Foreste e futuro del legno: l’allarme di Vacchiano sulla fotosintesi e il rischio climatico
Indice dei paragrafi
- Premessa, contesto e importanza della ricerca
- L’intervento di Giorgio Vacchiano: la fotosintesi in diminuzione
- Foreste tropicali: da polmoni verdi a fonti di carbonio
- Il prelievo di legno e la deforestazione: uno sguardo critico
- Le foreste boreali e il riscaldamento globale: benefici e rischi
- La gestione forestale secondo Vacchiano
- Economia circolare e risorse forestali: scenari futuri
- Impatto del cambiamento climatico sulle foreste mondiali
- Ricerca, innovazione e ruolo dell’Università degli Studi di Milano
- Sintesi e considerazioni finali
Premessa, contesto e importanza della ricerca
Nel contesto delle grandi sfide ambientali globali, la gestione delle foreste e delle risorse legnose è al centro di un acceso dibattito internazionale. Il 12 settembre 2025 si è tenuto a Mantova il convegno ‘Il futuro del mondo legno: economia circolare e risorse forestali’, occasione nella quale professionisti, esperti e studiosi del settore hanno discusso sul futuro dei sistemi forestali in relazione all’economia, alla sostenibilità e all’innovazione. Una relazione particolarmente significativa è stata quella di Giorgio Vacchiano, ricercatore e docente presso l’Università degli Studi di Milano, esperto di gestione e pianificazione forestale. La sua analisi, supportata da dati scientifici aggiornati, si concentra sulla riduzione dell’attività di fotosintesi nelle foreste e sulle trasformazioni che il cambiamento climatico sta portando a livello globale.
In un periodo in cui la salute delle foreste è strettamente legata al futuro climatico ed economico dell’umanità, il ruolo della fotosintesi e la capacità delle foreste di costituire un serbatoio di carbonio rappresentano temi di massima rilevanza per la ricerca, la politica ambientale e le strategie di gestione sostenibile.
L’intervento di Giorgio Vacchiano: la fotosintesi in diminuzione
Al centro dell’intervento di Giorgio Vacchiano al convegno di Mantova vi è una preoccupazione che accomuna molti ricercatori a livello internazionale: l’attività di fotosintesi globale appare in calo, specialmente in alcune aree chiave del pianeta. La fotosintesi è il processo mediante il quale le piante e gli alberi assorbono anidride carbonica (CO₂) dall’atmosfera, trasformandola in ossigeno e biomassa. Si tratta del principale meccanismo naturale di sequestro del carbonio, indispensabile per la lotta al riscaldamento globale e alla concentrazione di gas serra.
Vacchiano ha illustrato come le anomalie climatiche, la deforestazione, gli incendi frequenti e le pratiche agricole intensive stiano progressivamente riducendo l’efficienza della fotosintesi. Se questa tendenza dovesse proseguire, il mondo perderebbe una delle sue difese naturali più importanti contro il cambiamento climatico. L’allarme lanciato da Vacchiano rientra tra i più autorevoli avvertimenti della comunità scientifica sulla necessità di modificare rapidamente le politiche di gestione forestale e mitigate le emissioni.
Foreste tropicali: da polmoni verdi a fonti di carbonio
Uno degli aspetti più sorprendenti messi in luce dal docente milanese riguarda le foreste tropicali. Fino a pochi anni fa, queste immense distese verdi erano considerate i ‘polmoni del pianeta’: il loro ruolo nella cattura e stoccaggio del carbonio atmosferico era ritenuto cruciale. Tuttavia, secondo dati recenti, le foreste tropicali stanno progressivamente diventando emettitrici di carbonio invece di assorbirne.
Le cause sono molteplici:
- Deforestazione: sia per espansione agricola che estrazione di risorse.
- Incendi ricorrenti: spesso dolosi o comunque agevolati da condizioni di siccità prolungata.
- Alterazioni climatiche: temperature elevate e scarsità di precipitazioni.
Il risultato è che le foreste amazzoniche e africane contribuiscono sempre meno al sequestro di CO₂. Alcune aree, in condizioni di stress estremo, possono addirittura rilasciare più carbonio di quello che riescono ad assorbire. Tale cambiamento mette a serio rischio non soltanto la biodiversità ma anche la stabilità climatica globale.
Il prelievo di legno e la deforestazione: uno sguardo critico
Un tema spesso oggetto di confusione e dibattito è il rapporto tra il prelievo di legno e la deforestazione. Su questo argomento, Giorgio Vacchiano ha voluto chiarire un punto fondamentale: il semplice prelievo di legname, se regolato e inserito in sistemi di gestione sostenibile, non è sinonimo di deforestazione.
Le pratiche forestate attente e basate su criteri scientifici possono garantire la rigenerazione delle aree boschive. Dove il prelievo è controllato, si favorisce anche la salute generale del bosco, la biodiversità, il rinnovo delle specie arboree e, talvolta, la riduzione dei rischi di incendi.
Viceversa, la deforestazione si verifica laddove la conversione della copertura forestale in altri usi del suolo - in particolare per l’agricoltura intensiva o lo sviluppo urbano - è irreversibile.
