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Michael Burry chiude Scion: Nuovo Allarme su Wall Street e la Bolla dell'Intelligenza Artificiale
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Michael Burry chiude Scion: Nuovo Allarme su Wall Street e la Bolla dell'Intelligenza Artificiale

Profitti gonfiati, crisi finanziaria e scommesse contro i giganti tech: le verità di Michael Burry sulla nuova ondata di rischio sui mercati

Michael Burry chiude Scion: Nuovo Allarme su Wall Street e la Bolla dell'Intelligenza Artificiale

Indice degli Argomenti

  • Introduzione: Chi è Michael Burry e il significato della chiusura di Scion Asset Management
  • Gli eventi di novembre 2025: Le registrazioni ufficiali della SEC
  • La visione di Michael Burry circa il distacco dei mercati dai fondamentali
  • Analisi delle scommesse ribassiste contro colossi dell’AI: Nvidia e Palantir
  • Profitti gonfiati e accuse agli hyperscaler: un nuovo caso contro la Silicon Valley
  • Cos'è una bolla tecnologica? Analisi storica e confronti
  • Il ruolo della contabilità nelle tech: Ammortamenti e manipolazione degli utili
  • Le reazioni di Wall Street alle dichiarazioni di Burry
  • Gli effetti sul settore degli investimenti in intelligenza artificiale
  • Prospettive e rischi futuri: Il possibile crollo del mercato finanziario nel 2025
  • Sintesi e considerazioni finali

Introduzione: Chi è Michael Burry e il significato della chiusura di Scion Asset Management

Michael Burry è una figura nota nel panorama della finanza mondiale, balzato alle cronache nel 2008 per aver previsto con precisione la crisi dei mutui subprime. La sua storia, resa celebre dal libro e dal film "La Grande Scommessa", lo ha trasformato in un simbolo dell’investitore controcorrente, capace di leggere trend nascosti e anticipare le crisi. Nel novembre 2025, Burry ha suscitato nuovamente scalpore chiudendo il suo fondo Scion Asset Management, facendo riverberare timori di una nuova crisi su Wall Street.

La chiusura di un fondo gestito da un manager di tale calibro non può essere letta come una semplice decisione d’affari. Essa rappresenta un segnale forte verso gli investitori di tutto il mondo: secondo Burry, i rischi sistemici sul mercato sono aumentati, alimentati soprattutto dall’euforia legata all’intelligenza artificiale e da pratiche contabili discutibili che starebbero gonfiando artificialmente i profitti delle grandi aziende tecnologiche.

Gli eventi di novembre 2025: Le registrazioni ufficiali della SEC

Il 10 novembre 2025, la Securities and Exchange Commission (SEC) ha ufficializzato la chiusura del fondo Scion. Un passaggio tutt’altro che formale, che comporta precise comunicazioni obbligatorie secondo la normativa statunitense. La SEC, infatti, vigila su tutte le operazioni che possano avere un impatto significativo sugli investitori e sulla stabilità del sistema finanziario. In questo senso, la chiusura di Scion è stata letta dagli analisti come un vero e proprio campanello d’allarme, che ha risvegliato nella memoria collettiva il ricordo della crisi finanziaria del 2008.

L’atto di chiusura del fondo arriva in un periodo di forte incertezza per i mercati, in cui le valutazioni di molte società tech – in particolare quelle legate all’intelligenza artificiale – sono ai massimi storici. Questo scenario ha spinto Burry ad invitare gli altri investitori ad essere estremamente cauti, sottolineando la necessità di guardare ai veri fondamentali delle aziende.

La visione di Michael Burry circa il distacco dei mercati dai fondamentali

Burry ha più volte dichiarato pubblicamente che i mercati finanziari sono oggi "distaccati dai fondamentali". Cosa significa in pratica questa affermazione?

Nel linguaggio finanziario, seguire i fondamentali indica la pratica di valutare una società sulla base dei suoi utili reali, del flusso di cassa, dell’indebitamento, dell’innovazione e della posizione competitiva. Quando le quotazioni crescono in maniera esponenziale a fronte di risultati sottostanti che non giustificano tali incrementi, si teme la formazione di una cosiddetta "bolla".

