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Il Personale ATA nella Comunità Educante: Dall’Invisibilità al Riconoscimento

Il Personale ATA nella Comunità Educante: Dall’Invisibilità al Riconoscimento

La testimonianza di Giuseppe D’Aprile (Uil Scuola) alla Camera: “Anche il bidello educa” e il ruolo fondamentale degli ATA nel sistema scolastico italiano

Il Personale ATA nella Comunità Educante: Dall’Invisibilità al Riconoscimento

Indice

  1. Introduzione: Il personale ATA, una presenza troppo spesso sottovalutata
  2. Il contesto dell’intervento di D’Aprile: una voce autorevole alla Camera dei Deputati
  3. Chi sono gli ATA: una panoramica sul personale ausiliario, tecnico e amministrativo nelle scuole
  4. La comunità educante: concetto e composizione nelle scuole italiane
  5. Il ruolo educativo del personale ATA: esempi concreti e testimonianze
  6. L’importanza della valorizzazione degli ATA nella governance scolastica
  7. La disconoscenza istituzionale: il personale ATA e la sua presenza nelle policy del Parlamento
  8. La testimonianza di D’Aprile: un segnale per cambiare paradigma
  9. Il futuro del personale ATA nella scuola italiana
  10. Sintesi e riflessioni finali

Introduzione: Il personale ATA, una presenza troppo spesso sottovalutata

Nel sistema scolastico italiano, si parla spesso di insegnanti, dirigenti scolastici, studenti e genitori. Pochi parlano però del personale ATA, che rappresenta una componente fondamentale della comunità educante che opera nelle nostre scuole. Gli ATA (personale ausiliario, tecnico e amministrativo) svolgono non solo ruoli di gestione e supporto amministrativo e logistico, ma, come sottolineato recentemente da Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola, contribuiscono quotidianamente anche alla formazione educativa degli studenti. Il ruolo del personale ATA nella scuola va ben oltre la semplice mansione operativa, diventando spesso esempio concreto di educazione e cittadinanza attiva per i giovani.

Il contesto dell’intervento di D’Aprile: una voce autorevole alla Camera dei Deputati

Lo scorso 30 ottobre 2025, Giuseppe D’Aprile ha preso la parola in occasione di un convegno sulla governance scolastica, tenutosi presso la Camera dei Deputati. Il suo intervento ha portato all’attenzione delle istituzioni – e dell’opinione pubblica – il tema dell’importanza ATA nelle scuole e della necessità di riconoscere pienamente il valore del personale ATA scuola come parte integrante della comunità educante scuola italiana.

D’Aprile ha voluto rimarcare la frequente disconoscenza del personale ATA in Parlamento, sottolineando come molte policy e discussioni politiche non tengano in dovuto conto le funzioni e i bisogni di questa categoria essenziale. Da qui l’urgenza, oggi più che mai, di avviare un percorso di valorizzazione del personale ATA, riconoscendone il contributo imprescindibile alla vita scolastica.

Chi sono gli ATA: una panoramica sul personale ausiliario, tecnico e amministrativo nelle scuole

Sotto la sigla ATA rientrano diverse figure professionali:

  • Collaboratori scolastici (bidelli)
  • Assistenti amministrativi
  • Assistenti tecnici
  • Direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA)

Ognuna di queste figure svolge ruoli diversi ma complementari all’interno delle scuole italiane. Il personale ATA scuola garantisce il funzionamento quotidiano degli istituti, assicurando che siano ambienti sicuri, accoglienti e ordinati.

Il collaboratore scolastico, comunemente chiamato bidello, spesso è il primo e l’ultimo adulto che lo studente incontra nella sua giornata scolastica. Gli assistenti amministrativi si occupano della parte burocratica, risultando fondamentali per la gestione documentale e la comunicazione fra scuola, famiglia, enti esterni. Gli assistenti tecnici sono essenziali nei laboratori e nei contesti educativi ad alto contenuto tecnologico; infine, il DSGA coordina la macchina amministrativa, fungendo da vero manager gestionale.

