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Oltre la punta dell’iceberg: educazione e prevenzione della violenza di genere nelle scuole romane
Scuola

Oltre la punta dell’iceberg: educazione e prevenzione della violenza di genere nelle scuole romane

Disponibile in formato audio

Il progetto di SCOSSE per decostruire stereotipi e riconoscere la parte sommersa della violenza di genere, coinvolgendo studenti delle scuole superiori di Roma

Introduzione: L’urgenza di riconoscere la violenza di genere nelle scuole

Nel contesto delle scuole italiane, in particolare nelle scuole secondarie superiori di Roma, è sempre più sentita la necessità di affrontare con nuovi strumenti la questione della violenza di genere. Il fenomeno, spesso confinato alla dimensione del privato o relegato alle cronache nere, ha radici ben più profonde e si manifesta quotidianamente anche in ambito scolastico, attraverso comportamenti, linguaggi e stereotipi che normalizzano la sopraffazione e la discriminazione. Per questo motivo, l’educazione contro stereotipi di genere e la formazione degli studenti sulla violenza di genere scuole sono diventate priorità fondamentali.

Il progetto “Oltre la punta dell’iceberg” e il ruolo di SCOSSE

“Oltre la punta dell’iceberg” è un progetto innovativo promosso da SCOSSE, un’associazione di promozione sociale impegnata da anni nella sensibilizzazione e prevenzione della violenza di genere a scuola e nella decostruzione degli immaginari patriarcali. Il progetto, avviato nelle scuole romane, mira a guidare studentesse e studenti in un percorso esperienziale volto a riconoscere e decostruire quegli stereotipi e quei comportamenti che alimentano la misoginia e i fenomeni di sopraffazione tra pari.

SCOSSE ha maturato una consolidata esperienza in interventi educativi contro la misoginia e nella promozione delle pari opportunità. Il suo impegno nel progetto scuole Roma violenza di genere si concretizza attraverso attività didattiche, laboratori interattivi e momenti di riflessione, con la convinzione che solo a partire dalla scuola possa prendere avvio un reale cambiamento culturale.

La metafora dell’iceberg: visibile e invisibile

Al centro del percorso “Oltre la punta dell’iceberg” c’è una potente metafora: quella dell’iceberg come simbolo della violenza di genere. Gli studenti delle scuole secondarie di II grado di Roma sono stati invitati a riprodurre graficamente un iceberg per riflettere sulle molte forme che la violenza può assumere. Se la punta dell’iceberg rappresenta le manifestazioni eclatanti e facilmente riconoscibili della violenza — come le aggressioni fisiche, le molestie verbali e i femminicidi — la parte sommersa rappresenta invece tutte quelle azioni, parole, atteggiamenti e stereotipi che, pur meno visibili, alimentano e rendono possibile la parte più estrema del fenomeno.

Questa idea, già affermata in letteratura psicologica e sociologica, è stata rielaborata nei laboratori scolastici violenza di genere, facendo emergere una consapevolezza diffusa tra gli studenti e stimolando la discussione su ciò che spesso resta celato o sottovalutato: i micro-attacchi quotidiani, le battute sessiste, la divisione dei ruoli, l’oggettivazione e la svalutazione della figura femminile.

Il percorso esperienziale nelle scuole romane

Il progetto “Oltre la punta dell’iceberg” ha coinvolto numerose classi delle scuole secondarie superiori di Roma, attraverso una serie di incontri strutturati sotto forma di laboratori didattici. Gli esperti di SCOSSE hanno accompagnato i ragazzi in un viaggio esplorativo che parte dall’osservazione del proprio vissuto quotidiano — in famiglia, a scuola, nelle relazioni amicali e sentimentali — per portare alla luce i tanti volti della violenza di genere che spesso non vengono percepiti come tali.

Durante questi laboratori scolastici violenza di genere, gli studenti, suddivisi in piccoli gruppi, hanno lavorato sulla rappresentazione dell’iceberg. La parte emergente, visibile, è stata associata a comportamenti fortemente stigmatizzati dalla società, mentre la parte sommersa è stata riempita dalle tante forme di violenza invisibile:

  • Commenti sminuenti o offensivi
  • Derisione dell’abbigliamento o dell’aspetto fisico
  • Battute sessiste
  • Pressioni psicologiche per adeguarsi a determinati modelli
  • Controllo ossessivo nei rapporti affettivi
  • Minimizzazione delle esperienze e delle emozioni femminili

Questa attività ha facilitato un confronto diretto, spingendo i ragazzi a interrogarsi e raccontarsi, in un clima di ascolto protetto e rispettoso.

L’importanza della decostruzione degli stereotipi di genere

Uno degli obiettivi centrali di “Oltre la punta dell’iceberg SCOSSE” è accompagnare studenti e studentesse in una riflessione condivisa sui pregiudizi e sugli stereotipi che stanno alla base della violenza di genere. Questi pregiudizi, spesso interiorizzati fin dall’infanzia tramite famiglia, media e società, alimentano una cultura patriarcale che normalizza la disparità e legittima la superiorità di un genere sull’altro.

