Simulazioni di Maxi-Emergenze all’Università LUM: Nuovi Orizzonti nella Formazione di Medici e Infermieri
Indice
- Introduzione
- Il contesto della formazione sanitaria nell’era delle emergenze
- L’iniziativa dell’Università LUM: obiettivi e protagonisti
- La progettazione delle simulazioni: ruolo di docenti e partner
- La realizzazione pratica: scenari, strumenti e metodologie
- Teamwork e sviluppo delle competenze trasversali
- Risultati raggiunti e percezione degli studenti
- Innovazione e prospettive per la formazione sanitaria universitaria
- Conclusioni e sintesi
Introduzione
Come preparare futuri medici e infermieri alle sfide di maxi-emergenze sanitarie? L’Università LUM “Giuseppe Degennaro” di Casamassima, in provincia di Bari, ha dato una risposta chiara ed efficace: con simulazioni su campo, immersive e realistiche, che rafforzano competenze organizzative, relazionali e tecniche. In questo articolo approfondiamo come, perché e con quali risultati l’ateneo pugliese sta ridefinendo gli standard della formazione universitaria in medicina d’emergenza.
Il contesto della formazione sanitaria nell’era delle emergenze
L’epoca attuale impone al settore sanitario una preparazione sempre più multidisciplinare e reattiva. Gli ultimi decenni hanno visto aumentare la frequenza di catastrofi naturali, grandi incidenti industriali, crisi epidemiologiche e – non da ultime – pandemie globali. Episodi come il terremoto dell’Aquila, il crollo del ponte Morandi o la pandemia di COVID-19 hanno reso evidente come la risposta sanitaria debba essere rapida e organizzata, soprattutto nelle cosiddette maxi-emergenze, cioè gli eventi con un alto numero di feriti o colpiti in massa.
In questa prospettiva, la “formazione emergenza medici e infermieri” non può più basarsi soltanto su lezioni teoriche, ma deve prevedere esercitazioni pratiche in scenari verosimili, per testare e perfezionare la capacità di lavorare sotto pressione, gestire la logistica e la comunicazione con colleghi e pazienti.
L’iniziativa dell’Università LUM: obiettivi e protagonisti
L’Università LUM si è distinta nel panorama universitario italiano attraverso l’organizzazione di simulazioni maxi-emergenze università LUM. Ambizione del progetto: fornire una preparazione concreta e di alto livello per affrontare la realtà della “gestione crisi sanitaria formazione universitaria”.
Gli spazi antistanti la moderna Torre Rossi di Casamassima si sono così trasformati in un vero e proprio teatro operativo di emergenza. Protagonisti assoluti dell’iniziativa sono stati gli studenti dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e Infermieristica, chiamati a mettersi alla prova in contesti evento catastrofici creati ad hoc.
L’attività è parte integrante del percorso accademico, ampliando le tradizionali lezioni d’aula con un coinvolgimento attivo e immersivo – modello formativo che già in altri paesi si è mostrato vincente.
La progettazione delle simulazioni: ruolo di docenti e partner
Le esercitazioni campo studenti medicina alla LUM sono state ideate e coordinate dai docenti Francesca Pentimalli e Bruno Moncharmont, figure di riferimento nella didattica dell’emergenza sanitaria locale, in collaborazione con MEDIS, società specializzata nelle simulazioni formative in ambito medico.
In particolare, i docenti Pentimalli e Moncharmont hanno curato sia la parte teorica sia quella operativa, predisponendo scenari di crisi dagli elevati indici di realismo grazie anche al contributo degli esperti MEDIS. La collaborazione ha permesso di integrare simulazioni su modelli di pazienti, uso di dispositivi medicali avanzati e presenza di figuranti per rendere le esercitazioni sempre più verosimili e coinvolgenti.
Questa sinergia tra università e mondo professionale risponde all’esigenza di creare una “innovazione formazione sanitaria università Bari”, orientata all’efficacia e alla modernità dei processi formativi.
La realizzazione pratica: scenari, strumenti e metodologie
Le simulazioni si sono svolte negli spazi esterni della Torre Rossi, appositamente organizzati per ricreare le condizioni tipiche di una maxi-emergenza. Gli studenti hanno preso parte a scenari che includevano:
- Grandi incidenti stradali con numerosi feriti da triage;
- Crolli strutturali simulando terremoti o calamità;
- Eventi di panico collettivo in aree pubbliche;
- Emergenze sanitarie legate a contaminazioni chimiche e biologiche;
- Task specifiche di evacuazione e gestione di risorse limitate.
In ognuno di questi casi, sono stati utilizzati manichini interattivi, sistemi di monitoraggio dei parametri vitali, dispositivi medicali per il primo soccorso, oltre alla supervisione continua dei docenti e degli esperti. Le simulazioni hanno richiesto agli studenti di applicare quanto appreso nei corsi teorici in una situazione dinamica, sotto la pressione tipica delle emergenze reali.
