Catania in camicia rossa: uomini protagonisti contro il femminicidio con ‘Ti amo da morire’
Indice
- Introduzione
- Il significato dell’iniziativa “Ti amo da morire, la prevenzione”
- La marcia degli uomini in camicia rossa
- L’impegno di Liliana Nigro nella lotta alla violenza sulle donne
- La testimonianza coraggiosa di Vera Squatrito
- La nascita dell’associazione “Fuori di testa”
- Il ruolo della società e l’importanza della prevenzione quotidiana
- L’evoluzione della cultura civica contro la violenza di genere
- Catania e la valorizzazione delle campagne oltre il 25 novembre
- Sintesi e prospettive future
Introduzione
Il 2 dicembre 2025 la città di Catania è stata protagonista di una forte testimonianza civile e di un messaggio accorato contro la violenza sulle donne, con la seconda edizione di “Ti amo da morire, la prevenzione”. L’evento si inserisce tra le principali iniziative culturali di Catania 2025 ed ha visto uomini di tutte le età indossare la camicia rossa e i pantaloni neri, trasformando un atto simbolico in un gesto concreto e visibile. La campagna, fortemente voluta da Liliana Nigro e sostenuta da molte realtà associative e istituzioni, sottolinea la necessità di andare oltre la ricorrenza del 25 novembre e agire ogni giorno per prevenire e combattere il femminicidio.
Il significato dell’iniziativa “Ti amo da morire, la prevenzione”
“Ti amo da morire Catania” è diventato un marchio di forte impatto emotivo e sociale nell’ambito delle campagne di sensibilizzazione contro il femminicidio. Fin dalla sua prima edizione, l’obiettivo era chiaro: coinvolgere gli uomini non come spettatori, ma come attori e promotori attivi del cambiamento culturale necessario a debellare il fenomeno della violenza di genere.
L’iniziativa nasce dalla profonda convinzione che la lotta alla violenza sulle donne debba essere quotidiana, coinvolgendo tutta la comunità in azioni di prevenzione, dialogo e testimonianza. Ecco quindi che la narrazione passa dal dolore al confronto, dalla vittimizzazione alla responsabilità condivisa. La scelta di non relegare la tematica unicamente al 25 novembre porta Catania a distinguersi nel panorama nazionale delle iniziative contro la violenza sulle donne.
La marcia degli uomini in camicia rossa
Uno dei momenti più intensi dell’evento è stata la sfilata silenziosa degli uomini in camicia rossa e pantaloni neri, simbolo del sangue versato e della forza della denuncia. L’immagine degli uomini di tutte le età uniti per proclamare il loro no alla violenza, indossando un capo notoriamente maschile ma usato per questa volta per veicolare un messaggio diverso, ha colpito profondamente l’opinione pubblica.
Questa scelta vuole rompere il luogo comune che vede le donne sole a dover rivendicare i propri diritti e la propria sicurezza. L’iniziativa mira a sensibilizzare anche il pubblico maschile, fondamentale nella prevenzione dei femminicidi: non si tratta più solo di solidarietà, ma di assunzione di responsabilità collettiva.
Gli attori in camicia rossa
Uomini giovani, adulti, anziani, padri, studenti, professionisti: la varietà dei partecipanti rappresenta simbolicamente l’intera collettività. La marcia degli uomini in camicia rossa per dire no al femminicidio ha visto la partecipazione attiva sia di volti noti sia di semplici cittadini, sottolineando come il fenomeno riguardi tutti, senza distinzione di età o condizione sociale. La forza della coralità, il silenzio meditativo e il potere del rosso come memoria collettiva della tragedia, hanno creato un impatto visivo e emotivo di rara potenza.
L’impegno di Liliana Nigro nella lotta alla violenza sulle donne
Tra i volti simbolo della giornata, spicca quello di Liliana Nigro, fashion designer e attivista, nota per il suo continuo impegno nella divulgazione e sensibilizzazione sulle tematiche del femminicidio e della violenza di genere.
