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Cyber-Spionaggio Avanzato: Il Pericolo dell’Attacco ClickFix e i Nuovi Malware NoRobot e MaybeRobot
Tecnologia

Cyber-Spionaggio Avanzato: Il Pericolo dell’Attacco ClickFix e i Nuovi Malware NoRobot e MaybeRobot

Analisi completa della minaccia informatica dietro il falso CAPTCHA che infetta i computer in Europa e nel mondo

Cyber-Spionaggio Avanzato: Il Pericolo dell’Attacco ClickFix e i Nuovi Malware NoRobot e MaybeRobot

Nel panorama della sicurezza informatica del 2025, un nuovo spettro si aggira tra aziende, istituzioni e utenti privati: l’attacco ClickFix, tecnica ingannevole portata alla ribalta dal gruppo Star Blizzard, noto collettivo di cyber-spionaggio legato all’intelligence FSB russa. L’uso di falsi CAPTCHA, apparentemente innocui, ha permesso la diffusione di sofisticate famiglie di malware come NoRobot e MaybeRobot, riuscendo a eludere molte delle abituali difese di rete e dei sistemi antivirus. In questo articolo, analizzeremo in modo approfondito tutta la catena dell’attacco ClickFix, le caratteristiche dei nuovi malware e le raccomandazioni di sicurezza fornite dai principali enti internazionali, incluse le recenti rivelazioni di Google nel suo rapporto sulla campagna ColdRiver.

Indice dei paragrafi

  • Introduzione al cyber-spionaggio e al contesto 2025
  • Il gruppo Star Blizzard e i legami con l’FSB russo
  • Cos’è un attacco ClickFix: dinamiche e fasi
  • I malware NoRobot e MaybeRobot: caratteristiche e pericolosità
  • Il ruolo dei falsi CAPTCHA: come e perché infettano
  • Il rapporto Google sulla campagna ColdRiver
  • Canali C2: come MaybeRobot comunica con gli attaccanti
  • Prevenzione e mitigazione: cosa consiglia la cybersecurity internazionale
  • Sintesi finale e prospettive future

Introduzione al cyber-spionaggio e al contesto 2025

La crescente digitalizzazione di tutti gli aspetti della vita pubblica e privata ha aperto nuove frontiere per la criminalità informatica e lo spionaggio digitale. All’alba del 2025, è chiaro che le minacce informatiche non sono più occasionali o casuali, ma parte di sofisticate campagne di intelligence e di sabotaggio mirate, spesso con la regia di servizi segreti di potenze mondiali come la Russia.

Il collettivo Star Blizzard, ritenuto vicino all’FSB russo, ha costruito negli anni una fetta importante del suo potere su reti di vulnerabilità sconosciute e malware personalizzati. Recentemente, dopo la scoperta della catena LostKeys, questi criminali informatici hanno dimostrato una notevole capacità di adattamento, introducendo nuove famiglie di malware tra cui spiccano NoRobot e MaybeRobot. Questa nuova ondata poggia sull’innovativo attacco ClickFix, che sfrutta la fiducia degli utenti in meccanismi CAPTCHA ormai onnipresenti nelle interfacce digitali.

Il gruppo Star Blizzard e i legami con l’FSB russo

Star Blizzard, anche noto nel settore della cyber intelligence come ColdRiver, è un gruppo noto per le campagne di cyber-spionaggio mirate contro governi, enti di ricerca nucleare, infrastrutture critiche e obiettivi diplomatici. Le indagini delle principali agenzie occidentali hanno collegato ripetutamente Star Blizzard al FSB, il Servizio Federale di Sicurezza della Federazione Russa, sottolineando una chiara matrice statale dietro le operazioni di hacking.

Nel corso degli ultimi anni, Star Blizzard ha raffinato le sue capacità, puntando non solo sulle vulnerabilità tecniche ma anche sul cosiddetto social engineering, ovvero l’ingegneria sociale. Rientra in questa logica l'attacco ClickFix, in grado di ingannare anche utenti esperti.

