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La Cina e la scuola italiana: l’appello di Franco Cardini per un’educazione più globale
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La Cina e la scuola italiana: l’appello di Franco Cardini per un’educazione più globale

Studiare la civiltà cinese per superare i limiti di una scuola troppo centrata sull’Occidente

La Cina e la scuola italiana: l’appello di Franco Cardini per un’educazione più globale

Indice dei paragrafi

  • Premessa: la Cina e il dibattito sulle Indicazioni Nazionali 2025
  • Chi è Franco Cardini e il suo ruolo nel dibattito culturale italiano
  • Il richiamo a studiare la Cina: le motivazioni storiche e attuali
  • Un curriculum ancora troppo “occidentale”: limiti e critiche
  • La civiltà cinese nella formazione scolastica: temi fondamentali
  • Il punto sulle Indicazioni Nazionali 2025
  • Il doppio standard dell’Occidente secondo Cardini
  • Perché la conoscenza della Cina è utile ai ragazzi di oggi
  • Prospettive e proposte concrete per integrare la Cina nel curriculum
  • La posizione del Ministero dell'Istruzione e le tendenze della scuola italiana
  • Conclusioni: verso una scuola davvero globale

Premessa: la Cina e il dibattito sulle Indicazioni Nazionali 2025

Negli ultimi anni il ruolo della Cina nello scacchiere globale è diventato sempre più rilevante, influenzando non solo l’economia e la politica, ma anche la cultura e l’istruzione dei paesi occidentali. In Italia, il dibattito sulle Indicazioni Nazionali 2025 per la scuola ha scatenato riflessioni profonde sui criteri di selezione dei contenuti nei programmi scolastici.

Tra le voci più autorevoli che hanno arricchito questo dibattito figura lo storico Franco Cardini, il quale ha recentemente lanciato un appello sul valore di studiare la Cina a scuola. Attraverso le sue parole, Cardini invita a riflettere su una formazione che sappia andare oltre i confini dell’Occidente e includa la civiltà cinese come elemento chiave nella formazione scolastica.

Questo appello si inserisce in un contesto in cui il Ministero dell’Istruzione promuove una scuola centrata soprattutto sui valori e sulle prospettive occidentali. Ma è sufficiente?

Chi è Franco Cardini e il suo ruolo nel dibattito culturale italiano

Franco Cardini è uno degli storici contemporanei più autorevoli e conosciuti in Italia e in Europa. Accademico, medievista e saggista, il suo contributo nel dibattito culturale italiano è sempre stato improntato all’apertura verso le diverse civiltà e culture.

Ha dedicato particolare attenzione alle dinamiche di incontro e scontro tra Occidente e Oriente nella storia, sottolineando l’importanza di una prospettiva multipolare nella lettura del passato e dell’attualità.

Non è la prima volta che si esprime in favore di una rivalutazione dei curricoli scolastici, proponendo di includere con maggiore convinzione lo studio delle culture extraeuropee, tra cui quella cinese, spesso trascurata nei programmi attuali.

Il richiamo a studiare la Cina: le motivazioni storiche e attuali

L’appello di Cardini a «studiare la Cina» nasce da una duplice esigenza: storica e contemporanea. Dal punto di vista storico, la civiltà cinese è tra le più antiche e complesse del mondo, con influenze che si estendono all’arte, alla filosofia, alla scienza e alla tecnologia.

Dal punto di vista attuale, la Cina riveste un ruolo cruciale nell’economia mondiale, nei mercati finanziari, nella tecnologia e nei rapporti geopolitici.

Cardini sottolinea come ignorare la storia e la cultura cinese significhi privare i giovani di una chiave di lettura essenziale del mondo contemporaneo. La conoscenza profonda della Cina è infatti una risorsa strategica, sia per chi in futuro lavorerà nel settore pubblico che in quello privato.

