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LinkedIn e l'utilizzo dei dati personali per l'intelligenza artificiale: come proteggere la propria privacy dal 3 novembre
Tecnologia

LinkedIn e l'utilizzo dei dati personali per l'intelligenza artificiale: come proteggere la propria privacy dal 3 novembre

Cosa cambia per gli utenti italiani, come opporsi al trattamento dei dati e l'intervento del Garante Privacy

LinkedIn e l'uso dei dati per l'intelligenza artificiale: guida completa alla tutela della privacy dal 3 novembre

Indice dei contenuti

  1. Introduzione: lo scenario attuale e la novità LinkedIn
  2. LinkedIn e l’intelligenza artificiale: di cosa si tratta
  3. Cosa cambierà dal 3 novembre: modalità e portata dell’utilizzo dei dati personali
  4. Come funzionerà la raccolta automatica dei dati per l’IA
  5. Implicazioni sull’uso dei dati personali e le principali preoccupazioni
  6. La normativa europea sulla privacy e il caso LinkedIn
  7. Il ruolo del Garante Privacy italiano
  8. Come disattivare l’opzione IA e proteggere i propri dati su LinkedIn
  9. Consigli pratici: best practice per la protezione dei dati personali su LinkedIn
  10. Possibili sviluppi futuri e considerazioni conclusive
  11. Sintesi e conclusione

Introduzione: lo scenario attuale e la novità LinkedIn

A partire dal 3 novembre 2025, LinkedIn inizierà ad utilizzare i dati personali degli utenti europei – Italia inclusa – per l’addestramento dei propri sistemi di intelligenza artificiale generativa. La notizia sta già generando un acceso dibattito nel nostro Paese, soprattutto per le implicazioni sulla privacy digitale e la gestione delle informazioni personali. Questa importante modifica alle politiche di utilizzo dei dati coinvolge la piattaforma professionale più usata al mondo, la quale appartiene al gruppo Microsoft, e riguarda milioni di iscritti anche in Italia.

Ma cosa significa in concreto per gli utenti? Come verranno trattati i loro dati? E quali sono i rischi, le opportunità e le modalità per opporsi? In questo articolo analizzeremo nel dettaglio la questione, fornendo indicazioni chiare e aggiornate per garantire la protezione dati LinkedIn Italia e rispettare la normativa vigente.

LinkedIn e l’intelligenza artificiale: di cosa si tratta

Negli ultimi anni LinkedIn ha investito molto nell’integrazione di sistemi basati sull’intelligenza artificiale per migliorare i servizi offerti, dall’analisi del mercato del lavoro ai suggerimenti di connessione, fino alla personalizzazione dei contenuti nel feed. L’IA viene anche adottata per automatizzare processi come la selezione del personale o l’ottimizzazione delle campagne pubblicitarie.

Con la nuova iniziativa annunciata, la piattaforma userà le informazioni presenti nei profili degli utenti – inclusi i dati pubblici, le esperienze lavorative, le competenze, gli interessi e perfino i post e le reazioni – per addestrare modelli di IA in grado di comprendere e generare testo, migliorare algoritmi di matchmaking e affinare gli strumenti di ricerca e raccomandazione.

Cosa cambierà dal 3 novembre: modalità e portata dell’utilizzo dei dati personali

La novità più importante introdotta da LinkedIn riguarda l’attivazione automatica dell’opzione per l’uso dei dati personali a scopo IA. In altre parole, dal 3 novembre la piattaforma abiliterà questo trattamento per tutti, a meno che l’utente non intervenga attivamente per disattivare l’opzione tramite le impostazioni.

Cosa comprende l’utilizzo dei dati personali

  • Informazioni anagrafiche e demografiche presenti nel profilo LinkedIn
  • Contenuti autoprodotti pubblicati sul proprio profilo, come post, commenti e aggiornamenti
  • Dettagli professionali e formativi
  • Dati riguardanti le interazioni con altri utenti (connessioni, messaggi, reazioni)

È fondamentale essere consapevoli che tutte queste informazioni, raccolte spesso nel tempo e senza l’aspettativa di un uso per finalità di machine learning, potranno essere sfruttate da LinkedIn per sviluppare ed addestrare diversi strumenti di intelligenza artificiale.

