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Docenti “Teachtokers”: una nuova frontiera educativa o rischio per la relazione e la privacy degli alunni?
Scuola

Docenti “Teachtokers”: una nuova frontiera educativa o rischio per la relazione e la privacy degli alunni?

Cresce la polemica sull’utilizzo dei social media a scuola: tra innovazione didattica, tutela dei minori e attesa di una regolamentazione da parte di Valditara.

Docenti “Teachtokers”: una nuova frontiera educativa o rischio per la relazione e la privacy degli alunni?

Indice dei paragrafi

  • Introduzione: il fenomeno teachtokers e la polemica
  • Cos’è un “teachtoker”? Chi sono i docenti sui social
  • La crescita dei docenti su TikTok e Instagram nelle scuole italiane
  • Le ragioni della controversia: tra didattica innovativa e possibili rischi
  • Dario Alì: la relazione docente-alunno sotto minaccia?
  • Iside Castagnola: la questione della tutela dei minori e della privacy
  • Il ruolo di Valditara: la richiesta di una regolamentazione
  • I punti critici: strumenti di produzione dei contenuti e responsabilità
  • Opinioni dal mondo della scuola: docenti, genitori e studenti
  • Il valore della didattica digitale se etica e consapevole
  • Esperienze internazionali e confronto con l’estero
  • Possibili linee guida per docenti sui social media
  • Implicazioni legislative e possibili futuri sviluppi
  • Sintesi finale: innovazione sì, ma con regole

Introduzione: il fenomeno teachtokers e la polemica

Negli ultimi anni si è affermato nelle scuole italiane un nuovo fenomeno: quello degli insegnanti noti come "teachtokers". Si tratta di docenti che sfruttano piattaforme social, in particolare TikTok, Instagram e YouTube, per condividere contenuti educativi, consigli e momenti di vita scolastica. L’obiettivo dichiarato è rendere l’apprendimento più vicino ai linguaggi dei giovani. Tuttavia, attorno a questa pratica si è sviluppata una crescente polemica: i docenti rischiano di compromettere la relazione insegnante-alunno? I minori vengono trasformati in strumenti di produzione di contenuti? Si invoca così l’intervento del Ministro Valditara per una regolamentazione chiara sull’uso dei social da parte degli insegnanti.

Cos’è un “teachtoker”? Chi sono i docenti sui social

Il termine "teachtoker" combina "teacher" (insegnante) con "TikTok". Indica quei docenti che, sfruttando le possibilità offerte dai social network, realizzano e condividono video educativi, tutorial, ironie sulla vita scolastica o riflessioni sul mestiere del professore. I teachtokers più noti in Italia vantano migliaia, talvolta milioni, di follower, e ottengono notevole visibilità anche fuori dal web. Il fenomeno si inserisce in una più ampia tendenza di digitalizzazione della scuola, dove la comunicazione passa sempre di più attraverso canali innovativi.

I docenti sui social si distinguono per approccio, contenuti e finalità:

  • Alcuni si concentrano sulla spiegazione di concetti, ripassando lezioni o suggerendo mappe di studio.
  • Altri raccontano il dietro le quinte della scuola, mostrando la realtà quotidiana di insegnanti e studenti.
  • Una parte utilizza la propria popolarità per sensibilizzare su temi come il bullismo, l’uso consapevole della rete e l’educazione civica.

Non mancano i casi in cui vengono coinvolti, direttamente o indirettamente, gli alunni, mostrando parti di lezioni, dialoghi in classe, oppure reazioni e racconti degli studenti stessi.

La crescita dei docenti su TikTok e Instagram nelle scuole italiane

Negli ultimi due anni, la presenza di insegnanti su TikTok e Instagram è cresciuta esponenzialmente. Secondo recenti indagini, almeno 1 docente su 5 nelle grandi città italiane ha un profilo social attivo, e il 7% dichiara di aver pubblicato almeno un contenuto didattico online nell’ultimo anno. A livello globale, l’insegnante digital influencer è ormai una figura riconoscibile; in Italia si stanno replicando modelli visti anche all’estero.

Questo trend ha alcuni motivi di fondo:

  • Avvicinare la scuola al mondo digitale degli studenti, parlando il loro linguaggio
  • Sfruttare la viralità del web per veicolare messaggi educativi
  • Partecipare al dibattito pubblico sull’innovazione didattica
  • Costruire una identità professionale forte anche fuori dalle aule

Con la pandemia e le successive fasi di didattica a distanza, la digitalizzazione della scuola ha subito una forte accelerazione, dando impulso anche al fenomeno dei teachtokers.

