Loading...
AGENAS: analisi dei migliori ospedali italiani e disparità territoriali
Editoriali

AGENAS: analisi dei migliori ospedali italiani e disparità territoriali

Disponibile in formato audio

Il PNE 2025 di AGENAS evidenzia ospedali d’eccellenza al Nord, ma gravi criticità al Sud. Migliorano oncologia e maternità, ma il divario resta forte.

Introduzione al programma nazionale esiti 2025

L’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali  (AGENAS) ha pubblicato l’edizione 2025 del Programma  Nazionale Esiti (PNE), uno strumento che negli ultimi anni  è diventato centrale nel monitoraggio della qualità  dell’assistenza sanitaria italiana. Il rapporto analizza in profondità l’attività e le performance di 1.117 strutture di  ricovero, includendo ospedali pubblici, privati e privati  accreditati.

La valutazione avviene attraverso 218 indicatori clinici,  suddivisi in otto aree specialistiche, che permettono di  misurare aspetti come esiti, appropriatezza, volumi,  efficienza e equità. Il PNE non è solo un bilancio dello stato  della sanità, ma rappresenta un punto di riferimento per le politiche di programmazione regionale e nazionale,  mettendo in luce eccellenze, criticità e settori in cui intervenire con urgenza.

In Italia le differenze territoriali continuano a pesare anche sull’assistenza alle madri e ai neonati. In molte aree del Paese, soprattutto al Sud, l’accesso tempestivo alle procedure salvavita non è sempre garantito e persistono pratiche cliniche non appropriate.

Tra i segnali più evidenti c’è l’elevato numero di parti cesarei registrati nelle regioni meridionali, un fenomeno che rimane ben al di sopra degli standard raccomandati. Una disparità che mette in luce, ancora una volta, quanto il luogo in cui si vive possa influenzare la qualità delle cure ricevute.

Le Eccellenze Ospedaliere in Italia

Il PNE 2025 mette in risalto 15 strutture ospedaliere che  hanno ottenuto risultati “alti” o “molto alti” in almeno sei  delle otto aree cliniche analizzate. Un dato che testimonia  livelli di qualità elevati e omogenei all’interno delle rispettive organizzazioni.

Due ospedali emergono in modo particolare, avendo  raggiunto il punteggio massimo in tutte le aree valutate:

• Ospedale di Savigliano (Piemonte)

• Ospedale di Mestre (Veneto)

Accanto a queste due strutture d’élite, si distinguono  numerosi ospedali del Nord e Centro Italia:

• Ospedale Bolognini (Lombardia)

• Ospedale di Montebelluna (Veneto)

• Ospedale Bentivoglio (Emilia-Romagna) • Ospedale di Città di Castello (Umbria)

• Ospedale Maggiore di Lodi (Lombardia)

• Fondazione Poliambulanza (Lombardia)

• Ospedale Papa Giovanni XXIII (Lombardia) • Istituto Clinico Humanitas (Lombardia)

• Ospedale di Cittadella (Veneto)

• Ospedale di Fidenza (Emilia-Romagna)

• P.O.F. Lotti di Pontedera (Toscana)

• Umberto I – G.M. Lancisi (Marche)

• A.O.U. Federico II di Napoli (Campania)

Colpisce la predominanza di strutture situate nel Nord  Italia, accompagnate in parte minore dal Centro, mentre il  Sud è rappresentato da una sola eccellenza: l’Azienda  Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. Una distribuzione che riflette, ancora una volta, una geografia della qualità sanitaria non uniforme.

Criticità e Disparità Territoriali

Se da un lato emergono centri di livello elevato, dall’altro il  PNE 2025 evidenzia un quadro preoccupante per quasi il  20% delle strutture esaminate. Sono infatti 197 gli ospedali  che presentano criticità tali da richiedere approfondimenti  tramite audit clinici.

La distribuzione territoriale di queste realtà meno performanti conferma una tendenza già nota:

• Campania: 51 strutture critiche

• Sicilia: 43

• Puglia: 19

• Lazio: 19

Il baricentro delle difficoltà si concentra nel Mezzogiorno,  con problemi che spaziano dai volumi insufficienti di  attività, alla bassa aderenza agli standard, fino alla carenza  di percorsi strutturati in specifiche aree cliniche.

In controtendenza, alcune regioni non presentano alcuna  struttura con criticità rilevanti:

• Valle d’Aosta

• Trentino Alto Adige

• Umbria

Il quadro complessivo conferma un’Italia divisa, con  regioni virtuose in cui gli standard di qualità sono  soddisfatti in modo diffuso e territori in cui le performance  ospedaliere risultano ancora disomogenee e spesso lontane  dagli obiettivi nazionali.

Aree Cliniche Analizzate e Risultati Principali

Il PNE valuta gli ospedali in otto macro-aree cliniche:

  1. Cardiocircolatorio
  2. Nervoso
  3. Respiratorio
  4. Chirurgia Generale
  5. Chirurgia Oncologica
  6. Gravidanza e Parto
  7. Osteomuscolare
  8. Nefrologia

Tra i risultati più significativi emergono:

Chirurgia oncologica  

L’indicatore relativo al trattamento del tumore al seno nelle  strutture ad alto volume registra un miglioramento  notevole:

• dal 72% nel 2015

• al 90% nel 2024

Questo incremento riflette un crescente processo di  centralizzazione dei casi oncologici in centri specializzati,  fattore associato a migliori esiti clinici.

Gravidanza e parto  

I parti cesarei primari mostrano una riduzione moderata:

• dal 25% (2015) al 22% (2024)

Nonostante questo progresso, il Sud continua a registrare  tassi significativamente più elevati rispetto alle regioni del  Nord, superando spesso le soglie raccomandate  dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Osteomuscolare  

Aumenta il numero di ospedali che raggiunge la soglia minima annuale di 75 interventi per frattura del collo del femore, come previsto dal DM 75/2015. Un segnale  positivo, seppur ancora non uniforme su tutto il territorio  nazionale.

Prospettive future per la sanità italiana

Il Programma Nazionale Esiti 2025 dipinge un quadro ricco  e approfondito della sanità italiana, restituendo un’immagine che alterna eccellenze di livello internazionale a criticità strutturali non ancora risolte.

I progressi sono evidenti in molte aree cliniche, soprattutto  grazie alla concentrazione dei volumi in centri specialistici  e alla progressiva adozione di percorsi assistenziali più  standardizzati. Tuttavia, il divario tra Nord e Sud continua a rappresentare la sfida più urgente: non solo una questione di risorse, ma anche di organizzazione, capacità gestionale e continuità nei processi di miglioramento.

AGENAS sottolinea l’importanza di interventi mirati, capaci di ridurre le disuguaglianze territoriali e assicurare un  livello uniforme di qualità a tutti i cittadini. Il PNE rimane così uno strumento fondamentale per orientare scelte  politiche e investimenti, grazie alla sua capacità di rendere  trasparenti, comparabili e monitorabili le performance delle  strutture ospedaliere.

Per una visione completa e dettagliata, è possibile  consultare il rapporto integrale sul sito di AGENAS.

Pubblicato il: 10 dicembre 2025 alle ore 18:39

Simona Alba

Articolo creato da

Simona Alba

Articoli Correlati