Per anni la laurea è stata considerata l'unica via per il successo professionale. Ma tra i giovani della cosiddetta “Generazione Z” sta emergendo un cambio di prospettiva. Inizia a prendere piede anche in Italia una tendenza già affermata negli Stati Uniti: sempre più ragazzi e ragazze rivalutano i percorsi formativi tecnico-professionali, orientandosi verso le professioni blue collar (le tute blu, in italiano) che richiedono competenze pratiche e specialistiche. A confermare questo trend, a livello internazionale, è l'indagine condotta a maggio 2025 da ResumeBuilder, piattaforma specializzata nel supporto all'orientamento professionale. Dalla ricerca, infatti, emerge che il 42 per cento degli intervistati appartenenti alla Gen Z attualmente già lavora o sta cercando un lavoro 'blue collar'.
Tra questi, anche una rappresentanza significativa di laureati - pari al 37 per cento del totale - che dichiara di ambire a stabilità lavorativa, reddito sostenibile e maggiore sicurezza occupazionale.
In Italia, questo trend si riflette nel crescente interesse per il modello 4+2, che prevede quattro anni in istituti tecnici o professionali seguiti da due anni di specializzazione negli Its Academy (Istituti Tecnici Superiori), come confermano le dichiarazioni del Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: “c’è un importante apprezzamento da parte delle famiglie della sperimentazione relativa alla filiera tecnologico professionale (cosiddetto 4+2)’". Per il prossimo anno scolastico, si sono registrati online 5.449 iscritti al primo anno, un risultato che segna un aumento straordinario rispetto ai 1.669 dello scorso anno.
Inoltre, il monitoraggio nazionale degli Its Academy condotto nel 2025 da Indire su incarico del Ministero dell’Istruzione e del Merito dimostra la validità di questi percorsi: l’84 per cento dei diplomati Its trova lavoro entro 12 mesi, con contratti di almeno un anno e un tasso di coerenza del 93 per cento tra studi svolti e mansioni effettive. Il legame con il mondo produttivo è strutturale: il 74 per cento delle ore è tenuto da docenti provenienti dalle imprese, il 43 è dedicato a stage e il 69 dei percorsi prevede l'utilizzo di tecnologie abilitanti 4.0, che aumentano significativamente le probabilità occupazionali. Da qui la necessità di valorizzare fin dalle scuole medie i percorsi tecnici, presentandoli come scelte solide e coerenti con le esigenze del mercato del lavoro che cerca profili specializzati in settori ad alta innovazione, come manutenzione robotica, droni, logistica automatizzata.
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