Introduzione: la percezione del docente di sostegno in Italia
Il docente di sostegno occupa un ruolo centrale nella scuola italiana, eppure, in molti contesti, persiste una percezione errata del suo compito: troppo spesso viene visto come il "docente dell’alunno con disabilità", relegato a un ruolo marginale e considerato, talvolta, meno importante rispetto ai colleghi curricolari. Questa interpretazione non solo svilisce la professione, ma rischia di compromettere il principio fondamentale dell'inclusione scolastica in Italia. L’urgenza di superare questo stereotipo emerge con forza ogni anno attraverso le testimonianze degli insegnanti e la crescente attenzione del legislatore verso la formazione e la specializzazione, come dimostrato dall’avvio del TFA Sostegno X ciclo previsto entro giugno 2025.
Normativa sull’inclusione: l’eccellenza italiana in Europa
L’Italia può vantare una delle normative più evolute in Europa in tema di inclusione scolastica. Con la Legge 104/1992 e le sue successive modificazioni, il quadro normativo nazionale ha delineato un profilo preciso: il docente di sostegno NON è colui che si occupa esclusivamente dell’alunno con disabilità, ma è la figura ponte per l’integrazione e l’inclusione di tutta la classe.
Negli ultimi decenni, la cultura dell’integrazione dei disabili nella scuola si è lentamente radicata grazie anche a continui aggiornamenti normativi che hanno posto le basi per una didattica sempre più personalizzata e integrale. Tuttavia, spesso, nella prassi quotidiana, rimangono forti resistenze: la figura del docente di sostegno continua a essere vista più come un aiuto individuale che come un motore dell’inclusività.
Le fonti normative che regolamentano la presenza e l’azione del docente di sostegno pongono enfasi su termini come "collaborazione", "co-progettazione", "personalizzazione" e "valutazione collegiale", sottolineando il valore di questa figura nella scuola.
Il docente non solo dell’alunno ma della classe: una visione globale
Uno degli errori più diffusi – nella percezione collettiva e anche tra le stesse comunità scolastiche – è quello di associare il docente di sostegno unicamente all’alunno con disabilità. Invece, la reale funzione del docente di sostegno si esplica nella sua capacità di agire come facilitatore di processi inclusivi che coinvolgano l’intero gruppo classe.
L’obiettivo dell’inclusione scolastica non è solo garantire pari opportunità agli alunni certificati, ma fare in modo che ciascun membro del gruppo sia coinvolto in un percorso didattico efficace, personalizzato e realmente partecipato. Il sostegno realizza questa missione attraverso strategie educative condivise tra docenti curricolari, interventi di mediazione e attività didattiche trasversali.
La presenza del docente di sostegno consente di ripensare l’organizzazione della classe stessa, ponendo attenzione alle dinamiche relazionali, alle potenzialità di ciascuno e ai processi di apprendimento cooperativo. In definitiva, il sostegno diventa così un valore aggiunto per tutta la collettività scolastica.
Specializzazione e formazione: il valore del TFA Sostegno X ciclo
Per poter svolgere adeguatamente questo delicato compito, la legge italiana impone un percorso di specializzazione attraverso il TFA sostegno (Tirocinio Formativo Attivo per il sostegno), che per il X ciclo inizierà già entro giugno 2025. Il fatto stesso che ogni anno vengano confermati nuovi cicli testimonia la forte richiesta e la necessità di una preparazione mirata e aggiornata.
La formazione specifica consente agli insegnanti di acquisire competenze trasversali – psicopedagogiche, didattiche e normative –, oltre a capacità di gestione delle dinamiche di gruppo e strategie di mediazione didattica. Questo percorso accentua la necessità di vedere il docente di sostegno come figura specializzata, in grado di rispondere non solo ai bisogni dell’alunno certificato ma anche di tutta la classe.
Le università italiane, insieme al Ministero dell’Istruzione, lavorano annualmente sull’aggiornamento dei programmi dedicati al sostegno, offrendo, oltre ai contenuti base, anche moduli su autismo, disturbo cognitivo, bisogni educativi speciali e nuove tecnologie per l’inclusione.
Elenco degli aspetti fondamentali della specializzazione:
- Comprensione della normativa sull’inclusione scolastica
- Capacità di lavorare in team interdisciplinari
- Sviluppo di metodologie didattiche inclusive
- Gestione di dinamiche relazionali complesse
- Aggiornamento costante sulle innovazioni pedagogiche
La "delega paradossa": responsabilità condivise e limiti della visione tradizionale
Un nodo critico riguarda la cosiddetta "delega paradossa": molti docenti curricolari tendono a delegare ogni questione relativa all’inclusione al docente di sostegno, quasi a voler deresponsabilizzarsi. Questo atteggiamento, sebbene frutto spesso della poca chiarezza sul profilo professionale, comporta rischi di isolamento della figura del sostegno e di scarsa efficacia nelle strategie inclusive.
