Il 67 per cento dei giovani considera l'istruzione un valore molto importante, secondo solo alla famiglia al 74 per cento, e per il 34 per cento rappresenta addirittura il valore da mettere al primo o al secondo posto nel ranking. E' quanto emerge dall'indagine a cura di Assolombarda, Confindustria Genova, Unione Industriali Torino ed Eumetra sul rapporto tra i giovani e il mondo occupazionale. L'analisi si concentra, in particolare, su un campione di 1.800 giovani tra i 18 e i 26 anni e si estende, quest’anno, alle province di Genova, Torino, Milano, Pavia, Monza e Brianza e Lodi. Il lavoro si posiziona anch'esso tra i capisaldi: il 38 per cento lo colloca tra i primi due valori personali, in crescita rispetto al 30 rilevato nel 2023. La connessione tra studio e futuro professionale è tangibile: il 56 per cento sceglie il proprio percorso di studi in base all'interesse personale, ma il 44 si lascia guidare dalle prospettive di carriera, e il 38 dal desiderio di ottenere un impiego ben remunerato.
Il 60 per cento dei giovani esprime insoddisfazione verso il sistema lavoro italiano, giudicato inadeguato a valorizzare competenze e titoli. In questo quadro, il 58 per cento ritiene che l'estero offra migliori prospettive occupazionali, pur in calo rispetto al 68 del 2023. Tuttavia, l'attrazione rimane forte: il 51 per cento dei laureati dichiara l'intenzione di trasferirsi fuori dall’Italia entro 18 mesi. Europa e Regno Unito restano le mete preferite.
Nonostante l'Italia sia la seconda potenza manifatturiera d'Europa, solo il 15 per cento dei giovani individua in questo comparto il motore dell'economia nazionale, preferendogli il turismo con 38 per cento che è una percentuale più alta della media, intorno al 21 per cento, se si considerano i residenti nei grandi centri urbani di Milano, Torino e Genova.