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TikTok in versione 'MAGA al 100%': accordo Trump-Oracle, tra controllo USA e algoritmi (non solo) in chiave politica
Tecnologia

TikTok in versione 'MAGA al 100%': accordo Trump-Oracle, tra controllo USA e algoritmi (non solo) in chiave politica

Dalla firma di Trump al nuovo assetto societario: cosa cambia nell’algoritmo TikTok USA e quali analogie con la Twitter di Musk?

TikTok in versione 'MAGA al 100%': accordo Trump-Oracle, tra controllo USA e algoritmi (non solo) in chiave politica

Indice dei contenuti

  1. Introduzione: TikTok tra geopolitica e controllo digitale
  2. Le ragioni dell’intervento statunitense: sicurezza nazionale e potere degli algoritmi
  3. L’accordo Trump-Oracle: la struttura di TikTok USA e il ruolo degli investitori americani
  4. Algoritmo TikTok sotto la lente: Oracle, dati e MAGA
  5. Le implicazioni sul controllo americano e le reazioni internazionali
  6. TikTok e Twitter: paralleli, divergenze e il modello Musk
  7. Scenari futuri: algoritmo “MAGA”, manipolazione e pluralità dell’informazione
  8. Sintesi finale e prospettive

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Introduzione: TikTok tra geopolitica e controllo digitale

L’ecosistema digitale globale si trova di fronte a un nuovo bivio, mentre i principali attori politici mondiali prendono decisioni che plasmano l’accesso all’informazione e la fruizione dei social network. In questo scenario si inserisce l’accordo recentemente siglato dal presidente Donald Trump, che prevede il controllo delle operazioni statunitensi di TikTok da parte di un gruppo di investitori americani guidato da Oracle. La notizia ha subito scatenato dibattiti e analisi sugli effetti di tale decisione non solo per la piattaforma, ma anche per la società americana e l’intero panorama delle relazioni internazionali tra USA e Cina.

L’accordo, tutt’altro che privo di controversie, viene spesso paragonato alla controffensiva di Elon Musk su Twitter, proprio nella sua strategia di modifica degli algoritmi per dare priorità a determinati contenuti. L’affermazione ironica dello stesso Trump di voler rendere l’algoritmo di TikTok “MAGA al 100%” riassume i timori e le aspettative su una piattaforma sempre più influenzata dalle scelte politiche del Paese ospitante.

Le ragioni dell’intervento statunitense: sicurezza nazionale e potere degli algoritmi

La decisione degli Stati Uniti di intervenire direttamente nella gestione di una piattaforma come TikTok affonda le sue radici nella crescente preoccupazione verso la sicurezza nazionale e il controllo sui dati sensibili dei cittadini americani. Negli ultimi anni, molte agenzie federali hanno lanciato l’allarme riguardo alla potenziale vulnerabilità delle informazioni raccolte da applicazioni cinesi, in particolare TikTok.

I rischi principali evidenziati sono:

  • Possibile accesso ai dati degli utenti americani da parte di aziende cinesi, in virtù delle leggi in vigore nella Repubblica Popolare.
  • Utilizzo delle piattaforme per campagne di disinformazione o ingerenza politica.
  • Difficoltà di monitorare e regolare gli algoritmi di raccomandazione che influenzano opinioni, gusti ed emozioni degli utenti.

L’algoritmo di TikTok, reputato uno dei più sofisticati nella selezione personalizzata dei contenuti, è diventato un vero e proprio terreno di scontro tra modelli di governance digitale. Gli Stati Uniti, nell’ottica di rafforzare il controllo americano TikTok, hanno spinto per una soluzione “interna” che, almeno formalmente, consenta di mantenere lo sviluppo tecnologico e il trattamento dei dati negli USA.

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L’accordo Trump-Oracle: la struttura di TikTok USA e il ruolo degli investitori americani

Al centro della vicenda si trova l’accordo, promosso e firmato da Donald Trump nel 2025, che consente a una cordata di investitori americani di assumere la gestione operativa di TikTok in territorio statunitense.

Le quote e la nuova divisione societaria

L’accordo prevede:

  • Oracle in posizione di leadership tecnologica e gestionale;
  • Silver Lake e MGX (fondo degli Emirati Arabi Uniti) parte integrante dell’investimento;
  • partecipazione di minoranza per ByteDance (meno del 20% in TikTok USA).