Le ragioni della controversia: tra didattica innovativa e possibili rischi

Se da un lato i sostenitori vedono nei teachtokers un’opportunità per rinnovare la comunicazione educativa, dall’altro sono molti i timori legati a privacy, rapporto adulto-minore, rischi di esposizione social.

Al centro del dibattito troviamo le seguenti questioni:

  • La relazione educativa rischia di diventare spettacolo?
  • Gli alunni sono davvero consapevoli della loro esposizione virtuale?
  • I docenti preservano la deontologia professionale nell’utilizzo di canali pubblici e potenzialmente virali?

Soprattutto, si teme che l’attenzione a “fare contenuti” possa sovrapporsi alla centralità dell’esperienza educativa diretta. Ecco perché la polemica è diventata molto accesa nelle ultime settimane.

Dario Alì: la relazione docente-alunno sotto minaccia?

Tra le voci critiche si distingue quella di Dario Alì, che ha sollecitato una riflessione approfondita. La preoccupazione principale riguarda il confine tra presenza online dell’insegnante e riservatezza della relazione educativa. Si teme che la celebrità social o la ricerca di consenso digitale possa modificare il rapporto tradizionale di autorevolezza tra docenti e studenti.

Alì sottolinea alcuni rischi:

  • Il docente può diventare "personaggio pubblico", influenzando la percezione degli alunni
  • Vi è il rischio che la dimensione social renda più labile la distinzione tra ruolo professionale e persona privata
  • L’esposizione pubblica può generare imitazione o pressioni indebite sugli studenti

Queste osservazioni invitano a mantenere alta la soglia di attenzione nel contemperare apertura all’innovazione e salvaguardia della centralità educativa.

Iside Castagnola: la questione della tutela dei minori e della privacy

Un altro punto caldo della polemica è stato sollevato da Iside Castagnola, psicologa dell’età evolutiva e consulente didattica. Il tema della privacy degli alunni, soprattutto alla luce delle normative GDPR e delle linee guida MIUR sugli utilizzi dei social, è centrale.

Gli aspetti più critici riguardano:

  • Il consenso informato dei genitori per la partecipazione a video pubblici
  • L'effettiva tutela dei dati e delle immagini dei minori
  • Il potenziale utilizzo dei contenuti a scuola per fini diversi da quelli didattici

Nella società digitale, la sovraesposizione di bambini e adolescenti comporta rischi che vanno dalla perdita del controllo sulla propria immagine, alla possibilità di cyberbullismo, al furto di dati personali. Secondo Castagnola, i docenti, in quanto figure di riferimento, devono porsi come baluardo e garante della protezione dei loro studenti, non certo come vettori di rischi aggiuntivi.

Il ruolo di Valditara: la richiesta di una regolamentazione

Alla luce della crescente polemica sui teachtokers, numerosi attori del mondo scolastico hanno chiesto al Ministro Valditara di intervenire regolamentando esplicitamente l’uso dei social media da parte dei docenti. Le richieste sono state presentate anche in sedi istituzionali, e il Ministero dell’Istruzione sta avviando un confronto con le associazioni di categoria.

I punti su cui si chiede chiarezza:

  • Cosa può pubblicare un insegnante sui propri canali social?
  • In quali casi è lecito coinvolgere gli studenti?
  • Quali tutele concrete devono essere adottate per la privacy degli alunni?
  • Quali limiti e sanzioni in caso di violazione delle regole?

Nella scuola di oggi, sempre più esposta ai riflettori mediatici, urge una regolamentazione aggiornata e precisa, in grado di valorizzare l’innovazione ma evitando rischi e abusi.

I punti critici: strumenti di produzione dei contenuti e responsabilità

Le questioni aperte riguardano:

  • Se la scuola debba diventare un set social, con gli alunni come comparse
  • L’influenza esercitata dai follower o dai numeri sui contenuti pubblicati
  • Il rischio di “caccia al like” a discapito della qualità educativa

Molti invitano a distinguere tra una didattica realmente innovativa, dove l’utilizzo di piattaforme digitali avviene nel rispetto di studenti e famiglie, e una spettacolarizzazione della scuola fatta per soddisfare esigenze di visibilità personale.

Opinioni dal mondo della scuola: docenti, genitori e studenti

Il dibattito coinvolge non soltanto gli insegnanti che si espongono sui social, ma anche i colleghi più tradizionali, i dirigenti scolastici, le famiglie e gli studenti stessi. Da una recente indagine condotta tra genitori e ragazzi emergono pareri articolati.

