Informatica nella scuola dell'infanzia: cosa cambia con il nuovo decreto e quali opportunità per il futuro
Indice degli argomenti
- Contesto normativo e introduzione della riforma
- Modifiche all’articolo 24-bis e ruolo dell’emendamento scuola informatica
- Informatica nella scuola dell’infanzia: novità e obiettivi del 2026-2027
- Sviluppare le nuove competenze digitali nella fascia 3-6 anni
- Didattica digitale sperimentale: le opportunità per le scuole
- Le ripercussioni su genitori, docenti e formazione del personale
- Italia e digitalizzazione: confronto europeo, punti di forza e sfide
- Criticità, dubbi e prospettive sulla riforma scuola competenze digitali
- Conclusioni: verso una scuola più moderna e inclusiva
Contesto normativo e introduzione della riforma
L’avvio di una trasformazione radicale dell’insegnamento dell’informatica in Italia prende le mosse dall’approvazione, avvenuta nel giugno 2025, di un importante emendamento al Decreto Scuola. Questa riforma rientra pienamente nell’orizzonte delle strategie previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in particolare sull’investimento "Nuove competenze e nuovi linguaggi". Lo scopo principale? Accompagnare i più piccoli, fin dalla scuola dell’infanzia, in un percorso strutturato per acquisire competenze digitali concrete, centrali per affrontare il futuro con spirito critico e creativo.
Un punto chiave di questo cambio di paradigma riguarda la modifica dell’articolo 24-bis del decreto-legge n. 152 del 6 novembre 2021. Un articolo già fondamentale nelle politiche per l’innovazione scolastica, ora aggiornato per includere le più recenti esigenze educative della società digitale.
Modifiche all’articolo 24-bis e ruolo dell’emendamento scuola informatica
L’emendamento approvato nel 2025 rappresenta una svolta fondamentale nella direzione auspicata da tempo da pedagogisti, imprese e società civile: l’introduzione formale dell’informatica nella scuola dell’infanzia. Questo cambiamento non è frutto di una scelta isolata, ma si inserisce in una cornice organica di riforme orientate a garantire una "digitalizzazione della scuola dell’infanzia" efficace, inclusiva e a misura di bambino.
Le principali novità del nuovo decreto scuola informatica sono:
- Estensione delle competenze digitali alle scuole dell’infanzia (3-6 anni),
- Facoltà per le scuole di sperimentare soluzioni didattiche innovative,
- Definizione di specifici obiettivi formativi e standard nazionali,
- Incentivo alla formazione dei docenti su didattica digitale sperimentale,
- Orientamento all’apprendimento pratico e laboratoriale delle competenze.
Questo nuovo quadro normativo punta a ottenere un impatto profondo sulla cultura scolastica italiana, stimolando una visione più ampia e lungimirante delle competenze digitali.
Informatica nella scuola dell’infanzia: novità e obiettivi del 2026-2027
Dal 2026-2027, tutte le scuole dell’infanzia saranno chiamate ad inserirsi in questo percorso di crescita verso una nuova cultura digitale nei primi anni di vita. Si tratta del primo vero tentativo di portare "l’insegnamento dell’informatica all’infanzia" con una progettazione istituzionale, non lasciando dunque soltanto all’iniziativa locale la possibilità di proporre laboratori di coding o di educazione digitale.
Gli obiettivi chiave che animano la riforma sulle nuove competenze digitali scuola, includono:
- Aumentare l’alfabetizzazione digitale,
- Favorire il pensiero computazionale e critico, ancor prima dell’uso tecnico di strumenti informatici,
- Contrastare il digital divide, garantendo pari opportunità di accesso ai primi strumenti digitali,
- Educare a un uso consapevole e sicuro delle tecnologie, anche attraverso la collaborazione con le famiglie,
- Preparare le future generazioni a un mondo in continua evoluzione tecnologica.
Non si parla solo di introdurre tablet o computer in aula: la sfida è favorire lo sviluppo di competenze trasversali, dall’identità digitale alla capacità di collaborare e risolvere problemi con l’aiuto delle tecnologie, in modo creativo e responsabile.
Sviluppare le nuove competenze digitali nella fascia 3-6 anni
L’introduzione dell’informatica nella scuola dell’infanzia solleva interrogativi pedagogici e organizzativi. Come si insegnano le nuove competenze digitali ai bambini così piccoli? Quali strumenti sono adeguati e quali pratiche risultano efficaci secondo la ricerca internazionale?
Le linee guida attese dal Ministero e le migliori prassi europee suggeriscono di puntare su:
- Gioco cooperativo e manipolativo
- Laboratori creativi di coding unplugged (cioè senza dispositivi elettronici),
- Attività di narrazione digitale,
- Uso ragionato di strumenti digitali semplici,
- Percorsi tematici su identità e sicurezza online.
La formazione dei docenti sarà centrale nel garantire che tutto ciò avvenga secondo un approccio equilibrato. Le scuole potranno fare affidamento su bandi e risorse specifiche del Piano Nazionale Competenze Digitali, nell’ottica di una scuola dell’infanzia moderna, aperta alle sfide globali e ben integrata nel tessuto comunitario.
Didattica digitale sperimentale: le opportunità per le scuole
Una delle novità più significative contenute nell’emendamento riguarda la didattica digitale sperimentale infanzia. In altri termini, ogni istituto potrà studiare e applicare soluzioni innovative e su misura, coinvolgendo anche partner esterni, enti locali, associazioni e imprese tech.
