Loading...
Bullismo a scuola, non solo 'ragazzate': obblighi stringenti per docenti e dirigenti con la nuova legge 2025
Scuola

Bullismo a scuola, non solo 'ragazzate': obblighi stringenti per docenti e dirigenti con la nuova legge 2025

Il dramma di un quattordicenne a Latina riaccende il dibattito sugli obblighi delle scuole nella prevenzione e gestione del bullismo

Bullismo a scuola, non solo 'ragazzate': obblighi stringenti per docenti e dirigenti con la nuova legge 2025

Indice dei contenuti

  • Cos’è il bullismo a scuola: numeri e caratteristiche del fenomeno
  • Il dramma di Latina: quando il bullismo si trasforma in tragedia
  • La responsabilità delle scuole nel prevenire il bullismo
  • Gli obblighi previsti dalla nuova legge bullismo 2025
  • Obblighi specifici di docenti e dirigente scolastico: cosa prevede la normativa
  • Denuncia del bullismo: cosa devono fare le famiglie e le scuole
  • Il ruolo dell’ispezione ministeriale e la responsabilità delle istituzioni
  • Prevenzione e azioni concrete: cosa possono fare le scuole
  • Consigli pratici per famiglie e studenti
  • Sintesi: cosa cambia e cosa resta da fare

Cos’è il bullismo a scuola: numeri e caratteristiche del fenomeno

Il bullismo a scuola non è una semplice 'ragazzata', ma un fenomeno sociale complesso e drammatico che coinvolge sempre più giovani in Italia. Secondo gli ultimi dati dell’ISTAT e del Ministero dell’Istruzione, circa 1 studente su 5 tra gli 11 e i 17 anni riferisce di aver subito atti di bullismo – principalmente insulti, esclusione, umiliazioni e, nei casi più gravi, aggressioni fisiche o atti di cyberbullismo.

Le conseguenze possono essere devastanti: da un calo del rendimento scolastico fino a disturbi psicologici quali ansia, depressione e, nei casi peggiori, istinti autolesionistici o suicidari.

Caratteristiche fondamentali del bullismo scolastico

  • Si manifesta con una ripetizione sistematica di molestie fisiche, verbali o relazionali.
  • Implica uno squilibrio di potere tra chi agisce (il bullo) e chi subisce (la vittima).
  • Può essere perpetrato direttamente, con atti fisici o verbali, oppure indirettamente, tramite l’esclusione sociale o, sempre più spesso, tramite social network e chat (cyberbullismo).

Il fenomeno non soltanto mina la serenità delle vittime, ma crea un clima scolastico poco favorevole allo sviluppo armonico di tutti gli studenti.

Il dramma di Latina: quando il bullismo si trasforma in tragedia

Il recente caso di Latina ha sconvolto l’opinione pubblica, portando in primo piano il tema della responsabilità delle scuole nella prevenzione e gestione dei casi di bullismo.

Un ragazzo di 14 anni si è tolto la vita dopo aver subito continue angherie da parte di alcuni compagni. I genitori della vittima affermano di aver denunciato ripetutamente agli insegnanti e alla scuola il disagio vissuto dal figlio, ma la dirigente scolastica ha negato di aver mai ricevuto segnalazioni formali.

L’intervento del Ministro dell’Istruzione

Alla luce di questa tragedia, il Ministro dell’Istruzione ha inviato immediatamente ispettori nelle scuole frequentate dal giovane per avviare una verifica dettagliata. L’ispezione ha lo scopo di accertare eventuali omissioni nei doveri scolastici e stabilire le responsabilità personali degli operatori scolastici coinvolti.

Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di come la sottovalutazione del bullismo scolastico possa trasformarsi in un dramma irreparabile.

La responsabilità delle scuole nel prevenire il bullismo

Secondo l’ordinamento italiano, la scuola è responsabile non solo della formazione culturale degli studenti, ma anche – e soprattutto – della loro sicurezza psicofisica.

L’articolo 2048 del Codice Civile attribuisce una responsabilità oggettiva ai dirigenti scolastici e agli insegnanti per quanto accade durante l’orario scolastico. Ma cosa significa concretamente?

Gli obblighi delle scuole prevedono:

  • Vigilare costantemente sugli alunni, in tutte le attività educative e ricreative.
  • Prevedere attività di prevenzione del bullismo e campagne di sensibilizzazione.
  • Attivare una tempestiva gestione e segnalazione dei casi.

La mancata ottemperanza a questi obblighi può comportare responsabilità disciplinari, civili e penali.

Non basta una semplice comunicazione informale

L’obbligo di vigilanza va oltre le chiacchiere tra colleghi o le ‘note’ lasciate sul registro elettronico: è necessario un monitoraggio proattivo, con strumenti e procedure trasparenti riconosciute a livello normativo.

Gli obblighi previsti dalla nuova legge bullismo 2025

Nel 2025 è entrata in vigore una legge quadro sul contrasto e la prevenzione del bullismo scolastico, che ha ridefinito e ampliato gli obblighi in capo a dirigenti scolastici e docenti.

La nuova legge sul bullismo 2025 prevede:

  1. L’obbligo per tutte le scuole di istituire un referente interno per il bullismo e il cyberbullismo.
  2. Formazione obbligatoria annuale per docenti e personale scolastico su identificazione e gestione dei casi di bullismo.
  3. Adozione di un protocollo anti-bullismo da condividere con studenti, famiglie e personale.
  4. Obbligo di redazione e aggiornamento annuale di un report sugli episodi di bullismo.
  5. Segnalazione tempestiva alle autorità competenti (forze dell’ordine, servizi sociali, Asl) nei casi più gravi.

