Tim Berners-Lee lancia l’allarme: Per la libertà del web serve un ente globale sull’IA come il CERN
Indice dei contenuti
- Introduzione
- Dal web libero ai monopoli dei dati personali
- L’osservazione sui social media e la perdita della libertà
- Il monito di Berners-Lee: Gli utenti diventati prodotto
- L’intelligenza artificiale tra opportunità e rischi
- La proposta di un ente no-profit internazionale: il modello CERN
- La governance dell’IA come garanzia di democrazia
- Analisi: rischi concreti per il futuro del web e delle libertà digitali
- Il ruolo dell’Europa nella regolamentazione dell’AI
- Conclusione: un futuro possibile per libertà, privacy e innovazione
Introduzione
Il 29 settembre 2025, durante un evento a Roma, Tim Berners-Lee – inventore del World Wide Web – ha lanciato un forte monito riguardo la libertà in rete e il futuro dell’intelligenza artificiale. La sua chiamata all’azione è ambiziosa: fondare un ente no-profit internazionale, simile al CERN per la fisica, che promuova la ricerca indipendente e trasparente sull’intelligenza artificiale (IA). Questo articolo approfondisce le cause che hanno portato all’attuale situazione del web, le minacce incombenti e le soluzioni proposte.
Dal web libero ai monopoli dei dati personali
Quando Tim Berners-Lee creò il World Wide Web nel 1989, la sua visione era quella di una rete aperta, orizzontale e democratica, dove ogni utente avrebbe avuto lo stesso diritto di accesso e di produzione dei contenuti. Questa utopia digitale, almeno nelle sue intenzioni originarie, puntava alla libera circolazione del sapere e alla difesa della libertà del web come principio fondante. Tuttavia, negli ultimi decenni, questo equilibrio si è progressivamente spezzato.
Oggi, pochi grandi gruppi tecnologici – noti anche come Big Tech – sono diventati i veri monopoli dei dati personali: raccolgono, aggregano e spesso vendono enormi quantità di informazioni sugli utenti. Di fatto, come sottolinea Berners-Lee, il potere è nelle mani di chi possiede questi dati, alimentando una concentrazione senza precedenti nella storia delle tecnologie digitali. Questa situazione mette a serio rischio sia la privacy utenti web che la stessa qualità democratica delle interazioni online.
L’osservazione sui social media e la perdita della libertà
Uno dei fenomeni che meglio dimostra quanto il panorama sia mutato è la centralità dei social media. Berners-Lee, nel corso del suo intervento, si è soffermato su come Facebook, X (ex Twitter), Instagram e altri abbiano imposto una struttura chiusa e verticale, nella quale ogni gesto degli utenti viene tracciato e monetizzato. “Abbiamo imparato dai social media – afferma – che il potere risiede nei monopoli che controllano e raccolgono dati personali.”
Il modello di business di queste piattaforme si fonda sulla raccolta massiva di dati e sull’analisi comportamentale degli utenti, finalizzata a massimizzare i ricavi pubblicitari attraverso la profilazione sempre più dettagliata. In realtà, continua Berners-Lee, “gli utenti sono diventati il prodotto”: la loro attenzione, i loro dati personali, le loro reti di amicizie e i loro contenuti rappresentano il vero valore economico scambiato nei mercati digitali.
Questo fenomeno implica conseguenze profonde sulla privacy utenti web e sulla libertà di espressione. Il controllo dati social media è oggi considerato una delle più grandi minacce alla democrazia e ai diritti individuali nell’era dell’informazione.
Il monito di Berners-Lee: Gli utenti diventati prodotto
La denuncia di Berners-Lee suona come un vero allarme:
- Gli utenti cedono dati in cambio di servizi apparentemente gratuiti.
- Questi dati vengono aggregati, analizzati e venduti a terzi (ad esempio, inserzionisti pubblicitari o enti di marketing politico).
- Le scelte che compiamo online sono sempre più orientate da algoritmi che privilegiano i profitti dei gestori delle piattaforme.
Questa situazione è particolarmente preoccupante se si pensa alle implicazioni per il futuro futuro web e IA, poiché gli stessi meccanismi di “estrazione di valore” dai dati personali sono alla base anche dei più recenti sviluppi dell’IA e dei sistemi di machine learning.
L’intelligenza artificiale tra opportunità e rischi
L’intelligenza artificiale oggi viene spesso evocata come una tecnologia dirompente, capace di rivoluzionare settori come la salute, l’istruzione, i trasporti e la ricerca scientifica. Eppure, l’accumulo di dati nelle mani di pochi e l’assenza di regole certe rappresentano un terreno fertile anche per nuovi abusi.
Come sottolineato da Berners-Lee i rischi sono molteplici:
- Discriminazione algoritmica: algoritmi che apprendono dai dati possono perpetuare pregiudizi sociali o discriminazioni involontarie.
- Perdita di controllo umano: nei sistemi completamente automatizzati l’umano può diventare semplice spettatore, incapace di incidere su decisioni cruciali.
- Sicurezza dei sistemi: IA utilizzata in contesti critici può essere soggetta a manipolazioni, bug o attacchi informatici.
- Opacità e accountability: la complessità degli algoritmi rende difficile comprendere su quali basi vengano prese determinate decisioni.
