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Il “semestre filtro” per Medicina: prima prova superata solo da pochi, allarme su efficacia e futuro del sistema
Università

Il “semestre filtro” per Medicina: prima prova superata solo da pochi, allarme su efficacia e futuro del sistema

Il nuovo semestre filtro per entrare a Medicina fa passare solo chi supera tre esami (Bio, Chimica, Fisica). Nei primi risultati è passato circa il 10–15%, quindi pochissimi. Molte critiche: rischio posti vuoti, tanta incertezza e possibile aumento delle disuguaglianze.

Sommario

• Che cos’è il “semestre filtro” e come funziona

• Risultati del primo appello: promossi in forte minoranza

• Perché tanti bocciati: difficoltà, scelte e tempistiche

• Conseguenze per chi non passa: corsi alternativi e incertezze

• Reazioni e critiche: trasparenza, equità e prospettive

• Conclusione

Che cos’è il “semestre filtro” e come funziona

Dal 2025 / 2026 l’accesso alle facoltà universitarie di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria in Italia è cambiato radicalmente.

Il tradizionale test d’ingresso nazionale è stato sostituito da un “semestre aperto”, detto anche “semestre filtro”, a iscrizione libera. Tutti gli studenti possono iscriversi e frequentare il primo semestre; solo dopo, mediante tre esami di Biologia, Chimica (con propedeutica biochimica) e Fisica, stabiliti con criteri uniformi per tutto il Paese, viene deciso chi può proseguire.

Solo chi supera tutti e tre gli esami ottiene l’accesso al secondo semestre, previa graduatoria nazionale di merito.

In più, per iscriversi al semestre filtro è richiesto il pagamento di un contributo nazionale (attribuito in alcuni casi a sconti sulle tasse universitarie in caso di immatricolazione) e l’indicazione di un corso “alternativo” in ambito biomedico o sanitario, da frequentare solo se la selezione non viene superata.

Risultati del primo appello: promossi in forte minoranza

I risultati del primo appello, che si è svolto il 20 novembre 2025, sono stati pubblicati il 3 dicembre tramite la piattaforma ufficiale riservata ai candidati.

Secondo le segnalazioni di diversi atenei, le percentuali di studenti che hanno superato tutte e tre le prove si attesterebbero tra il 10% e il 15%.

Alcuni dati (ancora parziali e non uniformi in tutto il territorio) parlano di tassi addirittura più bassi, specialmente per l’esame di Fisica: in atenei come Milano o Catania la quota di promossi in questa materia sarebbe scesa sotto il 12-13%.

Chimica e Biologia, pur segnando percentuali leggermente più alte, intorno al 20-22%, non bastano da sole a garantire l’ammissione.

Questo significa che una minoranza ristretta di aspiranti medici potrà accedere al secondo semestre: la maggior parte rischia di restare esclusa, almeno per ora.

Perché tanti bocciati: difficoltà, scelte e tempistiche

Diverse ragioni concorrono a spiegare tale esito.

Innanzitutto le prove sono concentrate in materie scientifiche, spesso non approfondite o gestite con superficialità durante le scuole superiori.

La pressione è accentuata dal fatto che l’ammissione dipende dall’esito di tutte e tre le materie: basta una insufficienza per essere esclusi.

In più, il semestre filtro si accompagna ad una didattica mista (lezioni online + in presenza) in molti atenei, a causa della forte affluenza; questo può aver penalizzato chi non ha potuto seguire con continuità.

Infine, la selezione, pur in forma diversa, si riconferma molto selettiva: alcune voci critiche parlano di un meccanismo che in pratica replica la durezza del vecchio test d’ingresso, ma con tempistiche più lunghe e maggiore incertezza.

Conseguenze per chi non passa: corsi alternativi e incertezze

Per gli studenti esclusi dal secondo semestre, la riforma prevede la possibilità di immatricolarsi in corsi “affini” come Biologia, Farmacia, Professioni Sanitarie, Biotecnologie, etc.

Conservando, però, i crediti acquisiti nel semestre filtro.

Tuttavia, diverse associazioni studentesche segnalano come la bassa percentuale di promossi rischia di lasciare molti posti vacanti nelle facoltà di Medicina: un’ipotesi senza precedenti in Italia.

Per chi sogna di diventare medico, la riforma si fa dura, la strada si accorcia, la competizione aumenta, e il margine di errore è ridottissimo.

Reazioni e critiche: trasparenza, equità e prospettive

Le prime reazioni sono dure, sia le associazioni studentesche che alcuni sindacati parlano già di "fallimento del semestre filtro", chiedendo una revisione del modello.

Si teme che il sistema favorisca chi può permettersi supporti privati come tutoring, ripetizioni e materiali, penalizzando così chi si affida solo all’università.

Alcuni atenei hanno anche registrato irregolarità nelle prove: foto circolate sui social durante lo svolgimento degli esami e segnalazioni che hanno spinto il Ministero a minacciare l’annullamento dei compiti dei responsabili.

Nonostante le intenzioni dichiarate, come ampliare l’accesso e ridurre il numero chiuso, il semestre filtro rischia di introdurre nuove disuguaglianze e interrogativi sul merito e sulla trasparenza.

Conclusione

Il semestre filtro avrebbe dovuto segnare un salto verso un accesso più equo e flessibile a Medicina e alle facoltà sanitarie.

I primi risultati, con percentuali di promossi drasticamente basse, mostrano però un quadro preoccupante: molti studenti esclusi, posti vacanti a rischio, dubbi su reali pari opportunità.

Se l’obiettivo era riassorbire il numero chiuso aumentando le immatricolazioni, la riforma sembra per ora aver fallito.

Serve un dibattito serio, basato su dati definitivi e trasparenti, per valutare se il modello vada corretto o rivisto profondamente.

Per seguire gli sviluppi del semestre filtro, le decisioni ministeriali e le reazioni del mondo universitario continua a seguire Edunews24.

Pubblicato il: 9 dicembre 2025 alle ore 14:12

Tamara Mancini

Articolo creato da

Tamara Mancini

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