Come funzionerà la raccolta automatica dei dati per l’IA

LinkedIn, in linea con quanto già fatto da molte altre piattaforme digitali, ha deciso di attivare automaticamente l’utilizzo dei dati personali a scopi di addestramento IA. Questo significa che, a meno di una specifica azione contraria, le informazioni pubblicate dagli utenti entreranno a far parte dei dataset analizzati e utilizzati dai modelli di intelligenza artificiale generativa.

Gli algoritmi IA potranno così identificare pattern, comportamenti professionali, skills ricorrenti nei profili, preferenze di networking, esigenze di recruiting e altre metriche strategiche, alimentando in modo trasparente o meno lo sviluppo di nuove funzionalità basate su LinkedIn intelligenza artificiale dati utenti.

Funzionamento tecnico della raccolta dati IA

  1. Rilevamento e aggregazione dati pubblici e semi-pubblici
  2. Anonimizzazione parziale dei dati (secondo quanto dichiarato da LinkedIn)
  3. Utilizzo per addestramento o miglioramento di sistemi automatici
  4. Possibile utilizzo commerciale (anche attraverso partner o terzi)

Implicazioni sull’uso dei dati personali e le principali preoccupazioni

Gli aspetti che destano maggiore preoccupazione riguardano:

  • L’assenza di un consenso attivo: l’opzione è attiva di default, serve una chiara azione per negarla
  • L’ampiezza dei dati coinvolti: profili dettagliati spesso contengono molte informazioni sensibili
  • I rischi per la privacy: potenziale uso non previsto e non esplicitato all’atto dell’iscrizione
  • La trasparenza del processo: utenti spesso ignari della raccolta dati per IA, con conseguente erosione della fiducia

Queste criticità hanno spinto molte associazioni e garanti della privacy ad approfondire il caso, in particolare nei Paesi dell’Unione Europea che tutelano severamente il diritto alla riservatezza degli individui.

La normativa europea sulla privacy e il caso LinkedIn

Il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), in vigore dal 2018, prevede che l’utilizzo di dati personali debba essere sempre giustificato, trasparente e soggetto al consenso informato degli interessati. Una prassi come quella di LinkedIn, che prevede l’attivazione ex-lege di una funzionalità particolarmente invasiva, rischia di confliggere con alcuni principi fondamentali della normativa comunitaria:

  • Limitazione delle finalità: i dati devono essere utilizzati solo per le finalità dichiarate, non per nuove destinazioni di uso senza consenso aggiuntivo
  • Minimizzazione dei dati: può essere raccolto solo ciò che è strettamente necessario
  • Portabilità e diritto all’oblio: gli utenti hanno diritto a sapere cosa viene utilizzato, a chiedere di cessarne l’uso e alla cancellazione

Non a caso la decisione di LinkedIn ha suscitato la pronta attenzione delle autorità di controllo della privacy in vari Stati europei.

Il ruolo del Garante Privacy italiano

A tutela dei cittadini italiani, il Garante per la protezione dei dati personali si è immediatamente attivato per esaminare la legalità dell'iniziativa, verificando che le misure adottate da LinkedIn siano pienamente conformi alla normativa vigente nazionale ed europea. Il procedimento di controllo mira a valutare, tra l’altro:

  • La chiarezza e la correttezza dell’informativa fornita agli utenti
  • L’effettiva possibilità per ciascuno di esercitare i propri diritti
  • Il rispetto dei principi di autodeterminazione, trasparenza e sicurezza dei dati.

Il Garante, inoltre, può intervenire disponendo misure correttive, sanzioni amministrative o addirittura la sospensione di alcuni trattamenti se viene riscontrata una violazione significativa.

