Fake News e Rischi Online: Cresce la Consapevolezza in Italia, ma Gli Over 60 Restano Vulnerabili
Indice dei paragrafi
- Introduzione: la diffusione di Internet e la crescita del fenomeno fake news
- Il rapporto Agcom sull'alfabetizzazione digitale in Italia
- Il comportamento degli utenti di fronte a contenuti pericolosi
- Il tema degli algoritmi e la scarsa alfabetizzazione digitale
- La vulnerabilità degli over 60: dati e scenari
- Le cause alla base del divario generazionale nelle competenze digitali
- Fake news Italia: tipologie, piattaforme e rischi
- Strategie per contrastare la disinformazione online
- Il ruolo della scuola, delle istituzioni e delle campagne di sensibilizzazione
- Sintesi finale e prospettive per il futuro
Introduzione: la diffusione di Internet e la crescita del fenomeno fake news
Il 90% degli italiani oggi utilizza Internet: la rete è diventata uno spazio imprescindibile per l’informazione, l’intrattenimento, il lavoro e le relazioni sociali. Tuttavia, la sua capillarità presenta anche nuove sfide e preoccupazioni legate alla sicurezza informatica, alla privacy, ma soprattutto alla disinformazione online. In Italia, il tema delle fake news è oggi più attuale che mai, complice la crescita nell’utilizzo dei social network e delle diverse piattaforme digitali.
L’infodemia, cioè la sovrabbondanza di informazioni, molte delle quali false o fuorvianti, genera effetti tangibili sulla società e sulla vita quotidiana degli utenti. Secondo l’ultimo rapporto Agcom sull’alfabetizzazione digitale, quasi la metà degli italiani si è imbattuta almeno una volta in contenuti ingannevoli o palesemente falsi. Questo dato impone una riflessione ampia sulla tenuta del sistema dell’informazione in Italia, soprattutto davanti alle continue evoluzioni del digitale.
Il rapporto Agcom sull'alfabetizzazione digitale in Italia
Il recente rapporto diffuso da Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, offre una fotografia precisa e aggiornata della situazione italiana in materia di alfabetizzazione digitale, disinformazione e consapevolezza dei rischi web. Secondo il report:
- Il 44% degli utenti Internet ha avuto a che fare con contenuti falsi o fuorvianti nel corso dell’ultimo anno.
- Oltre la metà degli utenti che riscontrano contenuti inaffidabili smette di accedere al sito o al canale incriminato.
- Solo circa un terzo degli utenti verifica l’affidabilità delle fonti delle informazioni prima di prendere una decisione o condividere la notizia.
Inoltre, si sottolinea come il 58,9% degli italiani sopra i 14 anni sia consapevole dell'esistenza e del funzionamento dei sistemi di raccomandazione online (gli algoritmi che personalizzano le informazioni nei feed e nei motori di ricerca). Tuttavia, solo il 7% dimostra un livello ottimale di alfabetizzazione algoritmica, cioè la piena comprensione di come queste tecnologie influenzino la percezione delle notizie e delle informazioni.
Un altro dato allarmante riguarda gli anziani (over 60): oltre l'83% ha competenze digitali nulle o molto limitate. Questo segmento della popolazione risulta particolarmente esposto ai rischi di disinformazione, truffe e contenuti pericolosi online.
Il comportamento degli utenti di fronte a contenuti pericolosi
Una delle evidenze più interessanti del rapporto riguarda il comportamento degli utenti italiani davanti a fake news e contenuti pericolosi online. In particolare, l’Agcom rileva che:
- Oltre la metà degli utenti evita di frequentare fonti considerate inaffidabili.
- Solo circa un terzo si impegna attivamente nella verifica delle fonti.
Un atteggiamento che, da una parte, segnala una crescente consapevolezza dei rischi web, ma che dall’altra sottolinea una diffusione ancora troppo limitata delle buone pratiche di verifica (fact-checking, confronto delle fonti, utilizzo di strumenti anti-disinformazione).
Tra le motivazioni che portano gli utenti ad abbandonare le fonti sospette emergono:
- La percezione di insicurezza e rischio personale.
- Il timore di subire danni finanziari o furti d’identità.
- L’insoddisfazione verso contenuti ritenuti scadenti o non attendibili.