Nel caso dell’intelligenza artificiale, Burry punta il dito contro un’esplosione delle valutazioni azionarie non supportata da una crescita reale degli utili – soprattutto per ciò che riguarda giganti del settore come Nvidia e Palantir. Secondo il noto investitore, molte aziende tech starebbero beneficiando di un'irrazionale esuberanza degli investitori.

Analisi delle scommesse ribassiste contro colossi dell’AI: Nvidia e Palantir

Un altro punto focale dell’azione di Michael Burry è rappresentato dalle scommesse ribassiste contro titoli come Nvidia e Palantir.

  • Nvidia, leader mondiale nelle GPU per l’intelligenza artificiale, ha visto il proprio valore moltiplicarsi enormemente negli ultimi anni. Questa crescita, a detta di Burry, sarebbe in parte artificiale.
  • Palantir, specializzata in software di analisi dati, è un altro bersaglio delle puntate ribassiste di Scion prima della chiusura. Anche in questo caso, il sospetto è che la realtà dei numeri economici sia ben diversa dall’immagine proposta al pubblico degli investitori.

Le puntate ribassiste – o short selling – sono tecniche sofisticate con cui un investitore guadagna nel caso in cui il valore del titolo scenda. Se da un lato sono viste come un modo per denunciare e correggere le distorsioni, dall’altro sollevano spesso polemiche perché accusate di alimentare la volatilità. Le posizioni ribassiste assunte da Burry hanno però storicamente anticipato crolli, come nel caso del 2008.

Profitti gonfiati e accuse agli hyperscaler: un nuovo caso contro la Silicon Valley

Burry non si è limitato alle singole aziende, ma ha lanciato pesanti accuse contro l’intero settore degli hyperscaler – giganti come Amazon, Microsoft, Google – che dominano l’infrastruttura del cloud computing e che, recentemente, hanno cavalcato la corsa agli investimenti nell’intelligenza artificiale.

Secondo l’ex manager di Scion, molte di queste aziende starebbero gonfiando i profitti tramite tecniche contabili basate su ammortamenti molto estesi dei costi infrastrutturali. Questo consentirebbe loro di diluire le spese su periodi molto lunghi, aumentando fittiziamente l’utile netto e dando così segnali falsati agli investitori e agli analisti finanziari.

Burry accusa apertamente gli hyperscaler di manipolare gli utili con l’obiettivo di rafforzare la propria posizione sul mercato azionario e attrarre capitali a condizioni vantaggiose, aggravando il rischio sistemico.

Accuse hyperscaler manipolazione profitti: dettagli delle pratiche contestate

Al centro della critica vi sono le modalità di capitalizzazione e ammortamento degli investimenti in hardware, data center e infrastrutture digitali:

  • Ammortamenti estesi oltre la durata reale degli asset tecnologici
  • Spostamento delle perdite su periodi futuri per nascondere temporaneamente i veri costi
  • Utilizzo della quota di deprezzamento per abbassare artificialmente le tasse e aumentare i profitti dichiarati

Queste tecniche possono essere legali, ma rischiano di alterare profondamente la percezione del vero valore delle aziende tech sugli indici di Wall Street.

Cos'è una bolla tecnologica? Analisi storica e confronti

Il termine bolla tecnologica richiama subito alla mente lo scoppio della dot-com bubble nei primi anni 2000. Allora, aziende senza reali fondamenta finanziarie raggiunsero valutazioni stratosferiche, fino a quando il mercato collassò, causando perdite per centinaia di miliardi di dollari.

Burry vede molte analogie tra la situazione attuale e quella fase storica, soprattutto nella retorica guidata dall’innovazione e nella corsa degli investitori a salire sul carro vincente della tecnologia senza un’analisi critica dei bilanci e dei piani industriali.

Il ruolo della contabilità nelle tech: Ammortamenti e manipolazione degli utili

La contabilità nelle grandi aziende della Silicon Valley è diventata sempre più sofisticata. I bilanci pubblicati trimestralmente sono soggetti ad interpretazioni, dove le tecniche di ammortamento, capitalizzazione delle spese di ricerca e sviluppo, e la valutazione degli asset immateriali possono spostare notevolmente l’ago della bilancia degli utili.

