Formazione iniziale docenti e intelligenza artificiale: la svolta presentata alla Summer School Indire 2025
Indice
- Introduzione
- La Summer School Indire 2025: il contesto della proposta
- Antonella Tozza: “L’intelligenza artificiale deve essere nella formazione iniziale dei docenti”
- Le parole del presidente INDIRE Francesco Manfredi
- Il quadro quantitativo: l’uso dell’IA nella scuola italiana secondo l’indagine
- Il programma PATHS e i laboratori sull’IA per i docenti
- Le motivazioni alla base dell’inserimento dell’IA nella formazione iniziale docenti
- Possibili modelli formativi e percorsi laboratoriali
- Le testimonianze dei docenti e le buone pratiche emerse
- Le competenze digitali e l’innovazione educativa
- Le sfide e le opportunità nell’adozione dell’IA a scuola
- L’importanza dei professionisti per supportare la trasformazione
- Prospettive per il futuro: la scuola che cambia
- Sintesi e conclusioni
Introduzione
L’onda dell’innovazione digitale continua a travolgere anche il settore scolastico, ponendo docenti e istituzioni di fronte a nuove sfide e opportunità. Nell’edizione 2025 della Summer School Indire, il tema dell’inserimento dell’intelligenza artificiale nella formazione iniziale dei docenti ha assunto un ruolo centrale, a testimonianza della rilevanza che questa tecnologia sta assumendo nella didattica contemporanea. Esperti, ricercatori, dirigenti e insegnanti si sono confrontati su dati, esperienze e prospettive dell’uso dell’IA nella scuola, in un contesto unico di dibattito e aggiornamento professionale.
La Summer School Indire 2025: il contesto della proposta
La Summer School Indire si conferma ogni anno un punto di riferimento nazionale per l’innovazione educativa e la formazione di docenti, offrendo strumenti, metodologie e spunti concreti per affrontare la scuola del futuro. Nell’edizione del giugno 2025, la riflessione sull’intelligenza artificiale nella formazione iniziale dei docenti si è intrecciata con presentazioni di dati e proposte operative, tra cui spiccano le iniziative del gruppo di ricerca PATHS.
Il confronto tra istituzioni, esperti e insegnanti ha messo in luce come l’IA non rappresenti più soltanto una possibilità all’orizzonte, bensì una necessità concreta per preparare i futuri docenti a gestire l’innovazione didattica. In questo contesto, ’formazione iniziale docenti’, ’intelligenza artificiale scuola’, ’Summer School Indire 2025’ e ’innovazione educativa IA’ sono parole chiave ormai inscindibili.
Antonella Tozza: “L’intelligenza artificiale deve essere nella formazione iniziale dei docenti”
La direttrice generale di INDIRE, Antonella Tozza, ha espresso con chiarezza la sua posizione sul tema: “L’IA deve essere inserita nella formazione iniziale dei docenti”. Questa affermazione si colloca non solo nel solco degli indirizzi europei e internazionali, ma risponde anche a un’esigenza reale che emerge dalle scuole e dai docenti già in servizio.
Secondo Tozza, l’inclusione di elementi di intelligenza artificiale nei percorsi formativi per gli insegnanti rappresenta una misura imprescindibile per prepararli ad affrontare le trasformazioni in atto nel mondo dell’istruzione. L’utilizzo crescente di strumenti digitali e applicazioni IA richiede consapevolezza critica, competenze specifiche e capacità di integrare la tecnologia con le metodologie didattiche.
Le parole del presidente INDIRE Francesco Manfredi
Al dibattito ha partecipato anche il presidente INDIRE, Francesco Manfredi, intervenendo su un aspetto cruciale per la riuscita di questa trasformazione: la necessità di fornire non solo strumenti, ma anche professionisti capaci di guidare l’introduzione dell’intelligenza artificiale nella didattica.
Manfredi ha sottolineato: “Perché l’IA sia efficace in ambito educativo, non basta fornirla come tecnologia: serve un ecosistema di formatori, tecnici e ricercatori che sappiano accompagnare i docenti nella scoperta, comprensione e integrazione dell’intelligenza artificiale nelle pratiche quotidiane.”
In questo quadro, si rafforza la sinergia tra programmi nazionali di formazione, come quelli proposti da INDIRE, e l’esigenza di creare reti professionali che accompagnino realmente l’innovazione educativa collegata all’IA.