La comunità educante: concetto e composizione nelle scuole italiane

Il termine comunità educante è diventato sempre più centrale nel dibattito scolastico. Indica quell’insieme di soggetti – docenti, personale ATA, studenti, dirigenti, famiglie, enti territoriali – che concorrono, ciascuno con il proprio ruolo, all’educazione dei giovani. La scuola, infatti, non è fatta solo di insegnamento frontale e programmi didattici, ma anche di relazioni, cura degli spazi, rispetto delle regole e crescita personale.

In questa prospettiva, riconoscere il personale ATA come parte della comunità educante scuola significa attribuirgli una dignità finora troppo spesso negata. Gli ATA non sono solo "addetti ai servizi", ma agenti di crescita e formazione per gli studenti, attraverso l’esempio, il dialogo quotidiano e la gestione degli spazi comuni.

Il ruolo educativo del personale ATA: esempi concreti e testimonianze

Uno dei punti più incisivi dell’intervento di D’Aprile riguarda il ruolo educativo del personale ATA. La sua affermazione, “il bidello educa quando dice a mia figlia di non buttare la carta a terra”, è emblematica. Il semplice gesto del bidello – invitare uno studente a non sporcare, a rispettare gli spazi, a essere gentile con i compagni – possiede un profondo valore educativo.

Esempi di educazione implicita degli ATA:

  • Rispetto delle regole: il bidello che richiama con gentilezza i ragazzi al rispetto delle norme igieniche e civili.
  • Gestione dei conflitti: il collaboratore scolastico che ascolta piccoli litigi tra coetanei e cerca di mediare.
  • Cura degli spazi comuni: aiutare gli studenti a comprendere l’importanza della pulizia condivisa.

Questi comportamenti, spesso invisibili agli occhi della didattica tradizionale, sono però fondamentali per la crescita civica e personale degli alunni. Il bidello educa scuola non solo con le parole, ma soprattutto con l’esempio e la presenza costante, diventando punto di riferimento nei momenti di difficoltà.

L’importanza della valorizzazione degli ATA nella governance scolastica

Nel dibattito su ATA governance scolastica, troppo spesso il personale ATA finisce ai margini. Gestire una scuola significa oggi affrontare complessità crescenti: digitalizzazione, inclusione, sicurezza, rapporti con le famiglie e il territorio. In questo scenario, il contributo operativo e relazionale degli ATA è indispensabile.

Valorizzare il personale ATA significa, in primo luogo, aumentarne la visibilità nelle scelte gestionali e organizzative della scuola.

Misure di valorizzazione possibili:

  • Formazione continua per sviluppare competenze relazionali e tecniche
  • Coinvolgimento reale nelle riunioni e nei processi decisionali d’istituto
  • Riconoscimenti economici e premialità per iniziative educative
  • Comunicazione più efficace del loro ruolo alla comunità scolastica e alle famiglie

Un sistema scolastico moderno non può prescindere dal riconoscere agli ATA uno status di co-protagonisti, non solo perché "tengono in piedi la scuola", ma perché formano i cittadini di domani attraverso azioni concrete e quotidiane.

La disconoscenza istituzionale: il personale ATA e la sua presenza nelle policy del Parlamento

Uno degli aspetti più critici sollevati da D’Aprile riguarda la scarsa attenzione dedicata agli ATA nelle discussioni parlamentari. Spesso, quando il Parlamento affronta temi di riforma scolastica, il personale ATA Parlamento è solo sommariamente menzionato, senza un reale approfondimento sulle sue condizioni lavorative, sui bisogni di aggiornamento professionale o sui rischi a cui è esposto.

Emblematico il fatto che molti deputati e senatori faticano persino a comprendere nel dettaglio cosa faccia un collaboratore scolastico e quale impatto abbia la sua funzione sulla qualità della vita e dell’offerta formativa di un istituto.