Questa flessibilità, utile per chi investe e deve conoscere i rischi, è però secondo Burry ampiamente sfruttata per presentare una "versione abbellita" della salute finanziaria d’impresa. Tra i punti più contestati:

  • Differimento dei costi
  • Rivalutazione di asset intangibili
  • Strategie fiscali aggressive

Tutte pratiche che, se portate all’estremo, rischiano di dare agli investitori informazioni poco attendibili.

Le reazioni di Wall Street alle dichiarazioni di Burry

Wall Street non ha tardato a rispondere alle dichiarazioni e alle azioni di Michael Burry. Molti analisti istituzionali hanno difeso le grandi aziende tech, sostenendo che la crescita dei loro profitti sia reale e guidata dalla domanda globale dell’intelligenza artificiale.

Tuttavia, una cospicua parte degli operatori teme che l’impressionante ascesa dei titoli possa effettivamente celare un rischio, soprattutto per chi entra oggi sul mercato ai prezzi massimi.

Le conseguenze immediate sono state:

  • Incremento della volatilità sui titoli menzionati da Burry
  • Rinnovato interesse verso analisi fondamentali più rigorose
  • Maggiore attenzione degli organismi di vigilanza su pratiche contabili e rendicontazione

Gli effetti sul settore degli investimenti in intelligenza artificiale

Il settore degli investimenti in intelligenza artificiale attira ormai capitali da tutto il mondo. Secondo Burry, tuttavia, questo flusso rischia di alimentare una nuova bolla che potrebbe esplodere causando un danno sistemico all’intero comparto tecnologico.

  • I grandi fondi si stanno interrogando sulla reale sostenibilità degli utili dichiarati
  • Le startup potrebbero risentire di un calo degli investimenti se dovesse scoppiare la bolla
  • Gli investitori retail rischiano di restare "col cerino in mano" in caso di crollo repentino dei titoli

Contemporaneamente, si apre un ampio dibattito sulle modalità di valutazione delle società AI e sulla trasparenza delle loro strategie finanziarie.

Prospettive e rischi futuri: Il possibile crollo del mercato finanziario nel 2025

Le previsioni di Michael Burry sui mercati sono spesso visionarie e, come nel caso del 2008, capaci di andare contro l’opinione dominante. Oggi il suo timore è che il mercato, soprattutto quello legato all’AI, sia sostenuto da aspettative irrealistiche.

Diverse variabili concorrono a rafforzare il rischio di un crollo mercato finanziario 2025:

  1. Eccessivo afflusso di capitali in tech ad alta valutazione
  2. Dipendenza degli utili da pratiche contabili aggressive
  3. Scarsa trasparenza sulla sostenibilità degli investimenti infrastrutturali
  4. Possibili interventi regolatori o cambiamenti della politica monetaria statunitense

In caso di correzione repentina dei prezzi, molti investitori potrebbero subire pesanti perdite, con effetti a catena sull’economia globale.

Consigli per gli investitori in un contesto incerto

  • Analizzare approfonditamente i bilanci delle aziende
  • Diversificare gli investimenti e non inseguire solo i titoli in trend
  • Seguire con attenzione le comunicazioni degli organismi di vigilanza finanziaria

Sintesi e considerazioni finali

La chiusura di Scion Asset Management da parte di Michael Burry è molto più di un semplice fatto di cronaca finanziaria: rappresenta l’ennesimo monito verso i pericoli delle euforie collettive e delle pratiche contabili poco trasparenti nella Silicon Valley. Le accuse di profitti gonfiati Wall Street, accuse hyperscaler manipolazione profitti e le scommesse ribassiste contro Nvidia e Palantir riportano l’attenzione sull’importanza di una valutazione critica e oggettiva dei fondamentali societari.

In questo scenario, la prudenza torna ad essere una virtù imprescindibile per gli investitori, mentre il dibattito su come valutare il vero valore delle imprese AI è più acceso che mai. Se la storia dovesse ripetersi, l’allarme lanciato da Michael Burry potrebbe salvare molti risparmiatori da pesanti perdite, come accadde quasi vent’anni fa.

Le prossime settimane saranno decisive per capire se il mercato saprà correggere le proprie distorsioni o se si andrà incontro a una nuova grande crisi finanziaria, stavolta a causa dell’intelligenza artificiale.

Pubblicato il: 15 novembre 2025 alle ore 13:27

Savino Grimaldi

Articolo creato da

Savino Grimaldi

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