Antitrust UE: il ruolo dei tributaristi nella revisione normativa
Indice
- Introduzione e contesto europeo
- Il ruolo dell’Istituto nazionale tributaristi nella consultazione UE
- Le norme antitrust: principi, applicazione e impatti
- Le posizioni della Commissione europea e la tutela di imprese e consumatori
- Le richieste di Riccardo Alemanno e l'esigenza di armonizzazione
- La direttiva 2018/958 e le professioni organizzate in associazioni professionali
- Sfide e prospettive per la revisione delle norme procedurali antitrust
- Conclusioni: verso un sistema antitrust europeo più inclusivo e moderno
Introduzione e contesto europeo
L’Unione Europea si trova in una fase cruciale nel processo di revisione delle sue politiche antitrust, elemento cardine per il mantenimento di una concorrenza leale e della protezione dei diritti di imprese e consumatori. In tale quadro, la consultazione pubblica promossa dalla Commissione europea, riguardante la revisione delle norme procedurali antitrust, rappresenta un importante momento di riflessione, confronto e coinvolgimento degli attori sociali, economici e professionali del Vecchio Continente.
Tra i protagonisti di questa consultazione figura l'Istituto nazionale tributaristi (Int), guidato dal presidente Riccardo Alemanno, che ha inteso portare il contributo della categoria dei tributaristi, sottolineando la necessità di un sistema normativo maggiormente armonizzato tra i diversi Paesi membri. Il tema della revisione delle norme procedurali antitrust si intreccia così, in modo diretto, con il vissuto di chi quotidianamente opera al servizio delle imprese e dei professionisti, evidenziando l'importanza di regole certe, eque ed efficaci.
Questa analisi giornalistica si pone l’obiettivo di approfondire il ruolo svolto dall’Istituto nazionale tributaristi nell’ambito della consultazione europea, facendo emergere i punti cardine della revisione normativa, le istanze della categoria, e le prospettive future per un sistema antitrust realmente tutelante e competitivo in tutta l’Unione Europea.
Il ruolo dell’Istituto nazionale tributaristi nella consultazione UE
Nel fitto calendario di riforme e consultazioni a livello europeo, la partecipazione delle organizzazioni di categoria rappresenta una prassi sempre più diffusa e significativa. L’Istituto nazionale tributaristi (Int), associazione che raggruppa i professionisti della consulenza fiscale e tributaria in Italia, si è distinto nel panorama delle associazioni professionali per la sua presenza attiva nella consultazione pubblica avviata dalla Commissione europea.
La consultazione, avvenuta nei primi mesi del 2025, mirava a raccogliere considerazioni, osservazioni e suggerimenti non solo dagli Stati membri, ma anche dai rappresentanti delle categorie professionali direttamente interessate dai riflessi delle politiche antitrust. In questo contesto, il parere dell’Int è emerso come voce autorevole, in grado di rappresentare le istanze dei professionisti italiani e di influenzare, seppur indirettamente, il processo legislativo in corso a Bruxelles.
La partecipazione attiva dell’Istituto ha avuto lo scopo di tutelare non solo la categoria dei tributaristi, ma più in generale tutte le professioni organizzate in associazioni, la cui attività può essere fortemente condizionata dall’assetto normativo antitrust, soprattutto in virtù della crescente interconnessione fra mercati nazionali e mercato unico europeo. Nel suo intervento, il presidente Alemanno ha posto l’accento su tre parole chiave: revisione, armonizzazione e tutela.
Le norme antitrust: principi, applicazione e impatti
Le norme antitrust, come stabilito a livello europeo, costituiscono l’insieme delle regole volte a prevenire abusi di posizione dominante, pratiche anticoncorrenziali e cartelli che possano danneggiare il libero mercato. Il corpus legislativo dell’Unione Europea in materia si basa principalmente sugli articoli 101 e 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), oltre che sulle direttive e regolamenti attuativi che ne disciplinano l’applicazione nel dettaglio volontà di garantire la concorrenza nell’interesse di imprese e consumatori.
