Divieto di firma delle giustificazioni agli alunni maggiorenni: fra autonomia e tutela, il dibattito si riaccende a scuola
Indice degli argomenti
- Introduzione al caso e contesto normativo
- La decisione della dirigente e le motivazioni
- Maggiorenni a scuola: diritti e doveri
- Il ruolo educativo della scuola fra autonomia e controllo
- Reazioni di studenti, famiglie e docenti
- Normativa vigente sulle giustificazioni e casistiche
- Le ragioni della tutela: la responsabilità degli istituti
- Crescere all’ombra della firma: un’occasione persa?
- Prospettive di evoluzione normativa
- Le voci degli esperti: psicologi ed educatori su autonomia e controllo
- La situazione in Italia: confronto con altre scuole
- Il dibattito sui social e nei media
- Proposte e riflessioni per una scuola che cresce con i suoi studenti
- Considerazioni finali e sintesi
Introduzione al caso e contesto normativo
Il recente divieto imposto dalla dirigente dell’Istituto Tecnico Commerciale di Penne, in provincia di Pescara, agli studenti maggiorenni di firmare autonomamente le giustificazioni delle assenze, ha riacceso una discussione annosa. Nel cuore della provincia abruzzese, una misura che vieta agli studenti maggiorenni di firmarsi le giustificazioni rappresenta per molti un limite alla crescita, ma anche una scelta di responsabilità. La notizia, pubblicata l’11 settembre 2025, ha suscitato un acceso dibattito, sottolineando la distanza tra la legislazione nazionale, le regole d’istituto e la realtà vissuta dai giovani cittadini appena diventati adulti.
Stando all’ordinamento italiano, con il compimento del diciottesimo anno di età, ogni individuo acquisisce la capacità di agire: può votare, sottoscrivere contratti, prendere decisioni autonome sulla propria persona. Tuttavia, nelle scuole superiori, la transizione all’età adulta è spesso vissuta come una zona grigia, dove le autonomie si fermano alle porte della scuola. È corretto, però, impedire a chi è riconosciuto maggiorenne dallo Stato di esercitare una semplice firma per giustificare un’assenza?
La decisione della dirigente e le motivazioni
La preside di Penne ha deciso di vietare la possibilità agli studenti maggiorenni di firmare da soli le giustificazioni delle assenze. Una scelta non presa a cuor leggero, spiegata poi in una assemblea straordinaria convocata proprio per chiarire il provvedimento a genitori e alunni. Le ragioni, secondo la dirigente, sarebbero innanzitutto di ordine educativo: mantenere il coinvolgimento delle famiglie nell’esperienza scolastica dei figli, anche oltre il compimento della maggiore età, e assicurare un controllo effettivo sulla frequenza scolastica.
Inoltre, c’è chi evidenzia anche motivazioni di natura burocratica e legale: la responsabilità della scuola verso gli studenti, a prescindere dall’età, resta forte fino al termine del ciclo scolastico. In questa ottica, il regolamento di alcuni istituti superiori prevede che le giustificazioni debbano essere firmate sempre da un genitore o tutore, fino alla maturità.
Maggiorenni a scuola: diritti e doveri
Lo stato di maggiorenne conferisce una serie di diritti, ma impone anche nuovi doveri e aspettative. Nell’immaginario collettivo, il compimento dei 18 anni corrisponde all’ingresso nella piena cittadinanza attiva: si vota, si può guidare, si può persino prendere in affitto una casa o aprire un conto corrente. Tuttavia, la scuola italiana rimane, sotto alcuni profili, un universo a sé stante.
Secondo la normativa sulle giustificazioni degli studenti, il diritto di firmare una giustificazione è spesso demandato ai regolamenti d’istituto, che possono interpretare in modo diverso la responsabilità e l’autonomia dei ragazzi. Questo fa sì che in molte scuole, specie nei piccoli centri, il passaggio all’autonomia sia rallentato, in nome della tutela degli studenti e del patto educativo con le famiglie. Ne deriva un’arbitrarietà che spesso genera discussioni e malcontento.
Il ruolo educativo della scuola fra autonomia e controllo
Una delle questioni più complesse è, senza dubbio, quella del confine tra tutela e responsabilizzazione. La scuola è da sempre teatro di crescita personale, e il percorso verso l’autonomia dovrebbe essere uno degli obiettivi prioritari. Vietare la firma delle giustificazioni agli alunni maggiorenni appare ai più come un passo indietro, un ritorno a una scuola paternalistica.
