Facebook e la Legge sui Servizi Digitali: Studio NATO Rivela Impatto Limitato nel Contrasto ai Contenuti Dannosi
Indice
- Introduzione: Il contesto normativo europeo e la sfida della sicurezza online
- La Legge sui Servizi Digitali (DSA) e Facebook: principi e aspettative
- Lo studio della NATO: metodo, obiettivi e fonti
- Andamento dei contenuti dannosi su Facebook: dati principali
- Focus Polonia: i numeri degli account polacchi e la crescita dei post dannosi
- Il nodo dell’odio online: incitamento e vulnerabilità
- Il meccanismo della verifica dei post e il suo impatto limitato
- Il tasso di rimozione dei post dannosi: una tendenza in diminuzione
- I miglioramenti sulla sicurezza online introdotti da Facebook
- Analisi critica: perché il DSA non ha prodotto i risultati attesi
- Implicazioni per il futuro della sicurezza online in Europa
- Conclusioni e prospettive: quali soluzioni?
1. Introduzione: Il contesto normativo europeo e la sfida della sicurezza online
L’era digitale vede l’emergere di nuove sfide legate alla sicurezza online e alla gestione dei contenuti dannosi, in particolare sulle piattaforme più frequentate come Facebook. Bruxelles, al centro dell’elaborazione normativa europea, si confronta da anni con la questione della regolamentazione dei contenuti sui social network. L’obiettivo principale è ridurre la diffusione di incitamento all’odio, disinformazione, violenza e altri materiali dannosi che possono minacciare la coesione sociale e la sicurezza dei cittadini.
Negli ultimi anni è stata promulgata la Legge sui Servizi Digitali (Digital Services Act – DSA), che mira a responsabilizzare le piattaforme digitali e a garantire un maggiore controllo e trasparenza nella gestione dei contenuti. Tuttavia, uno studio recentemente pubblicato dalla NATO evidenzia come, nonostante i miglioramenti apportati da Facebook, l’impatto della nuova normativa sui contenuti dannosi resti limitato.
2. La Legge sui Servizi Digitali (DSA) e Facebook: principi e aspettative
La Legge sui Servizi Digitali (DSA) rappresenta uno dei pilastri della strategia europea per il digitale. Essa impone obblighi stringenti sui fornitori di servizi online, specialmente quelli di dimensioni molto ampie come Facebook, nell’identificare, gestire e rimuovere tempestivamente contenuti illegali e dannosi.
Gli obiettivi dichiarati del DSA sono:
- Proteggere gli utenti dai rischi di incitamento all’odio e disinformazione
- Promuovere la trasparenza sugli algoritmi di moderazione
- Rafforzare la cooperazione tra piattaforme e autorità di controllo europee
- Salvaguardare i diritti fondamentali dei cittadini
Facebook, come colosso globale dei social media, è stato uno dei target principali della normativa. Gli osservatori avevano riposto grandi aspettative sulla sua capacità di ridurre la presenza di contenuti dannosi, ma la realtà appare più complessa di quanto atteso.
3. Lo studio della NATO: metodo, obiettivi e fonti
Nel maggio 2025 la NATO ha pubblicato uno studio dettagliato sull’impatto dell’attuazione della legge sui servizi digitali su Facebook, analizzando la situazione attraverso dati raccolti dal 2023 al 2024. L’indagine, condotta in collaborazione con centri di ricerca specializzati in sicurezza cibernetica e monitoraggio dei social media, ha preso in considerazione sia contenuti generati da utenti privati che da pagine pubbliche, con particolare attenzione all’area europea.
L’aspetto determinante dello studio è l’uso di metodologie di verifica incrociata tra dati pubblici, segnalazioni degli utenti e valutazioni di team dedicati al fact-checking. Ne è emersa una fotografia articolata e preoccupante sulla capacità di Facebook di fronteggiare la diffusione dei contenuti dannosi pur sotto il nuovo regime normativo del DSA.
