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Nonni: pilastro familiare ma non decisivi sui voti a scuola
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Nonni: pilastro familiare ma non decisivi sui voti a scuola

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Una nuova ricerca europea chiarisce il ruolo educativo dei nonni nella crescita scolastica dei giovani: affetto sì, risultati no

Nonni: pilastro familiare ma non decisivi sui voti a scuola

Indice

  1. Introduzione: il valore dei nonni nelle famiglie italiane
  2. Lo studio di Bologna e Vienna: metodologia e obiettivi
  3. Il legame affettivo: una sicurezza per la quotidianità
  4. L’impatto (limitato) dei nonni sui risultati scolastici
  5. Spiegazioni e interpretazioni dei risultati della ricerca
  6. Strumenti educativi mirati: la vera chiave per migliorare i voti
  7. Un confronto tra Italia ed Europa sul ruolo dei nonni
  8. L’importanza dei rapporti intergenerazionali per la crescita
  9. Prospettive future: politiche familiari e scuola
  10. Sintesi e considerazioni finali

Introduzione: il valore dei nonni nelle famiglie italiane

La figura dei nonni è da sempre centrale nella struttura sociale italiana. In un Paese che invecchia e che vede spesso le famiglie impegnate tra lavoro e figli, i nonni rappresentano un vero e proprio pilastro per l’equilibrio domestico e per la crescita emotiva delle nuove generazioni. L’importanza dei nonni per le famiglie è un dato facilmente osservabile nella quotidianità, ma negli ultimi anni la ricerca scientifica ha cercato di misurare anche il loro reale impatto nello sviluppo scolastico dei nipoti.

Numerosi sono i racconti di figli e nipoti che testimoniano quanto i nonni abbiano salvato giornate intere, aiutando con i compiti, cucinando o semplicemente offrendo ascolto e affetto. Ma quanto questa presenza solida incide davvero sul rendimento scolastico dei bambini e degli adolescenti? La domanda è di cruciale attualità, soprattutto nell’ottica di migliorare i risultati e le condizioni educative delle giovani generazioni: è proprio qui che si inserisce lo studio condotto congiuntamente dalle Università di Bologna e Vienna.

Lo studio di Bologna e Vienna: metodologia e obiettivi

Affidarsi ai dati e non solo alle impressioni è la missione delle scienze sociali. E proprio su questi presupposti nasce la ricerca promossa dalle Università di Bologna e Vienna, che ha coinvolto oltre 3.000 giovani tra gli 8 e i 15 anni. L’indagine, realizzata secondo rigorosi criteri metodologici, mirava a verificare in maniera empirica la reale influenza della presenza e del coinvolgimento dei nonni nel rendimento scolastico dei nipoti.

Lo studio si è basato su un’ampia raccolta di dati, interviste, questionari anonimi e analisi dei risultati scolastici. Il campione rappresentativo ha permesso di ottenere un quadro fedele della situazione italiana ed europea, offrendo spunti preziosi per capire quali siano i reali fattori determinanti nel percorso formativo dei più giovani.

Il legame affettivo: una sicurezza per la quotidianità

Quando si pensa ai nonni e al loro ruolo nella vita familiare, il primo aspetto che emerge è la dimensione affettiva e relazionale. I nonni sono spesso coloro che trasmettono valori, ricordi, tradizioni; rappresentano un porto sicuro in cui rifugiarsi nei momenti di difficoltà. Il loro contributo quotidiano nell’aiutare i genitori a gestire orari di lavoro, compiti scolastici ed emergenze è riconosciuto da tutti.

In molte famiglie – specialmente nelle grandi città o nei contesti dove i servizi pubblici sono carenti – i nonni sono il collante che consente di tenere insieme le diverse esigenze dei membri della famiglia, diventando un sostegno indispensabile. La sicurezza emotiva fornita dai nonni emerge dai racconti degli stessi ragazzi intervistati: sapere di poter contare su una figura adulta di fiducia è di per sé un fattore positivo per l’equilibrio dei giovani.

Tuttavia, la ricerca condotta dalle Università di Bologna e Vienna va oltre questo aspetto emotivo e affettivo, concentrandosi su una domanda molto specifica: la presenza dei nonni può migliorare concretamente i risultati scolastici dei nipoti?

L’impatto (limitato) dei nonni sui risultati scolastici

La risposta della ricerca è quanto mai chiara e, per certi aspetti, controintuitiva: il coinvolgimento dei nonni, pur essendo fondamentale in molte aree della vita, non determina un miglioramento significativo dei voti a scuola dei nipoti. Francesca Zanasi, una delle principali firmatarie dello studio, ha spiegato che non è stato riscontrato un legame diretto tra il supporto offerto dai nonni e l’andamento scolastico degli studenti.

I dati dimostrano dunque che, se la presenza dei nonni aiuta le famiglie a funzionare meglio – consentendo una migliore organizzazione quotidiana e maggiore serenità – non basta per produrre un reale avanzamento nei risultati scolastici. Le variabili che influenzano i voti sembrano dipendere in misura maggiore da altri fattori, quali la presenza di strumenti educativi mirati, il contesto familiare complessivo, le condizioni socio-economiche e la qualità dell’offerta formativa.

Spiegazioni e interpretazioni dei risultati della ricerca

Il risultato della ricerca sorprende molti, soprattutto perché nell’immaginario collettivo l’aiuto dei nonni viene spesso collegato anche al successo scolastico. Com’è possibile che questa presenza, così positiva sotto molti aspetti, non risulti altrettanto efficace nel migliorare i voti a scuola?