Il 45% delle azioni resterà dunque saldamente nelle mani degli investitori statunitensi, consolidando così la gestione Oracle TikTok USA e rafforzando la fiducia del governo americano nella sicurezza della piattaforma.

Le condizioni tecniche e amministrative

Oltre alla ridefinizione delle quote, l’accordo impone:

  • che i dati degli utenti statunitensi siano archiviati e trattati esclusivamente su server locali gestiti da Oracle;
  • la supervisione diretta di Oracle sull’algoritmo e sui flussi informativi;
  • la presenza di un board indipendente chiamato a vigilare sul rispetto delle nuove norme e sulla trasparenza dei processi.

Queste condizioni, secondo molti osservatori, avrebbero l’obiettivo principale di annullare ogni reale influenza di ByteDance e di Pechino sulla filiera informativa generata da TikTok USA.

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Algoritmo TikTok sotto la lente: Oracle, dati e MAGA

Uno degli aspetti più discussi, e più rilevanti per il futuro della piattaforma, riguarda la modifica dell’algoritmo TikTok USA. Tutta la logica di raccomandazione e distribuzione dei contenuti subisce ora un’importante supervisione da parte di Oracle, che ha accesso diretto e integrale ai dati degli utenti statunitensi.

L’algoritmo e la selezione dei contenuti

L’algoritmo di TikTok, come noto, funziona tramite:

  1. Analisi dei comportamenti degli utenti: like, condivisioni, tempo di visione.
  2. Segmentazione e personalizzazione delle raccomandazioni nei “per te”.
  3. Ottimizzazione continua grazie al machine learning e ai feedback ricevuti.

Con la gestione Oracle, il rischio (o la speranza, a seconda delle posizioni politiche) è che queste logiche possano essere adattate per privilegiare contenuti consoni alla linea proposta dal governo, o comunque da chi ne detiene il controllo strategico. Il riferimento ironico di Trump alla possibilità che tutto diventi “MAGA al 100%”, anche se pronunciato come uno scherzo, ha sollevato serie interrogazioni tra osservatori e attivisti dei diritti digitali.

Gli interrogativi principali sono:

  • Avverrà una censura algoritmica sulla base di parole chiave o contenuti politicamente sensibili?
  • Verranno premiati i contenuti “pro-Trump” e penalizzati gli oppositori?
  • Oracle garantirà davvero la trasparenza nella gestione dell’algoritmo?

A fronte delle rassicurazioni ufficiali, molti temono che la gestione statunitense dell’algoritmo possa limitare la pluralità informativa, influenzando in modo determinante il dibattito politico ed elettorale. Proprio come alcune scelte compiute da Elon Musk su Twitter hanno modificato la visibilità (e la viralità) di determinati flussi informativi.

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Le implicazioni sul controllo americano e le reazioni internazionali

L’accordo rappresenta una vera e propria svolta nella geopolitica delle piattaforme. Con il controllo americano TikTok, gli Stati Uniti vogliono lanciare un segnale non solo a Pechino ma a tutto il mondo tecnologico: i grandi player digitali devono sottostare a regole locali e garantire la sicurezza nazionale.

Reazioni negli Stati Uniti

  • Supporto bipartisan: se l’obiettivo è la sicurezza, molte forze politiche sostengono la mossa.
  • Critiche del settore tech: si teme una frammentazione di internet (la cosiddetta “splinternet”) in blocchi nazionali sempre meno interoperabili.
  • Associazioni per i diritti civili: allarme per possibili derive censorie e manipolazione degli algoritmi a fini politici.

Reazioni internazionali

  • Cina: condanna il trasferimento di tecnologie, teme l’esclusione delle proprie aziende dal mercato USA e ipotizza “ritorsioni” su piattaforme americane presenti in Asia.
  • Unione Europea: osserva con attenzione, preoccupata per il precedente che potrebbe legittimare nuove forme di controllo sovranazionale sulle big tech straniere.

Conseguenze per ByteDance

Mentre ByteDance mantiene una partecipazione finanziaria in TikTok USA (meno del 20% secondo le ultime stime), di fatto perde il controllo operativo e la possibilità di incidere sulle scelte di governance dell’algoritmo sugli utenti americani. Un colpo durissimo per chi ha costruito il successo della piattaforma a livello globale.

