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AI sostenibile e accessibile: la sfida di Fair a Milano
Tecnologia

AI sostenibile e accessibile: la sfida di Fair a Milano

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Al Campus Bovisa riflettori sull’innovazione responsabile: tra ricerca, impresa e salute

AI sostenibile e accessibile: la sfida di Fair a Milano

Indice

  • Introduzione: l’Intelligenza Artificiale tra sostenibilità e accessibilità
  • L’evento al Politecnico di Milano: una voce per il cambiamento
  • Fondazione Fair: protagonisti e obiettivi di una nuova alleanza
  • Verso un’AI meno costosa: le strategie in campo
  • Sostenibilità ambientale e sociale: perché conta nell’AI
  • Applicazioni nel settore sanitario: tra etica e innovazione
  • Università, aziende e finanziamenti: il modello vincente di Fair
  • Gli impatti sul tessuto imprenditoriale italiano
  • Le sfide future e le prospettive per l’AI in Italia
  • Sintesi e prospettive

Introduzione: l’Intelligenza Artificiale tra sostenibilità e accessibilità

L’Intelligenza Artificiale è oggi una delle frontiere più stimolanti della ricerca e dell’innovazione in Europa e nel mondo. Crescita, investimenti, attenzione mediatica: la AI – secondo molti analisti – sta ridefinendo paradigmi sociali, economici e tecnici, con impatti trasversali che vanno dalla sanità all’industria manifatturiera, dall’amministrazione pubblica fino all’educazione e ai servizi.

Ma la domanda chiave, emersa con forza al recente convegno ospitato al Campus Bovisa del Politecnico di Milano, è ben più ampia e attuale: quanto può essere davvero “sostenibile” questa nuova intelligenza? E quale direzione può e deve prendere l’Italia nel suo sviluppo? Domande cui ha tentato di rispondere la giornata di studi e confronto organizzata dalla Fondazione Fair, piattaforma d’eccellenza che riunisce stakeholder pubblici e privati impegnati a disegnare un futuro dell’AI più accessibile, meno costoso e realmente sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale.

L’evento al Politecnico di Milano: una voce per il cambiamento

Il Politecnico di Milano, da anni avamposto di ricerca e innovazione, ha offerto il palcoscenico ideale per un’intera giornata dedicata ad analisi, riflessioni e proposte sul tema dell’intelligenza artificiale sostenibile. Nel corso dell’evento, rappresentanti del mondo accademico, imprenditoriale e politico hanno fatto emergere la consapevolezza di quanto sia necessario conciliare esigenze di innovazione e rispetto per l’ambiente, promuovendo al contempo un utilizzo responsabile e sociale delle nuove tecnologie.

Tra gli interventi più significativi, quello di Giuseppe De Pietro, che ha sottolineato con decisione l’importanza di una “AI più sostenibile”. Secondo De Pietro, oggi l’urgenza non è solo quella di sviluppare sistemi sempre più potenti, ma anche e soprattutto di ridisegnare l’ecosistema stesso dell’intelligenza artificiale affinché non generi nuove diseguaglianze e non aggravi il bilancio già critico del consumo energetico globale.

L’iniziativa, cui hanno partecipato oltre 200 addetti ai lavori, rappresenta una tappa fondamentale nel percorso di maturità della AI in Italia: non solo ricerca applicata o investimenti, ma anche governance, etica e partnership pubblico-private.

Fondazione Fair: protagonisti e obiettivi di una nuova alleanza

La Fondazione Fair – protagonista dell’incontro milanese – si distingue per una natura ibrida e fortemente cooperativa. Nata con l’intento di promuovere l’innovazione responsabile e accessibile nel campo dell’AI, la fondazione conta sulla collaborazione di 25 membri fondatori. Tra questi spiccano ben 14 università di assoluto rilievo nazionale e internazionale e 7 grandi aziende, rappresentando una piattaforma unica in Italia per la sinergia tra mondi spesso distanti quali quello accademico e quello produttivo.