Nel tempo, le norme antitrust hanno visto un progressivo rafforzamento, soprattutto dinanzi alle sfide poste dalla globalizzazione, dalla digitalizzazione dei mercati, dalla crescente presenza di grandi player internazionali e dalle nuove forme di organizzazione professionale. L’applicazione delle norme antitrust, inoltre, costituisce un fondamentale presidio di garanzia per piccole e medie imprese, lavoratori autonomi e associazioni professionali che potrebbero rischiare di subire la preponderanza di soggetti economici ben più strutturati.
Tuttavia, il quadro normativo antitrust, seppur condiviso nei grandi principi, presenta ancora notevoli differenze nei sistemi giuridici dei Paesi membri, con ricadute pratiche sulle possibilità di accesso al mercato, sulla libera concorrenza e sulle stesse modalità di esercizio delle professioni organizzate in forma associativa. L’esigenza di una revisione emerge, dunque, sia da necessità di aggiornamento rispetto ai nuovi scenari economici e tecnologici sia dalla volontà di superare disparità e frammentazioni nella tutela della concorrenza.
Le posizioni della Commissione europea e la tutela di imprese e consumatori
Nel promuovere la consultazione pubblica, la Commissione europea ha ribadito la centralità delle regole antitrust per il funzionamento del mercato unico e per lo sviluppo economico dell’Unione. L’approccio comunitario si fonda sull’idea che l’applicazione corretta ed efficace delle norme antitrust protegga sia le imprese che i consumatori, favorendo un ambiente competitivo, innovativo e orientato alla qualità dei servizi e dei prodotti.
In particolare, la Commissione ha sottolineato come una concorrenza vivace sia il principale incentivo all’innovazione, all’efficienza e alla riduzione dei prezzi. Parallelamente, ha evidenziato il rischio che pratiche anticoncorrenziali, come cartelli o abusi di posizione dominante, possano tradursi in un danno economico per le imprese minori e per i consumatori finali, i quali si troverebbero di fronte a minori scelte e prezzi meno vantaggiosi.
Nell’ambito della consultazione, la Commissione ha sollecitato un confronto ampio e trasparente, in cui ciascun soggetto interessato – dagli Stati membri alle associazioni di categoria, dalle imprese alle organizzazioni dei consumatori – potesse esporre criticità, suggerimenti e indicazioni circa le modalità con cui migliorare la tutela della concorrenza nell’Unione Europea. Il contributo dell'Int e la voce di Riccardo Alemanno si inseriscono dunque in questo processo partecipativo volto a “costruire” una disciplina antitrust sempre più rispondente alle esigenze reali del mercato europeo.
Le richieste di Riccardo Alemanno e l'esigenza di armonizzazione
Uno dei punti nevralgici sollevati da Riccardo Alemanno è la necessità di una profonda revisione delle norme procedurali antitrust a livello europeo. Il presidente dell’Int ha messo in evidenza come la presenza di regole differenti nei vari Stati membri possa creare situazioni di squilibrio, andando a minare sia il principio di concorrenza leale che le opportunità di crescita per le professioni regolamentate e associate.
Secondo Alemanno, la revisione normativa dovrebbe puntare verso una maggiore omogeneità e armonizzazione, riducendo gli ostacoli burocratici e le divergenze interpretative con cui si trovano a dover fare i conti i professionisti italiani ed europei. Standards comuni permetterebbero non solo di rendere più efficiente il mercato interno, ma soprattutto di evitare che le differenze nazionali vengano sfruttate in modo opportunistico, a discapito dei principi di correttezza e trasparenza.
Oltre a ribadire l’importanza della tutela della concorrenza di fronte ai grandi player, Alemanno ha approfondito la questione delle associazioni professionali, spesso poco considerate nelle discussioni sulle riforme antitrust. In quest’ottica, il presidente dell’Int ha richiesto una revisione che riconosca il valore delle professioni organizzate, garantendo agli associati una protezione adeguata e strumenti di rappresentanza efficaci.