Tra le principali opinioni raccolte:

  • Molti studenti vedono nei docenti social una possibilità di sentirsi ascoltati e capiti
  • Una parte dei genitori teme che l’immagine dei figli sia esposta senza adeguate garanzie
  • Diversi dirigenti scolastici chiedono linee guida nazionali chiare e uniformi
  • Alcuni docenti ritengono che la popolarità social sia spesso sproporzionata rispetto ai risultati didattici effettivi

La discussione, dunque, è tutt’altro che chiusa e investe diversi livelli e sensibilità.

Il valore della didattica digitale se etica e consapevole

Nonostante le criticità, è importante sottolineare come la didattica digitale possa offrire strumenti preziosi – a patto che sia utilizzata con etica, consapevolezza e dentro contesti ben regolamentati. I profili social didattici possono essere risorse per:

  • Motivare studenti spesso disconnessi dalla scuola tradizionale
  • Offrire contenuti di supporto, tutorial e approfondimenti accessibili
  • Valorizzare esperienze di inclusione, peer education e collaborazione tra pari
  • Partecipare al dibattito pubblico sull’educazione

La chiave di volta rimane una chiara distinzione tra il canale privato o personale dell’insegnante e la funzione educativa svolta verso gli studenti.

Esperienze internazionali e confronto con l’estero

In altri paesi europei, come Regno Unito, Germania e Francia, l’utilizzo dei social da parte dei docenti segue linee guida molto restrittive. La policy francese, ad esempio, vieta ogni coinvolgimento di minori senza specifico consenso scritto, mentre in Germania esistono piattaforme scolastiche interne, protette e accessibili solo da alunni e insegnanti.

L’Italia si trova così chiamata a colmare un gap regolamentare, adottando modelli virtuosi che valorizzino le potenzialità dei nuovi media ma sempre entro limiti chiari di deontologia e responsabilità.

Possibili linee guida per docenti sui social media

Per affrontare le sfide e i rischi emersi, diversi esperti suggeriscono un decalogo etico per i docenti teachtokers. Tra le possibili linee guida troviamo:

  1. Separare nettamente profili personali e professionali.
  2. Mai pubblicare immagini, audio o dati degli studenti senza consenso esplicito e scritto dei genitori.
  3. Non coinvolgere gli alunni se non per progetti specifici regolamentati.
  4. Evitare ogni forma di spettacolarizzazione della vita scolastica.
  5. Rispettare sempre la privacy e la dignità di studenti e colleghi.
  6. Utilizzare i social come supporto e non come sostituto della relazione educativa diretta.
  7. Attenersi alle policy d’istituto e alle linee guida nazionali.

Questi e altri spunti saranno alla base dei futuri interventi normativi richiesti dal mondo della scuola e dal Ministero.

Implicazioni legislative e possibili futuri sviluppi

Nel prossimo futuro è attesa una presa di posizione ufficiale da parte del Ministero dell’Istruzione. La questione si inserisce in un quadro più ampio di ridefinizione del rapporto tra scuola, innovazione digitale, tutela dei minori e diritti personali.

Possibili sviluppi includono:

  • Adottare un protocollo nazionale per l’uso dei social da parte dei docenti
  • Rafforzare la formazione su privacy, educazione digitale e sicurezza per insegnanti
  • Prevedere controlli più stringenti e sanzioni in caso di violazione delle regole
  • Coinvolgere famiglie e studenti nella stesura di nuove linee guida

Il tema è destinato a segnare la discussione pubblica sull’educazione italiana per tutto il prossimo anno scolastico.

Sintesi finale: innovazione sì, ma con regole

Il fenomeno dei docenti teachtokers rappresenta una cartina di tornasole dei profondi cambiamenti che attraversano la scuola. Da una parte offre la possibilità di innovare la didattica e parlare agli studenti usando linguaggi a loro familiari; dall’altra comporta rischi concreti per la relazione educativa e la privacy dei minori se non vengono stabiliti limiti e regole precise.

La sfida che attende il Ministro Valditara e l’intera scuola italiana è quella di trovare il giusto equilibrio tra apertura all’innovazione e salvaguardia dell’etica, della privacy e della qualità della relazione insegnante-alunno.

Solo con una regolamentazione chiara e condivisa, che tuteli i diritti degli studenti senza penalizzare la creatività e l’impegno dei docenti più innovativi, sarà possibile cogliere davvero il meglio da questa nuova stagione della didattica digitale.

Pubblicato il: 30 settembre 2025 alle ore 10:32

Redazione EduNews24

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