Cos’è un attacco ClickFix: dinamiche e fasi

L’attacco ClickFix rappresenta un salto qualitativo nelle strategie di infezione, perché sfrutta un elemento ormai familiare a tutti: il CAPTCHA. Questi test, ideati per distinguere tra essere umano e robot, sono diffusi in ogni processo di autenticazione online.

Il meccanismo fondamentale dell’attacco ClickFix è il seguente:

  1. La vittima riceve un’email di phishing, un link tramite social network o attraverso siti compromessi.
  2. Viene reindirizzata a una pagina che simula in modo realistico un form di accesso protetto da CAPTCHA.
  3. Invitata a cliccare su “Non sono un robot”, la vittima, in realtà, attiva uno script malevolo che avvia il download o l’installazione dei malware NoRobot o MaybeRobot.
  4. L’infezione si propaga all’intero sistema, raggiungendo documenti sensibili, credenziali e informazioni strategiche.

Questa modalità ha un altissimo tasso di successo, poiché il gesto del clic su un CAPTCHA viene ormai ripetuto decine di volte al giorno senza sospetto.

I malware NoRobot e MaybeRobot: caratteristiche e pericolosità

I protagonisti di questa nuova ondata, NoRobot e MaybeRobot, sono famiglie di malware con diversificate funzionalità, progettate proprio per evitare l’individuazione automatizzata e adattarsi a vari ambienti operativi.

NoRobot è distribuito principalmente tramite il meccanismo ClickFix e agisce come vettore principale d’infezione. Si installa con privilegi elevati, modifica chiavi di registro e può installare ulteriori componenti malevoli in capacità di “dropper”, cioè di portatore di altri virus.

MaybeRobot rappresenta invece la seconda fase dell’infezione. Una volta entrato nel sistema, stabilisce connessioni cifrate con i server di comando e controllo (canali C2), eseguendo silenziosamente le istruzioni dei cyber-criminali:

  • Esecuzione di comandi remoti
  • Esfiltrazione di documenti e credenziali
  • Download di ulteriori payload
  • Distruzione o cifratura di dati (in certi casi, anche ransomware)

La combinazione di NoRobot e MaybeRobot fa sì che l’attacco sia persistente, modulare e altamente pericoloso, anche per sistemi normalmente protetti da firewall e soluzioni antimalware aggiornate.

Il ruolo dei falsi CAPTCHA: come e perché infettano

L’impiego dei falsi CAPTCHA per infettare i computer rappresenta una trovata di raffinata ingegneria sociale. Gli utenti, abituati a interagire quotidianamente con questa barriera, non percepiscono il pericolo insito nell’atto del clic, soprattutto quando la pagina appare perfettamente coerente con le aspettative visive (logo dell’azienda, dominio apparentemente corretto, testo in lingua locale).

La truffa si perfeziona perché:

  • I falsi CAPTCHA sono animati e “funzionanti”, danno feedback, simulando l’autenticità.
  • La tecnologia di phishing evolve continuamente, eludendo controlli basati su blacklist e firme digitali statiche.
  • La richiesta di completare un task semplice viene associata a un senso di urgenza o necessità (accesso a dati importanti, recupero di account, verifica di transazioni sospette).

In questo modo, l’attacco ClickFix si avvale di un veicolo psicologico potentissimo, inducendo l’utente a diventare una “porta d’accesso” involontaria.

Il rapporto Google sulla campagna ColdRiver

Nel mese di ottobre 2025, Google ha pubblicato un dettagliato rapporto che analizza i nuovi vettori di attacco introdotti da Star Blizzard (ColdRiver). Dal documento emerge come la sofisticazione di queste campagne abbia segnato una svolta nella storia recente del cyber-spionaggio internazionale.