Un curriculum ancora troppo “occidentale”: limiti e critiche

Nonostante la globalizzazione, il curriculum scolastico italiano continua a essere fortemente improntato ai valori, ai modelli e ai riferimenti storico-culturali dell’Occidente.

Le Indicazioni Nazionali fissate dal Ministero dell’Istruzione puntano ancora su un canone incentrato su Grecia, Roma, Medioevo europeo, Rinascimento, Illuminismo, Rivoluzione industriale e processi democratici occidentali. La civiltà cinese, quando presente, è spesso relegata a brevi cenni o a momenti specifici come la Via della Seta o i contatti con Marco Polo.

Secondo Cardini, questo approccio rischia di produrre una visione parziale e deformata della storia umana, lasciando in ombra intere civiltà che hanno contribuito in modo fondamentale allo sviluppo dell’umanità.

La civiltà cinese nella formazione scolastica: temi fondamentali

Introdurre in modo sistematico lo studio della Cina nella scuola italiana significa ripensare il curriculum, valorizzando alcuni temi-chiave:

  • La storia millenaria della Cina: dalle origini dell’Impero alla nascita della Repubblica Popolare
  • La filosofia cinese: Confucianesimo, Taoismo, Buddismo e le loro implicazioni etiche e sociali
  • La scienza e la tecnologia: invenzioni, medicina, ingegneria, agricoltura, astronomia
  • La letteratura e l’arte: poesia, pittura, calligrafia, teatro, architettura
  • La società contemporanea: modernizzazione, urbanizzazione, economia, ruolo della Cina nel mondo

Questo ampliamento consentirebbe di comprendere la complessità della cultura cinese e il suo apporto al progresso umano.

Il punto sulle Indicazioni Nazionali 2025

Le Indicazioni Nazionali 2025 propongono un aggiornamento degli obiettivi e dei contenuti formativi nei diversi cicli scolastici. Tuttavia, i primi documenti e le bozze diffuse dal Ministero dell’Istruzione lasciano intendere che la centralità dell’Occidente rimane pressoché invariata, con poche aperture alla storia cinese e alle culture asiatiche.

Il rischio, secondo Cardini e vari altri studiosi, è quello di non preparare a sufficienza gli studenti italiani ad affrontare la realtà di un mondo multipolare, in cui la competenza interculturale sarà sempre più decisiva. Da qui l’importanza di un vino confronto tra esperti, docenti, studenti e società civile, affinché le scelte fatte oggi non precludano opportunità future alle nuove generazioni.

Il doppio standard dell’Occidente secondo Cardini

Uno dei punti più controversi sollevati da Franco Cardini riguarda la presenza di un doppio standard nei giudizi storici dell’Occidente. Spesso, secondo lo storico, si tende a valutare in modo differente gli stessi fenomeni storici a seconda che si tratti di società occidentali o non occidentali.

Ad esempio:

  • Le conquiste coloniali europee sono giustificate come portatrici di civiltà, mentre altre espansioni – come quelle cinese o ottomana – vengono descritte in modo negativo
  • I processi dittatoriali e totalitari in Occidente vengono spesso contestualizzati, mentre per la Cina si preferisce un giudizio moralistico
  • Le innovazioni e i contributi cinesi (pensiamo alla carta, alla stampa, alla polvere da sparo) sono spesso sottovalutati o visti come meno significativi rispetto agli apporti occidentali

Questo clima di pre-giudizio e parzialità rischia di tradursi in un dibattito povero e deformante, che non rende giustizia alla complessità delle civiltà. È qui che la scuola, come luogo di formazione critica, dovrebbe sorvegliare su sé stessa e rivedere le proprie scelte.

