Sciopero nazionale SISA del 4 novembre 2025: Scuola italiana in mobilitazione, lezioni a rischio e richieste concrete
Indice degli argomenti
- Introduzione: perché lo sciopero della scuola oggi?
 - Chi partecipa allo sciopero scolastico nazionale
 - Le motivazioni della protesta: salario, stabilità e rappresentanza
 - Analisi delle rivendicazioni SISA: cosa chiede il sindacato?
 - Impatto sulle lezioni e sui servizi scolastici: cosa cambia per studenti e famiglie
 - La reazione delle istituzioni e del Ministero
 - Opinioni, testimonianze e prospettive future
 - Conclusioni e sintesi della giornata di mobilitazione
 
Introduzione: perché lo sciopero della scuola oggi?
Il 4 novembre 2025 sarà ricordato come una data significativa nell’ambito del mondo educativo italiano. In questa giornata, infatti, SISA (Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente) ha indetto uno sciopero nazionale della scuola che coinvolge un ampio spettro di figure professionali: insegnanti, personale ATA, dirigenti scolastici e una parte del comparto universitario. L’effetto di tale mobilitazione è evidente: numerose scuole con lezioni sospese, incertezza tra le famiglie e forte dibattito a livello nazionale.
La motivazione principale dietro lo sciopero scuola oggi risiede in una serie di criticità ormai annose, aggravate dalla situazione socio-economica post-pandemia e dalle scelte governative ritenute insufficienti dal comparto sindacale. SISA, come promotore dell’iniziativa, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su questioni cruciali che minano la qualità dell’istruzione e ledono la dignità lavorativa del personale scolastico.
Chi partecipa allo sciopero scolastico nazionale
Lo sciopero scuola 4 novembre 2025 si distingue per l’ampio ventaglio di partecipanti. Non si tratta solo di un’iniziativa dei docenti: la mobilitazione comprende infatti anche il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), nonché diversi dirigenti scolastici. È importante sottolineare che il coinvolgimento del personale è trasversale agli ordini di scuola: dalla primaria all’infanzia, passando per secondarie di primo e secondo grado, fino ad arrivare ad alcune realtà universitarie.
Tra i partecipanti spiccano:
- Insegnanti di ruolo e precari
 - Personale ATA (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici)
 - Dirigenti scolastici solidali alle rivendicazioni della protesta
 - Una sezione di afiliati e docenti universitari
 
La decisione di partecipare allo sciopero da parte di così tante categoria è dettata dalla convergenza su tematiche ritenute urgenti e dal desiderio di dare visibilità ad una situazione condivisa di disagio: bassi salari, incertezze occupazionali, carenze strutturali nell’organizzazione scolastica e richieste di maggiore democraticità nella rappresentanza e nelle scelte dirigenziali.
Le motivazioni della protesta: salario, stabilità e rappresentanza
Al centro delle motivazioni sciopero scuola vi sono la questione retributiva, il tema della precarietà lavorativa e la richiesta di maggior coinvolgimento democratico nella gestione delle scuole. SISA, come sindacato promotore, ha reso noti alcuni dei punti fondamentali che hanno spinto all’indizione dello sciopero:
- Incremento degli stipendi del 20% netto: Attualmente, il sistema di remunerazione del personale scolastico italiano è ritenuto non più al passo con gli standard europei. SISA propone un aumento significativo, per garantire una retribuzione dignitosa, competitiva e che rispecchi l’importanza della funzione docente e del personale ATA nella formazione delle nuove generazioni.
 
- Stabilizzazione del personale precario: Il fenomeno del precariato nella scuola italiana è ormai strutturale: ogni anno migliaia di docenti e operatori ATA vengono assunti solo temporaneamente, con contratti a tempo determinato, senza garanzie per il futuro. Il sindacato sottolinea la necessità di una reale politica di stabilizzazione che permetta di superare questa incertezza diffusa.
 