Questa metodologia, denominata “learning by doing”, consente di:
- Allenare la prontezza decisionale;
- Sviluppare capacità di triage e di gestione prioritaria delle vittime;
- Potenziare la comunicazione tra membri della squadra sanitaria;
- Esaminare la reattività emotiva e la gestione dello stress individuale e collettivo.
Teamwork e sviluppo delle competenze trasversali
Nella medicina d’emergenza, la vera efficacia delle manovre dipende anche e soprattutto dalla qualità del lavoro di squadra (teamwork emergenza medica università).
Gli studenti, suddivisi in gruppi eterogenei per competenze e livelli, sono stati chiamati a condividere responsabilità e decisioni, coordinando le manovre sotto il controllo vigile degli istruttori. Questo tipo di esercitazione favorisce lo sviluppo di competenze organizzative e relazionali: capacità di leadership, ascolto attivo, rapidità di comunicazione, gestione del conflitto e sostegno reciproco.
Lavorare in team rende visibile l’importanza della sinergia tra le professioni sanitarie e la necessità di un flusso informativo efficace, specie nei primi minuti di una maxi-emergenza.
Risultati raggiunti e percezione degli studenti
Uno degli aspetti più interessanti delle simulazioni eventi catastrofici LUM riguarda la percezione degli studenti. Molti hanno evidenziato come esperienze simili siano non solo formative, ma anche determinanti per:
- Superare la naturale insicurezza che accompagna le fasi iniziali della carriera sanitaria;
- Rendere più concrete le nozioni di medicina d’urgenza apprese durante i corsi teorici;
- Migliorare l’autoefficacia, ovvero la fiducia in sé stessi nell’affrontare il caos tipico di grandi emergenze;
- Allenare la responsabilità personale e di gruppo in ambienti altamente stressanti.
Le testimonianze raccolte parlano di una “lezione di vita”, più che di semplice esercitazione. Molti hanno dichiarato come la simulazione abbia permesso loro di vivere per la prima volta la sensazione di un’urgenza vera, con tutto il carico emotivo e operativo che comporta.
Al termine delle simulazioni, è previsto un debriefing collettivo: i docenti analizzano con gli studenti punti di forza, errori e possibili alternative, implementando così un percorso di “formazione continua” che prosegue anche dopo il campo.
Innovazione e prospettive per la formazione sanitaria universitaria
Le “Università LUM simulazione emergenza sanitaria” rappresentano un forte segnale di cambiamento nella metodologia di formazione dei futuri professionisti della salute. L’attenzione ai dettagli pratici e alla multidisciplinarità anticipa quelle che saranno le esigenze della sanità italiana ed europea nei prossimi anni.
Alcuni punti di innovazione emersi:
- Realismo delle simulazioni, superiore rispetto a semplici role-play;
- Coinvolgimento attivo degli studenti nella costruzione degli scenari;
- Interdisciplinarietà tra Medicina, Infermieristica e altre aree delle scienze della salute;
- Valorizzazione delle competenze “soft”, come leadership, problem solving e gestione dello stress;
- Collaborazioni con enti esterni, che aprono a futuri tirocini e inserimenti lavorativi.
Nel lungo periodo, queste esperienze promuovono la crescita di operatori sanitari più preparati e consapevoli, capaci di affrontare la complessità delle maxi-emergenze e di guidare le future generazioni all’interno di sistemi sanitari evoluti e resilienti.
Conclusioni e sintesi
Le esercitazioni di casamassima simulazioni emergenza sanitaria rappresentano una best practice nazionale per la formazione avanzata di medici e infermieri. L’Università LUM, grazie alla sinergia tra docenti, partner tecnologici e studenti, ha saputo creare un ambiente di apprendimento innovativo, capace di coniugare teoria e pratica, tecnica e umanità.
Il progetto, che porta la firma di specialisti come Francesca Pentimalli e Bruno Moncharmont, pone le basi per una nuova generazione di professionisti della salute, pronti a rispondere non solo alle sfide cliniche ma anche alle pressioni emotive, organizzative e relazionali delle emergenze di massa.
Questo nuovo modello, se replicato anche da altri atenei italiani, rappresenterà un fondamentale strumento di prevenzione e miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria, in linea con le strategie europee per la sicurezza collettiva.
In sintesi: la “formazione emergenza medici e infermieri” all’Università LUM non è solo un’esperienza didattica, ma un laboratorio che prepara concretamente alla vita reale di pronto soccorso e intervento sul campo. Un esempio virtuoso da imitare e potenziare per il futuro della sanità nazionale.