Perché la conoscenza della Cina è utile ai ragazzi di oggi

La conoscenza della cultura cinese non è un semplice atto di erudizione, ma una competenza fondamentale per i giovani italiani che si affacceranno su scenari sempre più internazionali. In particolare:

  • Mercato del lavoro: molte aziende italiane hanno rapporti commerciali con la Cina e richiedono persone che conoscano lingua e cultura
  • Diplomazia e relazioni internazionali: la Cina è un attore imprescindibile per chi si occupa di politica estera e cooperazione
  • Tecnologia e innovazione: la Cina è oggi leader in molti settori tecnologici, dall’intelligenza artificiale alle telecomunicazioni
  • Riflessione etica e filosofica: i modelli di pensiero cinese offrono una prospettiva diversa su temi universali come il bene, la giustizia, la comunità

Per queste ragioni, esperti come Cardini ritengono fondamentale che lo studio della Cina sia integrato nel curriculum scolastico italiano.

Prospettive e proposte concrete per integrare la Cina nel curriculum

Come mettere in pratica questa apertura verso la cultura cinese nella formazione scolastica italiana?

Alcune proposte concrete includono:

  1. Introdurre moduli specifici sulla storia e la filosofia cinese nei programmi dalla scuola primaria in poi;
  2. Prevedere percorsi opzionali di lingua cinese nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, con docenti formati adeguatamente;
  3. Favorire gemellaggi e progetti di scambio culturale, anche in modalità digitale, con scuole in Cina;
  4. Aggiornare i libri di testo, includendo ricerche e materiali recenti sulla Cina contemporanea;
  5. Promuovere formazione specifica per insegnanti sull’interculturalità e i temi asiatici;
  6. Collaborare con centri di ricerca, università, istituti di cultura cinese per favorire incontri, laboratori e conferenze.

Solo così sarà possibile superare il divario ancora presente tra Occidente e Cina nel dibattito scolastico e formativo italiano.

La posizione del Ministero dell'Istruzione e le tendenze della scuola italiana

Il Ministero dell’Istruzione si trova oggi di fronte a una scelta cruciale. Mantenere la centralità dei valori occidentali significa trasmettere ai giovani un’identità radicata, ma rischia di diventare una prigione concettuale se non si accompagna a uno sguardo critico e aperto.

Le discussioni sulle Indicazioni Nazionali 2025 suggeriscono che permangono alcune resistenze a includere la storia cinese nelle scuole italiane in modo strutturale. Tuttavia, alcuni segnali di cambiamento stanno emergendo, soprattutto grazie all’impegno di reti di docenti, associazioni culturali e genitori che chiedono una scuola più globale.

Sarà la capacità di mediazione e ascolto istituzionale a determinare la reale apertura al dibattito scuola italiana Cina e la costruzione di un vero ponte formativo tra le due aree del mondo.

Conclusioni: verso una scuola davvero globale

Il dibattito lanciato da Franco Cardini sulle Indicazioni Nazionali 2025 non riguarda soltanto il caso cinese, ma tocca un nodo fondamentale per il futuro della scuola in Italia: come preparare le nuove generazioni a vivere in una società sempre più complessa, interconnessa e multipolare.

Integrare in modo serio e organico lo studio della civiltà cinese nell’educazione scolastica non è solo una necessità culturale, ma anche una risorsa formativa, sociale ed economica. Le sfide del presente e del futuro richiedono giovani capaci di comprendere la differenza, di confrontarsi senza pregiudizi e di essere cittadini del mondo.

Il dialogo tra le diverse aree culturali, tra cui l’Occidente e la Cina, rappresenta una delle missioni principali della scuola di domani. Ecco perché, oggi più che mai, l’appello di Cardini deve essere ascoltato e tradotto in scelte concrete, coinvolgendo tutti gli attori del sistema scolastico e supportando i docenti nella loro formazione.

Sarà, infine, la capacità della scuola italiana di rinnovarsi e di aprirsi all’incontro tra Occidente e Cina a determinare il suo vero valore nel XXI secolo. La Cina è vicina, conclude Cardini: è tempo che lo sia anche nel cuore delle nostre aule.

Pubblicato il: 3 agosto 2025 alle ore 17:18

Savino Grimaldi

Articolo creato da

Savino Grimaldi

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