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Tassare AI e Bitcoin per l'ambiente: realtà o utopia?
Tecnologia

Tassare AI e Bitcoin per l'ambiente: realtà o utopia?

Disponibile in formato audio

La proposta di Laurence Tubiana rilancia il dibattito sul legame tra innovazione digitale e crisi climatica

Tassare AI e Bitcoin per l'ambiente: realtà o utopia?

Indice

  • Introduzione: tra innovazione, consumi e clima
  • La proposta di Laurence Tubiana: una tassa per il clima
  • Bitcoin e consumo energetico: quanto inquina davvero?
  • Intelligenza artificiale, una nuova sfida per la sostenibilità
  • Regolamentazione delle criptovalute: il ruolo crescente delle banche centrali
  • Dai jet privati alle monete digitali: il nuovo volto della fiscalità climatica
  • Criticità e dibattito internazionale
  • Gli scenari futuri: utopia o svolta reale?
  • Sintesi finale

Introduzione: tra innovazione, consumi e clima

Negli ultimi anni, la rapidissima diffusione delle tecnologie digitali – dai sistemi di intelligenza artificiale alle criptovalute come Bitcoin – ha sollecitato non pochi interrogativi riguardo all’impatto ambientale di questa rivoluzione. L’ambizione di abbracciare un futuro sostenibile si scontra spesso con la realtà di centri dati affamati di energia e di reti informatiche in crescita esponenziale. Proprio in questo scenario nasce la proposta di Laurence Tubiana, diplomatica e stimata esperta di politiche climatiche, che ha avanzato la richiesta di una tassa specifica su intelligenza artificiale e criptovalute: un tributo volto a finanziare la lotta globale contro la crisi climatica. Si tratta di una soluzione praticabile per affrontare il consumo energetico di queste tecnologie oppure siamo davanti all’ennesima battaglia utopistica?

La proposta di Laurence Tubiana: una tassa per il clima

Laurence Tubiana, già protagonista ai tavoli internazionali sul clima – ricordiamo il suo ruolo-chiave durante la Cop21 di Parigi – è intervenuta nel dibattito proponendo una “climate tax” sulle attività di intelligenza artificiale e sulle criptovalute. L’idea nasce dalla necessità di finanziare, con risorse dedicate, la transizione ecologica e l’adattamento ai cambiamenti climatici, utilizzando come base imponibile quei segmenti tecnologici che, seppur innovativi, innescano un impatto ambientale elevato.

La tassa su intelligenza artificiale e la tassa su bitcoin, come prefigurato da Tubiana, non si configura soltanto come uno strumento fiscale ma come leva etica e politica per sollecitare l’intero settore a perseguire maggiore efficienza e sostenibilità. A differenza di precedenti proposte analoghe, questa iniziativa trova terreno fertile anche per l’attuale attenzione delle banche centrali rispetto alla regolamentazione delle criptovalute e, più in generale, a una fiscalità più stringente delle nuove forme di ricchezza digitale. Analizziamo dunque la portata del problema energetico e le caratteristiche delle tecnologie coinvolte.

Bitcoin e consumo energetico: quanto inquina davvero?

È proprio sulla scia dell’emergenza energetica che la proposta assume una valenza concreta. Secondo i dati più recenti, la rete Bitcoin consuma quasi quanto l’intero fabbisogno elettrico della Polonia – tra i 70 e i 100 Terawattora (TWh) annui, a seconda delle stime. Questo consumo è legato principalmente al cosiddetto mining, cioè alle operazioni computazionali necessarie per validare le transazioni e generare nuovi bitcoin, operazioni che richiedono hardware altamente performanti e continuamente attivi.

Le cifre parlano chiaro: ogni transazione, secondo alcune ricerche, avrebbe una «impronta energetica» superiore a quella di migliaia di operazioni visate attraverso circuiti bancari classici. Pur considerando i miglioramenti della tecnologia blockchain e l’espansione verso fonti rinnovabili, l’impatto resta significativo. Il dibattito sull’impatto ambientale delle criptovalute, e in particolare sul consumo energetico bitcoin, è quindi più che mai attuale. Ecco perché si parla sempre più spesso di bitcoin e ambiente come binomio critico per la sostenibilità futura.

Intelligenza artificiale, una nuova sfida per la sostenibilità

Non solo criptovalute. L’intelligenza artificiale rappresenta oggi uno degli ambiti in maggiore ascesa tecnologica, foriera di vantaggi enormi ma altrettanto esposta ai problemi legati alla sostenibilità. Allenare un modello linguistico di AI – come quelli utilizzati nelle chatbot avanzate, nei sistemi di automazione industriale o nelle piattaforme di sorveglianza – può richiedere decine di migliaia di ore-macchina su enormi cluster di server, con consumi spesso superiori agli stessi data center gestiti per esigenze classiche.

I dati raccolti dal settore mostrano come la crescita dei modelli di intelligenza artificiale sia accompagnata da un’escalation nei consumi: si stima che i nuovi sistemi generativi potrebbero moltiplicare il fabbisogno elettrico dei centri dati di Big Tech fino al +20% entro il 2030. Da qui nasce la proposta di una “tassa su intelligenza artificiale” non tanto come penalità, ma come incentivo a progettare, e adottare, algoritmi più green e meno energivori. Il tema dell’AI e sostenibilità è destinato a far discutere ancora, soprattutto in prospettiva regolatoria.

