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Ex Lsu/Lpu, pensioni a rischio: la mobilitazione Usb
Lavoro

Ex Lsu/Lpu, pensioni a rischio: la mobilitazione Usb

Disponibile in formato audio

Reggio Calabria al centro della protesta, richieste concrete e uno stallo del disegno di legge

Ex Lsu/Lpu, pensioni a rischio: la mobilitazione Usb

Indice

  • Introduzione e contesto
  • Il fenomeno degli ex Lsu/Lpu: chi sono e quali sono le problematiche
  • La riforma pensioni 2025 e il disegno di legge presentato
  • Le iniziative dell'Usb pubblico impiego Calabria
  • La precarietà lavorativa e le sue ripercussioni sulla pensione
  • Analisi delle risposte istituzionali e dello stallo del ddl
  • Reggio Calabria: epicentro della mobilitazione
  • Testimonianze dei lavoratori e impatto sociale
  • Le prospettive future
  • Conclusioni e sintesi finale

Introduzione e contesto

Nell’estate 2025 il tema delle pensioni torna drammaticamente d’attualità, soprattutto per una fetta importante di lavoratori pubblici italiani: gli ex Lsu/Lpu.

Gli ex Lavoratori Socialmente Utili (Lsu) e i Lavoratori di Pubblica Utilità (Lpu) sono protagonisti di una lunga battaglia per il riconoscimento dei loro diritti previdenziali. Dopo anni di impiego precario, spesso sottopagato, questi lavoratori rischiano oggi di andare in pensione con assegni molto inferiori rispetto alle aspettative e, soprattutto, rispetto al lavoro realmente svolto. Questo scenario ha portato l’Unione Sindacale di Base (Usb) pubblico impiego Calabria a organizzare una manifestazione a Reggio Calabria, nell’intento di dare una svolta decisiva a una situazione di stallo che sembra non trovare sbocco normativo. L’evento, programmato il 1 agosto 2025, punta i riflettori sul disegno di legge promosso dal senatore Maurizio Gasparri, attualmente fermo e senza concreti passi avanti.

Il fenomeno degli ex Lsu/Lpu: chi sono e quali sono le problematiche

Bisogna fare un passo indietro per comprendere appieno la portata della questione: chi sono davvero gli ex Lsu e Lpu?

Si tratta di lavoratori che, a partire dagli anni ’90, sono stati impiegati per far fronte a carenze croniche di personale nella Pubblica Amministrazione, specie nel Sud Italia e in Calabria. A fronte di una crisi economica che metteva a rischio occupazione e servizi essenziali, si è optato per l’impiego di Lsu e Lpu, spesso attraverso contratti precari, orari ridotti e senza gli stessi diritti riconosciuti ai lavoratori stabili. Solo successivamente, in molti casi dopo anni di servizio, questi lavoratori hanno ottenuto stabilizzazioni parziali o totali, ma sempre con la spada di Damocle della precarietà e di continui rinnovi contrattuali alle spalle.

Il risultato di questa storia è che oggi, arrivati all’età pensionabile, gli ex Lsu/Lpu si trovano con contributi versati inferiori rispetto ai colleghi di pari mansione, e con la conseguente prospettiva di ricevere pensioni ridotte, spesso insufficienti a garantire una vita dignitosa. Questa problematica si inserisce nell’alveo più ampio della discussione sulla riforma pensioni 2025, che mira a correggere le distorsioni prodotte negli ultimi decenni ma che appare lontana dal fornire una risposta concreta ai lavoratori ex Lsu/Lpu.

La riforma pensioni 2025 e il disegno di legge presentato

Quando si parla di riforma delle pensioni nel 2025, l’attenzione non può che ricadere su una delle categorie più penalizzate dalle regole vigenti: gli ex Lsu/Lpu.

Il Senato della Repubblica Italiana ha visto negli ultimi mesi la presentazione di un disegno di legge a firma del senatore Maurizio Gasparri, finalizzato proprio a riconoscere i periodi di lavoro svolti in regime precario e spesso sottopagato da parte dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. Il ddl, però, secondo le ultime notizie pensioni 1 agosto, risulta ad oggi fermo in commissione e non ha visto il compimento di significativi passi avanti.