Liliana Nigro ha voluto coinvolgere e invitare pubblicamente gli uomini a sfilare, sottolineando il valore del “chiedere perdono” – non solo per i singoli atti criminali, ma per una cultura che, troppo a lungo, ha giustificato o minimizzato la violenza sulle donne. È anche attraverso la moda e la creatività che Nigro lavora per rompere il silenzio e diffondere nuovi paradigmi di comunicazione empatica e rispetto.
La sua presenza e il suo discorso durante l’evento hanno sottolineato l’urgenza di una mobilitazione trasversale, capace di coinvolgere scuola, famiglie, istituzioni e mondo del lavoro. Liliana Nigro è ormai un riferimento per chi crede che solo l’educazione e l’esempio siano le basi su cui costruire una società libera dalla violenza.
La testimonianza coraggiosa di Vera Squatrito
Momento altrettanto toccante è stata la testimonianza di Vera Squatrito, madre di Giordana Di Stefano, giovane vittima di femminicidio.
Vera Squatrito, ospite e relatrice dell’evento, ha portato la sua esperienza diretta e il suo dolore trasformato in impegno costante a favore delle ragazze e delle donne. Le sue parole hanno commosso i presenti, offrendo uno spaccato reale del dramma che colpisce centinaia di famiglie ogni anno in Italia.
L’importanza della testimonianza nelle campagne di sensibilizzazione
Le testimonianze come quella di Squatrito sono fondamentali per umanizzare i numeri e le statistiche: dietro ogni vittima, dietro ogni nome, ci sono storie, sogni, prospettive stroncate e vite spezzate. Vera Squatrito è ormai una delle voci più autorevoli tra coloro che, sulla propria pelle, hanno subito la devastazione lasciata dal femminicidio e per questo ha scelto di raccontarsi per educare, ammonire e sensibilizzare le nuove generazioni.
La nascita dell’associazione “Fuori di testa”
L’evento catanese è stato anche l’occasione per presentare la neonata associazione Fuori di testa Catania, fondata da un gruppo di cittadini convinti che la prevenzione debba iniziare dalla salute mentale e dal benessere psicologico dell’individuo.
La nuova realtà si propone di offrire supporto e accompagnamento a tutte le vittime di violenza e alle loro famiglie, ma anche di organizzare laboratori e percorsi nelle scuole e nei quartieri. Un approccio innovativo che riporta al centro la necessità di intervenire precocemente, intercettando i segnali di disagio prima che sfocino in aggressività e comportamenti violenti.
Gli obiettivi dell’associazione
- Promuovere la cultura del rispetto e della parità di genere
- Offrire sostegno psicologico alle vittime e ai familiari
- Sviluppare campagne di sensibilizzazione e informazione
- Collaborare con istituzioni, scuole e altre realtà associative del territorio
Fuori di testa rappresenta un importante tassello nella rete delle campagne di sensibilizzazione contro il femminicidio a Catania, dando un contributo fattivo all'emancipazione delle donne e alla costruzione di una comunità più sicura.
Il ruolo della società e l’importanza della prevenzione quotidiana
Durante la seconda edizione di “Ti amo da morire, la prevenzione”, numerosi relatori hanno ribadito che il primo nemico da combattere è l’indifferenza e l’assuefazione alla violenza. Troppo spesso, la cronaca di femminicidi e abusi rischia di anestetizzare le coscienze; i linguaggi e le immagini diventano routine, abbassando la soglia emotiva e rendendo meno efficace la risposta sociale.
Gli interventi hanno spaziato dai numeri sempre più allarmanti del fenomeno alle strategie di coinvolgimento educativo delle giovani generazioni. Si è evidenziato come la responsabilità non sia appannaggio solo delle donne o delle istituzioni, ma debba riguardare tutta la società: amici, colleghi, educatori, operatori sanitari, singoli cittadini.