4. Andamento dei contenuti dannosi su Facebook: dati principali
La ricerca della NATO ha evidenziato alcune tendenze che meritano particolare attenzione. I contenuti dannosi su Facebook non solo non sono diminuiti in seguito all’applicazione del DSA, ma in alcune aree hanno registrato un aumento significativo. In particolare:
- Nel periodo 2023-2024 è stato osservato un aumento del 45% dei post verificati come dannosi
- Per gli account con base in Polonia, i post dannosi sono cresciuti addirittura del 55%
Questi dati evidenziano come la normativa, almeno nel primo biennio di applicazione, non abbia ancora prodotto i risultati sperati nel contrasto ai contenuti nocivi su Facebook.
5. Focus Polonia: i numeri degli account polacchi e la crescita dei post dannosi
Un aspetto particolarmente rilevante emerso dallo studio riguarda il caso degli account polacchi su Facebook. Nel periodo analizzato, è stato riscontrato che i post dannosi generati da utenti o pagine con sede in Polonia sono aumentati del 55%. Le cause sono attribuibili sia a dinamiche interne, legate a particolari crisi politiche e sociali, sia a strategie di disinformazione amplificate durante importanti scadenze elettorali.
Il dato è significativo perché mostra come la maggiore pressione normativa e l’attenzione sui contenuti, in alcuni casi, siano stati insufficienti a rallentare la crescita di fenomeni dannosi. Gli account polacchi hanno sperimentato, tra l’altro, una maggiore presenza di post legati a incitamento all’odio, fake news e polarizzazione politica.
6. Il nodo dell’odio online: incitamento e vulnerabilità
L’incitamento all’odio rappresenta, secondo la NATO, l’aspetto più vulnerabile e difficile da gestire tra le violazioni analizzate. Mentre alcuni tipi di contenuti dannosi possono essere più facilmente individuati e rimossi (ad esempio, pornografia o contenuti violenti espliciti), l’incitamento all’odio online si manifesta spesso in forme più sottili e contestuali, rendendo più complesso il lavoro degli algoritmi e dei moderatori umani.
Secondo il rapporto, le tipologie di odio maggiormente diffuse comprendono:
- Odio razziale e xenofobia
- Intolleranza religiosa
- Attacchi contro categorie politiche o sociali
Questi fenomeni risultano particolarmente resistenti alle strategie tradizionali di verifica e rimozione dei contenuti, alimentando la sfida quotidiana di Facebook e delle autorità regolatorie.
7. Il meccanismo della verifica dei post e il suo impatto limitato
Il processo di verifica dei post, considerato una delle armi principali per contrastare la diffusione di fake news e hate speech, ha visto un aumento considerevole nei volumi: tra 2023 e 2024, il numero di post effettivamente sottoposti a verifica è cresciuto del 45%. Tuttavia, questa crescita non si è accompagnata a una proporzionale riduzione dei contenuti dannosi effettivamente presenti sulla piattaforma.
Le ragioni di questo gap sono molteplici:
- La velocità di diffusione dei contenuti supera le capacità di reazione dei sistemi di verifica
- L’elevata sofisticazione delle tecniche di aggiramento degli algoritmi di moderazione
- La carenza di risorse umane e tecnologiche nei team di content moderation
Di conseguenza, anche aumentando il numero di post verificati, una parte consistente dei contenuti dannosi riesce comunque a eludere i controlli e a rimanere online per periodi significativi.
8. Il tasso di rimozione dei post dannosi: una tendenza in diminuzione
Particolarmente preoccupante è il dato relativo al tasso di rimozione dei post dannosi. Pur in presenza di strumenti più avanzati e di una maggiore attenzione del pubblico e delle istituzioni, lo studio rivela una riduzione nella percentuale di contenuti rimossi:
- Le segnalazioni aumentano, ma l’effettivo tasso di eliminazione risulta in calo
- In Europa orientale, la permanenza online di post dannosi risulta più duratura che in altre aree
Questo trend mostra come, nonostante i miglioramenti dichiarati da Facebook nella creazione di un ambiente online più sicuro, la concreta capacità di rimuovere tempestivamente i contenuti dannosi sia ancora insoddisfacente e in alcuni casi addirittura peggiorata.