Allo stesso tempo, le istituzioni scolastiche hanno il delicato compito di bilanciare la richiesta di libertà degli studenti con la necessità di mantenere un sistema di regole volte alla sicurezza e all’efficacia del percorso formativo. Una questione su cui insegnanti e dirigenti si scontrano spesso anche con la normativa, le esigenze delle famiglie e i cambiamenti sociali.
Reazioni di studenti, famiglie e docenti
Il provvedimento adottato a Penne ha prodotto reazioni differenziate. Molti studenti si sono detti contrari al divieto di firmare le giustificazioni, sostenendo che tale regola sia in contrasto con i loro diritti acquisiti con la maggiore età. Le famiglie, invece, hanno espresso opinioni discordanti: alcuni genitori apprezzano il tentativo della preside di mantenere un legame operativo con la scuola, altri ritengono che si tratti di una misura poco rispettosa della maturità raggiunta dai ragazzi.
I docenti, dal canto loro, spesso si trovano divisi fra il desiderio di responsabilizzare gli studenti e il timore di perdere strumenti di controllo. Offrire autonomia agli alunni, dicono molti insegnanti, è importante per prepararli al mondo degli adulti, ma bisogna scongiurare anche abusi e assenze ingiustificate.
Normativa vigente sulle giustificazioni e casistiche
Sotto il profilo normativo, la questione delle giustificazioni nelle scuole superiori non è chiaramente definita dalla legge nazionale. Ogni istituto ha facoltà di dettare regole specifiche all’interno del proprio regolamento. Circolari ministeriali invitano a riconoscere la capacità di agire degli studenti maggiorenni, ma senza alcun obbligo vincolante.
Le giustificazioni delle assenze sono generalmente richieste per motivi di salute o familiari; la firma, in molti contesti, è considerata valida solo se apposta da un genitore, anche dopo il compimento dei 18 anni. Tuttavia, vi sono numerosi istituti che, soprattutto nelle grandi città, già consentono agli studenti maggiorenni di firmare autonomamente le proprie giustificazioni, equiparando scuola e vita civile.
Tipologie di regolamenti nelle scuole superiori:
- Firma esclusiva dei genitori fino al diploma
- Firma consentita agli studenti solo previa delega scritta dei genitori
- Firma autonoma per i maggiorenni senza necessità di delega
La scelta della modalità dipende dalla dirigenza e dal Consiglio di Istituto, in base anche alle specificità del territorio e alle dinamiche interne.
Le ragioni della tutela: la responsabilità degli istituti
Cosa spinge tante scuole a mantenere il divieto di giustificazioni firmate dai maggiorenni? Una delle motivazioni principali viene fatta risalire alla responsabilità giuridica degli istituti. La scuola, infatti, conserva una funzione di vigilanza e tutela sui minori ma anche su chi, pur maggiorenne, frequenta il corso di studi obbligatorio.
Un eventuale abuso della libertà di firma delle giustificazioni potrebbe essere considerato un rischio, sia in termini di assenze ingiustificate che di loro copertura. Le scuole preferiscono spesso evitare contestazioni in caso di abbandoni, dispersione scolastica o incidenti occorsi durante le assenze. Inoltre, il coinvolgimento delle famiglie, anche oltre la maggiore età, è visto come un tassello fondamentale per garantire una formazione completa.
Crescere all’ombra della firma: un’occasione persa?
Tuttavia, vietare la firma autonoma agli studenti maggiorenni rischia di essere un’occasione mancata per favorire la loro maturazione. Come sottolineano molti studenti, se possono recarsi autonomamente alle urne o sottoscrivere atti giuridici ben più impegnativi, perché non dovrebbero risultare affidabili anche in ambito scolastico?
La scuola italiana, in questa prospettiva, potrebbe perdere una preziosa occasione di insegnare senso di responsabilità e autogestione. Un’occasione di crescita, proprio nel luogo in cui i ragazzi passano gran parte della loro giovinezza e si preparano al futuro.
Prospettive di evoluzione normativa
Il quadro normativo attuale, come visto, lascia molto spazio alla discrezionalità delle scuole. Tuttavia, alcune proposte sono state avanzate negli ultimi anni per arrivare a una disciplina nazionale uniforme in materia di giustificazione delle assenze da parte degli studenti maggiorenni.