Strumenti e pratiche di prevenzione
- Educazione all’affettività e al rispetto sin dall’infanzia
- Collaborazione costante tra enti pubblici e privati
- Maggiore visibilità mediatica dei casi di successo nella prevenzione
- Accesso facilitato ai servizi di supporto psicologico e legale
- Sviluppo di un linguaggio nuovo, non vittimizzante né colpevolizzante
L’obiettivo, sottolineano i relatori, è quello di non assuefarsi alla violenza, ma di riconoscerla e denunciarla già dai primi segnali. Le campagne di sensibilizzazione come ‘Ti amo da morire’ a Catania sono fondamentali per mantenere alta l’attenzione e innescare processi di trasformazione culturale autentica.
L’evoluzione della cultura civica contro la violenza di genere
L’impegno di Catania in questo ambito si inserisce in una cornice culturale evolutiva, dove le città si fanno promotrici di modelli educativi e campagne permanenti, come evidenziano i molti eventi culturali Catania 2025 dedicati alla prevenzione.
Negli ultimi anni, l’attivazione di reti di quartiere e la nascita di sportelli dedicati sono andati di pari passo con una maggiore attenzione alla formazione di insegnanti, operatori sociali, forze dell’ordine e studenti. In particolare il coinvolgimento delle scuole e delle università catanesi rappresenta una delle innovazioni di maggiore efficacia.
Le nuove tecnologie e i social, se usati con consapevolezza, possono diventare strumenti potenti per diffondere messaggi di rispetto, coinvolgere i giovani e combattere gli stereotipi ancora molto radicati. La sfida è quella di attivare campagne di sensibilizzazione innovative che parlino davvero al cuore e alla mente di tutti, soprattutto delle nuove generazioni.
Catania e la valorizzazione delle campagne oltre il 25 novembre
Un messaggio chiave, ribadito dagli organizzatori e dai partecipanti, è che la prevenzione non debba esaurirsi nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne (il 25 novembre), ma debba essere perpetuata e rafforzata durante tutto l’anno. Catania si fa promotrice di questa rivoluzione culturale, grazie a un fitto calendario di eventi, incontri, laboratori che ruotano attorno al fil rouge del rispetto, della legalità e della solidarietà.
Le ragioni di un impegno che dura tutto l’anno
- Il fenomeno del femminicidio non conosce stagioni
- L’attenzione mediatica deve essere costante
- La memoria delle vittime va onorata ogni giorno
- Il coinvolgimento delle nuove generazioni richiede continuità
Le campagne come ‘Ti amo da morire Catania’, grazie anche alla collaborazione con associazioni come “Fuori di testa”, rappresentano un modello replicabile per altre realtà italiane che vogliano promuovere la cultura della parità e della non violenza.
Sintesi e prospettive future
La seconda edizione di “Ti amo da morire, la prevenzione” conferma Catania come avamposto dell’impegno civico e sociale contro il femminicidio. Uomini in camicia rossa per dire no alla violenza sulle donne rappresentano più di un gesto simbolico: incarnano la volontà collettiva di cambiare paradigma e costruire una città più giusta, in cui nessuna donna debba più temere per la propria vita.
La presenza di testimonianze autentiche, come quella di Vera Squatrito, e l’attivismo di figure come Liliana Nigro sono il motore di una mobilitazione che parla alle coscienze e spalanca nuove prospettive, dove l’ascolto, la solidarietà e l’educazione diventano i veri strumenti di prevenzione.
L’associazione Fuori di testa si candida a divenire punto di riferimento per tutte le realtà locali desiderose di contrastare la violenza di genere attraverso percorsi di supporto, formazione e sensibilizzazione duraturi.
La sfida è chiara: non solo il 25 novembre, ma ogni giorno, Catania vuole essere simbolo di una rivoluzione culturale dove il rispetto e la tutela della donna siano valori condivisi e irrinunciabili. Solo così, con un impegno costante e trasversale, la città potrà contribuire alla costruzione di una società più equa, libera dalla paura e dalla violenza.
Catania lancia dunque un appello: unisciti, indossa la camicia rossa, diventa parte attiva di una comunità che dice basta al femminicidio. Perché la differenza la fa chi non si tira indietro, ma cammina con coraggio accanto alle donne, ogni giorno.