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TikTok e Twitter: paralleli, divergenze e il modello Musk

Il caso TikTok USA si inserisce a pieno titolo tra le grandi questioni legate al _modello Musk_Twitter e allo scontro tra eccessi di libertà e rischio di manipolazione algoritmica. Anche in Twitter, dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk, sono stati adottati correttivi che hanno reso il feed meno “neutrale”, premiando o penalizzando accounts e voci secondo nuovi criteri e preferenze aziendali-istituzionali.

Punti in comune tra TikTok e Twitter di Musk:

  • Interventi diretti sulla struttura algoritmica per orientare l’informazione.
  • Gestione centralizzata delle priorità editoriali.
  • Rapporto controverso con le autorità regolatorie e le associazioni di utenti.

Le principali differenze

  • Twitter ha un carattere più “testuale” e politico, mentre TikTok agisce prevalentemente su contenuti video brevi di intrattenimento.
  • Nel caso TikTok, il controllo si sviluppa tra soggetti statali e privati (USA/Oracle), mentre la Twitter di Musk è il frutto di una singola visione imprenditoriale.
  • Impatto geopolitico più marcato nel caso TikTok, vista la partecipazione di soggetti extra-UE e il confronto diretto tra Stati Uniti e Cina.

L’accostamento tra TikTok Trump algoritmo e TikTok e Twitter algoritmo risulta oggi più attuale che mai, vista la tendenza dei grandi social a plasmare sempre più direttamente ciò che gli utenti vedono, leggono e condividono.

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Scenari futuri: algoritmo “MAGA”, manipolazione e pluralità dell’informazione

L’ipotesi, evocata con ironia ma non senza qualche verità di fondo, che TikTok USA possa diventare “MAGA al 100%” ha sollevato forti polemiche nel dibattito pubblico e accademico. Gli algoritmi di raccomandazione, se alterati in modo mirato, possono amplificare un certo orientamento politico, marginalizzando voci e contenuti “non allineati”.

Tra i principali rischi a lungo termine si segnalano:

  • Riduzione della pluralità informativa e livellamento delle opinioni.
  • Possibile censura automatica di keyword, account o temi considerati “inadatti”.
  • Uso dell’algoritmo per favorire messaggi politici vicini a chi detiene il controllo della piattaforma.
  • Delega sempre maggiore alle big tech nella regolazione del dibattito pubblico.

D’altro canto, i sostenitori della mossa di Trump – in particolare tra i repubblicani più oltranzisti – sottolineano i vantaggi di una piattaforma “protetta” da ingerenze straniere, in cui i dati dei cittadini americani sono custoditi da società nazionali, come avviene appunto con Oracle nella TikTok joint venture USA.

Nel mezzo, la domanda cruciale sull’autonomia degli algoritmi tecnologici: può un governo, o un’azienda privata, garantire l’imparzialità delle piattaforme o ogni correzione produce inevitabilmente nuovi squilibri?

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Sintesi finale e prospettive

L’accordo tra Donald Trump e gli investitori americani, guidato da Oracle e formalizzato dalla creazione di TikTok USA, rappresenta un vero spartiacque per il futuro delle piattaforme digitali e del rapporto tra informazione, tecnologia e potere politico. La scelta di affidare il controllo dell’algoritmo e dei dati ad aziende statunitensi, se da una parte risponde a legittime preoccupazioni di sicurezza, dall’altra solleva dubbi sull’equità, la pluralità e la trasparenza dei processi.

Analogamente a quanto accaduto su Twitter dopo l’acquisizione di Musk, anche sul versante TikTok assisteremo a una crescente attenzione all’uso strategico degli algoritmi come strumenti di influenza politica, economica e culturale. Il rischio concreto è lo sviluppo di una “internet a blocchi” dove ogni Paese, o gruppo di interesse, vorrà la propria versione dei fatti, amplificata e sostenuta da tecnologie sviluppate su misura.

Per utenti, osservatori e ricercatori resta essenziale vigilare sull’evoluzione della gestione TikTok USA e pretendere maggiore trasparenza nelle decisioni che riguardano le nostre vite digitali. Solo così si potrà garantire un futuro in cui le piattaforme siano davvero strumenti di informazione libera e partecipata, anziché semplici veicoli di strategia politica e commerciale.

In conclusione, il controllo americano di TikTok rappresenta un caso emblematico di come le grandi potenze stiano ridefinendo il concetto stesso di libertà informativa, sicurezza e sovranità digitale. Un laboratorio in cui la partita, a ben vedere, è appena cominciata.

Pubblicato il: 29 settembre 2025 alle ore 15:13

Redazione EduNews24

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