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Maturità 2025: Esclusione legittima per uso del cellulare in sede d’esame secondo il Consiglio di Stato
Scuola

Maturità 2025: Esclusione legittima per uso del cellulare in sede d’esame secondo il Consiglio di Stato

Un caso emblematico sulle sanzioni disciplinari: la sentenza conferma la proporzionalità dell’esclusione in caso di utilizzo di dispositivi non autorizzati durante le prove della maturità

Maturità 2025: Esclusione legittima per uso del cellulare in sede d’esame secondo il Consiglio di Stato

Indice

  • Introduzione
  • Il caso: uso di cellulare durante l’esame di maturità
  • La normativa sull’uso dei dispositivi elettronici in sede d’esame
  • Il ruolo del Consiglio di Stato: motivazioni e decisione
  • I precedenti giurisprudenziali e la normativa di riferimento
  • La proporzionalità della sanzione di esclusione
  • Implicazioni per studenti e commissioni d’esame
  • Le possibili conseguenze di violazioni simili
  • Le alternative sanzionatorie: esistono?
  • Conclusioni e sintesi

Introduzione

Nell’anno scolastico 2025, il tema della disciplina durante gli esami di maturità torna al centro del dibattito, a seguito della decisione del Consiglio di Stato che ha sancito la piena legittimità dell’esclusione da parte della commissione d’esame di una studentessa sorpresa a utilizzare un cellulare durante la prova. Questa sentenza porta alla ribalta temi quali la trasparenza, il rigore e la correttezza nel percorso di valutazione degli studenti e riaccende la discussione sulla necessità di mantenere alto il livello di garanzia del merito all’interno del sistema scolastico italiano. L’articolo esamina in dettaglio questo caso emblematico, fornendo un’analisi approfondita del quadro normativo e delle implicazioni della decisione.

Il caso: uso di cellulare durante l’esame di maturità

L’episodio che ha scatenato l’attenzione dei media riguarda una studentessa chiamata a sostenere l’esame di Stato conclusivo del ciclo di studi secondari. Durante lo svolgimento della prova scritta, la candidata è stata sorpresa dalla commissione con un secondo cellulare, nascosto e utilizzato presumibilmente per attingere a risorse esterne o comunicare con l’esterno. In base alle regole vigenti, la presenza e l’uso non autorizzato di dispositivi elettronici viene punita con la massima severità.

L’esclusione dall’esame maturità è avvenuta in applicazione delle disposizioni che regolano lo svolgimento regolare e trasparente delle prove. La studentessa, avendo violato il divieto espresso sull’impiego di strumenti tecnologici durante la sessione d’esame, si è vista dunque negare la possibilità di proseguire con le restanti prove.

La normativa sull’uso dei dispositivi elettronici in sede d’esame

La questione dell’esclusione esame maturità per uso scorretto di tecnologia trova fondamento nell’articolo 12, comma 4, del d.lgs. 13 aprile 2017, n. 62, integrato dalla normativa precedente (articolo 13 del d.P.R. 9 maggio 1994, n. 487). Le regole uso cellulare maturità sono chiare: la presenza, l’accensione o l’uso di telefoni cellulari, smartphone, smartwatch e qualsiasi altro dispositivo elettronico, salvo quelli espressamente autorizzati dalla commissione per finalità specifiche, è vietata.

L’obiettivo di questa stretta normativa è duplice:

  • Garantire correttezza e parità tra tutti i candidati;
  • Salvaguardare la serietà delle prove evitando qualsiasi rischio di manipolazione o frode.

Il mancato rispetto delle regole determina automaticamente l’illegittimità della partecipazione alle prove successive ed è considerato illecito grave. La normativa esame di Stato cellulare riveste quindi un carattere deterrente e protettivo dell’intero sistema di valutazione.

Il ruolo del Consiglio di Stato: motivazioni e decisione

La vicenda è approdata presso il Consiglio di Stato dopo che la studentessa, esclusa dalla prova, aveva proposto ricorso, sostenendo la presunta sproporzione della sanzione rispetto al comportamento. Il Consiglio di Stato, massima autorità amministrativa in materia, ha invece ritenuto legittimo e proporzionato l’intervento della commissione.

Nella sentenza si sottolinea che “l’esclusione rappresenta la sola sanzione possibile in caso di infrazione così evidente e potenzialmente lesiva di valori quali la parità, la trasparenza e la credibilità dell’esame stesso”. Utilizzare un cellulare durante esame di Stato non è quindi una semplice disattenzione, ma una compromissione dell’intero sistema di valutazione.

I precedenti giurisprudenziali e la normativa di riferimento

In passato non sono mancati casi esclusione esame di Stato per comportamenti analoghi. Il Consiglio di Stato e i TAR regionali hanno sempre confermato la ferma applicazione del principio secondo cui la violazione intenzionale delle regole, specialmente in contesti pubblici e ufficiali come quello della maturità, deve essere repressa con decisione.

Le fonti di riferimento, tra cui il citato d.lgs. n. 62/2017, stabiliscono chiaramente che la presenza di strumenti tecnologici non consentiti è incompatibile con le finalità della valutazione e può portare automaticamente all’esclusione.

La ratio della norma risiede soprattutto nell’evitare forme di slealtà e assicurare che l’esame di maturità resti il più possibile immune da pratiche scorrette o tentativi di facilitazione indebita.

La proporzionalità della sanzione di esclusione

Uno degli aspetti più discussi riguarda la proporzionalità della sanzione esame cellulare. Gli avvocati della studentessa hanno lamentato un eccesso di rigore, sottolineando come la misura dell’esclusione fosse sproporzionata rispetto al danno effettivo.