I punti salienti del rapporto Google sono:

  • Ricostruzione delle infrastrutture C2 utilizzate da MaybeRobot
  • Analisi delle tecniche di elusione degli antivirus commerciali
  • Documentazione delle tipologie di phishing e delle varianti del falso CAPTCHA
  • Indicazioni puntuali su indirizzi IP e domini coinvolti
  • Raccomandazioni ai provider e agli amministratori di sistema per bloccare tempestivamente gli IOC (indicatori di compromissione)

Il rapporto ha inoltre permesso ad autorità di numerosi Paesi di rafforzare la collaborazione internazionale, condividendo le black list dei siti di phishing e diffondendo alert tempestivi verso gli obiettivi più esposti.

Canali C2: come MaybeRobot comunica con gli attaccanti

Un elemento tecnico centrale dell’intera vicenda riguarda i cosiddetti canali C2 (Command and Control), tramite cui MaybeRobot riceve istruzioni e trasmette i dati raccolti ai server degli aggressori.

I canali C2 sono generalmente invisibili all’utente e vengono occultati tramite tecniche di cifratura avanzata e l’uso di proxy distribuiti a livello globale. Questo rende particolarmente difficile l’identificazione e l’interruzione della comunicazione, anche da parte di esperti informatici.

Nel caso delle infezioni ClickFix, tali canali vengono spesso rinnovati, utilizzando cloud pubblici, VPN, tecnologie peer-to-peer e indirizzi IP temporanei. MaybeRobot può essere istruito a spegnersi o a autodistruggersi nel momento in cui viene rilevata un’anomalia nella rete, vanificando i tentativi di analisi forense ex post.

Prevenzione e mitigazione: cosa consiglia la cybersecurity internazionale

A fronte dell’emergere di minacce come l’attacco ClickFix e dei malware NoRobot e MaybeRobot, le principali aziende di cybersecurity e le agenzie governative europee, americane e asiatiche hanno messo a punto una serie di raccomandazioni:

Best practice per gli utenti e le organizzazioni:

  • Prestare attenzione a qualsiasi richiesta di cliccare su CAPTCHA al di fuori di pagine note e certificate
  • Verificare sempre il dominio del sito visitato (Diffidare da domini simili o sospetti)
  • Aggiornare costantemente sistemi operativi e software di sicurezza
  • Implementare autenticazione a più fattori
  • Formare periodicamente il personale sulle nuove minacce di social engineering

Per i responsabili IT delle aziende:

  • Seguire linee guida pubblicate da entità come ENISA, NIST, ANSSI
  • Monitorare in tempo reale i log di accesso e di sistema per identificare comportamenti anomali
  • Utilizzare strumenti di rilevazione comportamentale avanzati (EDR/XDR)
  • Isolare all’istante le macchine sospette

Tecnologie emergenti utili:

  • Analisi tramite intelligenza artificiale dei pattern di accesso
  • Sistemi di sandboxing dinamico per i file sospetti
  • Collaborazione costante con i CERT nazionali e internazionali

Sintesi finale e prospettive future

Il 2025 si profila come un anno di svolta per la cybersecurity. L’attacco ClickFix, con la sua ingegnosità e il supporto di malware come NoRobot e MaybeRobot, segna un nuovo livello di sofisticazione nell’arsenale del cyber-spionaggio internazionale. Gli operatori, le aziende e gli utenti singoli non possono più permettersi di ignorare il rischio derivante dai falsi CAPTCHA e dalle nuove tecniche di phishing, come dimostrano le segnalazioni e il rapporto Google.

L’unica strategia vincente risiede in una combinazione di formazione, aggiornamento tecnologico e cooperazione internazionale. Solo una risposta integrata e tempestiva potrà arginare la diffusione di queste minacce, proteggendo i dati sensibili e la privacy in un’epoca in cui basta un semplice clic su “Non sono un robot” per essere infettati.

In conclusione, la lotta contro l’attacco ClickFix e le nuove famiglie di malware sarà uno degli elementi determinanti per l’evoluzione della sicurezza digitale nei prossimi anni, con implicazioni che vanno ben oltre l’aspetto tecnico per coinvolgere la geopolitica, la fiducia nelle istituzioni e la salvaguardia della società dell’informazione.

Pubblicato il: 22 ottobre 2025 alle ore 10:19

Redazione EduNews24

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