La delega paradossa dimostra come la collaborazione sia ancora, talvolta, solo formale: la vera integrazione dei disabili nella scuola presuppone una piena assunzione di responsabilità, un lavorare insieme, una "corresponsabilità educativa" senza gerarchie né ruoli inferiori.
In un sistema scolastico maturo, tutti i docenti – curricolari e di sostegno – devono partecipare attivamente al progetto di classe, individuando strategie didattiche comuni, costruendo percorsi condivisi e valorizzando la diversità come risorsa. Solo così è possibile superare i limiti di una visione tradizionale che separa, anziché unire.
Collaborazione tra docente di sostegno e docenti curricolari: strategie e criticità
Affinché l’inclusione sia reale e non solo dichiarata, è necessario promuovere una cultura della collaborazione tra i diversi attori della scuola. Il docente di sostegno non può essere lasciato solo, ma deve lavorare in sinergia con tutto il consiglio di classe.
Elementi chiave della collaborazione efficace:
- Co-progettazione delle attività: ogni docente partecipa attivamente alla progettazione e alla revisione dei piani educativi individualizzati (PEI) e dei percorsi didattici flessibili.
- Valutazione condivisa: il processo valutativo non riguarda solo il singolo alunno, ma tiene conto dei progressi e dei processi di tutta la classe.
- Formazione reciproca: occasione di crescita professionale attraverso corsi comuni, scambio di buone pratiche e confronto su casi specifici.
- Coinvolgimento delle famiglie: la collaborazione deve estendersi oltre la scuola, con una comunicazione costante con le famiglie degli alunni.
Nonostante i progressi, permangono delle criticità: tempi insufficienti per la progettazione comune, scarsità di risorse, rigidità organizzative e presenza di pregiudizi culturali radicati.
Sfide ancora aperte: stereotipi e riconoscimento professionale
Uno degli ostacoli principali al pieno riconoscimento della figura del docente di sostegno è lo stereotipo secondo cui il suo ruolo sarebbe "inferiore" perché rivolto a un solo soggetto e non a un’aula intera. Questa mentalità limita inconsapevolmente l’efficacia dell’inclusione e mina la dignità professionale degli insegnanti di sostegno.
Tra le cause di questa percezione vi sono:
- Scarsa chiarezza nei compiti
- Disinformazione sulle competenze richieste dalla specializzazione docente di sostegno
- Preconcezioni culturali sull’inclusione
- Inadeguatezza delle condizioni lavorative e riconoscimento economico
Solo attraverso una costante attività di formazione e sensibilizzazione, accompagnata da un attento lavoro di informazione e valorizzazione anche a livello sociale e mediatico, sarà possibile scardinare questi pregiudizi e garantire il rispetto dovuto a un settore tanto strategico.
Linee guida per una reale inclusione scolastica
Alla luce dei dati attuali e delle testimonianze degli addetti ai lavori, alcune buone pratiche possono favorire un’inclusione scolastica autentica:
- Promuovere la formazione integrata per tutti i docenti, non solo per i docenti di sostegno, valorizzando la corresponsabilità didattica.
- Valorizzare la collaborazione tramite ore di programmazione congiunta e gruppi di lavoro interdisciplinari.
- Favorire la diffusione di una cultura della diversità come ricchezza per la classe, attraverso progetti mirati e sensibilizzazione.
- Garantire trasparenza nelle procedure di assegnazione dei docenti di sostegno e nell’accesso al TFA, eliminando ogni forma di precarizzazione.
- Ascoltare la voce delle famiglie e porre l’alunno – e non la sua certificazione – al centro del percorso educativo.
Queste azioni, se sostenute da un quadro normativo coerente e da risorse adeguate, sono la base per una scuola realmente inclusiva.
Sintesi conclusiva: superare stereotipi e valorizzare competenze
In conclusione, il ruolo del docente di sostegno è fondamentale per la realizzazione di una scuola aperta a tutti, in cui ciascun alunno trovi il proprio spazio di crescita. Non si tratta di un docente "inferiore", né esclusivamente legato all’alunno con disabilità: il docente di sostegno è un professionista specializzato che lavora per tutta la classe, crea ponti di collaborazione, favorisce la partecipazione e promuove una cultura della solidarietà.
Superare la tentazione di delegare e costruire una corresponsabilità educativa sono sfide che spettano a tutto il corpo docente e alla società. Il cammino verso l’inclusione passa dalla valorizzazione delle competenze, dalla collaborazione e dal riconoscimento di tutte le figure che, ogni giorno, lavorano per una scuola migliore.
Il TFA sostegno X ciclo, le normative italiane all’avanguardia e le testimonianze dei professionisti del settore rappresentano tappe fondamentali di un percorso che non può dirsi ancora compiuto ma che, con impegno e consapevolezza, potrà essere realizzato.