La decostruzione di questi immaginari patriarcali avviene attraverso momenti di confronto, role playing, analisi di casi e simulazioni, che permettono ai giovani di mettere in dubbio convinzioni e automatismi. Affrontare temi come la distribuzione dei compiti domestici, la libertà di espressione dei sentimenti, la gestione della gelosia e dell’autonomia all’interno delle relazioni rappresenta un passaggio cruciale per la prevenzione della violenza donne scuola e per favorire una cultura basata sul rispetto reciproco.

Titoli ed headline: la comunicazione efficace contro la violenza

Durante i laboratori, è stata dedicata una speciale attenzione alla realizzazione di headline e slogan capaci di veicolare messaggi forti e immediati contro la violenza e la svalutazione. L’elaborazione di queste frasi rappresenta un vero esercizio di consapevolezza comunicativa, permettendo di sintetizzare in poche parole le proprie convinzioni e il proprio impegno contro la violenza di genere scuole.

Esempi di headline significative prodotte dagli studenti includono:

  • “Rispetta, non sminuire”
  • “La violenza inizia da una parola”
  • “Non è gelosia, è controllo”
  • “Non siamo oggetti, siamo persone”

Questi messaggi sono stati poi utilizzati per arricchire le rappresentazioni grafiche degli iceberg, dando così vita a opere collettive che parlano a tutta la comunità scolastica e contribuiscono a diffondere una cultura della prevenzione e della responsabilità.

Risultati e riflessioni dai laboratori nelle scuole

I feedback raccolti al termine delle attività evidenziano l’alto grado di partecipazione e coinvolgimento degli studenti. Molte ragazze e ragazzi hanno riportato di aver acquisito una nuova consapevolezza su comportamenti che precedentemente ritenevano normali o poco rilevanti, riconoscendo invece la gravità e la pervasività della violenza di genere anche nei piccoli gesti e nelle semplici parole.

I docenti che hanno ospitato i laboratori hanno osservato una maggiore apertura al dialogo tra alunni di sesso diverso, una capacità rinnovata di ascoltare e di discutere anche le situazioni più complesse senza paura di essere giudicati. È emersa inoltre una richiesta diffusa di ulteriori momenti di formazione studenti violenza di genere e di interventi educativi contro misoginia utili a consolidare nel tempo le conoscenze apprese e a mantenere alta l’attenzione sulle dinamiche di genere all’interno delle scuole.

Prevenzione e formazione: la via verso una società più consapevole

Dalla riflessione sull’esperienza maturata nel progetto “Oltre la punta dell’iceberg” emerge una certezza: la prevenzione della violenza sulle donne scuola deve fondarsi su un’offerta formativa continua e innovativa, capace di intercettare i bisogni dei giovani e di parlare il loro linguaggio senza retorica né imposizioni. La prevenzione, infatti, non può essere limitata a singoli episodi o campagne spot, ma deve diventare parte integrante della cultura scolastica e della crescita individuale.

Gli interventi realizzati nelle scuole superiori di Roma grazie a SCOSSE rappresentano un modello replicabile anche in altri contesti territoriali, dimostrando quanto sia fondamentale partire dall’educazione per costruire un futuro senza discriminazione e violenza di genere.

Il valore della sensibilizzazione nelle scuole superiori di Roma

Il contributo delle scuole romane al progetto è stato determinante anche per la costruzione di una rete di sensibilizzazione che coinvolge studenti, famiglie e personale docente. Le attività svolte nei laboratori testimoniano l’efficacia della metodologia esperienziale, che mette al centro il confronto, la partecipazione e la responsabilizzazione di ciascun individuo.

Le parole chiave come sensibilizzazione scuole superiori Roma e laboratori scolastici violenza di genere trovano nel progetto una concreta applicazione, attestando il valore aggiunto di iniziative che partono dal basso e coinvolgono tutti gli attori della comunità educativa. Oltre ad aumentare la consapevolezza, si è lavorato per dotare i giovani di strumenti pratici per reagire in modo appropriato di fronte alle situazioni di violenza e discriminazione.

Conclusioni: il futuro della lotta contro la violenza di genere a scuola

“Oltre la punta dell’iceberg” rappresenta un esempio virtuoso di progetto scuole Roma violenza di genere che mette al centro la formazione, la prevenzione e la partecipazione attiva degli studenti. I risultati raggiunti confermano l’importanza di promuovere la decostruzione degli stereotipi e degli immaginari patriarcali attraverso percorsi didattici strutturati e continuativi all’interno delle istituzioni scolastiche.

Il cammino intrapreso da SCOSSE e dalle scuole romane deve porsi come punto di partenza per una riflessione più ampia, coinvolgendo anche le famiglie, le istituzioni e la società civile. Solo attraverso una collaborazione sinergica e una strategia di prevenzione integrata sarà possibile arginare la diffusione della violenza di genere e creare una comunità scolastica più giusta, sicura e rispettosa delle differenze di tutti.

L’augurio finale è che progetti come “Oltre la punta dell’iceberg” trovino sempre maggiore spazio e riconoscimento, diventando esempio di buone pratiche non solo per la città di Roma, ma per l’intero sistema scolastico nazionale, con l’obiettivo di sradicare una volta per tutte la violenza sommersa che ancora oggi si annida, silenziosa, dietro la punta di un iceberg.

Pubblicato il: 13 maggio 2025 alle ore 11:42

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