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Addio a goo.gl: cosa fare dopo la chiusura nel 2025
Tecnologia

Addio a goo.gl: cosa fare dopo la chiusura nel 2025

Disponibile in formato audio

Guide pratiche e soluzioni dopo lo stop definitivo agli URL abbreviati di Google

Addio a goo.gl: cosa fare dopo la chiusura nel 2025

Indice

  • Introduzione
  • La storia e il declino di goo.gl
  • Motivi della cessazione e implicazioni
  • L'impatto su utenti e aziende
  • Cosa succede dal 25 agosto 2025
  • Il panorama attuale degli abbrevia-url
  • Alternative a goo.gl: quali scegliere e perché
  • Come sostituire vecchi link goo.gl
  • Best practice per l’aggiornamento dei link
  • La sicurezza degli URL abbreviati oggi
  • Goo.gl e il fenomeno dei link brevi: riflessioni finali
  • Sintesi e consigli conclusivi

Introduzione

Il prossimo 25 agosto 2025 segnerà la fine definitiva di tutte le URL abbreviate tramite il servizio goo.gl, storico strumento di Google per la creazione rapida di collegamenti brevi e gestibili. Google ha comunicato ufficialmente che dal giorno successivo, qualsiasi link creato con goo.gl restituirà un messaggio di errore 404, rendendo quindi impossibile l’accesso alle destinazioni originarie. Questa decisione rappresenta l’epilogo di un processo di smantellamento iniziato ormai diversi anni fa, con la deprecazione del servizio già nel 2019.

La notizia di cessazione delle URL goo.gl ha suscitato reazioni immediate sia tra gli utenti privati che tra aziende, associazioni e webmaster. Per molti, goo.gl rappresentava una soluzione affidabile e pratica per la gestione condivisa di collegamenti, tracciamento click e diffusione rapida sui social. Cosa fare adesso? Quali sono le alternative affidabili per sostituire rapidamente i vecchi link brevi goo.gl ed evitare impatti negativi sulle proprie attività digitali? In questo articolo analizziamo la situazione attuale, spiegando in dettaglio cosa succederà e quali sono gli strumenti a disposizione per non farsi trovare impreparati.

La storia e il declino di goo.gl

Il servizio goo.gl viene lanciato da Google nel 2009 come risposta alle crescenti esigenze di breve resoconto degli URL, specialmente per la condivisione su piattaforme come Twitter, ma anche per esigenze interne di monitoraggio. Subito apprezzato per la sua integrabilità con altri prodotti Google, goo.gl si dimostra fondamentale nel ciclo di vita di numerosi progetti digitali, consentendo sia la semplificazione delle URL lunghe, sia la raccolta di dati tramite un sistema di analytics interno.

La popolarità di goo.gl cresce soprattutto tra il 2010 e il 2015, quando il fenomeno social esplode e la condivisione di collegamenti diviene una delle principali modalità di diffusione dei contenuti. Tuttavia, già nel 2018 iniziano ad arrivare i primi segnali di stop: Google annuncia di voler orientare lo sviluppo verso collegamenti intelligenti (Dynamic Links), più evoluti e dedicati soprattutto alle app mobile, mettendo gradualmente in secondo piano il classico servizio di abbreviazione URL.

Nel marzo 2019, Google depreca ufficialmente goo.gl, bloccando la possibilità di creare nuovi link brevi Google. Gli utenti possono ancora accedere ai loro vecchi link e alle statistiche già raccolte, ma la data del phase-out definitivo viene fissata per agosto 2025. Negli anni seguenti, l’utilizzo di goo.gl diminuisce drasticamente: secondo i dati diffusi da Google stessa, oltre il 99% dei collegamenti non ha registrato attività nell’ultimo mese prima della comunicazione di chiusura.

Motivi della cessazione e implicazioni

Le motivazioni ufficiali che hanno portato alla cessazione del servizio goo.gl coinvolgono aspetti tecnici, di sicurezza e di strategia aziendale. Google ha sottolineato come l'evoluzione delle esigenze digitali abbia portato il focus verso strumenti più sofisticati, in particolare nel contesto delle app mobili e dei servizi avanzati di tracciamento. Le semplici URL corte, una volta utilissime, sono ormai considerate una risorsa superata rispetto ai moderni strumenti di gestione dei collegamenti.

In parallelo, la crescente attenzione verso la sicurezza informatica e la prevenzione degli abusi ha inciso notevolmente sulla decisione. I link abbreviati sono da sempre un bersaglio privilegiato per spammer, truffatori e malintenzionati: celando la reale destinazione di un collegamento, semplificano le campagne di phishing o la diffusione di malware. Google ha maturato l’idea che mantenere attivo un servizio non aggiornato rispetto agli attuali standard di protezione fosse più rischioso che vantaggioso sia per la piattaforma, sia per gli utenti.