Le foreste boreali e il riscaldamento globale: benefici e rischi
Le foreste boreali dell’emisfero nord, che attraversano regioni come la Siberia, la Scandinavia, il Canada e l’Alaska, rappresentano un caso particolare. Secondo Vacchiano, queste foreste stanno ancora beneficiando degli effetti del riscaldamento globale: stagioni di crescita più lunghe, aumento della fotosintesi e una maggiore produzione di biomassa.
Tuttavia, tale situazione positiva potrebbe essere temporanea. Esistono infatti rilevanti rischi connessi all’avanzare del riscaldamento:
- Scioglimento del permafrost e rilascio di metano
- Aumento degli incendi boschivi
- Espansione di insetti fitofagi e malattie
Se questi fattori dovessero peggiorare, anche le foreste boreali potrebbero trasformarsi in fonti di carbonio, ricalcando quanto già osservato ai tropici.
La gestione forestale secondo Vacchiano
Un pilastro dell’intervento di Vacchiano riguarda i modelli di gestione forestale fonte di resilienza ecologica, economica e sociale. Una buona pianificazione può contribuire a mantenere la capacità di assorbimento del carbonio delle foreste, contrastando fenomeni di declino della fotosintesi e garantendo la produzione di legno certificato e sostenibile.
I principi fondamentali suggeriti dall’esperto sono:
- Pianificazione a lungo termine e monitoraggio costante delle condizioni ambientali
- Utilizzo di pratiche di selezione e diradamento che rispettino la biodiversità
- Coinvolgimento di comunità locali e stakeholder nel governo del territorio
- Integrazione delle conoscenze scientifiche e delle tecnologie digitali (es. sensori di campo, droni per il telerilevamento)
Economia circolare e risorse forestali: scenari futuri
Un tema centrale dell’incontro di Mantova riguarda lo sviluppo di modelli di economia circolare applicati alle risorse forestali e al legno. L’economia circolare punta a ridurre gli sprechi, allungare il ciclo di vita dei prodotti, trasformare gli scarti in risorse e abbattere le emissioni di carbonio.
Secondo Vacchiano e altri esperti intervenuti, questo approccio rappresenta il futuro sostenibile del comparto, grazie a:
- Maggiore uso di legno certificato e riciclabile
- Sviluppo di nuovi materiali (bioplastiche, isolanti, biochar)
- Coinvolgimento delle filiere produttive in pratiche responsabili
- Ricerca di alternative sostenibili ai combustibili fossili
Lo sviluppo di comparti legati alla bioeconomia potrebbe generare valore sia dal punto di vista ambientale che socioeconomico, trasformando le foreste in motori di crescita verde.
Impatto del cambiamento climatico sulle foreste mondiali
Il cambiamento climatico incide direttamente sulla vitalità delle foreste, influenzando la disponibilità di acqua, la temperatura media, la frequenza di eventi estremi e la diffusione di parassiti. Secondo stime scientifiche:
- Un aumento di 2°C delle temperature globali potrebbe portare a una significativa perdita di biomassa forestale in molte regioni.
- La diminuzione della fotosintesi e l’aumento delle emissioni di carbonio rappresentano rischi non trascurabili per la sicurezza alimentare e climatica globale.
- La perdita di habitat e biodiversità, infine, accentua la vulnerabilità dei sistemi forestali.
Occorrono strategie di adattamento e mitigazione basate su solidi dati scientifici, come sottolineato dallo stesso Vacchiano.
Ricerca, innovazione e ruolo dell’Università degli Studi di Milano
Nel quadro internazionale della ricerca forestale, l’Università degli Studi di Milano si distingue per il contributo innovativo nell’analisi, monitoraggio e gestione dei sistemi boschivi. Il gruppo di lavoro guidato da Giorgio Vacchiano conduce attività di ricerca scientifica sull’impatto del cambiamento climatico sulle foreste, l’evoluzione della fotosintesi, le strategie per la gestione sostenibile e la simbiosi tra sviluppo economico ed ecologia.
Le attività principali comprendono:
- Monitoraggio satellitare delle condizioni delle foreste
- Sviluppo di modelli predittivi di crescita e assorbimento di carbonio
- Formazione di giovani ricercatori su tecniche forestali avanzate
L’impegno nella divulgazione scientifica verso la cittadinanza, le istituzioni e i decisori politici è un elemento chiave per favorire una gestione consapevole e partecipata delle risorse verdi.
Sintesi e considerazioni finali
La relazione di Giorgio Vacchiano al convegno di Mantova pone l’attenzione su una tematica urgente: il futuro delle foreste dipende dalle scelte collettive che, oggi, siamo chiamati a compiere. Il rischio di diminuzione della fotosintesi, l’aumento delle emissioni delle foreste tropicali, l’esigenza di una gestione forestale razionale e l’applicazione di modelli di economia circolare rappresentano la nuova frontiera della sostenibilità ambientale.
Occorre promuovere una maggiore consapevolezza pubblica circa:
- I rischi legati al cambiamento climatico
- La necessità di investimenti nella protezione e ampliamento delle superfici forestali
- L’utilità di sviluppare prodotti legnosi innovativi e certificati
In conclusione, la ricerca scientifica, la sinergia tra politica, industria e società civile, e la formazione di nuove figure professionali rappresentano gli strumenti principali per affrontare le sfide che attendono il nostro pianeta. Solo grazie all’impegno corale, alla valorizzazione della conoscenza e all’applicazione di modelli di gestione sostenibile, le foreste potranno continuare a lavorare come custodi della vita e del clima globale.