In particolare, il testo prevede la possibilità di equiparare dal punto di vista previdenziale i servizi prestati come Lsu/Lpu a quelli svolti come dipendenti a tempo indeterminato, garantendo così a questi lavoratori il diritto a una pensione piena e in linea con il lavoro effettivamente svolto. Una svolta storica, se concretizzata, che però ad oggi rimane sulla carta.

Le iniziative dell’Usb pubblico impiego Calabria

L’Unione Sindacale di Base riveste un ruolo chiave nella battaglia per il riconoscimento dei diritti degli ex Lsu/Lpu.

Da mesi l’Usb pubblico impiego Calabria è in prima linea nell’organizzazione di mobilitazioni, incontri con le istituzioni e iniziative pubbliche per richiamare l’attenzione mediatica e politica sulle drammatiche condizioni degli ex Lsu/Lpu calabresi. La manifestazione di Reggio Calabria, simbolicamente situata in una delle principali città della regione più colpita dal fenomeno, mira a sollevare una forte pressione sull’esecutivo affinché si proceda celermente all’approvazione del disegno di legge proposto da Gasparri.

La scelta della data, il 1 agosto 2025, non è casuale: si punta a tener alta la pressione nei mesi estivi, solitamente caratterizzati da una minore attenzione politica e mediatica, in modo da non smorzare il ritmo delle rivendicazioni.

La precarietà lavorativa e le sue ripercussioni sulla pensione

Quello che emerge con forza dal dibattito nazionale è l’incidenza della precarietà lavorativa sul quadro previdenziale dei lavoratori pubblici.

Per molti ex Lsu/Lpu, il passato lavorativo è segnato da anni – spesso decenni – di contratti a termine, ore lavorative ridotte e contributi insufficienti ai fini pensionistici. La conseguenza più drammatica è rappresentata dalla prospettiva, per molti, di ricevere una pensione ben al di sotto della soglia di povertà. Si tratta di una vera e propria emergenza sociale, che colpisce un’ampia fetta di popolazione non solo in Calabria, ma anche in altre regioni del Sud Italia.

Il fatto che si continui a rimandare una risposta non fa che aggravare il disagio percepito da questi lavoratori. Le associazioni sindacali, in questo contesto, svolgono una funzione essenziale non solo di pressione sulle istituzioni, ma anche di supporto psicologico e informativo ai lavoratori costretti a confrontarsi con un futuro incerto.

Analisi delle risposte istituzionali e dello stallo del ddl

Alla luce della pressione sindacale e delle manifestazioni pubbliche, ci si aspetterebbe una pronta risposta da parte delle istituzioni, ma la realtà appare ben diversa.

Nonostante la presentazione del disegno di legge ad hoc per gli ex Lsu/Lpu, come sottolineano le ultime notizie pensioni di inizio agosto, il testo legislativo sembra arenato tra commissioni e ritardi burocratici. Le motivazioni di questo stallo sono molteplici: dalla necessità di trovare coperture finanziarie adeguate, all’esigenza di coordinare la riforma con i parametri imposti dalle direttive europee, fino alle tradizionali resistenze politiche che, a livello nazionale, accompagnano da sempre il tema delle pensioni.

Gli incontri tra rappresentanti dei lavoratori e governo, pur frequenti, non hanno ancora prodotto risultati tangibili. Le richieste delle organizzazioni come Usb sono chiare, ma il timore è che restino inascoltate e che, soprattutto con l’arrivo dell’estate, le priorità dell’agenda politica slittino ancora, penalizzando ulteriormente una già fragile platea di lavoratori.

Reggio Calabria: epicentro della mobilitazione

È significativo che la principale manifestazione abbia luogo proprio a Reggio Calabria.

