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CNEL: Progressi nell'Istruzione, ma Persistono Divari Territoriali
Editoriali

CNEL: Progressi nell'Istruzione, ma Persistono Divari Territoriali

Disponibile in formato audio

Il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL) evidenzia miglioramenti nel settore dell'istruzione in Italia, ma sottolinea la persistenza di significativi divari territoriali che influenzano l'accesso e la qualità dei servizi educativi.

Il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL) ha recentemente pubblicato la sua Relazione sui servizi pubblici 2025, offrendo un'analisi dettagliata sullo stato dell'istruzione in Italia. Il rapporto mette in luce progressi significativi nel settore educativo, ma evidenzia anche la permanenza di divari territoriali che continuano a influenzare l'accesso e la qualità dei servizi educativi nel Paese.

Miglioramenti nel Settore dell'Istruzione

Secondo il CNEL, l'istruzione italiana ha registrato "buone performance" nell'ultimo anno, grazie anche al sostegno fornito dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tra i progressi più rilevanti si segnala la riduzione del tasso di dispersione scolastica tra i giovani di età compresa tra 18 e 24 anni, che per la prima volta è sceso sotto il 10%, attestandosi al 9,8%. Questo dato rappresenta un passo avanti significativo verso l'obiettivo europeo di ridurre la dispersione scolastica al di sotto del 9% entro il 2030. (ansa.it)

Persistenza dei Divari Territoriali

Nonostante i progressi, il rapporto del CNEL sottolinea che permangono "divari territoriali" significativi. In particolare, si evidenzia uno "scarto che ancora permane nel livello delle competenze degli studenti italiani rispetto alla media OCSE, soprattutto nelle Regioni del Sud". Ad esempio, gli studenti del Sud Italia mostrano un ritardo medio in matematica equivalente a oltre due anni di scuola rispetto ai loro coetanei del Nord-Est. (rainews.it)

Transizione Scuola-Lavoro: Una Sfida Aperta

Un altro punto critico evidenziato dal CNEL riguarda la transizione scuola-lavoro. Il rapporto segnala "la debolezza dell'orientamento" e sottolinea che il tasso di occupazione dei laureati italiani a tre anni dal conseguimento del titolo è del 74%, inferiore alla media dell'Unione Europea, che si attesta all'82%. Inoltre, solo il 9% degli adulti tra i 25 e i 64 anni partecipa ad attività di formazione continua, indicando una necessità di potenziare le politiche di lifelong learning. (ansa.it)

Conclusione

In sintesi, il rapporto del CNEL evidenzia progressi significativi nel settore dell'istruzione in Italia, ma sottolinea la necessità di affrontare con urgenza i persistenti divari territoriali e le sfide legate alla transizione scuola-lavoro. È fondamentale implementare politiche mirate che garantiscano un accesso equo e di qualità all'istruzione su tutto il territorio nazionale, al fine di promuovere uno sviluppo armonico e inclusivo del Paese.

(ansa.it)

Pubblicato il: 14 ottobre 2025 alle ore 21:36

Natale Labia

Articolo creato da

Natale Labia

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