Infine, non va sottovalutato il fattore economico e di efficienza nelle infrastrutture: mantenere attivo un servizio ormai obsoleto, utilizzato solo marginalmente, sottrae risorse a progetti più innovativi e redditizi, in linea con le nuove strategie di crescita di Google.

L’impatto su utenti e aziende

L’annuncio della cessazione definitiva di goo.gl dal 25 agosto 2025 ha attirato soprattutto l’attenzione di chi, nel tempo, ha affidato a questa piattaforma la gestione di link importanti, presenti in documenti PDF, materiali di marketing, email aziendali, pagine web o perfino QR code stampati.

Se da un lato Google rassicura ricordando come la stragrande maggioranza degli URL goo.gl non abbia registrato trafico negli ultimi mesi, resta tuttavia un segmento – seppure ridotto – di utenti affezionati, i cui link restano tuttora attivi e utilizzati in modo regolare. Per questi soggetti emerge la necessità di un’attenta revisione e, se necessario, sostituzione puntuale dei collegamenti per evitare interruzioni di servizio, errori di navigazione e perdita di traffico.

Sul fronte aziendale e istituzionale, la questione è ancora più delicata. Aziende, pubbliche amministrazioni e università spesso archiviano grandi quantità di risorse digitali referenziate da URL go.gl, talvolta integrate in presentazioni, documenti ufficiali, sistemi gestionali, CRM aziendali o manuali di utilizzo. In questi contesti, la chiusura di goo.gl rischia di causare non solo disagio operativo ma, in alcuni casi, anche perdita di dati o problematiche di assistenza clienti. Una riconversione tempestiva e pianificata si impone quindi come necessità prioritaria.

Cosa succede dal 25 agosto 2025

Il 25 agosto 2025 sarà la data spartiacque per la fine ufficiale del servizio di abbreviazione URL Google. Da questa data in poi, tutti i collegamenti goo.gl – ancora raggiungibili pubblicamente o privati – cesseranno immediatamente di funzionare. Gli utenti che dovessero cliccare su un vecchio goo.gl, anche estrapolato da documenti o mail salvate, visualizzeranno una pagina d’errore 404, classico messaggio che segnala la mancata presenza della risorsa richiesta sul server.

Prima di questa scadenza, già dal 23 agosto 2024 Google effettuerà una fase intermedia: i click sui collegamenti goo.gl inizieranno a mostrare una pagina di avviso, segnalando agli utenti l’imminente dismissione del servizio. In questo modo l’azienda cerca di minimizzare i disagi, consentendo l’individuazione tempestiva dei link ancora attivi e fornendo informative utili alla loro sostituzione.

Chiunque abbia utilizzato goo.gl dovrà quindi verificare attentamente la presenza di url ancora inseriti nei propri materiali digitali e prepararsi a migrare verso servizi alternativi, per non interrompere la catena di fiducia e accessibilità degli utenti.

Il panorama attuale degli abbrevia-url

Negli ultimi anni il mercato degli abbrevia-url si è diversificato notevolmente. Sparita la storica "monocrazia" di goo.gl per il mercato italiano e mondiale, sono nate aziende e start-up in grado di offrire piattaforme di gestione sempre più orientate alla sicurezza, all’analytics avanzato e alla personalizzazione. Bitly e TinyURL restano i punti di riferimento più noti della categoria, ma si sono affacciati anche servizi evoluti come Rebrandly, Ow.ly e molti altri.

Oggi queste piattaforme garantiscono non solo l’ottenimento di link brevi, ma anche strumenti sofisticati di gestione delle campagne di marketing, opzioni di brandizzazione, sistemi di tracciamento e integrazione con CRM ed e-commerce. Alcune offrono inoltre la possibilità di creare codice QR direttamente partendo dal link corto, elemento molto richiesto nei contesti pubblicitari e didattici.

Sul fronte sicurezza, la maggior parte dei servizi alternativi offre automatismi di scansione per rilevare redirect malevoli, tentativi di phishing o uso fraudolento degli indirizzi brevi. Questa protezione, spesso assente negli anni d’oro di goo.gl, oggi viene considerata uno standard imprescindibile.

Alternative a goo.gl: quali scegliere e perché

La scelta del miglior servizio di abbreviazione URL dipende soprattutto dalle esigenze specifiche dell’utente. Ecco una panoramica delle principali opzioni disponibili a chi deve affrontare la chiusura di goo.gl:

Bitly: forse il più conosciuto, consente sia uso gratuito che piani evoluti per utenti professionali e aziende. Offre analytics, personalizzazione del dominio e un’interfaccia intuitiva. Può essere integrato facilmente con strumenti di marketing automation.

TinyURL: storico competitor di goo.gl, mantiene ancora oggi una certa popolarità per la sua estrema semplicità d’uso e per l’aspetto "nostalgico". Non prevede sistemi avanzati di raccolta dati ma offre una buona affidabilità.

Rebrandly: punta molto sulla possibilità di creare link brevi con domini personalizzati (es. nomebrand.link/xx), ideali per chi desidera mantenere coerenza e riconoscibilità nella comunicazione.