La città rappresenta, infatti, uno degli epicentri della precarietà lavorativa legata agli Lsu/Lpu. Qui, la rete di supporto tra lavoratori e sindacati si mostra particolarmente robusta e consolidata negli anni, grazie alla presenza attiva dell’Usb e di altre sigle sindacali. Molti lavoratori ex Lsu/Lpu di Reggio vedono nella manifestazione del 1 agosto un momento fondamentale non solo per la rivendicazione dei propri diritti, ma anche per la coesione e il rafforzamento della propria identità collettiva.

Non è un caso che l’appuntamento sia stato scelto anche per lanciare un appello alle istituzioni locali e regionali, molte delle quali, negli anni, hanno potuto beneficiare del lavoro di questa categoria, senza però riuscire a fornire risposte strutturali ai problemi previdenziali che derivano dall’esperienza lavorativa pregressa.

Testimonianze dei lavoratori e impatto sociale

Al di là delle questioni tecniche e normative, la vicenda degli ex Lsu/Lpu è prima di tutto una storia fatta di persone.

In molte dichiarazioni raccolte durante la manifestazione e nei giorni antecedenti l’evento, emerge la forte frustrazione di chi ha dedicato la propria vita al lavoro nella pubblica amministrazione senza mai ricevere il giusto riconoscimento. Si raccontano storie di padri e madri che, dopo trent’anni di servizio, rischiano di dover vivere con pensioni da fame. C’è chi, durante l’emergenza Covid, ha garantito la continuità dei servizi essenziali pur in condizioni contrattuali estremamente precarie; chi ha subito interruzioni lavorative per motivi burocratici senza mai poter contare su tutele reali.

Queste testimonianze rappresentano la realtà di migliaia di famiglie calabresi e meridionali, accomunate da un senso di ingiustizia e dalla paura di un futuro incerto. Il peso psicologico di questa situazione, come sottolineano le associazioni, è spesso sottovalutato ma costituisce un elemento fondamentale nello spiegare l’intensità e la forza delle mobilitazioni degli ultimi mesi.

Le prospettive future

La domanda che molti lavoratori si pongono è: cosa accadrà nei prossimi mesi?

Se è vero che la riforma delle pensioni del 2025 dovrebbe rappresentare un’occasione di svolta, è altrettanto vero che senza un’accelerazione sulle procedure parlamentari, la situazione rischia di non cambiare nei tempi utili. Le sigle sindacali, Usb in testa, promettono di non abbassare la guardia e di mantenere alta la pressione sulle forze politiche.

Tra gli scenari possibili si delineano diversi percorsi: dall’approvazione di una legge specifica per il riconoscimento dei periodi lavorativi come Lsu/Lpu, a interventi di carattere più generale che potrebbero essere inseriti nell’ambito della riforma pensionistica in discussione. In entrambi i casi, la questione delle coperture finanziarie rappresenta l’ostacolo principale, assieme agli equilibri politici che da sempre accompagnano dibattiti di questo tipo.

Conclusioni e sintesi finale

In conclusione, la manifestazione convocata dall’Usb pubblico impiego Calabria il 1 agosto 2025 a Reggio Calabria rappresenta un momento cruciale per la battaglia degli ex Lsu/Lpu, protagonisti loro malgrado di anni di lavoro precario e ora penalizzati da un sistema previdenziale che fatica a riconoscere il loro valore. La presentazione del disegno di legge da parte del senatore Maurizio Gasparri, seppur importante dal punto di vista simbolico e programmatico, non ha ancora trovato concretezza operativa, lasciando migliaia di lavoratori in una condizione di assoluta incertezza.

La precarietà lavorativa, le pensioni ridotte e la mancanza di risposte strutturali da parte delle istituzioni sono i temi su cui ruota la protesta calabrese, e più in generale il dibattito nazionale. L’auspicio è che la mobilitazione di questi mesi riesca a spronare il Parlamento e il Governo affinché si superino impasse e lentezze burocratiche, restituendo finalmente dignità e sicurezza a una delle categorie storicamente più penalizzate del pubblico impiego italiano. Solo così, forse, la riforma delle pensioni 2025 potrà diventare davvero una riforma per tutti.

Pubblicato il: 1 agosto 2025 alle ore 11:00

Michele Monaco

Articolo creato da

Michele Monaco

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