Il Consiglio di Stato, al contrario, evidenzia che il principio della proporzionalità deve essere valutato alla luce dell’importanza dell’esame e delle conseguenze sociali e istituzionali della “tolleranza” a comportamenti illeciti. D’altra parte la presenza del telefono, anche se non fosse stato utilizzato per copiare o comunicare, rappresenta comunque una violazione sufficiente per l’esclusione, in linea con il sistema di sanzioni previsto.

In questi casi la legittimità esclusione studente non lascia alternative: chi trasgredisce consapevolmente le regole valide per tutti accetta implicitamente il rischio di una sanzione esemplare.

Implicazioni per studenti e commissioni d’esame

Questo caso ha rilevanza non solo dal punto di vista giurisprudenziale, ma anche come monito per tutti i candidati futuri. Le commissioni d’esame sono chiamate a vigilare con la massima attenzione, senza derogare dai principi stabiliti dalla legge.

Gli studenti devono essere consapevoli che anche la semplice detenzione (e non solo l’utilizzo attivo) di dispositivi vietati può comportare la perdita del diritto a proseguire e, conseguentemente, la necessità di ripetere l’intero ciclo d’esame. Da qui l’importanza di divulgare in modo chiaro le regole e coinvolgere i ragazzi in attività di sensibilizzazione.

Le buone prassi operative:

  • Informare in modo dettagliato sulle regole ufficiali tramite circolari e comunicazioni capillari;
  • Predisporre controlli accurati all’entrata della sede d’esame;
  • Affidare ogni device personale prima dell’inizio della prova agli appositi incaricati.

Le possibili conseguenze di violazioni simili

Oltre all’esclusione immediata, la maturità sanzioni uso telefono può determinare per lo studente ripercussioni anche nell’ambito della carriera universitaria o lavorativa. Il mancato superamento dell’esame di Stato costituisce infatti un blocco temporaneo che impedisce l’accesso diretto a facoltà e percorsi professionali.

È doveroso inoltre ricordare che il comportamento viene segnalato agli organi scolastici e, in caso di sospetto ricorso a strumenti di copiatura organizzata, può dare seguito anche a procedure disciplinari più complesse, fino alla denuncia per violazione del regolamento degli esami pubblici.

La sanzione non ha valore solo punitivo ma anche educativo, richiamando i principi cardine su cui si fonda il patto educativo fra scuola e studente.

Le alternative sanzionatorie: esistono?

Un tema ricorrente nelle discussioni sulla normativa esame di Stato cellulare riguarda le possibili alternative all’esclusione. Molti genitori e studenti si chiedono se sia contemplata una gradualità nel sistema sanzionatorio.

Attualmente la legge non lascia margini di discrezionalità significativi: la gravità dell’illecito impone la sanzione più severa. In passato sono stati proposti emendamenti per introdurre sanzioni diverse, come la ripetizione della sola prova o la riduzione del voto finale, ma il Legislatore ha scelto un orientamento rigoroso per tutelare l’equità della selezione.

Occorre inoltre sottolineare che fiaschi disciplinari più lievi, come la consultazione non autorizzata di appunti cartacei (diversa dalla tecnologia digitale), possono essere valutati con maggiore elasticità. Ma l’uso di cellulari durante esami scuola rimane tutt’oggi una delle violazioni più gravi e sanzionate.

Dal ricorso alla misura cautelare: il caso della studentessa esclusa

Nel caso specifico oggetto della sentenza, la studentessa ha comunque presentato istanza per una misura cautelare al TAR, ottenendo la possibilità di sostenere nuovamente l’esame. Ha quindi ricevuto il diploma con valutazione finale di 81/100. Tuttavia, questa concessione cautelare non rappresenta un precedente stabile, essendo frutto di uno specifico iter processuale e non della regola generale.

Il successivo passaggio presso il Consiglio di Stato ha definitivamente ribadito la legittimità della sanzione e l’assoluta infondatezza delle doglianze della candidata.

Questo aspetto sottolinea l’oculata attenzione con cui gli organi di giustizia amministrativa trattano i casi esclusione esame di Stato, bilanciando i diritti individuali con l’interesse pubblico alla regolarità della selezione.

Innovazione e tecnologia: la sfida della vigilanza digitale

Le ragioni alla base della severità delle norme risiedono anche nell’evoluzione tecnologica. I dispositivi smart, sempre più compatti e camuffabili, pongono nuove sfide per la sorveglianza durante prove così delicate. Il fenomeno del “cheating” digitale è ormai diffuso a livello internazionale, spingendo sia scuole che commissioni a dotarsi di strumenti per il rilevamento di cellulari nascosti, auricolari wireless o microcamere.

Non mancano casi di cronaca in cui, grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine, si sono evitate pratiche organizzate di manipolazione dei risultati. Da qui, la giurisprudenza continua a promuovere un orientamento di tolleranza zero nei confronti di ogni tentativo di frode tecnologica.

Conclusioni e sintesi

L’esclusione esame maturità per uso di cellulare, confermata dalla recente sentenza del Consiglio di Stato, si pone come monito chiaro e inequivocabile sulla necessità di preservare integrità e merito nelle prove pubbliche. Le regole uso cellulare maturità, elaborate e aggiornate alla luce delle nuove tecnologie, sono una garanzia per la credibilità dell’esame di Stato e per la tutela degli studenti che sostengono le prove in modo onesto.

L’analisi mostra come la sanzione, sebbene severa, sia conforme ai principi di diritto e giustizia educativa. Per il futuro, occorre lavorare su una sempre maggiore consapevolezza delle norme, sulla formazione del personale scolastico e sull’adozione di strumenti di controllo più sofisticati. Solo così si potrà continuare a garantire un sistema giusto e meritocratico, nel rispetto di tutti.

Pubblicato il: 14 novembre 2025 alle ore 14:14

Redazione EduNews24

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