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Scuola e famiglia: chi educa al sentimento? E' il tema del Forum promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri
Editoriali

Scuola e famiglia: chi educa al sentimento? E' il tema del Forum promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri

Disponibile in formato audio

Il dibattito sull'educazione al sentimento nelle scuole italiane mette in luce la necessità di una collaborazione strutturata tra famiglia, istituzioni scolastiche ed esperti, per garantire percorsi condivisi che rispettino i ruoli educativi e tutelino i giovani.

L’educazione al sentimento e all’affettività dei giovani è oggi al centro di un acceso dibattito pubblico, che vede confrontarsi posizioni differenti su come e dove debbano essere affrontati questi temi. Nel corso del forum "Scuola e famiglia: chi educa al sentimento?", promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, sono emerse proposte e riflessioni da parte di rappresentanti istituzionali, esperti e professionisti del settore.

Il ruolo della famiglia nell’educazione sentimentale

Secondo Ylenja Lucaselli, deputata di Fratelli d'Italia in Commissione Bilancio a Montecitorio, la prerogativa delle famiglie è la scelta di come e quando iniziare a parlare dei temi legati all’educazione al sentimento dei propri figli. «Nelle scuole si deve insegnare il rispetto del prossimo e della vita in generale. Cosa che non ha a che fare con l’educazione sessuale. I nostri ragazzi hanno bisogno di modelli che sono sicuramente quelli della famiglia e della scuola ma quest’ultima non può e non deve sostituirsi alle famiglie». Lucaselli sottolinea la necessità di protocolli condivisi con le associazioni che supportano famiglie con disagi educativi e ribadisce che «educare i bambini al rispetto dell’altro è molto diverso dall’inculcare la teoria gender o Lgbtq+». Per questo, nelle recenti riforme, è stata prevista la facoltà del genitore di scegliere se far partecipare il proprio figlio a percorsi di questo tipo.

La scuola come spazio di crescita e tutela

Ylenia Zambito, segretario della Commissione Affari sociali e Lavoro per il Partito Democratico, ritiene che la famiglia sia il luogo principale per l’educazione dei figli, ma che la scuola debba affiancare questo compito dedicando tempo all’educazione all’affettività e alla sessualità. «Gli strumenti che i ragazzi hanno a disposizione sono potentissimi, di solito apprendono da soli attraverso Internet, per cui non comprendo chi si professa contrario all’educazione all’affettività nelle scuole. Sarebbe meglio che i nostri figli imparassero da lì piuttosto che dai siti pornografici». Zambito auspica l’introduzione di standard nazionali definiti dal Ministero con esperti del settore, fondati su evidenze scientifiche.

L’importanza della collaborazione tra istituzioni

Fare rete è la parola d’ordine per Rosaria Tassinari, deputata di Forza Italia nella Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza. Ella evidenzia come la collaborazione tra famiglie, scuola e ambiente sociale sia fondamentale per prevenire violenze di genere e tutelare i giovani che oggi entrano in contatto con tematiche complesse in età sempre più precoce. Tassinari sottolinea la centralità della famiglia e la necessità di «consenso informato» e programmi condivisi, oltre a una formazione attenta per il personale scolastico. Gaetano Amato, deputato M5S in Commissione Cultura e Istruzione, afferma che la scuola deve essere presidio dello Stato e luogo di crescita e valori: «Le famiglie non possono essere lasciate sole e serve una formazione strutturata, con programmi chiari e percorsi dedicati». Elisabetta Polentini, commercialista e revisore legale, pone l’accento sull’importanza di investire nel capitale umano e sull’urgenza di «fare rete tra famiglia, scuola e istituzioni per prevenire i danni causati dall’uso inconsapevole dei mezzi digitali». Secondo Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili, la scuola deve «andare oltre le dichiarazioni di principio e tradurre le buone intenzioni in azioni concrete, sviluppando programmi formativi coerenti».

Sintesi finale

In conclusione, la sfida dell’educazione al sentimento richiede una strategia condivisa tra scuola, famiglia e società, con linee guida chiare, formazione specifica e un attento equilibrio tra i ruoli. Solo così sarà possibile garantire ai giovani un percorso educativo completo, rispettoso della crescita individuale e delle diverse sensibilità.

Pubblicato il: 3 novembre 2025 alle ore 14:25

Natale Labia

Articolo creato da

Natale Labia

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