La direttiva 2018/958 e le professioni organizzate in associazioni professionali
Uno dei riferimenti più importanti nel dibattito sulla revisione delle norme procedurali antitrust è la direttiva 2018/958, relativa alla valutazione delle proporzionalità delle normative che disciplinano le professioni. Tale direttiva, in particolare, impone agli Stati membri di verificare che ogni restrizione imposta alle attività professionali sia giustificata da motivi di interesse generale, sia proporzionata rispetto agli obiettivi perseguiti e non costituisca un ostacolo eccessivo per l’accesso e l’esercizio delle diverse professioni.
In questo quadro, l’Int ha ribadito la necessità di norme antitrust che supportino la corretta attuazione della direttiva, assicurando che le professioni organizzate in associazioni professionali non siano penalizzate da regole antiche, spesso concepite per strutture di mercato differenti o orientate a business model industriali. Il rischio, come più volte segnalato dai tributaristi italiani, è che una normativa troppo stringente o poco chiara finisca col mettere a repentaglio sia la rappresentanza associativa, sia la possibilità di offrire servizi qualificati al tessuto produttivo.
Attraverso il proprio intervento nella consultazione europea, l’Int si è fatto portavoce della necessità di costruire un quadro armonico e moderno, nel quale sia riconosciuta la peculiarità del lavoro delle associazioni professionali e sia garantita, agli utenti finali, cioè i clienti e le imprese, una tutela effettiva e non solo formale della concorrenza.
Sfide e prospettive per la revisione delle norme procedurali antitrust
Il percorso verso una nuova disciplina antitrust europea si presenta costellato di sfide normative, politiche e sociali. Se da una parte l’obiettivo di armonia normativa antitrust appare ampiamente condiviso, dall’altra rimangono forti resistenze nazionali e timori di cedere eccessive quote di sovranità su temi particolarmente sensibili come la disciplina delle professioni regolamentate e la tutela degli interessi economici interni.
In tale scenario, la capacità delle istituzioni europee di recepire contributi qualificati come quello dell’Istituto nazionale tributaristi potrà fare la differenza nella costruzione di regole più eque ed efficienti. Solo attraverso il confronto tra policy maker, professionisti e associazioni di categoria sarà infatti possibile immaginare un sistema di regole realmente capace di cogliere le esigenze complesse della società contemporanea.
A spingere verso la revisione è anche la crescente rilevanza delle professioni organizzate e delle micro-imprese nel tessuto economico europeo, nonché l’avanzata dell’economia digitale e delle piattaforme, nuovi fronti dove l’applicazione delle norme antitrust si rivela tanto importante quanto delicata. In prospettiva, l’affermarsi di pratiche trasparenti, armonizzate e condivise potrà rafforzare la competitività complessiva dell’UE, rendendo più attrattivo il mercato unico anche agli occhi degli investitori internazionali.
Conclusioni: verso un sistema antitrust europeo più inclusivo e moderno
La partecipazione attiva dell’Istituto nazionale tributaristi alla consultazione pubblica promossa dalla Commissione europea sulla revisione delle norme procedurali antitrust dimostra come la tutela della concorrenza e l’applicazione delle regole di mercato siano temi di strettissima attualità e di grande rilevanza anche per le professioni organizzate in associazioni professionali europee.
Le sollecitazioni provenienti dal presidente Riccardo Alemanno e dall’Int testimoniano la necessità di una modernizzazione della disciplina, capace di garantire omogeneità, chiarezza ed efficacia in tutti i Paesi membri dell’Unione. Armonizzare le norme procedurali antitrust significa anche rafforzare la fiducia nelle istituzioni europee, favorire una crescita economica equilibrata e offrire maggiori tutele tanto alle imprese quanto ai consumatori.
In attesa delle prossime evoluzioni del quadro normativo, la discussione aperta e partecipata rappresenta un prezioso patrimonio di idee, esperienze e proposte nell’ottica di una società europea più competitiva, inclusiva e innovativa. In questa partita, la voce dei tributaristi italiani potrà continuare a fungere da stimolo costruttivo, contribuendo a progettare un’Europa dove la concorrenza e la tutela di tutte le componenti economiche rappresentino valori condivisi e irrinunciabili.