Ow.ly: integrato nell’ecosistema Hootsuite, è molto usato dai social media manager per la programmazione delle campagne e la semplificazione dei post multi-piattaforma.

Shorte.st, is.gd, Cutt.ly e molti altri completano il panorama a disposizione, ciascuno con proprie specificità: dall’immediatezza d’uso alla possibilità di restringere l’accesso o mantenere i link privati.

A fronte dell’ampia scelta, il consiglio è testare più piattaforme, valutando la facilità di gestione, l’attendibilità, la protezione dati e, per i business, gli strumenti di analisi e tracciamento.

Come sostituire vecchi link goo.gl

La sostituzione dei vecchi goo.gl è un’operazione che richiede metodo e attenzione. In primo luogo occorre effettuare una mappatura completa dei link attualmente in uso, esplorando i materiali interni, i siti, le newsletter, i post sui social e tutti quei contesti dove il collegamento breve potrebbe essere ancora presente.

Tramite fogli di calcolo condivisi o servizi di crawling, è possibile elencare tutti i goo.gl da verificare. Una volta ottenuta questa lista, per ciascun link occorre:

  1. Controllare la destinazione originale.
  2. Generare un nuovo breve link tramite uno dei servizi alternativi selezionati.
  3. Aggiornare puntualmente ogni riferimento nei materiali pubblici e privati, dagli articoli digitali ai formati cartacei.

Nei casi più complessi, dove i link compaiono in centinaia di documenti PDF o mail archiviate, può essere necessario predisporre una comunicazione agli utenti finali o rilasciare delle versioni aggiornate dei materiali.

Best practice per l’aggiornamento dei link

La sostituzione dei link non è solo un’operazione di routine: per aziende, scuole e pubblici uffici, è bene sviluppare un processo strutturato e condiviso, eventualmente coinvolgendo tutte le risorse che gestiscono contenuti digitali. Alcune buone pratiche:

  • Attivare sistemi automatizzati di ricerca dei link su siti e database.
  • Aggiornare ogni correlato (newsletter, banner, social, QR code).
  • Mantenere un registro delle nuove URL brevi create, con log delle modifiche.
  • Valutare l’impiego di domini di abbreviazione personalizzati, per una maggiore riconoscibilità e controllo.
  • Verificare periodicamente la funzionalità dei nuovi servizi scelti.

La sicurezza degli URL abbreviati oggi

Uno dei motivi che portano servizi come goo.gl alla cessazione è, come anticipato, la crescente pressione sulla sicurezza dei link. In tempi recenti sono cresciuti i tentativi di utilizzo malevolo degli URL abbreviati, spingendo gli operatori a introdurre livelli di protezione sempre più sofisticati.

Gli utenti devono oggi diffidare da link non riconoscibili e utilizzare solo servizi che garantiscano sistemi di monitoraggio attivo, ricognizione delle destinazioni e gestione di eventuali segnalazioni di abuso. Per le aziende, l’uso di abbreviazione di dominio personalizzato è considerato tra le pratiche più sicure, in quanto limita drasticamente l’inserimento massivo di indirizzi sospetti su piattaforme pubbliche.

Goo.gl e il fenomeno dei link brevi: riflessioni finali

La dismissione definitiva delle URL goo.gl rappresenta la chiusura di un capitolo importante della storia digitale. Goo.gl è stato pioniere nell’abbreviare il web, rendendo la condivisione più accessibile ed immediata, ma oggi la logica del dato e della sicurezza ha avuto il sopravvento su quello che era uno strumento molto "umano" nella sua semplicità.

Le nuove tecnologie rendono forse meno necessario il ricorso ai link abbreviati rispetto al passato, ma la loro utilità resta indiscussa nei contesti di comunicazione rapida e mobile. Sapere affrontare con metodo la sostituzione di goo.gl rappresenta una sfida organizzativa e culturale per chiunque navighi nel mondo dell’informazione digitale.

Sintesi e consigli conclusivi

Dal 25 agosto 2025 tutti i link goo.gl saranno disattivati, restituendo errore 404. È essenziale che tutti gli utenti, privati e aziende, procedano ad una revisione e sostituzione dei link abbreviati Google ancora in uso, scegliendo tra i molti servizi di abbreviazione URL oggi attivi (Bitly, TinyURL, Rebrandly, ecc.).

La scelta della piattaforma deve essere guidata da criteri di sicurezza, affidabilità e facilità di gestione. Aggiornare con tempestività i propri riferimenti garantisce continuità, professionalità e integrità delle attività digitali, prevenendo disagio per gli utenti ed evitando perdite di dati o traffico.

In conclusione, la dismissione di goo.gl è sintomo di un ecosistema digitale sempre più dinamico e attento alla sicurezza. Sapere adattarsi al cambiamento resta la chiave per un web sempre più accessibile, sicuro e affidabile.

Pubblicato il: 25 luglio 2025 alle ore 16:18

Redazione EduNews24

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