Tuttavia, il gap tra chi riconosce il problema e chi si attiva concretamente per contrastarlo rimane grande, manifestandosi con particolare forza tra i più anziani.
Il tema degli algoritmi e la scarsa alfabetizzazione digitale
I sistemi di raccomandazione algoritmica rappresentano uno degli aspetti più controversi e al tempo stesso centrali nella battaglia contro la disinformazione. Oggi, una vasta fetta della popolazione accede alle notizie tramite feed personalizzati su social network, piattaforme video e motori di ricerca. Gli algoritmi selezionano e suggeriscono i contenuti sulla base di criteri che l’utente medio fatica a comprendere appieno.
Secondo il rapporto Agcom, il 58,9% degli italiani sopra i 14 anni sa che esistono “algoritmi che filtrano le notizie”. Ma ciò che preoccupa è che solo il 7% degli utenti ha davvero chiare le logiche e le implicazioni di questi strumenti. Questo gap di alfabetizzazione algoritmica alimenta il rischio di restare intrappolati in una bolla informativa (filter bubble) o in camere dell’eco, cioè ambienti mediatici nei quali le proprie convinzioni vengono rafforzate e le opinioni discordanti escluse.
Capire il funzionamento degli algoritmi significa anche imparare a riconoscere quali contenuti vengono promossi non per la loro veridicità ma grazie ad altri fattori (come la viralità, l’engagement o il clickbait). Ciò è particolarmente importante laddove la manipolazione informativa può incidere su scelte personali e collettive, come in ambito sanitario, politico o sociale.
La vulnerabilità degli over 60: dati e scenari
Una delle maggiori criticità fotografa dal rapporto riguarda la fascia degli over 60. Oltre l’83% degli anziani italiani ha competenze digitali nulle o molto limitate, secondo quanto riportato da Agcom. Questo dato si inserisce nella più ampia questione dell’alfabetizzazione digitale degli anziani e dell’accesso sicuro della terza età alle tecnologie.
Le principali problematiche riscontrate sono:
- Difficoltà nella riconoscibilità delle fonti attendibili.
- Incapacità di distinguere tra informazioni verificate e notizie ingannevoli.
- Scarsa conoscenza degli strumenti di difesa digitale (antivirus, filtri, verifica dei siti web).
- Bassa propensione a rivolgersi a familiari, amici o operatori per chiedere supporto informatico.
Questa situazione comporta maggiori rischi rispetto ad altre fasce d’età:
- Over 60 rischi Internet: maggiore esposizione a truffe online, catene di Sant’Antonio, phishing e contenuti fraudolenti.
- Vulnerabilità emotiva dovuta a scarsa familiarità con le dinamiche digitali.
- Rischio di isolamento informativo e di esclusione dalle principali fonti di notizie affidabili.
Questa fotografia impone una strategia nazionale mirata e capillare per potenziare le competenze digitali degli anziani e per proteggere questa fascia così sensibile della popolazione italiana.
Le cause alla base del divario generazionale nelle competenze digitali
Il rapporto Agcom mette in luce alcune delle cause più significative del divario generazionale nelle competenze digitali e nella capacità di navigare internet in modo sicuro. Eccone alcune:
- Formazione scolastica carente: molte persone della terza età non hanno potuto beneficiare di una formazione specifica su informatica e media digitali durante il percorso scolastico.
- Diffidenza verso la tecnologia: gli anziani possono essere portati a vedere internet come uno strumento complesso e poco affidabile, preferendo spesso la comunicazione tradizionale.
- Fattori socio-economici: pensionati e persone non più in attività lavorativa dispongono spesso di risorse limitate per aggiornare le proprie competenze o per accedere a dispositivi tecnologici moderni.
- Mancanza di supporto continuo: pochi programmi sono pensati specificamente per la terza età o prevedono assistenza costante.
Tutti questi elementi si riflettono in una minore propensione alla verifica delle fonti internet e all’adozione di comportamenti prudenti online.
Fake news Italia: tipologie, piattaforme e rischi
La disinformazione online in Italia non riguarda solo la presenza di notizie inventate o volutamente distorte. Oggi le principali forme di fake news includono:
- Teorie complottiste: inganni su salute, scienza, politica, amplificati da social e chat.