- Copertura dei posti vacanti con assunzioni a tempo indeterminato: La carenza di organico è un altro dramma sistemico della scuola pubblica, con conseguente aumento del carico di lavoro sulle persone già in servizio. SISA richiede l’avvio di un piano di assunzioni che consenta di coprire tutti i posti vacanti.
 
- Maggior democrazia nella selezione dei dirigenti scolastici: Attualmente, la scelta dei dirigenti scolastici segue una procedura selettiva nazionale ritenuta poco rappresentativa delle specificità locali. La proposta SISA prevede l’introduzione di un meccanismo elettivo, che dia voce alle comunità scolastiche nel determinare la guida degli istituti.
 
- Ruolo unico docente: Un’altra richiesta innovativa riguarda il riconoscimento di un ruolo unico, che superi le cesure attuali tra gradi diversi di insegnamento, favorendo un approccio più integrato e valorizzando le competenze maturate lungo l’intera carriera scolastica.
 
Analisi delle rivendicazioni SISA: cosa chiede il sindacato?
Entrando nel merito delle rivendicazioni SISA, è importante chiarire le ragioni e le implicazioni di ciascuna istanza presentata:
1. **Stipendi insegnanti aumento: una richiesta non più rinviabile**
Rispetto ai colleghi europei, gli insegnanti italiani percepiscono stipendi significativamente inferiori, sia in termini assoluti che in rapporto al PIL nazionale. L’incremento richiesto da SISA, pari al 20% netto, mira a colmare questo gap e a invertire una tendenza che negli ultimi anni ha visto il potere d’acquisto dei docenti progressivamente ridursi. Secondo dati OCSE, l’Italia figura tra i paesi con la minore spesa per l’istruzione in rapporto al totale delle spese pubbliche: una situazione che rischia di penalizzare la qualità del sistema educativo.
2. **Assunzioni scuola posti vacanti: verso la copertura del fabbisogno**
Ogni anno, in migliaia di scuole italiane, l’inizio delle lezioni è segnato da cattedre scoperte e posti da coprire in emergenza. Le assunzioni scuola posti vacanti rappresentano una delle priorità individuate da SISA per assicurare continuità didattica e ridurre il ricorso a supplenze dell’ultimo minuto, spesso assegnate con grave ritardo e in condizioni di precarietà enorme.
3. **Ruolo unico docente: verso la ridefinizione della carriera scolastica**
La frammentazione delle figure professionali all’interno della scuola italiana non ha portato i benefici auspicati. Il ruolo unico docente scuola proposto da SISA punta sia a favorire un percorso di crescita professionale più coerente, sia a valorizzare le competenze acquisite da docenti di ogni grado, eliminando barriere amministrative e favorendo un senso di appartenenza più marcato.
4. **Maggior democrazia nelle scuole: la proposta per i dirigenti scolastici**
Era da tempo che si chiedeva un superamento delle modalità di nomina dei vertici scolastici ritenute eccessivamente burocratiche e poco responsive alle esigenze locali. La proposta di un meccanismo elettivo, secondo SISA, garantirebbe maggiore coinvolgimento delle comunità educative, trasparenza e aderenza alle reali necessità delle singole realtà scolastiche.
Impatto sulle lezioni e sui servizi scolastici: cosa cambia per studenti e famiglie
Uno degli aspetti più sentiti di questa giornata di sciopero nazionale scuola SISA è rappresentato dall’impatto diretto sulle attività didattiche. Sono infatti molte le scuole che oggi, 4 novembre 2025, hanno comunicato sospensioni, riduzioni d’orario oppure servizi minimi garantiti esclusivamente per gli studenti più fragili.
Le lezioni sospese 4 novembre 2025 hanno generato una serie di disagi, che variano a seconda:
- Dell’adesione allo sciopero da parte dei singoli plessi e docenti
 - Dalla capacità delle scuole di riorganizzare i servizi essenziali
 - Dalla disponibilità di personale sostitutivo in caso di astensione massiva
 