Alcuni dati:

  • Le mansioni degli ATA sono spesso “date per scontate”.
  • Raramente si affrontano le criticità specifiche: turnazione, carichi di lavoro pesanti, scarsità di risorse.
  • Mancano tutele idonee in tema di sicurezza, benessere lavorativo e sviluppo di carriera.

Colmare questa lacuna istituzionale richiede più ascolto, formazione e visibilità presso le sedi politiche competenti.

La testimonianza di D’Aprile: un segnale per cambiare paradigma

Giuseppe D’Aprile, nel suo intervento alla Camera dei Deputati, ha dato voce alle tante persone che ogni giorno si sentono invisibili nelle loro scuole. La sua riflessione nasce anche da una esperienza personale, quando il bidello della scuola della figlia ha “educato” semplicemente invitando la ragazza a non gettare la carta a terra. “Quel gesto – ha detto D’Aprile – ha più valore di tante lezioni frontali, perché fa capire con l’esempio il rispetto per i beni comuni e per chi ci lavora”.

Questo aneddoto sintetizza l’essenza del ruolo educativo del personale ATA: essere modelli di comportamento, indicatori di un’etica condivisa, alleati degli insegnanti nella costruzione di una convivenza civile.

Le proposte di D’Aprile

  • Più formazione per gli ATA su temi pedagogici, comunicativi e gestionali
  • Maggiore coinvolgimento nei progetti scolastici interdisciplinari
  • Incremento degli organici, per garantire qualità e sostenibilità del servizio
  • Apertura di tavoli di confronto regolari tra Ministero, sindacati e organizzazioni del personale ATA

Il futuro del personale ATA nella scuola italiana

Il tema del futuro del personale ATA è oggi centrale nel dibattito sindacale e politico. Quella che una volta veniva considerata una mansione "ausiliaria" è ora riconosciuta come centrale per la sicurezza, l’inclusione e la qualità della scuola. La transizione digitale, l’arrivo di nuove tecnologie, l’aumento delle complessità relazionali e degli studenti con bisogni educativi speciali richiedono ATA sempre più formati e consapevoli.

Sfide e opportunità:

  • Innovazione dei servizi: digitalizzazione delle procedure, uso di software per la comunicazione scuola-famiglia
  • Inclusione: supporto a studenti con disabilità nei laboratori e negli spostamenti
  • Prevenzione: ruolo nella gestione delle emergenze e nella sicurezza degli edifici

Il futuro passa da un riconoscimento culturale e contrattuale del personale ATA, con investimenti in formazione, risorse, stabilizzazione degli organici e sviluppo di carriera.

Sintesi e riflessioni finali

Alla luce dell’intervento di Giuseppe D’Aprile presso la Camera, risulta ormai improrogabile la necessità di integrare pienamente gli ATA nell’idea di comunità educante scuola. Essi non sono solo una "presenza discreta" nei corridoi, ma attori indispensabili per la costruzione di una scuola che educa anche attraverso i gesti quotidiani, l’attenzione per la pulizia, il rispetto degli spazi, la gestione pacifica dei conflitti.

Per avanzare verso una vera valorizzazione, servono un cambio di paradigma culturale e politico rispetto alla governance scolastica: solo una scuola che riconosce e sostiene il personale ATA sarà in grado di svolgere fino in fondo il suo compito educativo e sociale.

In conclusione, “il bidello educa” non è uno slogan, ma una realtà da promuovere e sostenere, nella consapevolezza che ogni figura della scuola, nessuna esclusa, concorre a formare i cittadini del futuro. Investire sul personale ATA scuola significa investire in accoglienza, sicurezza, educazione e qualità dell’istruzione per le nuove generazioni italiane.

Pubblicato il: 30 ottobre 2025 alle ore 11:53

Savino Grimaldi

Articolo creato da

Savino Grimaldi

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