Questo approccio "laboratoriale" e sperimentale consente, tra le altre cose:
- Progettazione di moduli interdisciplinari, dove l’informatica arricchisce attività artistiche, scientifiche o linguistiche;
- Utilizzo di giochi e dispositivi smart adatti all’età prescolare, sempre sotto una supervisione pedagogica attenta;
- Partecipazione a reti e progetti europei legati alla digitalizzazione nella prima infanzia;
- Condivisione di buone pratiche su scala nazionale e regionale.
Una sfida organizzativa tutt’altro che semplice, ma ricca di opportunità per innovare la pedagogia e creare ambienti di apprendimento inclusivi e stimolanti.
Le ripercussioni su genitori, docenti e formazione del personale
L’implementazione di questa riforma comporta senza dubbio un impatto rilevante su tutto il personale scolastico e sulle famiglie. L’introduzione dell’informatica nella scuola dell’infanzia richiede infatti
- Un’adeguata formazione per gli insegnanti,
- Un dialogo costante con i genitori,
- Nuovi materiali didattici e ambienti digitali sicuri,
- Protocolli di sicurezza sui dati personali dei minori.
Per i docenti, il Piano nazionale competenze digitali porterà occasioni di aggiornamento professionale, corsi specifici, tutoring e piattaforme online dedicate. Verranno messi a disposizione strumenti di valutazione delle competenze digitali acquisite dagli alunni, anche attraverso portfolio digitali.
Per le famiglie, sarà fondamentale affiancare l’azione educativa della scuola con campagne di informazione, spazi di confronto e supporto concreto. La coerenza tra scuola e casa sarà decisiva per garantire ai bambini un rapporto sano ed equilibrato con le tecnologie.
Italia e digitalizzazione: confronto europeo, punti di forza e sfide
Il panorama europeo evidenzia come l’Italia sia tra i paesi con più margini di miglioramento in termini di digitalizzazione scuola infanzia. Paesi nordici come Finlandia, Danimarca e Svezia hanno già introdotto moduli specifici sull’uso creativo e responsabile delle tecnologie nei cicli prescolari. Il nuovo decreto mira dunque a colmare un gap e a valorizzare competenze spesso trascurate nei primi anni di istruzione.
Le principali sfide che il sistema italiano dovrà affrontare sono:
- Disuguaglianze tra territori e scuole,
- Risorse materiali e infrastrutture tecnologiche insufficienti in molte aree,
- Necessità di formazione sistematica per migliaia di insegnanti,
- Monitoraggio e revisione costante delle pratiche adottate.
Tuttavia, esistono anche diversi punti di forza:
- Tradizione pedagogica solida,
- Interesse crescente delle famiglie e degli operatori,
- Buona capacità di adattamento e sperimentazione nelle scuole dell’infanzia.
In questa prospettiva, la riforma vuole incentivare una "modernizzazione partecipata", che trasformi il digital divide in una vera occasione di crescita collettiva.
Criticità, dubbi e prospettive sulla riforma scuola competenze digitali
Nonostante gli indubbi benefici attesi, l’emendamento suscita anche riflessioni critiche e interrogativi legittimi. Tra i nodi principali segnalati da esperti e associazioni figurano:
- Il rischio di esporre i più piccoli a un uso eccessivo di schermi (con possibili effetti negativi su sviluppo psicomotorio e relazioni sociali),
- La necessità di una chiara definizione dei limiti e delle modalità nei vari contesti educativi,
- L’effettiva disponibilità di materiali e ambienti digitali a misura di infanzia,
- Il rischio che si privilegi la tecnologia fine a sé stessa, anziché la crescita armonica delle altre competenze,
- Monitoraggio e valutazione complessa degli apprendimenti digitali.
A queste perplessità le istituzioni rispondono con la promessa di:
- Sviluppare linee guida accurate che valorizzino metodologie nutrive e equilibrate,
- Prevedere percorsi formativi specifici anche per genitori,
- Organizzare monitoraggi puntuali e verifiche costanti,
- Rafforzare la collaborazione fra scuola, sanità pubblica e servizi sociali.
Conclusioni: verso una scuola più moderna e inclusiva
Il nuovo percorso normativo avviato dal decreto scuola informatica e dall’emendamento per l’"insegnamento informatica infanzia" segna un passo storico per la scuola italiana. Per la prima volta l’informatica viene considerata un tassello essenziale dell’educazione, anche nella fascia 3-6 anni, superando la tradizionale separazione tra competenze umanistiche e tecnologiche.
L’auspicio è che questa riforma aiuti l’intero sistema scolastico a promuovere una cultura digitale innovativa, critica, inclusiva e responsabile, capace di preparare i più piccoli alle sfide del domani senza trascurare la ricchezza emotiva, relazionale e creativa tipica della prima infanzia.
L’appuntamento dal 2026-2027 è con un percorso sperimentale e ancora tutto da scrivere, ma che potrebbe davvero segnare una svolta nell’approccio italiano alle nuove tecnologie e alle competenze digitali scuola. Genitori, insegnanti, studenti e istituzioni sono chiamati a collaborare per costruire una scuola al passo coi tempi, ma anche attenta ai bisogni autentici di bambini e famiglie. Sarà cruciale che questo processo sia guidato da equilibrio, formazione, ascolto e innovazione condivisa.
In definitiva, la digitalizzazione scuola infanzia rappresenta una grande sfida e un’enorme opportunità: coglierla significherà ripensare alle radici il futuro dell’istruzione italiana, senza perdere di vista la dimensione umana e il benessere dei nostri piccoli cittadini.