Questa coralità di intenti e competenze rappresenta un tratto distintivo del modello Fair: un centro aggregatore di idee, capitale umano e risorse finanziarie, che punta a posizionare l’Italia tra i paesi leader a livello europeo nell’ambito dell’intelligenza artificiale sostenibile. Gli obiettivi della fondazione sono molteplici: offrire supporto alle start up e alle imprese innovative, alimentare una rete solida di ricercatori, attrarre e formare nuovi talenti, diffondere una cultura dell’AI meno costosa e a misura di cittadino.

Verso un’AI meno costosa: le strategie in campo

Uno dei più grandi paradossi dell’AI corrente risiede nei suoi stessi numeri: tecnologie capaci di produrre “intelligenza” e soluzioni sempre più sofisticate, ma spesso accessibili solo a grandi gruppi istituzionali, aziende ad alta capitalizzazione e governi con la forza finanziaria necessaria.

Per cambiare questa traiettoria la Fondazione Fair ha lanciato una vera e propria sfida: rendere l’intelligenza artificiale meno costosa e più democratizzata, riducendo la barriera d’accesso tipica dei piccoli attori e dei territori meno serviti dal punto di vista tecnologico.

La strategia si basa su azioni concrete. In primis, la promozione di infrastrutture collaborative in cui la condivisione di dati, algoritmi e piattaforme di sviluppo riduca drasticamente i costi di ricerca e applicazione. Un secondo asse riguarda la formazione: il potenziamento di percorsi di studio e aggiornamento professionale permette infatti di abbattere i costi fissati dal mercato per “importare” figure altamente specializzate dall’estero o dai grandi colossi internazionali.

Le politiche di open innovation e le partnership accademico-industriali, inoltre, favoriscono la nascita di soluzioni modulabili e facilmente adattabili anche a contesti meno ricchi, diffondendo così un approccio di AI meno costosa quale leva di sviluppo economico diffuso.

Sostenibilità ambientale e sociale: perché conta nell’AI

Uno dei temi centrali dell’evento al Politecnico è stato quello dell’impatto ambientale delle nuove tecnologie AI. I sistemi di intelligenza artificiale, in particolare quelli “addestrati” su enormi moli di dati (big data), richiedono risorse energetiche considerevoli, con ricadute significative sul consumo di energia e sulle emissioni di CO2.

Le soluzioni discusse dal network Fair si muovono in più direzioni: algoritmi più efficienti dal punto di vista computazionale, hardware ottimizzati per consumi ridotti, infrastrutture alimentate da energie rinnovabili. L’obiettivo è quello di evitare che lo sviluppo dell’AI sia pagato a caro prezzo dall’ambiente, ma anche dalle comunità che subiscono in modo indiretto gli effetti di queste scelte industriali.

La sostenibilità sociale, invece, chiama in causa temi come la trasparenza degli algoritmi, l’equità nell’accesso ai servizi AI, il rispetto della privacy e la difesa dalle discriminazioni algoritmiche. Una AI sostenibile è tale solo se mette al centro la persona, offrendo benefici a tutta la società e non solo a una ristretta cerchia di stakeholder privilegiati.

Applicazioni nel settore sanitario: tra etica e innovazione

Fra le prime e più promettenti applicazioni dell’intelligenza artificiale sostenibile appare il settore sanitario. Proprio a Milano sono nate startup e iniziative imprenditoriali che – anche grazie al supporto di Fair e delle università partner – stanno sperimentando soluzioni innovative per la diagnosi precoce, l’assistenza personalizzata, la gestione dei dati clinici e la prevenzione.

Le soluzioni di AI applicate alla sanità promettono vantaggi notevoli: riduzione dei tempi di diagnosi, una maggiore precisione terapeutica, ottimizzazione delle risorse ospedaliere, abbattimento delle spese amministrative. Tuttavia, proprio in questo settore, la sfida etica e quella della privacy sono particolarmente acute: algoritmi utilizzati in ambito medico devono essere sviluppati e monitorati secondo criteri di massima responsabilità e trasparenza.

La Fondazione Fair si propone come facilitatore per progetti pilota, favorendo non solo la sperimentazione ma anche processi di verifica etica e di coinvolgimento dei pazienti nella co-progettazione di strumenti diagnostici avanzati.

