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Concordato Preventivo Biennale 2025: Tutte le Novità, Esclusioni e Scadenze del Nuovo Decreto
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Concordato Preventivo Biennale 2025: Tutte le Novità, Esclusioni e Scadenze del Nuovo Decreto

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Analisi approfondita delle modifiche introdotte dal Governo sulle nuove regole per il Concordato Preventivo Biennale, con dettagli su adesioni, esclusioni e impatti per professionisti e imprese

Concordato Preventivo Biennale 2025: Tutte le Novità, Esclusioni e Scadenze del Nuovo Decreto

Indice

  1. Introduzione al Concordato Preventivo Biennale 2025
  2. Che cos’è il Concordato Preventivo Biennale?
  3. Il nuovo decreto del Governo: quadro generale
  4. Novità principali introdotte dal decreto
  5. Le esclusioni: chi non può aderire al Concordato Preventivo Biennale
  6. Il regime dei forfetari e il Concordato Preventivo
  7. La questione del Ravvedimento Speciale
  8. Modalità e tempistiche di adesione: scadenze da rispettare
  9. La proposta di reddito: il ruolo del punteggio ISA
  10. Focus pratico: come aderire al Concordato Preventivo Biennale
  11. Analisi degli impatti per imprese e professionisti
  12. Considerazioni sulla trasparenza fiscale
  13. Conclusioni e prospettive future

Introduzione al Concordato Preventivo Biennale 2025

Negli ultimi anni il sistema fiscale italiano è stato protagonista di numerosi interventi innovativi finalizzati a semplificare e rendere sempre più trasparente il rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria. In questa cornice si inserisce il nuovo decreto sul concordato preventivo biennale 2025, recentemente varato dal Governo, il quale introduce rilevanti novità che interesseranno professionisti, imprese e consulenti fiscali. Questo articolo si propone di approfondire ogni aspetto rilevante, dalle modalità di adesione alle esclusioni, offrendo un quadro completo sulle nuove norme concordato preventivo biennale.

Che cos’è il Concordato Preventivo Biennale?

Il concordato preventivo biennale (CPB) rappresenta uno degli strumenti centrali per la definizione anticipata del reddito imponibile ai fini fiscali. Si tratta di un istituto che permette a determinati soggetti economici di definire in anticipo, insieme all’Amministrazione fiscale, il proprio reddito imponibile per un periodo di due anni.

Questo meccanismo nasce dall’intento di facilitare la gestione fiscale degli imprenditori e dei lavoratori autonomi, fornendo loro maggiore certezza sugli adempimenti e, al tempo stesso, contribuendo ad aumentare la trasparenza e l’adempimento spontaneo nei confronti dell’erario.

Il nuovo decreto del Governo: quadro generale

Il recente decreto governo concordato preventivo rappresenta il principale aggiornamento normativo in materia per il 2025. Esso contiene disposizioni innovative che ridefiniscono criteri di accesso, modalità di adesione e tutto ciò che riguarda il funzionamento concreto del concordato.

Fra i primi punti da segnalare vi è il rafforzamento dei requisiti per la formulazione delle proposte di reddito e la ridefinizione delle platee di soggetti ammissibili. Il nuovo testo individua nuove scadenze, semplifica alcuni passaggi procedurali e introduce una serie di elementi per aumentare la trasparenza nel rapporto con il Fisco.

Novità principali introdotte dal decreto

Le novità concordato preventivo biennale sono numerose e di grande impatto. Di seguito elenchiamo i punti salienti:

  • Il nuovo provvedimento *non prevede la riapertura del ravvedimento speciale* per l’anno 2025, segnando così una discontinuità rispetto ad alcune aspettative della platea di soggetti interessati.
  • Sono state riviste le modalità di accesso, con particolare attenzione a chi può effettivamente presentare domanda.
  • Viene introdotta una nuova scadenza: la data ultima per aderire al concordato preventivo biennale è fissata al 30 settembre 2025.
  • Solo i soggetti con *punteggio ISA* pari o superiore a 8 riceveranno dal Fisco una *proposta di reddito da concordare*, che rappresenta la base di partenza per la trattativa biennale.
  • Non sono ammesse alcune categorie di contribuenti, tra cui i titolari di partita IVA che aderiscono al regime dei forfetari e alcuni soggetti con posizioni anomale o irregolari.

Le esclusioni: chi non può aderire al Concordato Preventivo Biennale

Un fondamentale elemento da considerare riguarda le esclusioni regime forfetario concordato preventivo e altre categorie non ammesse. Secondo il decreto, non potranno accedere al concordato:

  • I contribuenti che applicano il regime forfetario (legge n. 190/2014), inclusi i cosiddetti minimi.
  • I soggetti che risultano sprovvisti degli strumenti necessari per il calcolo dei valori ISA, oppure che presentano anomalie dichiarative.
  • Chi ha commesso gravi inadempienze nei confronti del Fisco o si trova in posizioni irregolari secondo la normativa vigente.

Questa scelta è motivata dall’intenzione di concentrare i benefici del Concordato su quelle categorie di imprese e lavoratori autonomi che contribuiscono in modo trasparente e regolare al sistema fiscale nazionale.

Il regime dei forfetari e il Concordato Preventivo

Come evidenziato, il nuovo decreto prevede che gli aderenti al regime dei forfetari restino esclusi dalla possibilità di sottoscrivere il concordato preventivo biennale. Questa esclusione, percepita da molti come una penalizzazione, trova spiegazione nella natura stessa del regime forfetario, imposto dalla legge come sistema fiscale agevolato e semplificato, con calcolo forfettario dei redditi e minimi adempimenti, che risulterebbe quindi incompatibile con il meccanismo del concordato.