- Notizie manipolate: dati alterati o messi fuori contesto per influenzare l’opinione pubblica.
- Deepfake e contenuti dannosi: immagini, video o audio alterati tramite intelligenza artificiale.
- Catene virali: messaggi allarmistici diffusi via WhatsApp, Telegram o SMS.
- Falsi allarmi e bufale sanitarie: soprattutto durante emergenze e pandemie.
Le piattaforme maggiormente coinvolte nella diffusione di contenuti pericolosi online sono i social network (Facebook, Instagram, Twitter, TikTok), le app di messaggistica istantanea (WhatsApp, Telegram) e, in misura crescente, le piattaforme video (YouTube, Twitch).
Tra i principali rischi generati dalle fake news figurano:
- Manipolazione del consenso politico e sociale.
- Danni alla salute pubblica.
- Reputazione lesa ed effetti negativi su aziende e istituzioni.
- Polarizzazione e divisioni sociali.
Strategie per contrastare la disinformazione online
Quest’ampia fotografia del fenomeno suggerisce la necessità di adottare strategie efficaci di contrasto alla disinformazione. Alcune delle misure più importanti sono:
- Incoraggiare la verifica delle fonti: campagne di sensibilizzazione rivolte a tutte le fasce di età.
- Diffondere buone pratiche digitali: guide, tutorial, corsi online e workshop mirati all’uso consapevole di internet.
- Collaborazione tra istituzioni e piattaforme: accordi per il fact-checking, segnalazione di contenuti dannosi e rimozione tempestiva delle fake news.
- Algoritmi trasparenti: richiesta alle piattaforme social di rendere più chiari i criteri con cui vengono selezionate le notizie che compaiono nei feed degli utenti.
- Supporto tecnico a famiglie e anziani: sportelli territoriali, punti di ascolto nelle biblioteche, collaborazione con associazioni di volontariato ed enti locali.
- Introduzione e rafforzamento dell'educazione civica digitale nelle scuole: per formare a una cittadinanza consapevole, critica e responsabile anche online.
Il ruolo della scuola, delle istituzioni e delle campagne di sensibilizzazione
Il contrasto alla disinformazione online e la promozione dell’alfabetizzazione digitale richiedono uno sforzo collettivo e coordinato da parte di:
- Scuole e università: con programmi dedicati all’educazione ai media, alla sicurezza online e al fact-checking.
- Governo e istituzioni locali: con piani strategici e finanziamenti per progetti di educazione digitale.
- Enti del terzo settore: con corsi per anziani e popolazione fragile.
- Media e operatori dell’informazione: impegnati nel promuovere la conoscenza delle fake news e la responsabilizzazione degli utenti.
Particolarmente centrale risulta l’attenzione alla alfabetizzazione digitale degli anziani, prevedendo percorsi formativi ad hoc, materiale didattico semplificato e corsi anche in modalità “one to one”. Le campagne informative devono essere capillari e inclusive, sfruttando canali tradizionali (TV, radio, stampa) accanto ai nuovi media, in modo da raggiungere efficacemente tutte le generazioni.
Sintesi finale e prospettive per il futuro
La fotografia tracciata dal Rapporto Agcom 2025 ci mostra un’Italia sempre più consapevole dei rischi legati ai contenuti falsi e pericolosi online, ma al tempo stesso ancora impreparata nell’affrontarli, soprattutto nelle fasce più vulnerabili come quella degli over 60.
Se da una parte emerge un incremento della consapevolezza dei rischi web grazie a una maggiore attenzione al tema della veridicità delle fonti, dall’altra appare evidente il bisogno di strategie mirate per colmare il divario digitale e garantire un accesso sicuro e critico all’informazione online per tutte le fasce d'età.
La sfida è dunque duplice: da un lato, investire in competenze digitali per giovani e adulti, e dall’altro, intensificare i percorsi di alfabetizzazione digitale per anziani, puntando anche su campagne di informazione dedicate e servizi di supporto.
Solo attraverso una sinergia tra istituzioni, scuola, famiglie e piattaforme digitali sarà possibile garantire all’intera cittadinanza italiana gli strumenti necessari per orientarsi con sicurezza e spirito critico nella complessa realtà del web odierno, limitando i danni derivanti dalla disinformazione e rafforzando la coesione sociale.