L'obiettivo della legge è garantire che non si verifichino mai più omissioni come quelle denunciate nel caso di Latina.

Obblighi specifici di docenti e dirigente scolastico: cosa prevede la normativa

Il ruolo degli insegnanti

Gli obblighi dei docenti in caso di bullismo sono dettagliati dal nuovo testo di legge, includendo:

  • Vigilanza attiva durante le attività scolastiche.
  • Segnalazione immediata di situazioni sospette al referente anti-bullismo.
  • Collaborazione nella stesura e nell’attuazione del protocollo anti-bullismo.
  • Partecipazione a corsi di formazione e aggiornamento.

Molti insegnanti, oggi come in passato, sottovalutano segnali di disagio scambiandoli per “episodi di ordinaria conflittualità”. La nuova legge mira a ribaltare questa mentalità, prevedendo sanzioni per chi non adempie ai propri obblighi.

Il ruolo del dirigente scolastico

La dirigente scolastica ha specifici obblighi, tra cui:

  • Garantire la vigilanza e l’applicazione del protocollo anti-bullismo.
  • Convocare rapidamente le famiglie coinvolte.
  • Avviare indagini interne e collaborare con autorità esterne (quando necessario).
  • Tutelare i dati e la privacy delle parti coinvolte.
  • Aggiornare i report annualmente e pubblicare gli esiti sul sito della scuola.

La mancata adozione di questi comportamenti può comportare responsabilità diretta da parte del dirigente, sia sul piano disciplinare che, nei casi gravi, su quello penale.

Denuncia del bullismo: cosa devono fare le famiglie e le scuole

La legge offre strumenti concreti alle famiglie che desiderano segnalare episodi di bullismo scolastico.

Il percorso di segnalazione

  1. La famiglia deve inviare una segnalazione scritta, protocollata, presso la segreteria della scuola, meglio se indirizzata al dirigente scolastico e al referente per il bullismo.
  2. La scuola, ricevuta la denuncia, deve attivarsi immediatamente per ascoltare la vittima e adottare le misure di tutela previste.
  3. In caso di inazione della scuola, le famiglie possono rivolgersi direttamente al Ministero dell’Istruzione, ai servizi sociali e anche, nei casi più gravi, alle autorità di pubblica sicurezza.

Denunciare il bullismo è un obbligo civico e morale, non una facoltà.

Occorre però ricordare che la denuncia deve essere documentata: le comunicazioni orali, pur rilevanti, potrebbero non essere considerate elementi probanti.

Il ruolo dell’ispezione ministeriale e la responsabilità delle istituzioni

L’intervento del ministro dell’Istruzione nel caso di Latina ha riportato l’attenzione sull’importanza del ruolo di controllo degli organi ministeriali. Il ministro ha immediatamente disposto l’invio di ispettori.

Questa procedura, regolata dal DPR 80/2013, consente di:

  • Verificare l’operato di docenti e dirigenti in caso di segnalazioni gravi.
  • Proporre sanzioni (fino alla sospensione dal servizio o al licenziamento) in caso di inadempienze.

Le ispezioni sono uno strumento fondamentale, ma necessitano di una collaborazione fattiva tra scuola, famiglie e istituzioni.

Prevenzione e azioni concrete: cosa possono fare le scuole

La prevenzione rimane la chiave per evitare drammi come quello di Latina. Cosa deve fare una scuola per prevenire realmente il bullismo?

  • Integrare nei piani educativi percorsi di educazione all’empatia e al rispetto delle differenze.
  • Sensibilizzare studenti, famiglie e personale sull’importanza di segnalare subito ogni episodio di disagio.
  • Promuovere sportelli di ascolto psicologico, gestiti da esperti esterni.
  • Coinvolgere le famiglie in incontri formativi regolari.
  • Attivare laboratori, gruppi di peer education e campagne contro il bullismo con il supporto di enti specializzati.

Queste azioni, se supportate da una cultura scolastica orientata alla prevenzione, possono fare la differenza nell’emergere precoce degli episodi e nella loro pronta risoluzione.

Consigli pratici per famiglie e studenti

Per contrastare davvero il fenomeno, anche le famiglie devono essere parte attiva:

  • Osservare i cambiamenti nei comportamenti dei figli (isolamento, calo del rendimento, silenzi).
  • Mantenere un dialogo aperto e non giudicante, affinché i ragazzi non temano di raccontare ciò che vivono a scuola.
  • Segnalare sempre, con tempestività, ai docenti di riferimento ogni episodio sospetto.
  • Documentare tutto: messaggi, chat, screenshot, fotografie di eventuali lesioni fisiche.

Gli studenti, da parte loro, devono essere sensibilizzati sull’importanza di non essere mai complici del silenzio e di rivolgersi agli adulti di riferimento senza paura o vergogna.

Sintesi: cosa cambia e cosa resta da fare

Il tragico suicidio del giovane di Latina ci insegna che il bullismo a scuola non deve mai essere minimizzato. La nuova legge bullismo 2025 impone obblighi chiari e stringenti per scuole, docenti e dirigenti scolastici, rafforzando responsabilità e strumenti di intervento. Ma la vera rivoluzione deve avvenire nella cultura scolastica e nella consapevolezza di tutti gli attori coinvolti.

Solo agendo insieme – istituzioni, famiglie, comunità scolastica – si potrà garantire che nessun altro giovane viva drammi di solitudine e disperazione.

Pubblicato il: 19 settembre 2025 alle ore 09:17

Redazione EduNews24

Articolo creato da

Redazione EduNews24

Articoli Correlati