Le famiglie sono state dunque chiamate ad informarsi tramite i canali ufficiali delle scuole, spesso solo all’ultimo momento, su:
- Orari ridotti
 - Eventuali sospensioni totali o parziali delle lezioni
 - Servizi di mensa e trasporto alterati
 
È bene sottolineare che la mobilitazione ha impattato soprattutto nelle grandi città, dove la densità di plessi e personale ha reso più massivo e visibile l’effetto dello sciopero, ma non sono mancate criticità anche nei piccoli centri.
La reazione delle istituzioni e del Ministero
Il Ministero dell’Istruzione, preso atto della mobilitazione, ha sottolineato in una nota ufficiale «il necessario bilanciamento tra il diritto allo sciopero e quello all’istruzione», rimarcando come le scuole stiano comunque garantendo i servizi minimi essenziali. Sul fronte del dialogo sociale, da parte ministeriale è stato ribadito l’impegno a proseguire il tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali, pur sottolineando i limiti imposti dalla situazione di bilancio.
Dal fronte dei dirigenti scolastici, le posizioni sono articolate: taluni hanno scelto di aderire, altri osservano lo sciopero in una posizione di equidistanza, garantendo la regolarità dei processi amministrativi. I rappresentanti degli studenti, interpellati da varie testate tramite interviste e sondaggi, si mostrano divisi: una parte comprende le ragioni della protesta, un’altra lamenta la mancata tutela del diritto allo studio e la frequente interruzione delle attività in presenza.
Opinioni, testimonianze e prospettive future
La giornata del 4 novembre 2025 costituisce un crocevia per il settore dell’istruzione pubblica italiana. Numerosi docenti intervistati, sia aderenti allo sciopero che non, hanno espresso la propria frustrazione per una percezione di crescente distanza tra il mondo della scuola e le priorità delle agende politiche. Il personale ATA evidenzia le difficoltà di gestire quotidianamente plessi privi di risorse sufficienti e il timore di una cronica instabilità contrattuale.
Tra i punti più discussi nelle assemblee e dibattito pubblico emergono:
- Il bisogno di un riconoscimento concreto e non solo formale del valore sociale dell’insegnante
 - La difficoltà, soprattutto per i precari, di costruire una prospettiva di vita fondata su certezze
 - L’urgenza di investimenti strutturali e non episodici nell’edilizia, nella formazione e nei servizi ausiliari
 
Le organizzazioni degli studenti, dal canto loro, chiedono un maggiore coinvolgimento nei processi decisionali interni alle scuole e nella redazione dei Piani Triennali dell’Offerta Formativa (PTOF), per sentirsi parte attiva nelle scelte che incidono sull’esperienza didattica quotidiana.
Conclusioni e sintesi della giornata di mobilitazione
Il sciopero scuola 4 novembre 2025 rappresenta molto più che una semplice protesta di categoria. Si configura come un grido d’allarme condiviso da tutto il personale scolastico e punta i riflettori su questioni sistemiche di lungo corso, spesso sottovalutate o relegate ai margini del dibattito politico nazionale.
Le parole chiave centrali emerse durante la giornata, come sciopero scuola oggi, motivazioni sciopero scuola, partecipanti sciopero scuola, stipendi insegnanti aumento, assunzioni scuola posti vacanti e ruolo unico docente scuola, rimandano tutte alla volontà di riscrivere le priorità dell’istruzione e di rimettere al centro la professionalità, la stabilità e la qualità dell’offerta formativa.
In attesa di capire quali saranno le risposte delle istituzioni alle richieste del SISA e di tutto il comparto scolare, resta alta la mobilitazione e l’attenzione della società civile. Se la giornata del 4 novembre 2025 segnerà davvero una svolta o solo l’ennesima occasione mancata, lo diranno i fatti e la capacità di mantenere vivo un confronto costruttivo, volto a rilanciare una scuola pubblica di qualità, inclusiva ed equa per tutti.