I professionisti che hanno optato per questo regime dovranno quindi, per il momento, proseguire la loro gestione fiscale secondo le regole ordinarie, senza la prospettiva di un accordo biennale sul reddito.

La questione del Ravvedimento Speciale

Nell’ambito delle circolari relative alla riforma fiscale per il 2025, va sottolineato che:

  • Non è stata prevista la riapertura del ravvedimento speciale 2025.

Chi auspica un ripensamento in tal senso dovrà attendere ulteriori, eventuali, disposizioni legislative future. La mancata riapertura del ravvedimento speciale viene giustificata dall’intento del legislatore di spingere verso una fiscalità più allineata alla compliance preventiva, piuttosto che al recupero successivo tramite sanatorie o condoni.

Modalità e tempistiche di adesione: scadenze da rispettare

Per tutti i professionisti, consulenti e imprese intenzionati ad aderire, la scadenza adesione concordato preventivo rappresenta un momento cruciale.

Quando aderire:

  • La scadenza per presentare la domanda è fissata al 30 settembre 2025.

Come presentare domanda:

  • Attraverso i portali e le piattaforme telematiche dell’Agenzia delle Entrate.
  • Fornire tutta la documentazione necessaria, inclusi i valori degli ISA aggiornati e altri dati anagrafici, reddituali e patrimoniali richiesti.

Prestare attenzione al rispetto dei termini e delle procedure è fondamentale, pena l’impossibilità di fruire dell’agevolazione per il biennio 2025-2026.

La proposta di reddito: il ruolo del punteggio ISA

Un altro elemento centrale introdotto dalla normativa è la proposta di reddito concordato preventivo basata sul punteggio ISA. Gli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale) rappresentano infatti lo strumento di valutazione adottato dall’Agenzia delle Entrate per misurare la regolarità fiscale dei singoli soggetti.

Novità principali:

  • Solo chi presenta un punteggio ISA pari o superiore a 8 riceverà la proposta di reddito da parte dell’Agenzia delle Entrate.
  • Si tratta di una soglia elevata che punta a premiare la compliance e il comportamento virtuoso dei contribuenti.
  • La proposta sarà parametrata su dati oggettivi e su una media dei dati fiscali degli ultimi anni, lasciando al contribuente margini di valutazione e trattativa.

Focus pratico: come aderire al Concordato Preventivo Biennale

Vediamo ora nel dettaglio come aderire concordato preventivo biennale:

  1. Verifica dei requisiti: accertarsi di non ricadere nelle categorie escluse (principalmente i forfetari e le altre specificate dal decreto).
  2. Controllo degli ISA: valutare il proprio punteggio ISA attraverso gli strumenti forniti dall’Agenzia delle Entrate.
  3. Preparazione documentazione: raccogliere tutta la documentazione richiesta, compresi i dati relativi alle dichiarazioni degli ultimi esercizi.
  4. Compilazione della domanda: attraverso i software dedicati, si predispone la domanda corredata da tutti gli allegati necessari.
  5. Invio telematico: la domanda dovrà essere inoltrata esclusivamente in via telematica entro il 30 settembre 2025.

Documenti richiesti:

  • Ultima dichiarazione dei redditi e IVA.
  • Indici ISA aggiornati.
  • Eventuali ulteriori documenti richiesti dall’Agenzia.

Analisi degli impatti per imprese e professionisti

L’introduzione di un concordato preventivo biennale 2025 più selettivo rischia di lasciare fuori una parte consistente di professionisti, in particolare chi rientra nei regimi agevolati. Tuttavia, per chi ha accesso all’agevolazione e riceve la proposta di reddito, i benefici sono molteplici:

  • Chiarezza sugli importi da versare per due anni.
  • Riduzione del contenzioso fiscale grazie al preventivo accordo con l’Agenzia.
  • Maggiore serenità nella gestione della propria attività.

Al tempo stesso, le restrizioni introdotte mirano ad aumentare il contributo spontaneo e il rispetto delle regole da parte dei soggetti fiscalmente più affidabili.

Considerazioni sulla trasparenza fiscale

Le nuove norme concordato preventivo biennale rispecchiano l’evoluzione della strategia di controllo fiscale dello Stato, che punta su strumenti predittivi e incentivi alla fiscalità trasparente per garantire l’ampliamento della base imponibile e una crescente collaborazione tra contribuente e amministrazione.

L’esclusione dei regimi forfetari, se da un lato crea critiche nel mondo delle partite IVA, segnala l’intenzione di mantenere una linea chiara tra fiscalità agevolata e il sistema progressivo di controllo rappresentato dagli ISA e dal concordato preventivo.

Conclusioni e prospettive future

Le novità introdotte con il decreto governo concordato preventivo per il 2025 delineano un sistema più selettivo e rivolto a favorire comportamenti fiscali virtuosi. Per le imprese e i professionisti rientranti, si prospetta la possibilità di operare per due anni con maggiore tranquillità e chiarezza, accedendo ad un rapporto rinnovato con l’Agenzia delle Entrate basato sulla trasparenza e la cooperazione.

Per altri soggetti, ed in particolare per i forfetari, resta invece la necessità di guardare ad altre forme di semplificazione.

In attesa dei prossimi sviluppi, è fondamentale che aziende e professionisti si tengano informati sulle novità concordato preventivo biennale, affidandosi a consulenti esperti e aggiornando costantemente la propria posizione fiscale, al fine di non perdere opportunità e di evitare rischi di esclusioni future. Il quadro proposto dal Governo si preannuncia come una tappa fondamentale nell’evoluzione del sistema fiscale italiano, segnando un deciso passo verso una maggiore affidabilità e responsabilizzazione di tutti gli attori in campo.

Pubblicato il: 9 giugno 2025 alle ore 09:35

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