Secondo Berners-Lee, servono quindi strumenti di regolamentazione AI Europa e di sorveglianza pubblica e indipendente, per evitare che anche l’IA diventi “prigioniera” dei monopoli del web, come già avvenuto per i social media.
La proposta di un ente no-profit internazionale: il modello CERN
La novità più significativa delle dichiarazioni di Berners-Lee riguarda il modello di governance proposto per il futuro della ricerca sull’intelligenza artificiale. L’inventore del web suggerisce la nascita di un “ente no-profit per la ricerca IA”, sul modello di ciò che il CERN rappresenta per la fisica delle particelle.
L’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare, che ha sede a Ginevra, è un esempio unico di collaborazione internazionale indipendente, trasparente e finalizzata al bene comune piuttosto che al profitto. Con questa logica, Berners-Lee auspica la creazione di un “CERN intelligenza artificiale”:
- Un ente autonomo dalle logiche commerciali, in grado di sviluppare tecnologie IA senza subordinare le scelte alle pressioni di mercato.
- Una struttura aperta alla ricerca condivisa, capace di garantire l’accesso ai dati e ai risultati a tutti i ricercatori e le comunità.
- Un luogo di responsabilità collettiva, dove decisori politici, società civile, scienziati e ingegneri collaborino per fissare standard etici e giuridici a tutela dell’interesse pubblico.
Questa proposta punta a mettere in sicurezza tanto la difesa libertà web quanto il futuro web e IA dalle derive dei monopoli privati e dagli eccessi del mercato.
La governance dell’IA come garanzia di democrazia
Un nodo fondamentale sollevato da Berners-Lee riguarda l’urgenza di un efficace modello di governance dell’IA. Gli attuali meccanismi autoregolatori dell’industria sono giudicati inadeguati all’entità dei rischi implicati.
La governance IA Berners-Lee prevede un sistema misto di regole, trasparenza e partecipazione, fondato su alcuni principi chiave:
- Trasparenza algoritmica: obbligo di rendere comprensibili le logiche delle IA agli utenti e alle autorità di controllo.
- Accountability pubblica: identificazione chiara dei responsabili delle scelte automatizzate.
- Controllo democratico: coinvolgimento di autorità pubbliche e della società civile nella definizione delle priorità.
- Equo accesso alle tecnologie: prevenire l’emergere di nuove disuguaglianze nell’uso e nella produzione dell’IA.
Solo in questo modo, sostiene Berners-Lee, si potrà garantire un utilizzo dell’IA realmente orientato al benessere collettivo, salvaguardando la privacy utenti web e le libertà fondamentali.
Analisi: rischi concreti per il futuro del web e delle libertà digitali
L’allarme lanciato da Berners-Lee trova ampio riscontro negli ultimi sviluppi del panorama tecnologico. Dal controllo algoritmico delle informazioni al crescente potere delle piattaforme globali – che rappresentano il cuore della discussione su “controllo dati social media” – la posta in gioco è altissima.
Sono in gioco elementi come:
- Libertà di espressione
- Accesso paritario alle informazioni
- Tutela della pluralità delle idee
- Possibilità di innovazione dal basso
La difesa della libertà web, secondo Berners-Lee, passa attraverso la creazione di meccanismi internazionali di regolamentazione AI Europa che possano frenare la corsa all’accentramento dei dati, impedendo derive autoritarie e manipolatrici.
Il ruolo dell’Europa nella regolamentazione dell’AI
L’Unione Europea ha già avviato da tempo un percorso di regolamentazione in materia di IA e di tutela dei dati personali (basti pensare al GDPR). In questa prospettiva, il Vecchio Continente può giocare un ruolo essenziale nella definizione di standard globali e nell’istituzione di un ente sovranazionale dedicato allo sviluppo etico e sicuro dell’IA.
Le ultime normative europee riaffermano con forza alcuni principi chiave:
- Centralità della persona nei sistemi IA
- Diritto all’informazione e alla trasparenza sugli algoritmi
- Sanzioni rigorose per abusi e violazioni della privacy
- Promozione della ricerca pubblica sull’IA come bene comune
Questi elementi si inseriscono perfettamente nella visione di governance IA Berners-Lee, suggerendo una convergenza tra l’appello dell’inventore del web e le recenti politiche dell’UE su privacy, trasparenza e controllo dei dati.
Conclusione: un futuro possibile per libertà, privacy e innovazione
Le riflessioni di Tim Berners-Lee rappresentano un importante punto di svolta nel dibattito su futuro web e IA, invitando legislatori, ricercatori e società civile a non cadere nuovamente nei vecchi errori compiuti con il modello dei social media.
A oggi, senza un’azione coordinata a livello globale e la creazione di un ente no-profit ricerca IA in stile CERN, la posta in gioco rischia di essere la stessa sopravvivenza di un web libero, pluralista e al servizio delle persone. Solo attraverso una vera regolamentazione AI Europa, una governance partecipata e la difesa della privacy utenti web si potranno garantire innovazione e diritti nel mondo digitale del futuro.
Berners-Lee, con la sua autorevolezza e visione, richiama la necessità di rimettere l’essere umano e la società al centro delle scelte tecnologiche. Il suo appello è oggi più attuale che mai, e chiama tutti noi – cittadini, istituzioni e imprese – a misurarci concretamente con la grande questione del governo democratico delle tecnologie emergenti.