9. I miglioramenti sulla sicurezza online introdotti da Facebook
Facebook, dal canto suo, ha introdotto alcune migliorie significative per la sicurezza online, quali:
- Nuovi sistemi di intelligenza artificiale per la rilevazione automatica dei contenuti in violazione delle policy
- Ampliamento dei team di moderatori umani per la revisione manuale dei casi più complessi
- Partnership con enti terzi di fact-checking indipendente
- Sviluppo di strumenti per la segnalazione più efficace da parte degli utenti
Tuttavia, come sottolinea lo stesso studio NATO, pur riconoscendo questi sforzi l’impatto globale rimane moderato, specialmente rispetto alle aspettative generate dal lancio del DSA.
10. Analisi critica: perché il DSA non ha prodotto i risultati attesi
L’applicazione della Legge sui Servizi Digitali ha evidenziato diversi limiti, sia sul piano tecnico che normativo:
- Difficoltà di applicazione uniforme nei diversi paesi UE
- Resistenza tecnologica da parte delle piattaforme nel rendere trasparenti gli algoritmi di moderazione
- Lacune nella collaborazione tra istituzioni nazionali e piattaforme
- Complessità nella definizione e nell’individuazione dei confini tra libertà di espressione e contenuti dannosi
Questi elementi hanno favorito un impatto limitato sull’effettiva riduzione dei contenuti dannosi, a conferma che il DSA, pur restando una cornice importante, necessita di integrazioni e di un maggiore coordinamento tra le parti coinvolte.
11. Implicazioni per il futuro della sicurezza online in Europa
Alla luce dei risultati dello studio della NATO, emergono alcune linee guida per il futuro:
- Rafforzare la cooperazione paneuropea tra governi, piattaforme e società civile
- Incrementare investimenti in tecnologie di intelligenza artificiale etica e trasparente
- Sensibilizzare gli utenti a una maggiore responsabilità nella produzione e diffusione dei contenuti
- Sviluppare quadri normativi più agili in grado di tenere il passo con l’innovazione digitale
Il tema della sicurezza online resta una delle priorità nell’agenda digitale europea e mondiale, e richiederà un approccio sempre più sistemico e interdisciplinare.
12. Conclusioni e prospettive: quali soluzioni?
In conclusione, sebbene Facebook abbia introdotto alcuni miglioramenti per promuovere la sicurezza online, lo studio della NATO mostra come l’impatto del DSA sulla reale riduzione dei contenuti dannosi sia ancora circoscritto. Fenomeni come l’incitamento all’odio e la crescita dei contenuti tossici, specialmente in paesi come la Polonia, segnalano la necessità di interventi più efficaci sia da parte delle istituzioni che delle piattaforme tecnologiche.
L’auspicio è che il quadro normativo possa evolversi in direzione di una maggiore sinergia tra innovazione, regolamentazione e responsabilità civile, affinché la rete possa essere uno spazio sicuro e inclusivo per tutti gli utenti europei e globali.
Sintesi: L’impatto della legge sui servizi digitali (DSA) su Facebook, secondo uno studio della NATO, si è rivelato inferiore alle aspettative: mentre sono stati implementati miglioramenti nella sicurezza e nella verifica dei contenuti, il tasso di rimozione dei materiali dannosi resta in calo. Particolare attenzione è richiesta nei confronti dell’aumento dei contenuti dannosi provenienti dagli account polacchi e della persistente vulnerabilità all’odio online. Soluzioni più efficaci sono ancora necessarie per affrontare il fenomeno e garantire una rete più sicura.