Il quadro quantitativo: l’uso dell’IA nella scuola italiana secondo l’indagine
Uno dei momenti cardine della Summer School Indire 2025 è stata la presentazione dell’indagine realizzata da “Tecnica della Scuola” e INDIRE sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei contesti scolastici.
Dallo studio è emerso un dato tanto interessante quanto incoraggiante: 1.035 docenti dichiarano di utilizzare già l’IA nella didattica. Questo risultato testimonia come la scuola italiana, nonostante le difficoltà spesso denunciate, stia iniziando a sperimentare in modo concreto l’integrazione di strumenti e ambienti basati su algoritmi di intelligenza artificiale.
È significativo notare che, secondo l’indagine, molte delle buone pratiche emergono in quei contesti dove esistono programmi di aggiornamento costante e forme di supporto tecnico-didattico ai docenti. L’elemento formativo, sia iniziale che in servizio, diventa quindi determinante perché questa innovazione si diffonda in modo capillare e sostenibile.
Il programma PATHS e i laboratori sull’IA per i docenti
Un ruolo di primo piano nella Summer School Indire 2025 è stato giocato dal gruppo di ricerca PATHS, che ha presentato un articolato programma di interventi e laboratori finalizzato proprio all’acquisizione di competenze sull’intelligenza artificiale da parte dei futuri e attuali insegnanti.
Il ’programma PATHS IA’ si articola in:
- Sessioni teoriche per comprendere cos’è l’intelligenza artificiale, come funziona e quali implicazioni porta nell’educazione.
- Laboratori pratici dove sperimentare l’uso di strumenti IA per la creazione di materiali didattici, risorse personalizzate e percorsi di inclusione.
- Momenti di confronto e riflessione etico-pedagogica sull’impatto della tecnologia nelle dinamiche d’aula e nella relazione educativa.
- Analisi di casi studio e simulazioni per misurare le reali potenzialità (e i limiti) degli strumenti IA nella didattica quotidiana.
L’obiettivo dichiarato è quello di rendere i docenti protagonisti consapevoli e non semplici fruitori passivi della trasformazione digitale in atto.
Le motivazioni alla base dell’inserimento dell’IA nella formazione iniziale docenti
Perché è fondamentale introdurre ’intelligenza artificiale scuola’ nella formazione iniziale dei docenti? Le motivazioni emerse alla Summer School possono essere così sintetizzate:
- Rispondere ai bisogni degli studenti, sempre più digitali, con strumenti e linguaggi attuali.
- Dotare gli insegnanti di competenze critiche per scegliere, adattare e utilizzare responsabilmente applicazioni e piattaforme basate su IA.
- Favorire una cultura dell’innovazione tecnologica che sviluppi creatività e pensiero critico.
- Prevenire l’analfabetismo digitale e le diseguaglianze nell’accesso alle opportunità offerte dall’IA.
- Diventare attori attivi nella progettazione di percorsi educativi personalizzati, modulati sui bisogni specifici delle classi.
In quest’ottica, temi come ’laboratori IA formazione docenti’ e ’innovazione educativa IA’ diventano strategici per un sistema scolastico moderno.
Possibili modelli formativi e percorsi laboratoriali
L’introduzione dell’IA nei percorsi di ’formazione iniziale docenti’ apre la strada a nuovi modelli formativi che devono prevedere:
- Moduli specifici all’interno dei corsi universitari e dei percorsi di accesso alla professione insegnante.
- Esperienze pratiche, in collaborazione con scuole d’avanguardia nella sperimentazione di tecnologie digitali.
- Formazione blended (in presenza e online), con l’ausilio di piattaforme di simulazione e ambienti IA dedicati.
- Verifiche strutturate e autovalutazioni sull’uso effettivo e consapevole dell’intelligenza artificiale nella pratica didattica.
Il ’programma PATHS IA’ proposto alla Summer School fornisce una prima possibile traccia di tale percorso, evidenziando l’importanza di attività laboratoriali che coinvolgano realmente i docenti nella sperimentazione, anziché limitarsi a lezioni frontali teoriche.
Le testimonianze dei docenti e le buone pratiche emerse
Un ulteriore punto di forza dell’iniziativa è rappresentato dalla presentazione di testimonianze dirette di insegnanti che hanno già integrato l’IA nella propria attività professionale.
Questi docenti, alcuni dei quali tra i 1.035 citati dall’indagine, riportano esperienze di successo nell’utilizzo di strumenti di machine learning per la personalizzazione degli apprendimenti, nella generazione automatica di esercizi, nella valutazione oggettiva dei lavori e nell’implementazione di percorsi inclusivi grazie a software adattivi.
