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Negli ultimi giorni, Roma è stata teatro di nuove occupazioni studentesche che hanno coinvolto istituti di rilievo come il Liceo Mamiani e il Liceo Aristofane occupati oggi. Queste azioni si inseriscono in un quadro più ampio di proteste che vedono gli studenti esprimere il loro dissenso riguardo alle condizioni delle strutture scolastiche e alle politiche educative attuali.
Le motivazioni delle occupazioni
Gli studenti del Liceo Mamiani hanno avviato l'occupazione il 3 novembre, dichiarando: "Oggi 8 novembre noi studenti del liceo Mamiani prendiamo il nostro istituto". Le ragioni alla base di questa protesta includono la percezione di un sistema educativo opprimente e repressivo, nonché preoccupazioni legate a crisi energetiche, conflitti internazionali e cambiamenti climatici. Inoltre, gli studenti hanno espresso insoddisfazione per le condizioni strutturali dell'edificio scolastico, lamentando che "la scuola cade a pezzi".
Le reazioni delle istituzioni scolastiche
Le dirigenze scolastiche hanno manifestato preoccupazione per le occupazioni. La preside del Liceo Mamiani, Tiziana Sallusti, ha dichiarato di aver cercato il dialogo con gli studenti nei giorni precedenti, senza però riuscire a prevenire l'occupazione. Ha sottolineato l'importanza di mantenere la legalità e ha invitato studenti, docenti e genitori a collaborare per garantire il regolare svolgimento delle attività didattiche.
Il contesto delle proteste studentesche a Roma
Le occupazioni dei licei Mamiani e Aristofane non sono episodi isolati. In passato, altri istituti romani hanno vissuto situazioni simili. Ad esempio, nel novembre 2013, undici scuole, tra cui il Liceo Mamiani, furono occupate dagli studenti in protesta contro le politiche governative e le condizioni degli edifici scolastici. Le motivazioni delle proteste includono la percezione di un sistema educativo opprimente e repressivo, nonché preoccupazioni legate a crisi energetiche, conflitti internazionali e cambiamenti climatici.
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