francese e già direttrice del Fondo Monetario Internazionale, rappresentava una sicurezza per Parigi. L’idea era che sotto la sua guida la Banca Centrale Europea avrebbe adottato politiche monetarie più flessibili e attente alle esigenze dei paesi mediterranei.

Nel corso degli anni, la BCE di Lagarde ha effettivamente mantenuto una linea relativamente accomodante durante le fasi più dure della pandemia e della crisi energetica. Tuttavia, dal 2023 in poi l’inflazione e la ripartenza delle tensioni sul mercato dei titoli hanno imposto alla BCE scelte meno espansive, con aumenti dei tassi e la progressiva fine del programma di acquisto di asset.

Il "dividendo Lagarde" atteso dalla Francia non si è materializzato nella misura sperata. Anzi, i problemi strutturali dell’economia d’oltralpe sono rimasti insoluti, nonostante il temporary shield finanziario garantito dalla BCE. Si moltiplicano ora i commenti secondo cui Macron avrebbe sopravvalutato il potenziale di influenza francese sull’istituzione.

Sconfitte elettorali Macron 2025: le ripercussioni politiche interne

Le ultime elezioni europee e le consultazioni interne francesi hanno segnato delle chiare sconfitte per Macron e per la sua formazione politica. Nel panorama francese si è assistito a una progressiva erosione del consenso verso il presidente, in parte dovuta alla crisi dei conti pubblici, in parte per il crescente malcontento sociale alimentato da disoccupazione e insicurezza economica.

L’elettorato francese ha premiato forze politiche più radicali, sia a destra che a sinistra. Le liste legate a Marine Le Pen e alla NUPES hanno registrato sensibili aumenti di voti, costringendo Macron a una difficile coabitazione e rendendo ancora più fragile la sua maggioranza parlamentare.

I rischi politici sono tangibili:

  • Instabilità dell’esecutivo e frequenti crisi di governo
  • Crescente polarizzazione del dibattito pubblico
  • Difficoltà nella gestione delle riforme strutturali, spesso bloccate o rinviate
  • Perdita di leadership nei principali dossier europei

Di fatto, il 2025 vede un Macron “evaporato” rispetto alla forza riformista che aveva caratterizzato il suo primo quinquennio, con molte delle sue promesse bloccate dall’aritmetica parlamentare e dal clima sociale ostile.

La relazione tra Macron e Scholz: alleanza o necessità?

Nel tentativo di rilanciare la leadership francese, Macron ha più volte puntato su un’alleanza strategica con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Questo asse, da sempre motore dell’integrazione europea, oggi appare però assai più fragile del passato.

Le divergenze emerse negli ultimi summit UE hanno messo in luce:

  • Interessi divergenti sulle politiche industriali, con la Germania meno disposta a sostenere "protezionismi" settoriali richiesti dalla Francia.
  • Differenze sulle strategie di transizione energetica, con Berlino focalizzata su tecnologie verdi e Parigi ancora dipendente dal nucleare.
  • Tensioni sulle regole di bilancio europeo, con Scholz che chiede rigore e Macron che invoca flessibilità.

L’alleanza tra Macron e Scholz sembra dunque più una necessità imposta dagli equilibri istituzionali che un vero progetto comune. Editoriali politici sottolineano come la fiducia reciproca sia ai minimi, e come le reciproche debolezze abbiano finito per accentuare la marginalità del tandem Francia-Germania nel nuovo contesto UE a 27.

La questione spread Italia/Francia: analisi dell’andamento

Uno degli indicatori più sorprendenti dell’ultimo biennio riguarda lo spread tra Italia e Francia. Tradizionalmente la Francia rappresentava una "destinazione sicura" per gli investitori, con un differenziale stabile rispetto ai titoli italiani. Tuttavia, secondo i dati più recenti, lo spread è precipitato, passando da 184 punti a soli 12,8 punti.

Questo dato è il risultato di una serie di fattori:

  • Miglioramento della percezione verso l’Italia sui mercati finanziari, grazie a una crescita economica inaspettatamente robusta e alla stabilità del governo italiano post-2023.
  • Preoccupazioni crescenti sulla tenuta dei conti pubblici francesi, ritenuti sempre più simili a quelli italiani in termini di rischiosità.
  • Scelte della BCE meno accomodanti, che hanno innalzato i rendimenti dei titoli francesi.
  • Un generale riposizionamento degli investitori, che vedono l’Italia decisamente più credibile rispetto agli anni passati.

Questo crollo dello spread rappresenta, simbolicamente, l’"evaporazione" del vantaggio competitivo della Francia rispetto all’Italia, mettendo in discussione alcuni dei dogmi più consolidati della narrazione finanziaria europea.

Il contesto europeo e la crisi economica francese

Se ampliamo lo sguardo al contesto europeo, diventa evidente che la crisi economica della Francia può avere implicazioni ben più vaste. Parigi resta comunque la seconda economia dell’area euro e ogni sua difficoltà si riverbera immediatamente su tutto il sistema.

Nel 2025, l’Unione Europea si trova a dover affrontare sfide colossali:

  • Necessità di rafforzare la crescita in un contesto globale segnato dalle tensioni geopolitiche
  • Riforme della governance economica per evitare nuove crisi del debito
  • Frammentazione interna e rinnovi istituzionali difficili, come testimoniano le recenti crisi in Francia e Germania

Macron, oramai percepito come leader indebolito, fatica a proporre iniziative che siano realmente incisive. Persino la tradizionale "leadership morale" francese in tema di difesa europea è in crisi.

Editoriali politici su Macron: uno sguardo critico

La stampa francese e internazionale analizza con crescente preoccupazione la parabola del presidente Macron. Tra le principali criticità evidenziate dagli editoriali politici del 2025 troviamo:

  • Un eccesso di fiducia nella capacità della Francia di "guidare" l’Europa tramite leve istituzionali come la BCE.
  • Un’inadeguata risposta di politica economica alle nuove esigenze del mercato globale.
  • La perdita del controllo del messaggio politico interno.
  • L’emergere di nuove leadership populiste che minacciano la stabilità dell’ordine costituito.

In particolare, la vicenda del crollo dello spread Italia/Francia viene letta come la "punta dell’iceberg" di una crisi di credibilità più ampia e profonda.

Considerazioni finali

Nel bilancio del 2025, la presidenza Macron appare segnata da luci e ombre. Se la capacità di influenzare l’architettura finanziaria europea è fuori discussione, sul piano interno i problemi dei conti pubblici e la perdita di consenso elettorale fanno intravedere la crisi di un modello. La Francia, oggi, si scopre più fragile di quanto immaginasse, e il confronto con l’Italia – ormai praticamente alla pari per quanto riguarda i differenziali di spread – costringe a una riflessione profonda sulla reale consistenza dell’“eccezione francese".

La partita resta aperta: le prossime sfide saranno decisive per capire quale ruolo avrà la Francia in Europa e se il progetto di Macron potrà trovare una nuova credibilità o sarà definitivamente archiviato dalla storia.

Pubblicato il: 25 agosto 2025 alle ore 12:12

Savino Grimaldi

Articolo creato da

Savino Grimaldi

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