Regolamentazione delle criptovalute: il ruolo crescente delle banche centrali

A rafforzare il dibattito sulla fiscalità ambientale delle tecnologie digitali si aggiunge la nuova attenzione delle banche centrali. L’ascesa inarrestabile delle criptovalute ha spinto molte istituzioni, a partire dalla BCE e dalla Fed, ad analizzare l’impatto sistemico delle monete digitali e le possibili conseguenze in termini sia economici sia ambientali.

Le banche centrali, storicamente prudenti sul tema della regolamentazione criptovalute, mostrano ora maggiore interesse non solo per motivazioni di stabilità finanziaria, ma anche per le ricadute sulla sostenibilità energetica. Non si tratta solo di vigilanza, ma anche di ipotizzare strumenti fiscali mirati che trasformino il successo delle criptovalute da rischio a opportunità per la transizione green, sostenendo la proposta Laurence Tubiana e rendendo centrale il tema delle "tasse per crisi climatica".

Dai jet privati alle monete digitali: il nuovo volto della fiscalità climatica

Non è un caso che la proposta su AI e Bitcoin arrivi in un contesto internazionale in cui otto paesi hanno appena firmato un accordo per introdurre nuove tasse sui biglietti aerei di business e sui jet privati. Si tratta di una svolta storica nella fiscalità globale, che mira a colpire con tributi mirati i segmenti maggiormente responsabili delle emissioni di CO2, finanziando con le risorse così raccolte progetti a favore del clima.

In questo nuovo contesto, le criptovalute e le tecnologie di intelligenza artificiale – pur non essendo fisicamente paragonabili a un jet privato – rappresentano le “nuove frontiere” di uno stesso paradigma: chi genera impatti ambientali più consistenti deve contribuire maggiormente alla soluzione del problema. Questa analogia rafforza la convinzione che strumenti come la proposta Laurence Tubiana, centrati su una fiscalità innovativa, possano cambiare in profondità il quadro delle politiche per il clima.

Criticità e dibattito internazionale

Non mancano però le criticità e le resistenze. Gli oppositori della tassa su bitcoin e intelligenza artificiale sostengono che un eccesso di fiscalità rischia di frenare l’innovazione proprio nei settori più dinamici e promettenti, rallentando competitività e sviluppo. Altri sottolineano il rischio di delocalizzazione delle imprese tecnologiche verso paesi con una fiscalità più "amichevole" o meno attenti agli standard ambientali.

Un ulteriore punto di confronto riguarda la reale efficacia ambientale di una tassazione su bitcoin e AI. Gli esperti mettono in guardia: tassare gli usi energeticamente intensivi può spingere verso comportamenti più virtuosi, ma serve una governance internazionale efficiente per evitare fenomeni di arbitraggio fiscale e trasferimento illecito di capitali digitali.

Infine, la tracciabilità delle attività legate alle criptovalute rimane un nodo non del tutto risolto, aumentando la complessità dell’attuazione di un prelievo fiscale efficace. A pesare è anche la questione della giustizia sociale: chi pagherà effettivamente la tassa? Gli utenti finali, le aziende tech o i grandi operatori finanziari?

Gli scenari futuri: utopia o svolta reale?

La domanda che molti osservatori si pongono è se una tassa su bitcoin e intelligenza artificiale, orientata a finanziare l’azione climatica, possa rappresentare una vera svolta o se sia solo l’ultimo esempio di utopia normativa. Quanto sono pronte le economie globali ad accogliere una fiscalità “climatica digitale”? E le imprese – soprattutto quelle appena affacciatesi sul mercato – avranno risorse sufficienti per sostenere nuovi oneri?

Alcuni analisti suggeriscono che la chiave stia nell’inzagare gradualmente la tassazione e orientarvi parallelamente specifici incentivi per chi adotta tecnologie energeticamente efficienti. La partita è tutta sulla bilancia delle regole internazionali e della cooperazione tra paesi. La pressione sociale e politica su tematiche ambientali tuttavia aumenta costantemente, rendendo tali misure sempre più urgenti e meno trascurabili.

Sintesi finale

L’idea di tassare l’intelligenza artificiale e le criptovalute per finanziare la lotta globale contro il cambiamento climatico lancia un potente segnale: la società non può più ignorare il legame tra innovazione tecnologica e impatto ambientale. La proposta di Laurence Tubiana segna un punto di svolta nelle politiche ambientali, proiettando la questione della fiscalità verde in una dimensione davvero globale e contemporanea.

Sebbene non manchino ostacoli tecnici, politici e sociali, il dibattito rimane aperto. Le decisioni dei governi nei prossimi anni diranno se siamo davanti a una svolta epocale o a un fuoco di paglia. Quello che è certo è che la discussione sulla tassa su intelligenza artificiale, tassa su bitcoin e in generale sul rapporto tra tecnologia ed ecologia è ormai destinata a far parte della nostra quotidianità, obbligando tutti gli attori – dal privato al pubblico – a interrogarsi sulla sostenibilità delle proprie scelte e sul necessario equilibrio tra progresso e rispetto ambientale.

Pubblicato il: 18 luglio 2025 alle ore 14:28

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