Tra le buone pratiche rilevate:
- Uso di chatbot e assistenti virtuali per il supporto agli studenti.
- Applicazione dell’IA per l’analisi delle difficoltà individuali e l’elaborazione di percorsi di recupero personalizzati.
- Costruzione di librerie digitali e materiali didattici interattivi.
Queste testimonianze confermano la possibilità di promuovere un’innovazione didattica efficace e centrata sullo studente.
Le competenze digitali e l’innovazione educativa
L’integrazione della ’intelligenza artificiale scuola’ nella formazione iniziale docenti contribuisce in modo determinante allo sviluppo delle competenze digitali di base e avanzate, come richiesto non solo dagli standard nazionali, ma anche dalle raccomandazioni europee.
Allo stesso tempo, questa formazione promuove l’innovazione educativa, in quanto i docenti formati possono:
- Sviluppare nuove metodologie didattiche attive.
- Utilizzare dati ed evidenze per personalizzare gli apprendimenti.
- Gestire dinamiche di classe complesse attraverso strumenti di analisi predittiva.
- Contribuire alla costruzione di una scuola moderna, inclusiva e proiettata verso il futuro.
Le sfide e le opportunità nell’adozione dell’IA a scuola
Non mancano, tuttavia, le sfide da affrontare perché l’adozione dell’IA nella scuola sia realmente efficace. Tra i principali ostacoli:
- Resistenza al cambiamento e diffidenza nei confronti delle nuove tecnologie.
- Necessità di formazione continua, anche per i docenti già in servizio.
- Problemi di equità digitale: non tutte le scuole sono attrezzate per sostenere innovazioni tecnologiche avanzate.
- Questioni etiche e legali legate all’uso dei dati e alla trasparenza degli algoritmi.
Al contempo, le opportunità sono molteplici e possono tradursi in un miglioramento degli apprendimenti, nella valorizzazione delle risorse umane e nella promozione di una cultura dell’innovazione condivisa.
L’importanza dei professionisti per supportare la trasformazione
Il presidente Manfredi ha correttamente richiamato la necessità di disporre di professionisti dedicati per accompagnare i docenti. In tal senso, servono:
- Tutor digitali e figure ponte tra scuola e ricerca.
- Team di esperti in didattica digitale presenti nei territori.
- Poli di formazione per la condivisione di buone pratiche e la sperimentazione di nuove metodologie.
Solo così sarà possibile creare quell’ecosistema virtuoso necessario per fare dell’IA uno strumento al servizio della crescita individuale e collettiva.
Prospettive per il futuro: la scuola che cambia
Il dibattito che si è sviluppato alla Summer School Indire rappresenta un punto di partenza fondamentale per una revisione complessiva dei curricoli di formazione iniziale docenti.
Le iniziative come il programma PATHS IA, le indagini sui reali utilizzi nelle scuole e la convergenza di intenti delle figure apicali dell’INDIRE (come Antonella Tozza intelligenza artificiale e Francesco Manfredi INDIRE IA) segnalano la volontà di tracciare una nuova rotta per la scuola italiana.
Le prospettive future passano dalla capacità di:
- Rendere obbligatoria l’acquisizione di competenze su IA nel percorso formativo di ogni insegnante.
- Promuovere l’aggiornamento professionale costante anche dopo l’ingresso in ruolo.
- Rafforzare la sinergia tra scuola, università e centri di ricerca.
Sintesi e conclusioni
L’inserimento dell’intelligenza artificiale nei percorsi di formazione iniziale docenti appare sempre più come una scelta necessaria e non procrastinabile. Esperienze come quella presentata nella Summer School Indire 2025, i dati dell’indagine, il protagonismo di gruppi di ricerca come PATHS e il sostegno dei vertici INDIRE rappresentano tasselli di un processo in atto.
Occorrerà lavorare per superare ostacoli di carattere strutturale, culturale e organizzativo, ma la direzione è tracciata. L’innovazione educativa passa anche e soprattutto dalla formazione di insegnanti capaci di governare (e non subire) la trasformazione digitale.
In conclusione, la formazione iniziale docenti dell’era digitale non può più prescindere da una solida preparazione sull’uso critico, consapevole e creativo dell’intelligenza artificiale nella didattica, affinché la scuola italiana si confermi laboratorio di futuro, inclusione e crescita per tutte e tutti.