In Parlamento sono state presentate mozioni per consentire la firma autonoma ai maggiorenni, accompagnata eventualmente da periodici colloqui scuola-famiglia per monitorare la situazione. In alcune regioni, come in Emilia-Romagna e Lombardia, sono in corso sperimentazioni che vanno in questa direzione, con risultati nel complesso positivi in termini di riduzione delle assenze non giustificate.
Le voci degli esperti: psicologi ed educatori su autonomia e controllo
Molti educatori e psicologi scolastici sottolineano quanto la possibilità di autogiustificare le proprie assenze rappresenti un banco di prova fondamentale per responsabilizzare i ragazzi. Stabilire regole chiare, spiegare le conseguenze dei propri atti e concedere fiducia, sarebbero secondo diversi esperti le chiavi di una crescita armonica.
Secondo la dottoressa Carla Rossi, psicologa scolastica, «imparare ad assumersi la responsabilità delle proprie presenze e assenze è una palestra di maturità fondamentale. Privare i maggiorenni di questa opportunità rischia di infantilizzarli ulteriormente, proprio quando la società domanda loro di essere cittadini attivi e consapevoli».
La situazione in Italia: confronto con altre scuole
Il caso di Penne non è isolato. In molte scuole italiane, il divieto per gli studenti maggiorenni di firmare le giustificazioni è ancora in vigore, spesso con il placet delle istituzioni e del corpo docenti. Tuttavia, soprattutto nei licei delle grandi città o negli istituti più innovativi, la tendenza si sta invertendo: sempre più scuole consentono ai maggiorenni di avvalersi di questo diritto, spesso dopo un percorso di accompagnamento e sensibilizzazione.
Diversi dirigenti scolastici sottolineano che, con l’introduzione di sistemi digitali di registrazione delle presenze, è possibile monitorare meglio la situazione e intervenire tempestivamente in caso di abuso, mantenendo comunque l’autonomia degli studenti. Il ricorso a regolamenti per le firme delle giustificazioni digitali sta facilitando questa transizione.
Il dibattito sui social e nei media
Il caso ha avuto grande eco anche sui social e nella stampa nazionale. Su piattaforme come Facebook e X (ex Twitter), il dibattito è stato acceso: da un lato chi sostiene la necessità di responsabilizzare i giovani, dall’altro chi teme un’ulteriore perdita di controllo e supporta la linea della preside di Penne.
Sui principali media la questione viene affrontata da prospettive differenti: testate come "La Repubblica" e "Il Sole 24 Ore" hanno dato spazio a entrambe le posizioni, evidenziando la necessità di una riforma normativa chiara, capace di allineare la scuola italiana alle più avanzate esperienze europee.
Proposte e riflessioni per una scuola che cresce con i suoi studenti
La discussione apertasi a Penne pone ancora una volta la scuola italiana di fronte a una scelta: proseguire su una strada di paternalismo o aprirsi con coraggio alla responsabilizzazione dei suoi alunni. Alcune possibili soluzioni pratiche potrebbero essere:
- Introduzione di un sistema di tutoraggio attivo durante l’ultimo anno
- Uso dei registri elettronici per un monitoraggio trasparente delle assenze
- Periodici incontri scuola-famiglia per condividere informazioni sugli studenti maggiorenni
- Inserimento di moduli di responsabilità civica nelle ore di educazione civica
Queste soluzioni potrebbero garantire un equilibrio efficace tra tutela, responsabilità e autonomia.
Considerazioni finali e sintesi
Il caso del divieto di firma delle giustificazioni agli studenti maggiorenni riporta all’attenzione il tema più ampio della crescita educativa e della fiducia che la scuola è chiamata a riporre nei propri studenti. Se è vero che la scuola ha il dovere di tutelare, è altrettanto vero che educare significa anche lasciare spazio all’errore e all’autonomia, per formare cittadini adulti, maturi e consapevoli.
La strada per una regolamentazione uniforme e rispettosa dei diritti degli studenti è ancora lunga. Tuttavia, come mostra il dibattito suscitato a Penne, il coraggio di mettere in discussione regole consolidate – senza mai perdere di vista la sicurezza e il benessere dei giovani – è già un primo passo verso una scuola più moderna, aperta e in linea con la complessità della società contemporanea.
La questione delle giustificazioni assenze nelle scuole superiori, lungi dall’essere una semplice formalità, si configura come uno dei nodi della futura educazione alla responsabilità, terreno su cui la scuola e la società saranno chiamate a confrontarsi ancora a lungo.