L’antisemitismo in Italia continua a essere un tema di attualità, soprattutto alla luce delle tensioni legate al conflitto israelo-palestinese. Recentemente, durante il convegno dell’Ucei 'La storia stravolta e il futuro da costruire', organizzato al Cnel di Roma, la ministra alla Famiglia Eugenia Roccella ha affrontato con toni netti il tema del riemergere dell’antisemitismo, sollevando un acceso dibattito pubblico e politico.
Le dichiarazioni della ministra Roccella sull’antisemitismo
Secondo la ministra Roccella, "l'antisemitismo ha trovato nell'ultima fase del conflitto israelopalestinese una giustificazione per riemergere ed essere rilegittimato. Il gusto con cui si usa la parola genocidio, ributtandola in faccia a chi del genocidio ha un'esperienza molto documentata e precisa, è davvero sconvolgente. Non si è fatto i conti fino in fondo con l'antisemitismo nel nostro Paese". Queste parole sottolineano la percezione di una persistente difficoltà nell’affrontare le radici e le forme attuali dell’antisemitismo in Italia.
Il significato delle gite scolastiche ad Auschwitz
Roccella ha inoltre posto una questione delicata riguardo alle visite scolastiche nei luoghi della memoria: “Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz, cosa sono state? Sono state gite? A che cosa sono servite? Sono servite, secondo me, sono state incoraggiate e valorizzate, perché servivano effettivamente all'inverso. Ovvero servivano a dirci che l'antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, e collocato in una precisa area: il fascismo. Le gite ad Auschwitz secondo me sono state un modo per ripetere che l'antisemitismo era una questione fascista e basta”. La ministra ha quindi suggerito che la narrazione pubblica abbia ridotto la questione dell’antisemitismo a un fenomeno storico circoscritto, legato esclusivamente al passato fascista.
Università e riflessione pubblica sul conflitto israelo-palestinese
Nel suo intervento, Roccella ha affrontato anche il ruolo delle università: “Di fronte a una nuova pagina della guerra e dell'ennesimo conflitto israelo-palestinese – sostiene la ministra – se ne deve aprire una di riflessione: a questo dovrebbero essere deputate le aule universitarie e dovrebbero pensare i docenti universitari. Le università sono state fra i peggiori luoghi di non-riflessione”. Il riferimento è alle recenti decisioni di alcuni atenei italiani, come l’Università di Bologna, di rescindere accordi di collaborazione con Israele. Secondo Roccella, “serve trovare altri luoghi dove riflettere e pensare, da cui si può arrivare a quei ragazzi che manifestano in maniera inconsapevole, ma non innocente, per una Palestina dal fiume al mare, per la difesa di Hamas, con slogan orribili sul 7 ottobre”.
Le reazioni della politica e del mondo accademico
Le dichiarazioni della ministra hanno suscitato reazioni forti. Il senatore Francesco Verducci, vicepresidente della commissione straordinaria contro intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all'odio e alla violenza, ha risposto: “Queste sono parole deliranti. Tanto più se pronunciate da un Ministro della Repubblica. Parole che negano in modo imbarazzante e pericoloso una verità storica incontrovertibile. Auschwitz e la Shoah sono responsabilità storica della follia omicida del nazifascismo. I viaggi di istruzione ad Auschwitz, e non 'gite' come dice la Ministra, servono ad onorare la memoria degli italiani che caddero per mano delle leggi razziali promulgate dal fascismo, condotti nei campi di sterminio nazisti. Quindi no, cara Ministra Roccella, nè i viaggi di istruzione ad Auschwitz nè l'istituzione del giorno della memoria sono frutto di manipolazione: essi sono il rispetto della verità storica, ovvero l'antisemitismo che diventa genocidio ad opera del nazifascismo, che tutti noi abbiamo il dovere di ricordare, di contrastare, di trasmettere alle nuove generazioni”.
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