Come disattivare l’opzione IA e proteggere i propri dati su LinkedIn

Per fortuna ogni utente LinkedIn può opporsi in modo piuttosto semplice all’utilizzo dei propri dati personali per finalità di addestramento IA. Basta seguire pochi passaggi:

  1. Accedere al proprio profilo LinkedIn
  2. Cliccare sulla propria foto in alto a destra per entrare nelle impostazioni dell’account
  3. Selezionare la voce "Privacy dei dati"
  4. Entrare nella sezione dedicata a "Gestione dei dati per IA"
  5. Disattivare l’opzione “Consenti l’uso dei tuoi dati per addestrare l’intelligenza artificiale”

Questa semplice procedura garantisce l’esclusione delle proprie informazioni personali dalla raccolta automatica destinata ai sistemi di machine learning di LinkedIn.

Consigli pratici: best practice per la protezione dei dati personali su LinkedIn

Oltre a disattivare l’opzione IA, è buona norma seguire alcune best practice per una maggiore sicurezza online:

  • Limitare le informazioni pubbliche nel profilo: condividere solo ciò che è strettamente necessario
  • Utilizzare comunicazioni private per dati sensibili e dettagli che non si desidera rendere visibili
  • Verificare e aggiornare spesso le impostazioni privacy, soprattutto dopo aggiornamenti della piattaforma
  • Essere consapevoli di cosa si pubblica, ricordando che i contenuti potranno essere utilizzati a fini diversi da quelli inizialmente previsti
  • Monitorare eventuali nuove notifiche da parte di LinkedIn riguardo cambiamenti nelle policy privacy
  • Contattare il Garante Privacy per segnalare abusi o chiedere chiarimenti

Seguire queste indicazioni aiuta a minimizzare i rischi legatia privacy LinkedIn utenti Italia e a garantire un uso consapevole delle piattaforme digitali.

Possibili sviluppi futuri e considerazioni conclusive

L'utilizzo sempre più massivo dell'intelligenza artificiale nelle piattaforme social e professionali rende necessario ridefinire in modo chiaro ed efficace le regole sull'uso dei dati personali. È probabile che nei mesi a venire:

  • Assisteremo ad un rafforzamento della normativa privacy europea relativamente all’addestramento IA
  • Si moltiplicheranno i controlli delle autorità garanzia privacy nei confronti delle grandi piattaforme digitali
  • Gli utenti saranno chiamati a una crescente consapevolezza e proattività nella gestione dei propri dati

Resta tuttavia irrisolta la questione dell’asimmetria informativa tra grandi operatori tecnologici e cittadini, che spesso non dispongono di strumenti adeguati per autodeterminare ogni aspetto dell’uso delle proprie informazioni.

Sintesi e conclusione

In sintesi, dal 3 novembre 2025 LinkedIn utilizzerà i dati personali dei suoi utenti, di default, per addestrare i propri sistemi di intelligenza artificiale. Nonostante la possibilità di disattivare facilmente l’opzione, la decisione desta forti dubbi in relazione al rispetto della privacy degli iscritti, tanto da aver richiamato l’attenzione del Garante italiano. La raccomandazione principale è quella di verificare subito le proprie impostazioni privacy LinkedIn, seguendo i passaggi indicati in questo articolo e rimanendo costantemente aggiornati sulle evoluzioni normative. Solo una cittadinanza digitale consapevole potrà garantire un equo equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela della privacy, come richiesto dalle normative e dal buon senso.

Le piattaforme digitali continueranno a evolversi e l’intelligenza artificiale sarà sempre più pervasiva nella nostra vita online: il diritto alla protezione dei dati personali deve restare al centro dell’attenzione di tutti, aziende e utenti.

Pubblicato il: 30 ottobre 2025 alle ore 11:50

Savino Grimaldi

Articolo creato da

Savino Grimaldi

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