Gli studiosi avanzano alcune spiegazioni. In primo luogo, i nonni pur offrendo tempo e dedizione, spesso non hanno la preparazione specifica necessaria per affiancare adeguatamente i giovani nello studio delle discipline scolastiche attuali. Le modalità d’insegnamento sono cambiate nel corso degli anni e le competenze richieste dalla scuola di oggi non sempre coincidono con quelle possedute dalle generazioni precedenti. Inoltre, i nonni tendono – comprensibilmente – a porsi in una posizione di accudimento e comprensione, piuttosto che di rigorosa valutazione.

In secondo luogo, la presenza dei nonni aiuta sì a formare adulti equilibrati e sereni, ma i risultati scolastici sembrano essere maggiormente legati a metodologie di studio, strategie educative specifiche e all’affiancamento di figure preparate nel campo dell’istruzione. Il legame affettivo non può sostituire la necessaria professionalità nell’accompagnamento degli studenti lungo il percorso didattico.

Strumenti educativi mirati: la vera chiave per migliorare i voti

La ricerca delle Università di Bologna e Vienna sottolinea un altro punto centrale: per incidere realmente sui risultati scolastici, servono strumenti educativi mirati e strategie pensate appositamente per supportare l’apprendimento. È qui che diventa fondamentale il dialogo tra scuola, famiglie e operatori professionali del settore educativo.

La presenza dei nonni resta importantissima ma va affiancata da interventi efficaci, come: tutoraggio scolastico, laboratori di recupero delle materie, supporto psicopedagogico e l’adozione di materiali didattici innovativi. Francesca Zanasi sostiene che solo investendo in questi strumenti è possibile notare un miglioramento effettivo nei voti e, più in generale, nel percorso scolastico dei ragazzi.

Ogni studente ha bisogni specifici e difficoltà particolari; la personalizzazione delle strategie educative – piuttosto che la semplice presenza relazionale – è la vera chiave per ottenere risultati soddisfacenti e duraturi.

Un confronto tra Italia ed Europa sul ruolo dei nonni

Se in Italia la figura del nonno è ancora centrale, in molti paesi europei si assiste a dinamiche famigliari differenti e a un minore coinvolgimento degli anziani nella vita quotidiana dei ragazzi. Tuttavia, la tendenza comune anche fuori dai confini italiani è quella di riconoscere l’importanza del tessuto relazionale come fattore protettivo contro disagio, isolamento e insuccesso scolastico.

Lo studio citato lascia intravedere tuttavia una divergenza culturale: nei sistemi scolastici con servizi di doposcuola ben strutturati e una maggior offerta di sostegni specializzati, i nonni svolgono prevalentemente un ruolo affettivo e socializzante, ma non sono chiamati a compensare le carenze istituzionali. In Italia invece, la debolezza dei servizi pubblici ha portato molto spesso a delegare alla famiglia – e quindi ai nonni – molte funzioni di supporto agli studenti.

Questa differenza riflette una diversa impostazione politica e sociale che dovrebbe essere oggetto di riflessione nell’ottica di un potenziamento delle politiche familiari e scolastiche.

L’importanza dei rapporti intergenerazionali per la crescita

Nonostante lo scarso impatto sui voti a scuola, i nonni restano una risorsa educativa fondamentale. Numerosi studi, infatti, hanno confermato che la qualità dei rapporti intergenerazionali favorisce lo sviluppo di competenze trasversali, come empatia, capacità di ascolto, resilienza e fiducia in sé stessi.

Il racconto di tradizioni, la condivisione di valori e la trasmissione di esperienze giocano un ruolo cruciale nell’educazione dei giovani. Gli insegnamenti che i nonni lasciano ai nipoti non si esauriscono nella sfera scolastica, ma abbracciano dimensioni più ampie, come il senso civico, il rispetto delle regole e la costruzione dell’identità personale.

Da tutte queste riflessioni emerge quindi l’importanza di valorizzare i nonni all’interno di una strategia educativa familiare, integrando però il loro contributo con risorse professionali specifiche per il sostegno alle difficoltà scolastiche.

Prospettive future: politiche familiari e scuola

Quali implicazioni pratiche derivano dalle evidenze emerse dalla ricerca? Gli esperti invitano a ripensare il ruolo delle famiglie e dei nonni all’interno del sistema educativo italiano. La collaborazione tra scuola, famiglie e territorio dovrebbe basarsi su una divisione razionale delle competenze: ai nonni il ruolo fondamentale di sostegno relazionale, agli specialisti quello di supportare, con metodi adeguati, i processi di apprendimento.

Particolare attenzione va data alla formazione dei genitori e dei nonni sull’evoluzione delle metodologie di studio, sensibilizzando la società rispetto alla necessità di strumenti professionali per il recupero delle materie e la promozione del successo scolastico. Una scuola aperta e inclusiva, capace di valorizzare le risorse del territorio, può davvero fare la differenza.

Sintesi e considerazioni finali

In sintesi, lo studio realizzato da Bologna e Vienna rappresenta un contributo fondamentale per superare stereotipi e valutare in modo approfondito il ruolo dei nonni nell’educazione delle nuove generazioni. Sebbene i nonni siano insostituibili come supporto emotivo, relazionale e logistico, la loro presenza non si traduce automaticamente in un miglioramento dei risultati scolastici dei nipoti. Per influenzare positivamente il rendimento scolastico, è essenziale investire in strumenti educativi mirati, garantire un sostegno qualificato e costruire una rete efficace tra scuola, famiglia e territorio.

Come in molti altri ambiti della vita, anche nella scuola affetto e professionalità devono andare di pari passo: solo così sarà possibile offrire ai più giovani tutte le opportunità di crescita e successo che meritano.

Pubblicato il: 9 luglio 2025 alle ore 11:39

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