In particolare, le imprese vincitrici dei bandi a cascata promossi dal progetto – ben 76 quelle già sostenute finanziariamente – hanno messo al centro la sostenibilità dei loro modelli di business e la responsabilità sociale dei prodotti sviluppati.

Università, aziende e finanziamenti: il modello vincente di Fair

Il valore aggiunto di una piattaforma come Fair risiede nella sua capacità di attrarre investimenti, competenze multidisciplinari e imprese innovative. La collaborazione fra le 14 università partner – compresi gli atenei milanesi, torinesi, bolognesi e napoletani – assicura un bacino di ricerca e sviluppo senza precedenti, mentre le 7 aziende fondatrici apportano know-how, infrastrutture e risorse importanti per la velocizzazione dei processi di trasferimento tecnologico.

Un elemento distintivo del modello Fair è la gestione dei cosiddetti “bandi a cascata”, strumenti di finanziamento che permettono a startup e PMI di accedere a risorse vitali non solo per la prototipazione ma anche per la fase di go-to-market. Le 76 imprese già selezionate rappresentano un campione significativo della nuova imprenditorialità italiana in campo AI: realtà flessibili, attente alla sostenibilità, orientate all’impatto sociale oltre che all’innovazione tecnica.

Questa scelta di investire nelle aziende giovani e dinamiche – molte delle quali provenienti dal mondo della ricerca universitaria – ha permesso alla Fondazione di consolidare un ecosistema virtuoso che dal laboratorio arriva rapidamente al tessuto produttivo, generando ricadute positive su scala locale e nazionale.

Gli impatti sul tessuto imprenditoriale italiano

L’approccio rally Fair – multi-attore, inclusivo e pragmatico – genera effetti moltiplicatori per il tessuto industriale italiano. La promozione di un’AI sostenibile e meno costosa rappresenta un’occasione straordinaria di competizione e di emancipazione soprattutto per le piccole e medie imprese, che spesso faticano a reggere il confronto tecnologico con player globali.

La presenza di una piattaforma di ricerca e finanziamento come Fair, di fianco a università di eccellenza, consente agli imprenditori italiani di sperimentare, sbagliare, ripartire e innovare in un contesto protetto e stimolante. I risultati già ottenuti testimoniano una crescita reale non solo in termini di fatturato, ma anche – e soprattutto – di capacità di attrarre talenti, investimenti esteri e nuovi mercati.

Le sfide future e le prospettive per l’AI in Italia

Non mancano tuttavia le sfide: aumentare la scalabilità dei modelli sviluppati, favorire l’adozione su larga scala di soluzioni intelligent green, rafforzare le competenze tecniche e manageriali specie nei territori meno serviti dalle infrastrutture digitali. Fondazione Fair, anche grazie al supporto delle istituzioni locali e nazionali, punta ora a rafforzare la rete europea della AI sostenibile, collaborando con i principali centri di ricerca internazionali e favorendo il dialogo fra policy maker, scienziati e rappresentanti della società civile.

In quest’ottica, il ruolo delle università – sia come centri di formazione sia come laboratori sperimentali – è destinato a crescere ulteriormente, rendendo Milano e l’Italia un hub sempre più attrattivo per l’innovazione responsabile.

Sintesi e prospettive

L’incontro milanese della Fondazione Fair ha sancito in modo chiaro la volontà dell’Italia di posizionarsi all’avanguardia, non solo nello sviluppo di nuove tecnologie ma soprattutto nella capacità di promuovere una cultura della intelligenza artificiale sostenibile, etica e meno costosa. Un modello che dal laboratorio passa all’impresa, valorizzando talenti, idee e capitali per generare un circolo virtuoso di crescita e responsabilità.

La sfida è tutt’altro che conclusa. Ma l’esempio del Campus Bovisa, delle 76 imprese finanziate e dei 25 partner fondatori dimostra che un’AI “diversa” – vicina alle persone e rispettosa delle risorse – non è solo possibile, ma già realtà. La partita, oggi più che mai, si gioca sulle capacità di fare sistema, investire nel lungo periodo e mettere al centro, sempre, l’innovazione come bene comune e sostenibile.

Pubblicato il: 15 luglio 2025 alle ore 05:13

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